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Roma. Guida all'architettura.: Dalle origini ai giorni nostri.
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E-book828 pagine8 ore

Roma. Guida all'architettura.: Dalle origini ai giorni nostri.

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Info su questo ebook

Questa guida è lunica che esplora lintera Roma, è un invito a scoprire i tesori architettonici non celebrati della città: quando si passeggia nel quartiere Art Nouveau di Prati fino al Lungotevere o attraverso il moderno quartiere dell EUR, considerando il passaggio di tutti i più importanti architetti: Apollodoro di Damasco, Bramante, Peruzzi, Raffaello, Michelangelo, Borromini, Bernini, Vanvitelli, Koch, Moretti, Piacentini, Meier, Fuksas e molti altri nomi. Il volume si completa con oltre 550 fotografie a colori e mappe dettagliate per ogni quartiere che lautore ha sapientemente intrecciato con un filo di informazioni per ciascuno dei monumenti fornendo una descrizione delle caratteristiche architettoniche che lo distinguono: Antico - Alto Medioevo, Basso Medioevo - Rinascimento, Barocco - Moderno, Contemporaeno. Ogni periodo è stato identificato con un colore per facilitarne lindividuazione sulle mappe.

This second edition of the Guide to the Architecture of Rome is an invitation to discover the unsung architectural treasures of Rome when strolling down the Art Nouveau neighborhood of Prati to the Lungotevere, or through the modern EUR district, this guide is the only one to explore the architecture of the entire cit. It presents the works of Apollodorus of Damascus, Emperor Hadrian, Bramante, Peruzzi, Raphael, Michelangelo, Borromini, Bernini, Vanvitelli, Koch, Moretti, Piacentini, Meier, Fuksas, and many other prominent names in architecture. The volume is suited with over 550 color photographs, detailed maps for each district which the author has cleverly weaved with a thread of information for each of monument giving throughout description of the architectural features which attribute it to the specific period and style such as: Ancient, Low and High Middle Ages, Renaissance, Baroque, Modern, and Contemporary. Each period has color identifiers in order to make them easy to locate on the maps.
 
LinguaItaliano
Data di uscita31 mar 2021
ISBN9788891321947
Roma. Guida all'architettura.: Dalle origini ai giorni nostri.

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    Anteprima del libro

    Roma. Guida all'architettura. - Giorgio Muratore

    1

    Mario De Renzi, Giorgio Calza Bini, Pietro Sforza - Palazzina Furmanik, 1935-38.

    155

    D3

    Villa Madama

    1518-1523 ca.

    Via di Villa Madama

    Progettata da Raffaello nel 1518 per incarico di Leone X e del cardinale Giulio dè Medici, la villa fu portata avanti, dopo la morte del Sanzio, da Giuliano da Sangallo e Giulio Romano, mentre il suo completamento fu eseguito solo nel 1913, nel corso dell’intervento restaurativo diretto da Pio Piacentini. Nel progetto di Raffaello, teso al mantenimento di un rapporto armonico con l’ambiente naturale, confluivano elementi tratti dall’architettura antica, riferiti direttamente alla tipologia della villa Pliniana e dei complessi termali d’epoca romana, e di precedenti esperienze toscane imbevute di suggestioni letterarie. Il complesso originario, eretto su una serie di terrazzamenti praticati sul declivio collinare, si basava sull’individuazione di un nucleo centrale costituito dal cortile circolare attorno al quale si disponevano logge, saloni di rappresentanza e perfino una stazione termale, oltre ad un teatro e un ippodromo.

    237

    D4

    Chiesa di Santa Maria del Rosario

    1650-1726

    Via Trionfale

    Situata lungo la salita per Monte Mario, la chiesa di S. Maria del Rosario fu eretta nel 1650 su progetto di Camillo Arcucci assieme all’attiguo convento. Durante l’intervento di restauro eseguito nel 1726 da Filippo Raguzzini su incarico di Benedetto XIII, il complesso fu modificato ed arricchito nella decorazione architettonica. La semplice facciata, stretta da lesene tra le ali dell’annesso convento, è contrassegnata da un portale coronato da un timpano ad arco spezzato, in corrispondenza del quale si apre superiormente una grande finestra centrale. L’interno è a pianta ovale con presbiterio absidato e quattro cappelle semicircolari decorate con stucchi. La copertura, costituita da una semplice struttura voltata, è ritmata da fasce convergenti verso il centro, poste in corrispondenza diretta con i due ordini sottostanti.

    395

    D4

    Scuola Giacomo Leopardi

    1929

    Ignazio Guidi

    Piazza delle Medaglie d’Oro

    Sulla collina di Monte Mario, questa, come tante altre scuole costruite all’aperto nelle aree verdi di Roma a partire dagli anni Venti, dà corpo agli orientamenti pedagogici propugnati da Alfredo Bajocco, che promuoveva la necessità del contatto diretto del bambino con l’ambiente naturale. La scuola si compone di cinque padiglioni di due aule ciascuno destinati alla didattica, oltre ad un sesto di maggiori dimensioni che accoglie gli spazi comuni, il refettorio con i relativi servizi e la sala per le conferenze. Tutti i volumi si dispongono all’interno di una vasta area verde.

    423

    D3

    Colonia elioterapica

    1933-1935

    Enrico Del Debbio

    Via della Camilluccia 120

    Il complesso, sorto come centro di addestramento e di raduno dei Balilla, è situato alle pendici di Monte Mario, è in origine articolato in una palazzina e nella torre del belvedere. Viene ampliato nel 1935, con la realizzazione del lungo fabbricato per i dormitori, alto un solo piano, che si snoda per centinaia di metri seguendo la morfologia collinare. L’edificio, caratterizzato da un impianto planimetrico che si inserisce con discrezione nell’ambiente naturale, riflette l’interesse mostrato da Del Debbio per l’architettura del nord europa. Queste suggestioni baltiche sono testimoniate anche dall’estrema semplificazione del linguaggio, che risulta ridotto ai minimi termini, lontano da ogni ostentazione.

    492

    D4

    Complesso residenziale Belsito

    1953

    Ugo Luccichenti

    Piazzale delle Medaglie d’Oro

    Promosso dalla Società Generale Immobiliare, nel momento di massimo boom economico, l’intervento rappresenta il tentativo, perfettamente riuscito, di piegare il linguaggio della Modernità alle istanze avanzate dalla società dei consumi.

    Sulla collina di Monte Mario, il complesso costituisce un insediamento formalmente omogeneo, comprendente residenze, attività commerciali e luoghi deputati allo svago, e si distingue per l’adozione di un linguaggio ascrivibile all’International Style, seppur infinitamente più ricco di termini e variegato nelle soluzioni formali. Pareti leggere come diaframmi, trasparenze cristalline, colori delicati, presenza ripetuta della linea obliqua contribuiscono a conferire all’insieme architettonico quella leggerezza e quella spensieratezza che il ritrovato benessere ora consente ad una borghesia in piena e rapida ascesa.

    2

    Luigi Moretti - Accademia della Scherma, 1933-36.

    288

    E2

    Ponte Milvio

    Tra piazzale Ponte Milvio e Lungotevere S. d’Acquisto

    L’antico ponte Milvio fu eretto in tufo e pietra sperone nel II secolo d.C. in sostituzione di un collegamento ligneo risalente al III secolo a.C. La struttura, gravemente danneggiata nel corso dei secoli, fu ripetutamente restaurata. Nel 1458, per volere di Martino V, furono smantellate le parti lignee e demolito il fortilizio del Tripizone situato all’imbocco nord del ponte, ma l’intervento più importante ebbe luogo nel 1805 ad opera di Giuseppe Valadier su iniziativa del pontefice Pio VII. In tale occasione furono aggiunte due nuove arcatelle, sostituite le testate in legno con quelle in pietra e trasformato il Torrione a Nord in porta fortificata. Successivamente il ponte fu nuovamente danneggiato nel 1849 e restaurato nel 1871 da Francesco Azzurri.

    Della struttura romana sono visibili due delle quattro arcate che originariamente sorreggevano il ponte, situate verso la sponda sinistra.

    350

    H4

    Palazzo del Poligrafico dello Stato

    1913-1919

    Garibaldi Burba

    Piazza Verdi

    L’edificio, sede dell’Istituto Poligrafico dello Stato presenta un linguaggio magniloquente ed eclettico, consono alla sua destinazione istituzionale.

    385

    D3

    Stadio dei Marmi

    1928

    Enrico Del Debbio

    Viale dello Stadio dei Marmi

    Alle spalle dell’accademia di Educazione fisica, è situato lo stadio dei Marmi, progettato da Del Debbio contemporaneamente all’Accademia. Di forma ovoidale, è circondato da sculture di atleti, che testimoniano la suggestione dell’architettura della Grecia classica; le gradinate, ottenute dal sopraelevamento del terreno, sono realizzate in marmo di Carrara e sagomate in modo tale da non obnubilare le pendici del monte.

    386

    E3

    Accademia di Educazione Fisica

    1928-1932

    Enrico Del Debbio

    Piazza De Bosis

    La struttura che accoglie oggi la sede del CONI, è composta da due volumi simmetrici collegati fra loro mediante un corpo pensile, che inquadra l’accesso scenografico allo stadio dei Marmi. Le superfici esterne, caratterizzate dal contrasto del rosso pompeiano – che rievoca però il rosso della sabbia dei campi sportivi – con gli inserti di marmo, manifestano l’intenzionale richiamo all’architettura classica, filtrata attraverso il linguaggio moderno

    389

    D3

    Foro Italico

    1928-1941

    Enrico Del Debbio, Luigi Moretti

    Lungotevere Maresciallo Cadorna/ Lungotevere Maresciallo Diaz/ e via del Foro Italico/viale dello Stadio Olimpico

    L’ex Foro Mussolini, promosso dall’Opera Nazionale Balilla, sorge ai piedi della Collina di Monte Mario, sfruttando la pendenza naturale del terreno. L’insediamento di questa cittadella di marmo dedicata alle attività sportive costituisce l’esito di più fasi costruttive. Il primo progetto urbanistico è dovuto a Del Debbio, sotto la cui direzione, tra il 1928 e il 1933, vengono realizzati gli edifici dell’ex Accademia di Educazione fisica, lo stadio dei Marmi e la foresteria sud. Dal 1936 l’ulteriore sviluppo del complesso viene coordinato da Moretti, autore dell’asse centrale costituito dal piazzale del monolite; appartengono a questa fase la foresteria Nord, il Palazzo delle Terme e l’accademia di Musica.

    414

    E2

    Villa Brasini

    (detta Il Castellaccio)

    1932-1938

    Armando Brasini

    Via Flaminia, 489

    L’eclettica villa in via Flaminia, fu eretta da Brasini in due fasi: rispettivamente tra il 1920 e il 1925 la parte che affaccia sul cortile interno, corredato dallo straordinario ninfeo; tra il 1932 e il 1935 quella che prospetta verso il giardino. Per la realizzazione della struttura, Brasini riutilizzò anche i materiali di spoglio provenienti dal Padiglione Italiano alla Esposizione Internazionale di Parigi del 1925, da lui stesso progettato.

    421

    D3

    Foresteria sud

    1933

    Enrico Del Debbio

    Lungotevere Maresciallo Cadorna, Via Prato Falcone

    L’edificio, composto da due corpi lunghi, segue l’andamento del fiume in prossimità del lungotevere Cadorna. Inizialmente ad un unico piano, viene sopraelevato dallo stesso architetto per armonizzarne il volume con l’attigua Accademia di Scherma di Moretti, creando un ingresso omogeneo al Foro da Sud.

    427

    E3

    Circolo dei Cavalieri di Colombo

    1934

    Ernesto Bruno Lapadula

    Lungotevere Flaminio 87

    L’edificio costituisce un punto di raccordo tra il lungotevere e la riva del fiume e proprio a partire da questa particolare situazione trova le ragioni della sua singolare conformazione. Costruito facendo espressamente ricorso all’immaginario nautico, l’edificio ripropone alcuni elementi come, ad esempio, il disegno delle pensiline stondate, la copertura piana, o le ringhiere metalicche, che costituiscono il repertorio figurativo della ricerca architettonica contemporanea. Il riferimento esibito all’architettura internazionale si compone con l’adozione di una rigorosa geometria, impostata sui canoni aurei. L’articolazione planimetrica presenta una simmetria che l’asimmetrico sbalzo del terrazzo di copertura contribuisce a mitigare.

    432

    F3

    Palazzina Colombo

    1934-1937

    Mario Ridolfi, Wolfgang Frankl

    Via di San Valentino, 21

    Date le dimensioni generose del lotto, i progettisti hanno modo di sviluppare un impianto volumetrico che supera i limiti insiti nella tipologia stessa della palazzina, mettendo a punto una soluzione architettonica che elimina la tipica chiostrina interna. L’edificio conformato a C, con bracci disuguali, ospita un alloggio per piano, oltre a quello del proprietario che si snoda lungo gli ultimi due livelli; ogni appartamento presenta una distribuzione degli ambienti che tiene conto dell’esposizione più appropriata: l’area giorno ad ovest, quella notte a sud, i servizi riuniti a nord. La paritcolare composizione volumetrica evidenzia la facciata come fosse un avancorpo aggettante, scandito orizzontalmente dalle balconate continue, che proseguono lungo i fianchi, ricollegando il fronte al corpo retrostante.

    436

    D3

    Accademia della Scherma

    1933-1936

    Luigi Moretti

    Via dei Gladiatori, 4

    L’accademia rappresenta una delle maggiori realizzazioni del periodo, in cui viene raggiunta una perfetta sintesi tra cultura classica e progettazione moderna, espressa dall’eleganza compositiva delle forme accompagnata dalla funzionalità della distribuzione degli ambienti. L’Accademia della Scherma presenta un’articolazione planimetrica definita da uno schema ad L, che, a livello tridimensionale, vede due autonomi volumi - due parallelepipedi - disporsi ortogonalmente tra loro, collegati tramite il diafano diaframma costituito da aerei passaggi pensili, che inquadrano il verde della collina retrostante, secondo un afflato le cui scaturigini risalgono all’opera figurativa di Böecklin.

    439

    F4

    Palazzina Furmanik

    1935-1938

    Mario De Renzi, Giorgio Calza Bini e Pietro Sforza

    Lungotevere Flaminio, 18

    La palazzina, risolta in un’immagine sintetica ed icastica, costituisce uno dei più rilevanti esempi del razionalismo romano.

    Il fronte principale in aggetto verso il Tevere viene scavato in profondità da una serie di logge sovrapposte, sviluppate senza soluzione di continuità, lungo l’intera estensione del prospetto, a richiamare l’orizzontalità del corso fluviale. Negli altri fronti prevale la continuità della superficie muraria, uniformemente bucata da forature, che si ripetono con un unico modulo. Ultimamente, un improvvido intervento di trasformazione d’uso ha pesantemente mortificato la coerenza figurativa dell’impianto con l’eliminazione delle persiane scorrevoli, che proteggevano gli ambienti interni dalla luce meridiana e facevano vibrare il fronte, e con l’erezione, sul lato opposto, di una scala antincendio esterna.

    441

    D3

    Ex Palazzo delle Terme

    1936

    Costantino Costantini

    Piazza de Bosis

    Il complesso costituisce, unitamente all’attigua ex Accademia della Musica, quasi un gemello dell’Accademia di Educazione Fisica di Del Debbio, disposto in posizione speculare a quest’ultimo, rispetto all’asse longitudinale del Foro. Mentre l’intervento portato a compimento dall’architetto carrarese risulta connotato da un linguaggio che trasfigura gli elementi architettonici classici, gli edifici di Costantini presentano un azzeramento linguistico estremo: privi di aggettivazioni i fabbricati sono definiti da superfici intonacate e semplici mostre di marmo.

    All’interno si trova anche l’ex palestra del Duce progettata da Moretti nel 1936, il cui spazio è articolato liberamente tramite pareti diaframma che ne disimpegnano gli ambienti, impreziositi da mosaici di Severini e statue di Canevari.

    445

    E3

    Ponte Duca d’Aosta o Ponte del Foro Italico

    1936-1939

    Vincenzo Fasolo

    Via Capoprati /Lungotevere

    Flaminio

    Il ponte costituisce l’ingresso scenografico all’attuale Foro Italico in asse con l’obelisco di Mussolini, realizzato da Costantino Costantini.

    La struttura in cemento armato è articolata in un’arcata maggiore centrale affiancata da due arcate minori che si sviluppano per un’estensione complessiva di oltre 222 metri di lunghezza.

    L’impalcato contiene una sede stradale larga 21 metri e due marciapiedi laterali di 3,90 metri. Sui piloni di testata sono inseriti rilievi scultorei che commemorano le imprese eroiche della prima guerra mondiale, eseguiti dagli scultori Consorti, Drei, Ponzi e Valenti.

    449

    D3

    Piazzale del Monolite

    1937

    Luigi Moretti

    Lo spazio trapezoidale che chiude scenograficamente viale del Foro Italico costituisce il cuore dell’intero complesso, il luogo deputato alle sfilate del Regime. Il piazzale, unitamente al viale enfatizzato dall’inserimento di monoliti e mosaici pavimentali, descrive uno spazio solenne e metafisico al cui centro, in asse con l’obelisco di Costantini dedicato a Mussolini, sorge la fontana della Sfera di Pediconi e Paniconi

    464

    F2

    Palazzina Salvatelli

    1939

    Gio Ponti, G. Fornaroli

    Via Eleonora Duse, 53

    La palazzina occupa un lotto quadrangolare nel cuore dei Parioli. Nella progettazione di questa palazzina, destinata ad un ceto alto-borghese, Ponti persegue il preciso intento di offrire una signorilità di funzionamento invece dei consueti pacchiani attributi signorili. Tale preciso proposito è testimoniato dalla presenza dell’atrio carraio, dell’accorta disposizione della portineria a cavallo dei due ingressi e dalla distribuzione di ciascun alloggio, risolta attraverso un corridoio anulare, che si avvolge attorno al blocco costituito dalla chiostrina e dal corpo scala secondario. L’originale rivestimento in mosaico di gres bianco assicurava quella solidità costruttiva, che Ponti ha ricercato lungo l’intero arco della propria attività progettuale. L’architettura sobria e discreta, definita da lievi aggetti murari e dalla ritmica scansione delle bucature continue, è un sofisticato prodotto dello stile Novecento.

    474

    G3

    Ponte Flaminio

    1943-1951

    Armando Brasini, Aristide Giannelli

    Lungotevere Tor di Quinto

    Lungotevere dell’Acqua Acetosa

    Progettato come ingresso scenografico per l’accesso da nord alla città di Roma, il ponte fu ultimato nel 1951, dopo la prolungata interruzione causata dallo sviluppo dei conflitti bellici. La struttura si sviluppa per una lunghezza complessiva di circa 292 metri e una larghezza di 40 ed è articolata in cinque arcate, che superano il corso fluviale, oltre a due arcate minori sulla riva destra che scavalcano il lungotevere. Il ricco e articolato repertorio decorativo testimonia il gusto archeologico e visionario dell’architetto: mozzi cippi cilindrici alludono a rovine romane, fusti con lanterne luminose in forma di pigne riflettono la suggestione delle antiche strade colonnate, aquile imperiali e lupe capitoline costituiscono l’omaggio all’Urbe, mentre la profusione di fontane testimonia il rapporto viscerale con il mondo dell’acqua tanto caro ai barocchi.

    477

    G4

    Sopraelevazione del Villino Alatri

    1948-1949

    Mario Ridolfi, Wolfgang Frankl, Mario Fiorentino

    Via Paisiello, 38

    Gli architetti operano una sopraelevazione di tre livelli su un edificio della fine degli anni Venti, costruito da Ballio Morpurgo secondo gli stilemi del barocchetto allora in auge a Roma. Il progetto evidenzia la volontà di operare una cesura netta con la preesistenza, sia sul piano stilistico, sia su quello costruttivo. Gli architetti oppongono ai giochi chiaroscurali e alla compattezza muraria della preesistenza la trasparenza e l’articolazione aerea dei nuovi volumi. I tre piani realizzati con una struttura puntiforme che si protende nello sbalzo delle mensole utilizzano come fondamenta la muratura continua del villino originario.

    484

    F4

    Palazzina Il Girasole

    1950

    Luigi Moretti

    Viale Bruno Bozzi, 64

    L’edificio rappresenta una delle realizzazioni più interessanti della ricerca architettonica di Moretti, che fonde in mirabile sintesi il portato della tradizione barocca con le acquisizioni della ricerca contemporanea.

    La profonda fenditura che divide specularmente la superficie annuncia una simmetria smentita sia dalla ripartizione asimmetrica del basamento rivestito in scorza di travertino, sia dagli spezzoni diseguali del frontone, definiti da una bianca superficie musiva. La facciata, che esorbita dal volume retrostante, presenta la ritmica alternanza di fasce marcapiano e ampie superfici vetrate che illuminano gli ambienti di soggiorno degli appartamenti. I fianchi sono caratterizzati dallo slittamento dei volumi delle camere da letto, che, mentre movimentano plasticamente il volume della palazzina ne garantiscono una migliore esposizione.

    499

    F3

    Palazzetto dello Sport

    1956-1958

    Pier Luigi Nervi, Annibale Vitellozzi

    Piazza Apollodoro, 10

    Realizzato per accogliere diversi tipi di manifestazioni sportive, il palazzetto ha una capienza massima di 5000 spettatori. L’invaso, a pianta circolare di 50 m di diametro, è coperto da una calotta sferica composta da elementi romboidali prefabbricati di calcestruzzo armato. La struttura nervata è sorretta da 36 cavalletti a Y disposti radialmente tutt’attorno all’edificio e inclinati secondo la tangente, nel piano d’imposta, alla curva della calotta. La vetrata continua che cinge perimetralmente il palazzetto, contribuisce a separare visibilmente la copertura con il suo complesso sistema di sostegno dal recinto perimetrale.

    500

    F3

    Stadio Flaminio

    1956-1958

    Pier Luigi, Antonio Nervi

    Piazzale dello Stadio

    L’impianto occupa l’area del precedente Stadio Nazionale costruito da Piacentini nel 1911, in occasione del Cinquantenario dell’Unità d’Italia. L’impianto può contenere 55000 spettatori, distribuiti da ballatoi esterni a sbalzo, e comprende oltre allo stadio una piscina e cinque palestre, funzionalmente indipendenti, dislocate al di sotto delle gradinate.

    La struttura portante è composta da una serie di cavalletti in calcestruzzo armato, collegati tra loro da nervature trasversali che sorreggono l’impalcato.

    All’esterno si evidenzia l’attacco della pensilina a protezione della tribuna coperta, che innestandosi sui prolungamenti delle nervature perimetrali e su una serie di puntoni inclinati, aggetta per circa 14 metri rispetto a questi ultimi.

    506

    F2

    Cavalcavia di Corso Francia

    1958-1959

    Riccardo Morandi

    Cavalcavia della via Olimpica su Corso Francia

    Il cavalcavia incrocia a quote differenti la Via Olimpica e Corso Francia.

    La struttura si articola in una trave unica, sostenuta da due appoggi costituiti ognuno da nove cavalletti su basamento, che lungo le estremità si protende in campate a sbalzo. Alla base di questa inedita soluzione tecnologica vi è la precompressione delle strutture portanti, di cui Morandi è stato, oltre che il pioniere, il massimo interprete.

    509

    F3

    Viadotto su Corso Francia

    1958-1960

    V. Cafiero, A. Libera, L. Moretti, V. Monaco, A. Luccichenti, P. L. Nervi

    Da via Maresciallo Pilsudski a ponte Flaminio

    La struttura, realizzata dal nutrito gruppo di progettisti che ha dato vita al quartiere del Villaggio Olimpico, coadiuvati per la parte strutturale da Pier Luigi Nervi, collega via Cassia e via Flaminia ai Parioli. Il viadotto si sviluppa per la lunghezza complessiva di circa un chilometro e domina dall’alto il quartiere olimpionico senza interromperne la continuità. 110 pilastri sostengono, attraverso travi a V prefabbricate e parzialmente precompresse, le due carreggiate strutturalmente indipendenti e collegate tra di loro da una serie di passerelle, che si succedono lungo l’intera corsa del viadotto. In corrispondenza dell’immissione su viale Maresciallo Pilsudski, le due carreggiate si biforcano, curvandosi elegantemente, per distribuire il traffico in quattro direzioni differenti.

    510

    F3

    Villaggio Olimpico

    1958-1960

    V. Cafiero, A. Libera, A. Luccichenti, L. Moretti, via Monaco

    Viale Tiziano/via Pietro de Cubertin/via degli Olimpionici

    Il complesso residenziale viene costruito per ospitare gli atleti delle Olimpiadi ed essere poi riconvertito, a manifestazione ultimata, in un insediamento di edilizia pubblica. L’impianto urbanistico, che segue i principi insediativi messi a punto dal Movimento Moderno, prevede un’accorta distribuzione delle costruzioni all’interno dell’area d’intervento: gli edifici più alti e compatti si dislocano verso viale Tiziano, mentre quelli più bassi si dispongono, nella zona interna del villaggio, attorno a piazze e giardini. L’intento di inserire armonicamente l’intervento all’interno del contesto ambientale è testimoniato dall’individuazione di grandi superfici ricche di vegetazione, in continuità con le emergenze collinari di Villa Glori e dei Monti Parioli, e dalla parallela adozione di caseggiati non più alti di cinque piani e staccati dal suolo tramite pilotis, per non interrompere la continuità degli spazi verdi.

    511

    D3

    Stadio del Nuoto

    1958-1960

    Enrico Del Debbio, Annibale Vitellozzi

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