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Gli angeli spezzati
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Gli angeli spezzati
E-book99 pagine1 ora

Gli angeli spezzati

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Info su questo ebook

Gli Angeli Spezzati... un romanzo scritto per comprendere fino in fondo l'amore e l’amare. Che stagione l’adolescenza. Senti di poter essere tutto e ancora non sei nulla. Non stancarti mai di amare, perché il giorno più bello della tua vita può arrivare domani. C’è chi ti sceglie perché non ha altro, e chi ti sceglie perché non vuole altro. Come i pupazzi a cui ci affezioniamo da bambini, sono preziosi per diventare grandi... ma sono anche importanti per tornare di nuovo bambini...
L’amore è la più saggia delle follie, un’amarezza capace di soffocare, una dolcezza capace di guarire…. Un libro da leggere d'un fiato.
LinguaItaliano
Data di uscita15 dic 2020
ISBN9788893471909
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    Anteprima del libro

    Gli angeli spezzati - Marco Costantini

    Marco Costantini

    GLI ANGELI SPEZZATI

    Prima Edizione Ebook 2020 © R come Romance

    ISBN: 9788893471909

    Immagine di copertina su licenza Adobestock.com, elaborazione Edizioni del Loggione

    www.storieromantiche.it

    Edizioni del Loggione srl

    Via Piave 60

    41121 Modena – Italy

    romance@loggione.it

    http://www.storieromantiche.it    e-mail: romance@loggione.it

    La trama di questo romanzo è frutto della fantasia dell’autore.

    Ogni coincidenza con fatti e persone reali, esistite o esistenti, è puramente casuale.

    Marco Costantini

    GLI ANGELI SPEZZATI

    Romanzo

    INDICE

    Prefazione

    I

    II

    III

    IV

    V

    VI

    VII

    VIII

    IX

    X

    XI

    X

    XI

    XII

    XIII

    Ringraziamenti

    Catalogo

    Questo libro è un atto d'amore verso i miei figli, che in questi lunghi anni, come me, hanno sofferto la lontananza.

    Io la chiamo "non vita", vivere senza di loro ha significato perdere una parte importante di me e ritrovarli è come rinascere.

    Mi piacerebbe che la mia storia donasse speranza a tutti quei genitori che, pur amando i propri figli, hanno vissuto l'avventura di fargli attraversare una tempesta.

    Grazie Rebecca e Federico, senza di voi io sono nulla.

    Con tutto il mio amore.

    Papà Marco

    Prefazione

    Marco ci racconta due storie belle. Una, quella che si legge sulle pagine del racconto; l'altra, quella che i suoi personaggi custodiscono e ai quali Marco affida il compito di parlare di sé. Dentro questa storia si consuma un percorso difficile, un cammino articolato che è servito a maturare idee diverse sulla propria identità e il senso della propria esistenza. Non posso dire se sia terminato o se il processo sia ancora in corso, se si è raggiunto un traguardo o una delle tappe.

    I protagonisti della storia raccontano le colpe di Marco, avvertono le sue stesse paure; trasudando, allo stesso tempo, il desiderio di tornare a godere dell'abbraccio dei suoi figli. Ognuno può esprimere una parte della personalità o della storia di vita di Marco, assemblati compongono una figura che assomiglia molto all'uomo che conosco: è un uomo che si sentiva sbagliato e che ora si riconosce come uomo che ha sbagliato. Non è un gioco di parole, ma la storia di un riscatto, di un percorso complesso e difficile che ha portato Marco ad avere oggi uno sguardo curioso, vivo e orgoglioso verso il mondo.

    Con affetto Maria Novella

    I

    Erano giorni che la città era sotto un nubifragio, la pioggia cadeva giù ininterrottamente da tre giorni. Il maltempo non sembrava cessare. A Federico piaceva stare in casa quando il tempo era così brutto. Quel giorno Federico si mise alla finestra della sua camera, guardava l'acqua che scorreva nella via, dai canali di scolo fino alla strada principale, e si chiedeva a cosa serviva tutta quella pioggia, forse per riempire il mare. Sua nonna Sandra era in cucina, stava preparando dei dolci e la cena. Quella sera avrebbero mangiato pollo e patate, e pane casareccio dei castelli che a lui piaceva molto. Lui a volte tagliava delle lunghe fette e le condiva con l'olio che gli aveva portato il papà, dal paesino umbro che entrambi amavano tanto, un bottiglione di due litri col tappo di plastica che era difficile da tirare via. Ma Federico ci riusciva sempre, ci metteva tutta la sua forza e il bottiglione si apriva, riempendo la stanza di quell'odore d'olio nuovo. Federico viveva in una casa con due stanze, c'era la camera da letto dei genitori con il suo lettino e il bagno, l'entrata e la cucina erano a vista. I muri erano spessi e bombati, macchiati dall'umidità, l'abitazione era situata al piano rialzato di un palazzo nella periferia della città. Sua madre stava fuori casa buona parte della giornata tra la spesa e il lavoro, e quando Federico tornava da scuola con i nonni, non la trovava mai, e lui rimaneva incollato alla TV con il suo cartone preferito, Robin Hood, ad aspettarla.

    A volte, la notte, quando si svegliava, ascoltava il silenzio della stanza, si alzava ed entrava nel lettone svegliando il padre. Non ne aveva mai avuto paura. Era una delle ultime cose che gli aveva detto suo padre prima di sparire: ora sei tu l'ometto di casa, non scordarlo. E con una carezza aveva aggiunto: Guarda che la vita è bella e misteriosa. Lui era cresciuto con questa idea. Di notte la stanza diventava magica, tutti quei disegni fluorescenti sul muro davano la sensazione di entrare in una favola. E poi le luci della strada si allungavano sui muri disegnando mostri che non facevano paura, anzi quasi un senso di tenerezza. C'era la magia, ma per trovarla bisognava imparare a cercarla. Federico si voleva cullare tutte le sere con un pupazzo di pezza, per lui era il suo angelo, poi lo riponeva sempre sul comodino, vicino alla foto di suo padre, il comodino era bombato, per colpa della muffa. Suo padre l'aveva riparato molte volte. La sera prima che andasse via, il papà era tornato con un sorriso impresso sulla faccia, e invece tutto cambiò nel giro di una notte. Suo padre se ne andò, e niente fu più lo stesso. Sua madre lasciò il lavoro, perché non riusciva a mantenerlo, allora tornò a cucire camicie e fare le pulizie. Federico aveva continuato ad andare a scuola, ma ogni tanto andava con la mamma per aiutarla. Per fortuna il lavoro non mancava, ma era massacrante e anche i soldi non bastavano mai. La sera Federico si addormentava spesso guardando il suo angelo.

    Era stato un regalo di sua nonna, e lui ne era ormai il custode: l'angelo li avrebbe aiutati e li avrebbe salvati dalla miseria. Il pupazzo, appunto il suo angelo, aveva i capelli d'oro e vestiva una tunica bianca con gli orli celesti. Aveva due occhi tondi,

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