Sogni di tenebra
()
Info su questo ebook
Correlato a Sogni di tenebra
Ebook correlati
Peter & Nancy Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFidati di me Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCioccolata e menta sotto l'albero Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFluffer: Smut, #1 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniOceano nello smeraldo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTutta Colpa del Rum Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTi ricordi di McKenna? Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUn passo nel buio, un passo nella luce Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPapaveri blu Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSu due piedi e quattro zampe - III edizione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUno come te Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMilo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNessuna è più bella di te Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFotografie della tua assenza Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTutto in un abbraccio Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'amore è come la glassa al cioccolato Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAlla velocità del cuore Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBeatrice Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBroken. Prenditi cura di me Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa sindrome di Folye Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMiele Tossico Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniInterno 74 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI confini della verità Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBugiarde si diventa Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'incantesimo dell'oscurità Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTutto quel che accade ha un senso Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI suoi occhi su di me Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniEra un po' che ti aspettavo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTimeless Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUn passo alla volta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Fantasy per voi
Il tempo dei mezzosangue - La trilogia completa Valutazione: 5 su 5 stelle5/5La terra degli Anunnaki Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLucifer - L'Angelo che divenne Diavolo Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Scrivere Fantasy Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Morsa Del Gelo (Italian Edition) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRacconti della Notte Eterna Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDiciassette - Edgar Allan Poe: I migliori racconti del maestro del brivido Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Faust Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNeverwinter: La leggenda di Drizzt 24 - Neverwinter 2 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAnunnaki Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Il grande Gatsby: Francis Scott Fitzgerald Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFiumi d'argento: La leggenda di Drizzt 5 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniHeku: Libro 1 Della Serie Heku Valutazione: 1 su 5 stelle1/5Il Libro delle Ombre Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI draghi degli abissi dei nani: Le cronache perdute Volume I Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe leggende del castello nero e altri racconti Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Cenerentola di Sangue: Saga di sangue spinoff sequel Valutazione: 5 su 5 stelle5/5La terra dimenticata dal tempo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRequiem Valutazione: 4 su 5 stelle4/5I draghi del crepuscolo d'autunno: Le Cronache di Dragonlance Volume I Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAnimali fantastici e dove trovarli: la creazione artistica del film Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMagic. A Darker Shade of Magic Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa reliquia di cristallo: La leggenda di Drizzt 4 Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Evil Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniEssecenta - I nomi della Terra di Mezzo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl buio profondo: La leggenda di Drizzt 1 Valutazione: 3 su 5 stelle3/5La torcia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFantasmi e Fenomeni Paranormali -La Maledizione di Ondine- Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCastelli maledetti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Recensioni su Sogni di tenebra
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Sogni di tenebra - Cecilia Claudi
Nesbitt
CAPITOLO UNO
Corro a perdifiato tra gli alberi, in quello che sembrerebbe un semplice parchetto. Sento dei rumori somiglianti ai versi delle anatre. È tutto buio, l'unica luce flebile è quella diffusa dai lampioni nella stradina vicina. Tutto intorno a me è alberi, ma, sotto i miei piedi, la strada è asfaltata. Devo essere in un parco. Decido di nascondermi tra il fogliame, uscendo nello sterrato. Sono senza scarpe e l'erba mi solletica la pianta dei piedi mentre i sassi me la feriscono. Non ce la faccio più a correre, ma qualcuno mi segue e si sta avvicinando. Sempre di più. Inesorabilmente. Inciampo su una radice e rotolo per terra. Non può finire così, penso mentre faccio per alzarmi, ma l'ombra è sopra di me e mi afferra.
Apro di scatto gli occhi e mi ritrovo a fissare un soffitto un po' troppo familiare. Sono nella mia stanza, riconosco il muro bianco con la lampada arancione. Cerco la sveglia a tentoni per vedere l'ora. Sono le 7:20. Ancora troppo presto, ma troppo tardi per riaddormentarsi. Tra dieci minuti devo alzarmi per iniziare un'ennesima giornata uguale alle altre. Lezione dalla mattina alla sera, poi lavoro, studio e dormire. È ormai da un po’ che sono all'università, al MIT per l'esattezza. Due anni fa ho lasciato la mia casa, senza più guardarmi indietro, e sono venuta qui. Sono una persona nuova ora e non sempre è una cosa positiva. L'America è un paese così competitivo che devi farti valere per rimanere a galla. Non faccio altro che studiare. E lavorare. Non posso neanche uscire con troppa gente perché devo mantenere un profilo basso, per non rischiare che le persone sbagliate mi trovino. Non potendo uscire, dovrei rimanere a casa senza fare niente e questo implica pensare. Pensare porta a ricordare. Ricordare porta ai rimpianti e non posso permettermi di ricordare la mia vita in Italia.
Rimango ancora sdraiata a letto a fissare il soffitto aspettando il suono della sveglia. Non ho voglia di alzarmi ed affrontare la giornata. Troppi corsi, troppe persone. Chiudo gli occhi, cercando di sonnecchiare ancora un po', ma l'unica cosa che vedo quando li chiudo è la sua faccia avvolta dalle fiamme che chiede il mio aiuto. Li riapro esasperata e spengo la sveglia alzandomi dal letto. No, sonnecchiare non è proprio il caso. Le 7:24. Ho ancora sei minuti di dolce far nulla. Apro la porta della mia stanza e filo verso la doccia, cercando di evitare le mie coinquiline. È facile, sono troppo impegnate in una discussione su a chi tocchi fare il bucato. Per fortuna il bagno è libero. Mi faccio la doccia e mi guardo allo specchio. Nonostante siano passati due anni, non riesco ancora a riconoscermi. I miei capelli che prima erano corti e castani, anche se quello non è comunque il mio colore naturale, ora sono biondi e lunghi. Sono resi scuri dall'acqua e ho delle occhiaie allucinanti, che neanche un impacco di caffeina potrebbe togliere. Per di più, sono sottolineate dalla mia pelle molto chiara e spruzzata di lentiggini. I miei occhi verde scuro sono iniettati di sangue. Mi servirebbe proprio una bella nottata di sonno. Mi trucco alla bell'e meglio e mi metto una maglietta beige con disegnato uno scheletro di dinosauro nero, una felpa rosso scuro e un paio di jeans. Entro nel salotto barra cucina per riempire il thermos di caffè e mi siedo su uno degli sgabelli del bancone.
<
<
<
<
Sarah e Lorelai litigano sempre, per un motivo o per l'altro. Nell'ultimo mese la discussione è rimasta sul vicino, che non è neanche un granché secondo me, ma dato che non vado ad un appuntamento ormai da una vita, non commento. L'ultima volta che ho espresso la mia opinione mi sono ritrovata ad ascoltare un intervento sulla mia vita sessuale. Non sono ancora pronta a ripetere l'esperienza. Prendo il thermos e la tracolla, pronta ad uscire.
<
<
<
<
Ci fissiamo per un po' e poi scoppiamo a ridere. In fondo, qualche amica in questi due anni me la sono fatta. Ho conosciuto Sarah al primo giorno di Fisica. Mi si era seduta a fianco e aveva commentato per tutto il tempo i nostri compagni di corso e all'uscita mi aveva offerto un caffè. Non avevo potuto resistere. Oggi ha i capelli tagliati corti e scompigliati, nel tentativo di avere un aspetto naturale. Dico oggi, perché li cambia molto spesso. Non credo resista più di dieci giorni con la stessa acconciatura. Questa settimana, ce li ha rosso fuoco. Il ciuffo però è di un altro colore, bianco come il ghiaccio, quindi, ora che ha il cappello tirato sopra la testa, quello è l'unica cosa che si vede. È una ragazza un po' stravagante anche nel suo modo di vestire. Si mette sempre abiti che, almeno per me, sono strani. In ogni caso, ha il cappello e una sciarpa nera che le lasciano scoperta solo una piccola parte pallida del volto. Cosa assurda se si pensa che ha un viso lungo e ovale, dai lineamenti rigidi, ed è alta e magra.
<
<>, mi sorride ammiccando.
<
<
<
<
<
<
<
<
<
<
<>
<> risponde fingendosi esasperata.
Le faccio la linguaccia e lei lascia finalmente cadere l'argomento. Per fortuna, direi. L'appartamento che condividiamo non è molto lontano dal campus e in cinque minuti arriviamo in aula. Quando entriamo, vedo un ragazzo con i capelli neri e gli occhiali che ci fa segno di andare da lui. È Samuel, un nostro amico. L'ho conosciuto in aula studio grazie al corso di informatica, programmazione in C++, posso dire che non era uno dei miei corsi preferiti. Anzi, ero abbastanza una frana in quella materia, tutti quegli arrays, cicli, stringhe, e lui mi ha aiutata a superare l'esame anche in modo dignitoso. In compenso, io l'ho aiutato in algebra lineare. In ogni caso, gli sarò grata in eterno.
<
<
<> Tonto? Qua dentro? No. Qua non trovi tonti, forse solo ragazzi che cercano di farsi passare per tali.
<
<
<
<
Alzo un braccio per scompigliargli i capelli, approfittando dell'occasione per districarmi dall'abbraccio.
<
<
<
La ragazza davanti a noi si gira per consegnarci il foglio delle firme e ci dice: <
<
<
<
<
<
La ragazza annuisce e, quando il professor Sigmun entra, si gira dandoci le spalle.
<
Dietro di lui, c'è quello che immagino sia Eric Saltman. È veramente bello come dicono tutti. Occhi grigi, profondi, che scandagliano la stanza, e capelli rosso scuro ribelli. La mia migliore amica diceva che esistono due tipi di rossi, quelli belli belli, belli in modo assurdo o quelli brutti, non c'è la via di mezzo. Lui, per mia sfortuna, appartiene alla prima categoria. Dalla distanza a cui sono, non riesco bene a capire quanto sia alto, noto solo che sovrasta il professore. Cosa che però non è affatto complicata, visto che il sadico Sigmun è alto circa due mele o poco più. C'è qualcosa in quel ragazzo che non mi fa distogliere gli occhi da lui. Come una connessione. Non so spiegare, è qualcosa di irrazionale, di indescrivibile a parole. Cavolo, forse dovrei prendere sul serio l'idea del convento.
<
<
<> Guarda i due ragazzi vicino a noi, divertita. <
<
<
<
Tre paia di occhi mi fissano...quattro in verità. Eric ha smesso di guardarsi intorno e sta ricambiando il mio sguardo; all'inizio con curiosità, poi con quella che sembra una sorta di consapevolezza mista ad altro. Un brivido freddo mi percorre la schiena. Distolgo velocemente gli occhi da lui e li fisso su Sarah.
<
<
<
<
<
<
<
<
<
Per fortuna il professore inizia a spiegare la lezione e non sono più costretta a sostenere una conversazione. Guardo Eric, che ora si è seduto vicino alla lavagna, rivolto verso il professore. Dopo un po' si gira e mi fissa. Ancora quel brivido. Distolgo lo sguardo e finalmente la mia mano raggiunge il pennello nella tasca esterna della tracolla. Lo prendo e lo intreccio tra i miei capelli, bloccandoli e cercando di concentrarmi sulla lezione. Quel gesto di solito mi aiuta, ma sentire il suo sguardo su di me mi fa sentire come un cerbiatto in mezzo alla strada, illuminato dai fari di un'auto. Sarà un’ora lunga. Molto lunga.
Appena finita, prendo zaino e libri e mi alzo in fretta. <
<
<
<
<
<<È il terzo che mi offri nell'ultima settimana.>>
<
<
Esco dalla porta, guardando ancora verso di lui, e travolgo la persona che sta entrando in questo momento. Ho già detto che sono un'imbranata patologica? Mi giro, scusandomi, e mi chino per aiutarla a raccogliere i fogli per terra, cercando di non far cadere il caffè. Acrobazia degna di un equilibrista. Quando alza la testa, il mio punto di riferimento sparisce e mi ritrovo a perdermi in una pozza grigia. Perché, tra tutte le persone possibili, dovevo travolgere proprio lui? Con il cappotto e il cappello addosso, non lo avevo riconosciuto subito, ma ora l'unica cosa che riesco a pensare è: Come diavolo ho fatto a non capire che era lui? Staccandogli, con molta fatica, gli occhi di dosso, gli porgo i fogli e sfioro le sue grosse mani con le mie. Una scintilla di elettricità passa tra di noi, come se mi avesse dato la scossa, e alzo di scatto la testa, incrociando di nuovo i suoi occhi. Tutto il mondo rallenta e, per un attimo, un millisecondo che sembra un'eternità, tutto intorno a me si fa nero e l'unica cosa che esiste, l'unica luce, è lui. La sua faccia ha un'espressione stupita che si sposa perfettamente con quello che vedo passargli negli occhi e con quello che sto provando io. Quindi non l'ho sentita solo io quella scossa. Vedo che si riscuote e si alza in piedi.
<
<<È una cosa che mi dicono spesso. Cosa significa?>> chiede incuriosito, inclinando la testa.
<
<
<
Sorride. Il suo sorriso mi riscalda da dentro, come se qualcuno avesse appena acceso una candela all'interno della mia pancia. Questo è un grosso problema. Devo andarmene. Subito. Ma non voglio, non posso. È da troppo tempo che non provo più qualcosa del genere e ne ho bisogno, quasi un bisogno fisico. All'improvviso, mi appare lui. La sua faccia. Le fiamme. La sua tacita richiesta di aiuto. E tutto il mio bisogno di calore sparisce.
<
<
Maledetti i miei poteri. Non erano serviti a salvarlo o a farmi restare a morire con lui. Mi avevano obbligato a scappare e ormai non li utilizzavo più. Come diavolo ha fatto a capire chi sono? A meno che… All'improvviso capisco. So benissimo cosa significa quella scossa e lo sa benissimo anche lui a giudicare da quel nomignolo. È un riconoscimento, un riconoscimento tra due persone con poteri fuori dall'ordinario. Nessuno sa che sono qui e nessuno deve saperlo. Non possono trovarmi. Sarei dovuta sparire, andarmene molto più lontano da lì. Ma non posso darmi alla macchia per una sola persona, forse non è così grave, forse anche lui sta scappando. La domanda da un milione di dollari è: come posso saperlo senza rivelargli troppo? Mi volto e scappo da quello sguardo per la seconda volta in meno di un'ora.
CAPITOLO DUE
Arrivo quasi di corsa all'aula dove c'è la lezione seguente, ma la porta è già chiusa. Cavolo, sono in ritardo. È la prima lezione che perdo. Oggi è proprio una brutta giornata. Prendo la direzione della biblioteca per far passare un po’ di tempo. Amo i libri e amo scoprirne di nuovi. Quindi vado verso gli scaffali, salutando la bibliotecaria. Rimango sempre affascinata dalla vastità di questo luogo. Ha soffitti altissimi e si può vedere il secondo piano dal basso, perché è come una ciambella ed è fatto ad archi. Sembra quasi vogliano riprendere lo stile della biblioteca del Trinity College a Dublino. Giusto per rimanere in tema Irlanda. Dannazione, oggi la mia mente gode proprio a fare le connessioni sbagliate. O meglio, unidirezionali. Non riesco proprio a togliermelo dalla mente. Come diavolo sono riuscita ad impallarmi il cervello con un incontro durato meno di cinque minuti? Forse perché l'hai fissato per circa un'ora?
Ok. Stop. Basta. Biblioteca e libri. Queste sono le uniche due cose cui devo pensare in questo momento, o rischio di ritrovarmi in un reparto psichiatrico prima della fine della serata. Mi sistemo la tracolla sulla spalla e cammino verso gli scaffali. Entro nella sezione dedicata alla fantascienza e mi arrampico sulla scala per arrivare agli ultimi ripiani. Ho già letto tutti gli altri libri. Inizio a guardare le copertine e gli occhi mi cadono su una in particolare. Afferro il volume e mi ritrovo altrove, non più nella biblioteca. Sono in un parco e sto correndo a perdifiato. Un'ombra mi sta seguendo. Inciampo su una radice, l'ombra mi raggiunge e mi ritrovo a fissare la copertina del libro. Sono esattamente le stesse scene di stamattina, solo molto più veloci, come un flash. Dea. Spero tanto non sia una premonizione. Ci manca solo questa.
<
Apro gli occhi e mi ritrovo a fissare un soffitto diverso da quello della mia stanza. Ho quasi sperato di essermi riaddormentata stamattina, dopo aver letto l’ora della sveglia, e che quindi tutti gli avvenimenti di oggi fossero stati solo un sogno, ma, ancora una volta, riconosco il soffitto della stanza in cui mi trovo e no, non è la mia stanza. È quello fatto di legno della biblioteca. Quindi è vero l'incubo di stamattina, ma la visione di pochi secondi fa, è tutto vero. Vuol dire che forse i miei sensi da strega mi stanno comunicando qualcosa. Fantastico. Altre cose cui pensare. Mi verrà il mal di testa. Sento odore di caffè e cerco di alzarmi, ma due mani mi ributtano giù.
<
<
<
Quando mi sono svegliata, non mi sono accorta che mi stesse così vicino. Forse perché è dietro la mia testa e non riesco a vederlo. Sono sdraiata su uno dei divanetti da lettura e Amy è seduta sul tavolino di fianco. Sento Eric alzarsi e fare due passi verso di me. Quando entra nel mio campo visivo, cerco immediatamente il suo volto, è un impulso irrefrenabile. Ha un'espressione strana, che non riesco a leggere e i suoi lineamenti sono resi più duri dalla preoccupazione. Il mio primo istinto è quello di allungare la mano per togliergli quell'espressione dalla faccia e dirgli che non è successo niente. Il secondo, invece, è quello di tirarmi uno schiaffo solo per aver avuto un pensiero del genere.
Distolgo velocemente lo sguardo da lui e lo concentro sulle assi del soffitto. Forse se mi metto a contarle riesco a non pensare all'adone vicino a me. Cavolo, com'è che descriveva Bella il suo Edward? Come se il David di Michelangelo fosse sceso dal suo piedistallo? E quante volte ho riso pensando a quanto mi sembrasse ridicolo provare cose del genere? Forse l'idiota sono io visto che in questo momento vorrei eliminare ogni pudore e saltargli addosso per stenderlo sul divanetto sotto di me. Assurdo. Lo conosco da meno di una mattinata e già ho pensieri peggiori di quelli di un cane in calore. Devo proprio farmi una doccia fredda, chissà se funziona. Secondo Scrubs, sì. Forse sarebbe la volta buona per provare.
Arriva il medico e mi fa un controllo veloce, fasciandomi la caviglia destra. Dice che l'ho storta durante la caduta. Strano, perché non mi fa assolutamente male, ma lui mi rassicura che è normale a causa dell'adrenalina causata dall'incidente e che domani, se non tra poco, mi farà male. Molto, anche. Quindi non devo appoggiarla troppo per terra, seppure è solo una lieve distorsione che guarirà in poco tempo, uno o due giorni al massimo. Mi dice, inoltre, di tornare a casa a stendermi, possibilmente insieme a qualcuno, quindi chiamo una delle mie coinquiline, ma prima che io possa farlo, una di loro entra dalla porta principale della biblioteca.
<
<
TipregodeafacheLorelaidicadinotipregodeafacheLorelaidicadinotipregodeafacheLorelaidicadinotipregodeafacheLorelaidicadino.
<
<>, mi dice facendomi l'occhiolino. <
A quelle parole, arrossisco. Maledetta la mia carnagione pallida. So esattamente di cosa sta parlando. Sta alludendo al loro continuo mettere il naso nella mia vita privata, o meglio nella mancanza di una.
<