Vorrei poterti incontrare
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Anteprima del libro
Vorrei poterti incontrare - Giuseppe Trusso Sfrazzetto
Vita
.
Savier
Sembrava una mattina come tante, uno di quei giorni in cui la vita scorre quieta, seguendo la danza del sole sulla volta celeste. Spesso la normalità
è solo l’involucro della nostra vera essenza e l’autenticità cede il posto all’apparenza, come un vulcano ricoperto dalla neve.
Neve su fuoco: metafora dei limiti umani che avvolgono quasi a soffocare la nostra vera natura; ma il fuoco è più forte e non può restare a lungo sopito sotto quel freddo avvolgente che vorrebbe spegnerlo. Ed ecco la lava.
Lava su neve: fuoco intenso che spazza via le corazze e mostra la bellezza che la nostra interiorità racchiude. A un tratto, poi, si spegne il fuoco e riecco la neve, la verità si assopisce e la corazza torna a spacciarsi per vera essenza. Savier lo sapeva bene.
Ogni giorno, all’alba, spalancava le finestre salutando con un sospiro le bianche cime dei monti che si ergevano imponenti a dominare la vallata, accarezzate dalla brezza leggera, riscaldate da quei primi raggi lucenti che, come d’incanto, illuminavano ogni cosa. Respirava l’aria del nuovo giorno e il profumo della vita inondava i suoi polmoni.
Savier era un cuore pulsante in un corpo, forse, troppo piccolo per accogliere il fiume in piena delle emozioni suscitate in lui dal creato, dalle creature e dagli eventi.
Osservò a lungo quella scena, molto più di quanto avesse fatto in tutta la sua vita.
Riabbracciò virtualmente tutte le persone conosciute levando lo sguardo al cielo per ringraziare la Vita dei tanti doni ricevuti.
Spesso, infatti, anche se è ancora tenera l’età, l’intensità con cui si è assaporato ogni attimo dona una tale sapienza, che è come se si fosse già vissuta un’intera esistenza e, attraverso di essa, anche quelle di chi abbiamo conosciuto.
Ripensò ai suoi genitori.
Sua madre era per lui l’icona del servizio e della tenerezza; lo aveva desiderato per nove lunghi mesi e allevato con dedizione assoluta e amore puro, gli aveva trasmesso la fede e la docilità del cuore. Suo padre sembrava più ruvido all’apparenza e più rigido nel vivere gli affetti, ma questa era solo una maschera per celare un profondo senso del dovere e dell’attaccamento alla famiglia, della quale non avrebbe potuto mai privarsi. Savier immaginò tutte le notti insonni passate dai suoi genitori per alleviare ogni suo vagito; pensò che l’amore dei genitori è totale e gratuito al contempo perché non chiede nulla in cambio e sebbene un figlio, per impulso o stupidità, dimentichi spesso quelle notti insonni a lui consacrate, i tanti sacrifici e le rinunce fatti per assicurargli un futuro, i genitori non smettono mai di amarlo. Per questo ogni parola fuori luogo che manchi loro di rispetto, unitamente a qualsiasi atteggiamento di ingratitudine, è solo un’occasione mancata per ricambiare quell’amore incondizionato, che si dona senza nulla chiedere.
Savier ripercorse con il pensiero tutte le esperienze passate, le gioie e le ferite, gli errori commessi, gli insegnamenti da essi tratti e capì che era giunto il momento. Raccolse i suoi vestiti e varcò