Il Drago di Silvestro
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Questa volta però sarà tutto diverso.
Fra nuove amicizie, scoperte ed emozionanti avventure, Gioele troverà la forza di superare le sue paure e scoprirà la vera storia del vecchio Silvestro.
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Anteprima del libro
Il Drago di Silvestro - Luca Rossetto
Luca Rossetto
Il drago di Silvestro
UUID: d868dec2-2962-11e5-8603-119a1b5d0361
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un prodotto di Simplicissimus Book Farm
A Gaia
Le fiabe non insegnano ai bambini che i draghi esistono.
Loro, questo, lo sanno già.
Le fiabe insegnano ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.
G.K. Chesterton
UNO
Gioele? Svegliati! È tardi!
.
Una bella signora sulla quarantina entrò a tutta velocità nella camera sbattendo la porta.
Indossava un paio di pantaloni di tuta neri ed una maglia grigia ed in testa portava una specie di bandana che le raccoglieva i folti capelli neri, appena striati da qualche ciuffo grigio.
Allora? Dormiglione! Forza, è ora di alzarsi! E io devo riordinare e pulire la stanza!
. Con un movimento fulmineo, quasi come muovesse una bacchetta magica, la signora fece volare via la pesante coperta dal letto con una mano sola.
Un brivido freddo scuotè il piccolo corpicino che, strappato improvvisamente dal suo meraviglioso mondo dei sogni, si svegliò protestando.
Dài piccolo sfaticato! Non pensare di poter passare tutte le vacanze di Natale a dormire, sai?
Va bene mamma
rispose il piccolo, adesso mi alzo
.
Anche se di malavoglia si alzò dal letto e, con le sue nuove pantofole a forma di scoiattolo ai piedi, scese le scale diretto verso la cucina per la colazione.
Il piccolo sperava di poter dormire un po' di più, in fondo aveva aspettato tanto questi giorni di vacanza, aveva cominciato a segnare i giorni sul calendario già da quando le prime foglie negli alberi del bosco avevano cominciato ad ingiallirsi.
Gioele, così si chiamava il piccolo bambino, viveva con mamma e papà in una piccola ma confortevole casetta in un paese ai piedi dei Monti Pallidi, altissime montagne bianche che dovevano il loro nome ad un incantesimo messo in atto da un popolo di gnomi per riavvicinare un principe alla sua sposa.
Ogni bambino che iniziava la scuola in quel paese imparava a memoria tutta la storia perchè in quel paese tutti sapevano quanto importanti fossero le tradizioni. Anche se purtroppo ancora per poco. Ma questa è un'altra storia.
Le vacanze di Natale erano tanto attese dai bambini del paesino di Gioele anche per via della neve. Ogni anno, infatti, già qualche settimana prima della notte della Vigilia, i piccoli fiocchi bianchi si presentavano all'appuntamento ricoprendo dolcemente la vita degli abitanti del paese.
Nei giorni tra Natale e la festa dell'Epifania sparivano sotto un metro di neve gli orti, le cataste di legna, le biciclette ed i giocattoli dimenticati dai bambini più grandi nei cortili delle case. Solo nelle strade principali e nei vialetti d'entrata delle case la neve veniva tolta con grandi pale rettangolari dagli abitanti del piccolo paese.
DUE
Il fuoco acceso nella grossa stufa a legna al centro della cucina crepitava e lanciava bagliori di luce attraverso le fenditure della porticina in ferro. Una grossa pentola appoggiata sopra il piano superiore sobbalzava e nell'aria si spandeva un dolce profumo.
Alzandosi sulle punte dei piedi e facendo attenzione a non scottarsi, Gioele alzò il coperchio per vedere cosa avrebbe mangiato a pranzo: arrosto con le patate, non proprio il suo piatto preferito.
Improvvisamente, la porta di legno che permetteva di uscire in cortile, si spalancò con un tonfo sordo, ed un omone alto e grosso, con un cappotto pesante zuppo d'acqua ed un largo cappello di lana entrò nella stanza. Gioele rimase immobile a fissarlo, ma l'omone, dopo aver chiuso la porta alle sue spalle, si accorse della sua presenza e tuonò: Piccolo! Non ti sarai appena svegliato?
con una voce talmente forte che Gioele sentì tremare il pavimento sotto i suoi piedi. Allora, che mi dici piccolo scansafatiche?
continuò l'omone e, battendo forte i piedi per terra si staccò dagli stivali dei grossi blocchi di neve ghiacciata che caddero gocciolanti nel pavimento.
N-no pp-pa-pà, è da un p-pò che sono sveglio
riuscì appena a balbettare Gioele. Non ci credo!
rispose l'omone con la sua solita voce cavernosa, "E' da un po' che sono fuori a spalare quella maledetta neve io, e tu a