La cooperazione istituzionale nel commercio Italia-Russia e lo sviluppo delle piccole e medie imprese
Di A.e Sukharev
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Anteprima del libro
La cooperazione istituzionale nel commercio Italia-Russia e lo sviluppo delle piccole e medie imprese - A.e Sukharev
A.e Sukharev
La cooperazione istituzionale nel commercio Italia-Russia e lo sviluppo delle piccole e medie imprese
La cooperazione istituzionale nel commercio Italia-Russia e lo sviluppo delle piccole e medie imprese
Aleksandr Sukharev
Edizione Agosto 2014
ISBN 9786050316599
Edizione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl
UUID: 9786050316599
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Credits
È inevitabile che per completare un lavoro di queste dimensioni – il più lungo e corposo della mia vita – io abbia incontrato un gran numero di persone che mi hanno aiutato a scegliere il tema su cui cimentarmi, oltre che ad affinare un adeguato metodo di indagine. Il prezioso scambio intellettuale che queste persone mi hanno concesso è stato decisivo per la riuscita di questa ricerca, durata poco più di due anni. Riuscire a citarle tutte occuperebbe molte pagine, quindi scelgo di rivolgere un ringraziamento generale alla Facoltà di Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Milano, dagli accademici al personale non docente. In particolare, però, ritengo necessario indirizzare uno speciale ringraziamento al mio relatore, professor Fabio Emilio Ziccardi. Il suo ardore e la sua capacità mi hanno instillato la passione per gli studi in area giuridica, che spero di continuare. La sua indispensabile guida mi ha accompagnato in maniera instancabile per molti mesi, consentendomi di acquisire capacità metodologiche e scientifiche che raramente, purtroppo, si imparano tra i banchi universitari. Una menzione va anche alla mia correlatrice, Angela Di Gregorio, che ringrazio per la disponibilità ad affiancare me e il professor Ziccardi in questo lavoro. Infine, se non ci fossero stati i miei familiari ed i miei amici a supportarmi, non avrei avuto la forza di arrivare fino in fondo. La mia gratitudine si rivolge a Alberto, contemporaneamente amichevole e severissimo lettore, che ha avuto l’infinita pazienza di rivedere ed emendare la stesura del testo. Un ringraziamento particolare va ai miei parenti, in particolare alla mia mamma. Insieme mi hanno dato un sostegno impareggiabile, nonostante io li abbia fatti disperare in molteplici occasioni. Spero di riuscire a dar loro le soddisfazioni che meritano.. anche se non me le hanno mai chieste!
Indice
Credits
Introduzione
L’est europeo e l’allargamento dell’Unione Europea
L’Unione Doganale Euroasiatica e lo Spazio Economico Comune
L’ingresso della Russia nel WTO
PCA, Partnership and Cooperation Agreement
Accordi governativi bilaterali Italia – Russia
L’organizzazione regionale italiana
L’organizzazione federale russa
Gli accordi bilaterali fra i governi centrali
Il Corridoio verde fra Italia e Russia
Gli accordi governativi locali
La cooperazione con le imprese italiane
Zone Economiche Speciali (ZES)
Aprire una Società in una Zes
La questione del transfer pricing
Cenni sul regime fiscale
I requisiti per la registrazione fiscale
L’imposta sul reddito e la base imponibile
Gli sgravi fiscali
Tempi della presentazione della dichiarazione e dei versamenti dei tributi
L’imposta sul valore aggiunto
La fattura IVA e le aliquote d'imposta
Il meccanismo del reverse charge
Le norme sul luogo di fornitura
Forme giuridiche per la costituzione di una società in Russia
La vendita diretta
Il contratto di distribuzione
La consociata locale
Accordi fra imprese Russe e Italiane per Regione
La regolamentazione del mercato del gas naturale
I contratti take or pay
Verso la liberalizzazione nel mercato del gas europeo
Il mercato italiano del gas
Trasporto, stockaggio, distribuzione
Eni e i principali gasdotti europei
South Stream e il gas fra Italia e Russia
Conclusione
Bibliografia
Introduzione
La tesi intende offrire una visione dell'integrazione della Russia in un quadro europeo di integrazione sempre più forte, non solo dal punto di vista delle relazioni politiche e della cooperazione economica, ma anche sotto il profilo degli scambi culturali e sociali, che hanno oggi ormai una base secolare. Si analizzeranno i principali accordi istituzionali fra Unione Europea e Russia, gli accordi intergovernativi bilaterali, interregionali e di cooperazione locale, con particolare attenzione al legame con l’Italia, partner d’eccezione. Questa ricerca ha origine anche dal desiderio di presentare una visione ottimistica di un nuovo mondo globale e multipolare nel quale la Russia si avvicina sempre più a quello che è il suo polo attrattivo naturale, ovvero l'Europa. Con la caduta delle barriere fra Oriente e Occidente, l’apertura delle frontiere, l’espansione dei mercati, la libera circolazione di merci e persone, viene a delinearsi una versione, almeno in un contesto Europeo, di quello che McLuhan definiva villaggio globale
, per la quale le distanze fisiche e culturali, gli stili di vita, le tradizioni, lingue ed etnie sono rese sempre più internazionali. In prospettiva, un progetto continentale così ambizioso potrebbe comportare sacrifici per ambedue le parti, ma va affrontato sin da ora con un orientamento verso la massima cooperazione. In un futuro forse non troppo lontano, un’entità istituzionale come un’unione economica fra Russia ed Europa darebbe vita ad una potenza così grande che potrebbe giocare un ruolo fondamentale non solo negli equilibri geo-politici del mondo, ma anche nella salvaguardia di valori e principi fondamentali, come i diritti dell’uomo e dell’ambiente.
La storia ha già visto quasi un millennio di scambi commerciali e culturali fra la Russia e il Vecchio Continente. Già nei secoli X-XIII le città russe avevano stretti scambi commerciali con l'Europa, in particolare con l'Italia, dato che Veneziani e Genovesi mostrarono un particolare interesse verso il Principato di Moscovia. Nel XV secolo i rapporti con le ambasciate degli stati e delle repubbliche italiane (Stato Pontificio e Venezia sopra tutte) si intensificarono. Nel desiderio di creare infrastrutture adeguate ad una grande potenza, lo stato russoincaricò i maestri italiani, famosi allora in tutta l'Europa per il loro genio di ingegneri e architetti, della progettazione di opere di grande importanza. Così l'architetto Aristotele Fioravanti diresse la costruzione della cattedrale dell'Assunzione a Mosca (1475-1479) e dopo di lui operarono molti altri grandi architetti nel corso dei secoli, da Gilardi, Ruffo, Aloisio da Carcano, Solari, fino all’epoca dei Romanov, quando ebbero avuto grande spicco personaggi come Quarenghi, Rastrelli e Rossi, che operarono soprattutto a San Pietroburgo. Questa collaborazione non ha condizionato solo la storia del paese, ma ha anche aperto la porta a scambi socio-culturali fra l’Europa, centro del mondo, e la Russia degli Zar. Dopo la Rivoluzione del 1917, oggetto della tesi di Laurea triennale di chi scrive, e poi col regime sovietico e la Guerra Fredda, a differenza degli altri Paesi europei l'Italia ha sempre mantenuto un buon rapporto con la Russia, anche perché l'Italia aveva il più grande partito comunista occidentale. Alla dissoluzione dell'Unione Sovietica, lo stato italiano riconobbe il 23 dicembre 1991 la Federazione Russa come soggetto di pieno diritto internazionale e successore dell'Unione Sovietica. I due paesi hanno sempre goduto di un rapporto privilegiato di scambi, sia in un contesto di accordi governativi bilaterali, sia in una dimensione locale di cooperazione fra regioni italiane e russe, come testimonia la fervida attività di piccole e medie imprese e i gruppi di lavoro fra istituzioni locali e rappresentanti di imprese italiane e russe, che saranno ricordati nel corso della tesi. Il legame fra la Russia e l'Europa va comunque ben al di là del rapporto con l’Italia. Con la disgregazione dell'URSS l'idea di un mondo bipolare viene meno, svanisce la storica contrapposizione fra Occidente e Oriente, che aveva caratteri politici quanto economici, culturali e commerciali. Oggi alcuni paesi che facevano parte del COMECON sono membri dell’Unione Europa, ma mantengono un forte legame con la Russia. L’Accordo di partenariato e cooperazione fra UE e Russia (Partnership and cooperation agreement, Pca) è la base giuridica dei rapporti fra lo stato russo e questi paesi dell’est europeo, che sono fra i principali responsabili della progressiva integrazione del sistema economico e commerciale russo in Europa. La Russia è ormai pronta a una svolta che, inevitabilmente, la porterà a condividere con l’Unione Europea un destino comune.
L’est europeo e l’allargamento dell’Unione Europea
L’Unione Doganale Euroasiatica e lo Spazio Economico Comune
L’Unione Eurasiatica è il più grande e più ambizioso progetto geo-politico e geo-economico (inteso nei termini di Pascal Lorot) [1] nello spazio della Comunità degli Stati Indipendenti[2], volto a consolidare non solo la continuità scientifica, tecnologica e socio-economica, ma anche il potenziale culturale ed educativo dei nuovi Stati indipendenti. Il progetto della nuova Unione, secondo i suoi promotori e ideologi, è concepito per fornire una risposta adeguata alle sfide attuali e alle minacce globali. Uno degli ideatori dell’Unione Eurasiatica è considerato il Presidente della Repubblica del Kazakhstan, Nursultan Nazarbayev, che propose l’idea di integrazione eurasiatica
fin dal 1994, diventando così un partecipante attivo in quasi tutte le iniziative d’integrazione nell’ex Unione Sovietica, insieme al presidente russo Vladimir Putin e al presidente bielorusso Aleksandr Lukašenko.
L’idea di fondo è che le Repubbliche del CSI costituiscono, insieme, un’unica grande civiltà, la cui forza, a detta di Nazarbayev risiede nell’essere in grado di rispondere alle sfide del nostro tempo congiuntamente, combinando risorse umane, finanziarie, tecniche e intellettuali
. Ed è proprio questo il paradigma che si rileva nel piano d’integrazione attuato da Bielorussia, Kazakhstan e Russia. Le decisioni politiche dei leader dei vari Stati Indipendenti, tese a formare una Unione Doganale (UD) e uno Spazio Economico Comune (SEC), sono sostenute dalle aspirazioni di popoli i cui destini si sono intrecciati per secoli, così che oggi essi possono costruire insieme il loro futuro, non precludendosi alcuna possibilità di scambi commerciali, tecnici, sanitari e di persone, e possono cooperare nella limitazione di altri possibili ostacoli.
Un recente studio della Banca di Sviluppo Eurasiatica [3] ha confermato che la maggior parte della popolazione dell’Unione Doganale e dello Spazio Economico Comune sostiene l’integrazione. In particolare: l’80 per cento in Kazakhstan, il 72 per cento in Russia e il 60 per cento in Bielorussia. Nell’anno 2000 è stata costituita L’EurAsEC, la Comunità Economica Eurasiatica tra Bielorussia, Kazakhstan, Kirghizstan, Russia e Tagikistan, che ha contribuito a promuovere l’integrazione eurasiatica attraverso organi di lavoro con funzioni su vari livelli (il Consiglio che riunisce i capi di Stato e capi di governo, il Comitato d’integrazione col suo Segretariato, l’Assemblea Inter-parlamentare e la Commissione dei rappresentanti permanenti). L’EurAsEC svolge ancora oggi un ruolo significativo nei processi di integrazione all’interno della CSI, e in quanto organizzazione internazionale è attivamente impegnata nella cooperazione internazionale. In questo modo si è realizzato un primo grande passo verso il futuro comune degli Stati Indipendenti. L’idea di promuovere una maggiore integrazione economica tra gli stati aderenti alla CSI nasce fin dal 1994, quando per la prima volta si inizia a parlare della costituzione di una Comunità Economica Eurasiatica. L’accelerazione di tale processo, però, si ha solo nel novembre 2009 quando Russia, Bielorussia e Kazakistan firmano un Accordo per l’istituzione di una Unione Doganale, con l’applicazione di una tariffa comune esterna a partire dal 1°