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La ri-mediazione digitale nell’esperienza museale scientifica
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E-book186 pagine1 ora

La ri-mediazione digitale nell’esperienza museale scientifica

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Le nuove tecnologie applicate ai beni culturali hanno rappresentato – e continuano a rappresentare – un elemento di grande innovazione che può configurarsi come una vera e propria rivoluzione nell’ambito delle istituzioni culturali. Il computer ha modificato aspetti importanti sia nell’ambito della ricerca e della conservazione sia nel settore della divulgazione e della promozione. Le più avanzate tecnologie comunicative hanno favorito la ricerca di nuove forme di apprendimento e un diverso modo di interagire con i contenuti di conoscenza. Questo lavoro vuol mettere in relazione le nuove tecnologie con il sistema museale scientifico, una delle più importanti istituzioni culturali, considerato nella sua interezza quindi come esperienza globale e non solo come mera fruizione di contenuti. Verrà realizzato e discusso un progetto relativo alle principali tecnologie digitali oggi disponibili in relazione a un’istituzione museale “classica” settecentesca rappresentata dal Museo di Storia Naturale dei Fisiocritici di Siena. Si tratta di una realtà scientifico-divulgativa di importanza mondiale per l’unicità di alcune sue collezioni che ha come obiettivo quello di interfacciarsi con la realtà tecnologica del web 2.0 sia a scopo divulgativo sia a scopo più squisitamente scientifico e didattico.
LinguaItaliano
Data di uscita30 lug 2012
ISBN9788864589954
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    Anteprima del libro

    La ri-mediazione digitale nell’esperienza museale scientifica - Marco Pozzi

    giuste.

    Prefazione

    Nella storia delle tecnologie dell’informazione il museo rappresenta un riferimento epistemologicamente intrigante, è il simbolo di un paradigma della conoscenza caratterizzato da percorsi non rigidamente sequenziali, bensì da tratti, ritmi, modi personalizzati: si acquisisce conoscenza in modo esplorativo, attraverso sguardi preliminari, intuizioni, avvicinamenti, allontanamenti, ripensamenti e rivisitazioni.

    Dal punto di vista dell’Instructional Design l’immagine del museo ha rappresentato una buona metafora del mondo della navigazione ipermediale, un modello a cui più o meno tacitamente si sono ispirati i progettisti di taglio costruttivistico e connettivistico degli ultimi 20 anni.

    E oggi, benché il costruttivismo e la sua pedagogia siano oggetto di un vivace dibattito e sottoposti a forti critiche da parte di tutti coloro che mostrano la minore efficacia rispetto a modelli didattici mirati ed eterodiretti (Tobias Duffy 2009; Hattie 2009) rimangono ineludibili le contro-osservazioni di altri autori (Jonassen in Tobias. op cit.) sul fatto che esistono dimensione dell’apprendimento per le quali non sono applicabili i criteri convenzionali di efficacia/efficienza, in quanto rimane indispensabile dar spazio a motivazioni, scelte compiute dall’utente, esplorazione e problem solving in contesti più aperti e meno eterodiretti.

    L’educazione alla scienza in particolare ha bisogno, accanto a percorsi di apprendimento più razionalmente e coerentemente strutturati, indispensabili per far acquisire le conoscenze di base – aspetto di cui l’educazione scolastica dovrebbe farsi meglio carico – anche di ambienti e momenti per esperienze eccellenti, di emotività intensa, capaci di far esperire ai giovani il gusto stesso della conoscenza, sì da rafforzare le loro motivazioni profonde e inclinazioni future (Calvani, 2011).

    Musei e luoghi della scienza possono rappresentare dei buoni candidati in tal senso. Questi però devono trovare nuove soluzioni e sperimentare nuovi percorsi tra la funzione storicamente insopprimibile a cui sono preposti, di conservazione del bene culturale, e quella di trasformarsi in ambienti capace di far vivere esperienze pedagogicamente significative.

    Il caso oggetto di studio da parte di Marco Pozzi si muove su questo sentiero; esso vuole indicarci il potenziale che può venire dalla rimediazione cioè dal processo di rimodellamento a scopo educativo e conoscitivo delle risorse museali che può essere compiuto attraverso i nuovi media; per questa strada il museo si può trasformare in un ambiente multiaccessibile, multimodale, potenziato attraverso la virtualizzazione con navigazione immersiva, trasformazioni immaginarie, integrazione con consultazioni e partecipazioni a comunità web.

    In questo ambito alle speculazioni teoriche raramente corrisponde un adeguato corredo di evidenze empiriche e di competenze relative ai diversi ambiti in gioco (museale, tecnologico, educativo).

    Questo lavoro rappresenta una felice eccezione. Il suo merito principale è di dimostrare sul campo come si possa progettare e avviare un percorso concreto di innovazione museale, una strada con cui i musei della scienza sono chiamati sempre più a confrontarsi dinanzi alle straordinarie potenzialità in continua e rapida evoluzione offerte dalle nuove tecnologie.

    Prof. Antonio Calvani

    Università degli Studi di Firenze

    Direttore scientifico del master

    Metodi e tecnologie per l’e-learning

    Presentazione collana

    La collana iGnosis – Risorse digitali per l’e-Learning e il knowledge management nasce dall’esigenza di rendere fruibili le diverse metodologie informatiche che vengono utilizzate per la trasmissione della conoscenza in un ambito legato sia al mondo dell’educazione (elearning) sia alla ricerca e all’impresa (kwoledge management) in modo trasversale rispetto ai molteplici campi di applicazione.

    Particolare attenzione verrà prestata alle relazioni che intercorrono tra l’informatica stessa, intesa come insieme di discipline che studiano la risoluzione efficace di problemi, e contesti culturali diversi, scientifici e non. In tal senso la collana ha tra i suoi obiettivi principali quello di trasmettere una conoscenza non banale di una disciplina quale l’informatica applicata che, seppur molto in voga, viene spesso assimilata al semplice utilizzo del computer. Nel mondo di oggi, caratterizzato dal fortissimo impulso della rete e delle sue correlazioni in tempo reale, abbiamo il dovere di essere all’altezza della conoscenza informatica che struttura la base di ogni disciplina del sapere.

    Verrà mantenuto un approccio quanto più pragmatico possibile alle nuove tecnologie, che devono essere considerate uno strumento potente sì ma non miracoloso per tutte le diverse discipline affrontate.

    I contenuti devono rimanere al loro posto, anzi devono essere messi in risalto proprio grazie alle nuove tecnologie che non devono essere accentratici dell’interesse dell’utente, ma devono viceversa rappresentare un mezzo per ottimizzare i contenuti stessi, renderli più fruibili ed accessibili.

    La collana sarà suddivisa in tre macroaree: scienza/educazione, impresa/formazione, umanistico/pedagogica. Queste, contraddistinte da simboli grafici diversi (codici QR identificativi), sono state concepite per operare una selezione all’interno delle opere presentate e per mettere bene in evidenza l’affinità di ciascun lavoro nei confronti di un particolare ambito di studio.

    La Collana iGnosis si adopererà, quindi, per pubblicare opere scientifiche che afferiscono all’area delle Scienze della Formazione, dell’Educazione e della Ricerca, con particolare attenzione alle nuove tecnologie che in questi campi vengono adottate per consentire un maggior livello qualitativo e che si distinguono per la sinergia fra le seguenti caratteristiche:

    –  l’originalità del tema e/o dell’impostazione;

    –  la documentazione precisa e puntuale delle fonti su cui si è basata la ricerca;

    –  il taglio critico e/o metodologico innovativo;

    –  l’apporto tangibile al dibattito scientifico nazionale e/o internazionale.

    Saranno privilegiate le opere a carattere monografico, basate su ricerche originali e documentazione inedita, i lavori scientifici di alto livello specialistico, che apportano un avanzamento nelle specifiche discipline di riferimento.

    Possono essere pubblicate anche:

    –  raccolte di saggi e articoli, con una qualificata introduzione critica;

    –  edizioni critiche di testi o fonti, corredate da un opportuno studio introduttivo;

    –  atti di Convegni nazionali o internazionali;

    –  tesi di Dottorato o di Master.

    Premessa

    Le nuove tecnologie applicate ai beni culturali hanno rappresentato – e continuano a rappresentare – un elemento di grande innovazione che può configurarsi come una vera e propria rivoluzione nell’ambito delle istituzioni culturali. Il computer ha modificato aspetti importanti sia nell’ambito della ricerca e della conservazione sia nel settore della divulgazione e della promozione.

    Le più avanzate tecnologie comunicative hanno favorito la ricerca di nuove forme di apprendimento e un diverso modo di interagire con i contenuti di conoscenza. Questo lavoro vuol mettere in relazione le nuove tecnologie con il sistema museale scientifico, una delle più importanti istituzioni culturali, considerato nella sua interezza quindi come esperienza globale e non solo come mera fruizione di contenuti.

    Verrà realizzato e discusso un progetto relativo alle principali tecnologie digitali oggi disponibili in relazione a un’istituzione museale ‘classica’ settecentesca rappresentata dal Museo di Storia Naturale dei Fisiocritici di Siena. Si tratta di una realtà scientifico-divulgativa di importanza mondiale per l’unicità di alcune sue collezioni che ha come obiettivo quello di interfacciarsi con la realtà tecnologica del web 2.0 sia a scopo divulgativo sia a scopo più squisitamente scientifico e didattico.

    Accostare una realtà settecentesca alle nuove tecnologie risulta un obiettivo affascinante e al tempo stesso non facile ma certamente indispensabile per incrementare i parametri di usabilità e accessibilità che ciascuna struttura museale dovrebbe coltivare con grande rigore. Verrà realizzato un processo di rimediazione ovvero una trasformazione progressiva dei diversi canali (media) che veicolano le informazioni che il museo offre al pubblico.

    Questo processo non può essere semplicistico tantomeno immediato ma deve riflettere un progetto di evoluzione temporale costante dello sviluppo della realtà museale. Esso ha come origine la creazione e il continuo sviluppo di una base di dati digitali da implementare all’interno dei diversi canali comunicativi.

    La strutturazione rigorosa e flessibile della base di dati risulta uno dei parametri fondamentali per la buona riuscita di tutto il progetto.

    La struttura del lavoro è stata articolata con un capitolo iniziale descrittivo delle metodologie che sono state adottate per l’acquisizione delle fonti informative riguardanti la materia oggetto di studio e gli eventuali collegamenti ad essa. Segue un capitolo riguardante l’esperienza museale e la sua evoluzione nel tempo.

    Viene qui fatta una breve disamina dei principali obiettivi fondanti la struttura e la ‘mission’ del museo. Nel capitolo successivo vengono introdotte le nuove tecnologie e la loro applicazione nella realtà museale.

    Vengono introdotti i concetti di rimediazione digitale e sistema informativo applicati alle realtà museali con la valutazione dei principali vantaggi e delle criticità. Segue un caso studio progettato e in parte realizzato nella realtà del Museo di Storia Naturale di Siena.

    Qui viene descritto il progetto di rimediazione digitale in corso all’interno della struttura. Sarà così in parte possibile vedere applicate una serie di nozioni generali introdotte in precedenza. Seguono poi le conclusioni con la sezione bibliografica e sitografica. In conclusione vengono proposte una serie di tavole che illustrano l’organizzazione delle collezioni all’interno delle sale del Museo di Siena.

    Le fonti

    Prima di iniziare il lavoro è stata condotta una ricerca delle fonti che sono state successivamente e progressivamente consultate per costruire la base di conoscenza indispensabile per lo sviluppo dell’intero progetto. Gli strumenti utilizzati per tale approccio sono stati oltre ai testi cartacei, sufficientemente aggiornati, anche i motori di ricerca del web.

    Oggi l’utilizzo dei motori di ricerca consente un’indagine molto più rapida di un tempo e si riescono a setacciare territori molto più vasti riguardanti l’argomento scelto. Essi consentono anche ulteriori divagazioni dall’argomento stesso grazie alla loro ‘ipertestualità nativa’ ovvero sono portatori essi stessi di nuove connessioni e quindi divengono possibili ampliamenti e integrazioni dell’argomento originale. Esistono una lunga serie di pro e contro sulla qualità delle ricerche operate sul web soprattutto riguardo all’affidabilità dei risultati ottenuti, ma non è questa la sede adatta per discuterne; è opportuno invece riflettere in sede di progettazione del lavoro sulle possibili lacune che tali ricerche possono avere e le conseguenze che ne derivano.

    Cosa significa porre l’accento su ciò che manca o ancor meglio sulla consapevolezza che può mancare qualcosa? Studi sulla rete evidenziano il fatto che solo un 10-20% delle pagine internet vengono coperte dai motori di ricerca, quindi esiste una

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