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Milo
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E-book206 pagine2 ore

Milo

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Info su questo ebook

Lea era sempre stata una ragazza solare e piena di vita. Si era impegnata tanto per finire l'università e pendere il volo per guadagnarsi un posto nel mondo.
Non aveva idea che si sarebbe ritrovata a lavorare in un ufficioche odia a fare qualcosa che non le piace per poter campare fino a fine mese.
La noia e la frustrazione sono le sue compagne di giornata e la seguono tra una litigata e l'altra fatta insieme al suo eterno fidanzato bambino, Boris.
Lei lo ama ma lui non riesce a corrisponderla come dovrebbe. Nonostante ciò lei non riesce a mettere la parola fine alla loro relazione.

È troppo giovane per sentirsi così infelice ma non trova la forza e il coraggio per cambiare le cose.


Però la vita è imprevedibile e ha in serbo altri piani per lei.
Cosi un giorno viene licenziata in tronco. Perde l'unica cosa stabile della sua vita che le permette di campare e Boris si tira da parte quando lo scopre lasciandola sola e mentendole. Lea non ce la fa più. La vita sembra avercela con lei e lei è troppo debole per combattere. Si trova così sul baratro, in cima ad uno scoglio con il mare che borbotta sotto i suoi piedi. Basterebbe un attimo per non sentire più nulla ma qualcosa attira la sua attenzione. Un sacco dell'immondizia, un rantolo, un piagnucolio ..
Si avvicina e trova un piccolo battufolo di pelo insieme ai suoi fratelli ormai morti.
Lea non sa cosa farsene di quel cane, non può certamente portarlo a casa ma nemmeno lasciarlo al suo destino. Decide di portarlo con sè solo per trovargli una sistemazione.
Non sa che il cane le cambierà completamente la vita. lì comincia un'avventura fatta di mille imprevisti e disastri.
Milo è il cane più vivace del mondo. lea è totalmente instabile. Boris fa di tutto per ferirla e Nani, il ragazzo appena arrivato in Sardegna, mette in crisi tutto ciò che lei ha sempre creduto.
In mezzo a mille sfide e cambiamenti il legame tra lei e Milo cresce e diventa sempre più potente.
Lea è convinta di avergli salvato la vita ma ben presto si accorgerà che è stato lui a salvare la sua.
LinguaItaliano
Data di uscita4 ago 2018
ISBN9788828369226
Milo

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    Anteprima del libro

    Milo - Bonny Zero

    conclusione

    1

    Signorina Amato, mi sta ancora ascoltando?

    Mi riprendo momentaneamente dai miei pensieri e fisso l'uomo di fronte a me.

    Mani perfette di chi non ha mai lavorato, volto sicuro di chi non conosce la fatica e uno sguardo beffardo di chi sa perfettamente il potere che ha su di te.

    Certo. La ascolto.

    Abbasso nuovamente la testa cancellando immediatamente ogni parola che esca dalla sua bocca.

    Quando sei un bambino è tutto facile.

    Forza Lea, scegli cosa vuoi fare da grande. Puoi fare qualsiasi cosa. Mi ripeteva sempre mia nonna.

    E io volevo fare qualsiasi cosa.

    L'astronauta, la meccanica, la rivoluzionaria..

    Avevo passato il liceo con ottime note e mi ero lanciata con l'università.

    Laureata in lingue con l'abilitazione per poter insegnare e un mondo troppo in crisi per darmi un millimetro di spazio.

    Sapevo salutare in un sacco di lingue.

    Sapevo sostenere una conversazione in greco e ordinare del cibo in arabo ma questo non era bastato per farmi trovare uno straccio di lavoro se non nell'industria tessile dei fratelli Berger.

    Mi facevo sfruttare nel loro ufficio tenendo la contabilità per pochi euro l'ora e molti commenti sospirati a bassa voce sulle mie gambe che non avrei mai voluto sentire.

    Cosa avrei potuto farci?

    Dovevo mandare giù.

    Me lo ripeteva mia madre quando la domenica mi sentivo male al pensiero che il giorno dopo fosse lunedì, me lo ripeteva Boris quando al sabato sera alle ventuno non avevo ancora finito di lavorare nonostante non mi venissero pagati gli straordinari e me lo ripetevano le mie amiche che non avevano un lavoro.

    D'altronde è così per tutti, giusto?

    Di cosa campi altrimenti? Con cosa paghi l'affitto della casa?

    Chi ti aiuta più al giorno d'oggi?

    Signorina, avverto davvero il presentimento che lei non mi stia ascoltando.

    Ricaccio indietro le lacrime mentre il mio capo inizia a picchiettare nervosamente le dita ben curate di chi non dovrà mai raccogliere i pomodori in una serra come avevo dovuto fare io l'estate precedente per arrotondare il suo misero salario.

    Può ripetere?

    Domando con un filo di voce odiando la mia stupida sensibilità che mi impediva di tenere alta la testa e mostrarmi forte in quei momenti.

    La devo licenziare signorina Amato. Purtroppo ci sono dei tagli da effettuare e ci costerà molto meno far fare la contabilità ad un esterno anzichè a lei. Ci dispiace immensamente ma non possiamo nemmeno pagarle questo mese. Purtroppo giugno è appena iniziato e per le poche ore che ha lavorato..

    Fisso l'agenda. Il dieci aprile.

    Con cosa pagherò l'affitto a fine mese?

    Boris si arrabbierà da morire.

    Anche il suo lavoro è mal retribuito e odia arrivare con l'acqua alla gola a fine mese.

    Non è certo uno che si mette a fare un secondo lavoro. Lui la vita vuole godersela, mica buttarla via così.

    Non c'è modo che io trovi un altro impiego all'interno della ditta?

    Mi decido a chiedere continuando a fissare la foto sulla scrivania.

    Purtroppo..

    È così strano.

    Ho odiato quel luogo dal primo giorno in cui vi ho messo piede.

    Ho odiato i fratelli Berger, la moquette puzzolente, Monica che fumava le sigarette alla finestra e quello stupido computer che non funzionava mai.

    Mi sono sentita in gabbia, prigioniera e soffocata.

    Mi sono sentita una fallita per essere finita così male nonostante tutti quegli anni di studi.

    Eppure ora che stavo perdendo quell'unico impiego che ero riuscita a trovare in mesi di ricerca capivo quanto mi servisse.

    Lo odiavo ma avevo bisogno di lui.

    Cosa avrei fatto ora nella mia vita?

    Con uno scatto mi alzo in piedi.

    Io devo andare signor Berger. È stato un piacere..

    Mi giro ignorando la sua mano che si solleva per stringere la mia e corro giù per le scale senza salutare nessuno.

    Ho la nausea, ho bisogno di una sigaretta e di respirare aria pulita.

    Mi appoggio alla porta d'entrata e trattengo a stento le lacrime.

    Merda..

    Impreco sotto voce togliendomi i capelli dal viso.

    Sono nella merda.

    Come ci si finisce così nei casini?

    Come si riesce a risalire quando ti sembra che ti hanno buttato in mare aperto con le zavorre legate ai piedi?

    Boris si sarebbe arrabbiato da morire.

    Mia madre si sarebbe arrabbiata da morire.

    Sentivo che la mia vita scivolava via senza che io avessi alcuni presa su di essa.

    Non potevo decidere nulla, tutto veniva portato dal caso e non potevo fare altro che andare avanti e stringere i denti.

    Volevo fare la veterinaria, l'archeologa, il medico..

    2

    Dai Lea, butta giù questo spritz che te ne porto un altro. Veloce dai

    Guardo male la mia amica facendo un tiro profondo con la cannuccia e finendo il liquido arancione.

    Puoi ascoltarmi un istante Amanda?

    Domando con voce infantile osservando dal basso quella donna di quasi un metro e settanta.

    Scuote la testa sorrideno e mostrandomi una fila di denti bianchissimi. La coda di cavallo color grano le accarezza le spalle robuste di chi va a cavallo da anni mentre alza gli occhi color nocciola al cielo in maniera teatrale.

    È il terzo spritz, mi sento la testa girare e non so nemmeno chi pagherà il giro.

    La tristezza si è ormai impossessata completamente di me e ho bisogno di parlare.

    No Lea, io un lavoro ce l'ho ancora e lo sto rischiando facendoti bere a gratis. Cosa mi direbbero se mi sedessi qui con te a fissare il mare? Aspetta, torno tra un istante..

    Sorrido quando mi strappa il bicchiere dalle mani e mi appoggio alla sedia scrutando l'orizzonte.

    A Santa Teresa di Gallura è una bellissima serata pre estiva.

    Il sole sta scomparendo piano piano e fa un poco meno caldo. È un annata eccezionale, l'inverno è stato corto e tiepido e la primavera sembra più estate.

    Lo Stuzzico, il bar al quale me ne sto seduta offre ottimi aperitivi vista mare e la gente è sorridente e felice.

    Chi non lo sarebbe?

    Osservo i turisti mentre sorseggiano il loro cocktail.

    Una signora con il cappello di paglia, un uomo completamente calvo, un bambino che piange..

    Da dove verranno? E cosa faranno nella vita?

    Con un mare bello come il nostro non possono fare altro che sorridere.

    Loro i problemi li hanno lasciati a casa mentre io me li porto dietro ovunque vado.

    Non l'ho ancora detto a nessuno.

    Sono stata licenziata quattro ore fa e l'unica reazione che sono riuscita ad avere è andare dalla mia migliore amica a piagnucolare.

    Uno spritz all'ora come se potesse affogare i miei problemi ma quelli hanno il salvagente e se ne stanno a galla.

    Rispondi dai, prima che inizi a chiamare me!

    Ami mi indica il display del telefonino sbuffando.

    Lo giro consapevole che avrei letto il nome di Boris se solo avessi guardato.

    Si starà chiedendo dove sei. Starà già scappacando le palle..

    Dice lei alludendo alla sua gelosia.

    Sbuffo non volendoci pensare.

    So che la nostra è una storia complicata e so cosa ne pensa lei a riguardo.

    Lui è troppo geloso, troppo possessivo e troppo menefreghista per me.

    Lei invece è molto pratica e decisa e per un uomo così non farebbe mai spazio nella sua vita, nemmeno nel suo letto.

    Allora cos'ho io che non va se non ci ho preso nemmeno sull'amore?

    Io lo amo ma so che andrà su tutte le furie quando gli dirò del lavoro.

    Non posso contare su di lui.

    Nella vita di Boris, al primo posto viene Boris e l'idea di doversi accollare me sulle sue spalle non sarà un ipotesi contemplata.

    Tiro su col naso sentendomi schiacciare.

    Ma diavolo, davvero vuoi farmi licenziare!

    Ami tira la sedia e si siede di fronte a me. Studio i suoi occhi azzurri che si spalancano per il nervosismo. Sta per darmi un cazziatone e me lo merito tutto. Non avrei dovuto mettermi in quei casini. Avrei dovuto ascoltarla prima, quando mi diceva di non andare via da casa, quando mi ricordava che mia madre c'era sempre stata e che se odiava così tanto Boris un motivo c'era sicuramente.

    Hai ventisei anni, sei intelligente, hai studiato e sei uno schianto. Tira fuori un po' di coraggio. Manda a fanculo tutti quanti. Si fotta il lavoro, si fotta Boris.. Ricomincia. Ricostruisci i pezzi della tua vita. Pensi sia facile? Sono quasi laureata in medicina e lavoro al bar. Che mi frega? Domani sono libera e me ne vado in spiaggia, a dopo domani ci penserò..

    Sorrido e quasi rido quando scatta in piedi alla vista del suo responsabile che esce ad accendersi una sigaretta.

    Vuoi stare da me stasera?

    Declino l'offerta scuotendo la testa.

    È giusto che il mio fidanzato sappia la verità.

    È giusto che non gli tenga nascosto nulla nonostante lui mi abbia tenuto nascosto diverse cose in passato.

    Io non sono così, non voglio vivere con dei segreti e voglio essere coraggiosa.

    Voglio essere onesta anche se ho capito che l'onestà non ripaga.

    Devo parlarne con Boris..

    Le confido alzandomi in piedi a mia volta.

    Sbuffa, alza gli occhi al cielo.

    Lascia quel coglione Lea..

    Le sorrido e indico con un dito il frigo gelati. Voglio cambiare velocemente discorso prima che anche questo problema mi investa totalmente. Non voglio pensare oggi.

    Davvero Lea? La vuoi davvero mettere così?

    Mi tira lo straccio e va a prendermi un gelato.

    Me lo lancia quasi addosso quando torna e dal suo volto capisco che nonostante sia scherzosa, è comunque preoccupata per me.

    Starai bene?

    Mi chiede tornando un poco bambina.

    Siamo amiche da sempre.

    Cresciute insieme a furia di marachelle e domeniche passate all'oratorio.

    Così uguali ma così simili.

    La bionda, lei, e la mora.

    La sicura e la timida.

    La coraggiosa e la dubbiosa.

    Mi aveva tirato fuori dai casini così tante volte che nemmeno me le ricordavo tutte.

    Mi sento uno schifo Ami. Mi sento di aver fallito in tutto. Mi sento di aver sprecato un sacco di anni, di non poter tornare indietro..

    Scuoto la testa sorridendo.

    Non voglio farla preoccupare ulteriormente.

    Starò bene sai? È solo la botta. Probabilmente anche l'alcool..

    Scoppio a ridere mentre lei con un occhio guarda storto me e con l'altro controlla il suo capo.

    Ti chiamo domani

    Sussurro abbracciandola e la saluto andandomene.

    Domani.

    Nulla mi spaventava di più di quella parola.

    3

    Percorro le vie di Santa Teresa con la testa pesante che mi sembra non sia nemmeno la mia.

    Ho caldo, sono sudata e appiccicosa e mi sento il pastone in bocca.

    Forse non era stata l'idea migliore quella di lasciarmi consolare dall'alcool ma quando il mondo vacillava sulle mie spalle l'unica che poteva tenere insieme i cocci era Amanda e purtroppo lei era dell'idea che uno spritz risolvesse ogni problema, o per lo meno lo alleggerisse.

    le dovevo tutto. Nella mia vita era sempre stata la figura più presente, quella che mi aveva tenuta a galla quando dieci anni prima mio padre era morto in un incidente in barca e quella che era riuscita a farmi risollevare e a farmi ricominciare a vivere.

    Sapevo che su di lei avrei sempre potuto contare nonostante non condividesse tutte le scelte che avevo preso nella mia vita, soprattutto quelle sentimentali.

    Sbuffo lasciandomi cadere su di una panchina e riprendo fiato. Quella salita mi stava facendo affaticare in maniera fuori dal comune per una persona che tutte le mattine si svegliava e andava a correre in spiaggia.

    Mi slaccio i sandali e poso i piedi per terra. Ho bisogno di un contatto con la realtà in quel momento.

    Osservo a destra e poi a sinistra. Le strade si dividono e l'incrocio separa casa mia da quella di mia madre dove ho vissuto fino ad un anno prima.

    So che se vado a destra dovrò affrontare lei, quella donna che ultimamente sta criticando ogni mia singola mossa.

    Eravamo molto unite prima.

    Ero figlia unica di genitori piuttosto benestanti. Mia madre possedeva molte strutture di

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