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Le Avventure Straordinarie del Duca Rambaudo
Le Avventure Straordinarie del Duca Rambaudo
Le Avventure Straordinarie del Duca Rambaudo
E-book165 pagine2 ore

Le Avventure Straordinarie del Duca Rambaudo

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Info su questo ebook

Sei Avventure che vedranno il Duca Rambaudo, aristocratico rivoluzionario, improvvisarsi diplomatico della Regina dello Stivale; compiere duelli col campione di Rostand o con il mondo cinico degli adulti; navigare col suo Caicco e cambiare la storia d' Europa giocando a Risiko; dimostrarsi economista e tesoriere ed infine attraversare la Russia alla guida di una slitta. Avventura, fantasia e ardore .
LinguaItaliano
Data di uscita13 mar 2014
ISBN9788891135315
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    Anteprima del libro

    Le Avventure Straordinarie del Duca Rambaudo - Nicola Bielli

    Nero.

    Di come ottenni il favore della leggiadra Regina dello Stivale

    "Siate il ben venuto, signore!

    Presto, rifugiatevi nella locanda e che il gelo non vi tormenti più".

    Mio giovane amico, ti ringrazio per la cordialità che spero tu rivolgerai anche a questi poveri lupi affamati. replicò l’uomo avvolto da un’enorme pelliccia d’orso bianco mentre scendeva dalla slitta, circondato da vortici di neve e ghiaccio.

    Il garzone annuì mentre prese le redini e incitò gli animali a dirigersi verso una grande stalla dove avrebbero ricevuto cibo e riparo dalla tormenta.

    Nel frattempo la porta della locanda era stata aperta e il suono del campanello aveva preceduto una fredda corrente d’aria che si era insinuata tra le personalità che in quel momento avevano cessato coralmente il loro fare ed iniziato ad osservare il nuovo venuto.

    Una poderosa scrollata della pelliccia venne seguita dallo svelarsi del viso fiero e sorridente che disse:

    "Guten abend, Damen und Herren!

    Io sono il Duca Rambaudo e vi porgo i miei omaggi."

    Un brusio indelicato gli fece storcere il naso ed i baffi che poco più sotto cingevano il labbro superiore del viso e poi la bocca proseguì :

    "Nessuno mi conosce?

    Per tutti i vini della Borgogna, questo è impossibile!

    Tutte le mie avventure sono conosciute in lungo e in largo e tutti i filibustieri, mostri e megere tremano al sol sussurrare il mio nome!"

    Trinken questa birra e vai a scaldarti al fuoco. esclamò l’oste con accento tedesco mentre tutti attorno si erano già rimessi a fare quello che stavano facendo prima che entrasse il nobile sconosciuto.

    Quest’ ultimo assunse una rapida espressione di perplessità che mutò non appena afferrò il grande boccale e ne attinse una gran sorsata, così da dirigersi verso il focolare.

    Il brusio nel salone era continuo e una ripetuta serie di imprecazioni provenivano dal tavolo dove era in corso una partita a carte; poco più in là una coppia si stava osservando in silenzio, con le mani che reciprocamente si toccavano , senza che vi fosse la possibilità di liberarsi per un attimo.

    Il Duca si mosse leggero tra i vari avventori e un vecchio cameriere vestito di un velluto nero oramai sfinito dall’uso fece cenno di porgere la pelliccia e sedersi sulla poltrona che svettava all’interno dell’enorme cappa del camino.

    La ringrazio buon uomo ed ecco per voi questa splendida perla d’oceano. disse dopo essersi mostrato con addosso una giacca da caccia finemente cucita, dalla quale si ergeva un ampio collo di lana cotta.

    E questa sarebbe una perla? domandò ridendo il vecchio.

    "Ma certamente! E’ il regalo che mi ha fatto la Sirena che vive nella poseidonia del Mediterraneo per averla salvata da una flotta di bucanieri che la volevano vendere al mercato degli schiavi.

    Non avete mai sentito parlare di questa impresa? Sono stato insignito della medaglia al valor navale delle Repubbliche Marinare! La festa è avvenuta a Pisa dove per altro ho salvato una torre dal crollo poiché un grasso drago volante vi si era appoggiato in cima; ma questa è un’altra storia."

    Sarà anche vera la storia della torre ma a me questa sembra una banale conchiglia di mare e non una perla o altra rarità.

    Ma signore, lei dovrebbe sapere che sono le cose che all’apparenza paiono semplici a racchiudere le doti migliori. rispose il Duca sedendosi sulla comoda poltrona di stoffa verde che risaltava a contrasto con la doratura con cui era stato rivestito il legno del suo telaio.

    Bah, giovanotto, come voi credete. concluse l’ anziano voltandosi di scatto e scomparendo .

    Una coppia di dame che avevano seguito la scena cercando di ridurre il loro grado di monotonia lanciarono uno sguardo di simpatia al nobile ragazzo che contraccambiò facendogli segno di raggiungerlo.

    I grandi boccoli d’oro che cingevano il viso delle due ragazze si avvicinarono l’un l’altro così che potessero confabulare, celate da due grandi ventagli di stoffa colorata che iniziarono a sventolare con fare civettuolo.

    Pochi minuti dopo il giovane garzone che si era prodigato a ricoverare i lupi e la slitta del Duca, stava allestendo altre due poltroncine vicino al fuoco ed un piccolo tavolino su cui poggiare i calici.

    Ebbene Duca, che ci fate da queste parti e con un tempo così burrascoso? Non avete paura dei lupi? domandarono all’ unisono le due fanciulle con vestito lillà e l’altra color del blu notturno, dopo essersi presentate.

    Mie care, la prima domanda è collegata alla seconda. L’altro giorno mi trovavo a caccia nel bosco, nel sud della Francia, quando fui attaccato da un branco di lupi!

    Oh! Che paura! esclamò la dama di lillà afferrando il possente braccio del Duca.

    Mia dolce Klarissa, non tema, se adesso sono qui è perché quelle belve nulla hanno potuto contro di me.

    Ah, è vero! rispose la donna iniziando una risatina imbarazzata e coperta dalla sua candida e piccola mano rivestita da un guanto di leggero velluto.

    Si, credeteci signorina. disse una voce che si ergeva al centro del salone, proprio al di sotto del grande lampadario di legno che svettava dal soffitto percorso da travi di legno.

    Il suo scetticismo è legittimo ma aspetti che termini la mia storia… replicò il Duca.

    Si, non sia villano! incalzò la dama stringendosi ancor di più al braccio del nobiluomo.

    Sono tutto orecchi ed anzi, voglio un’altra birra così che la possa trangugiare mentre ascolto le sue storie. rise l’imponente uomo che, vestito di un completo grigio con bordature verdi, restava seduto con al fianco un elmetto a punta.

    Subito caporale, la birra è in arrivo. disse il vecchio che era comparso un attimo per poi sparire nuovamente.

    Prosegua Duca. concluse.

    La ringrazio allora; dunque, i lupi iniziarono a muoversi in cerchio attorno a me e a mostrarmi i denti latrando .

    Gli sparò? domandò un cacciatore che sedeva qualche metro vicino all’ingresso, in un tavolino accostato al muro ricoperto da una stoffa color crema con dei gigli porpora che aumentava il senso di calore della sala.

    No, giammai.

    E allora?

    E allora iniziai anche io a girare intorno come loro, osservandoli negli occhi.

    Ah! esclamarono stupiti , compreso il vecchio che aveva portato la birra.

    E poi cosa avvenne?

    Avvenne che ho terminato la birra e mi servirebbe un rifornimento per proseguire il racconto. interruppe il Duca.

    Ma non siate cinico! Proseguite nel racconto che il boccale è già in arrivo! tuonò l’oste dal bancone che si affacciava sulla cucina.

    "Bene. Dunque i lupi proseguirono assieme a me, ma sempre con meno sicurezza fino a che io, di colpo, cambiai direzione di marcia così che anche loro facessero lo stesso.

    Un susseguire di guaiti mi fece venire il sorriso sulle labbra poiché quelle belve feroci si erano scontrate tra di loro ed i loro nasi erano precipitati nella neve."

    Non si rialzarono per combattere? domandò il caporale accendendosi un sigaro.

    Certo che no! Il naso era congelato e loro non potevano più fiutare.

    Non la seguo Duca! Come risolse la questione? proruppe il cacciatore.

    Datemi il tempo di terminare il racconto! esclamò sbottonandosi la giacca di camoscio e sistemandosi il panciotto di velluto che spuntava sotto.

    "A quel punto mi venne l’idea! Dato che volevo venire in Germania, passando per le Alpi, decisi che avrei domato quei lupi e li avrei utilizzati per condurre una slitta.

    Ma non dica fandonie! dissero alcuni degli uomini presenti.

    Non sono fandonie; io sono stato colto dalla bufera stasera e mi sono rifugiato qui, trasportato dai lupi. sorrise spavaldo.

    Un brusio di dissenso si levò tra le personalità della locanda e soltanto le due dame rimasero a contemplare il viso del Duca, con le sue lunghe basette e la sua barba leggera lungo i contorni del volto.

    Che occhi profondi che avete signore. sussurrò Klarissa.

    si, i miei occhi neri brillano colpiti dalla luce dei vostri capelli biondi, madama. sussurrò il Duca.

    Ah! Mi sento avvampare!

    Davvero? Beh, fate bene poiché io vi impedirò di subire da sola il freddo di questa notte!

    Oddio! Avvampo!

    Ehm! Madama, aspettate, la notte è ancora lontana per salire nelle stanze.

    Non capite! Io brucio! Aiuto! Al fuoco! ecco che il lungo vestito della fanciulla iniziò a bruciare e di colpo fu in piedi cercando di divincolarsi.

    Restate ferma e spengerò la fiamma! esclamò il Duca senza però riuscire a fermare la donna che iniziò a correre per il salone, lasciando cadere dei mozziconi di stoffa bruciata sui tappeti di lana che numerosi ricoprivano il pavimento .

    Fortunatamente il Caporale afferrò la ragazza e i suoi sottoposti poterono spengere la fiaccola che oramai minacciava di arrostirle il polpaccio.

    Per fortuna che portate degli stivaletti alti. disse il militare.

    E’ già! Grazie signore per avermi salvata.

    Dovere, signorina, dovere. rispose.

    "Dai, oca abbrustolita, vatti a cambiare d’abito e lascia che il Duca dica la verità sulla storia.

    Ma, madre! Non potete dire questo in pubblico. tuonò Klarissa.

    Posso fin tanto che io e tuo padre mandiamo avanti la baracca e ti permettiamo di comprare questi vestiti! Muoviti ordunque. sentenziò la donna che poi si rivolse al Duca.

    E lei? Che ha da dire? Ero in cucina ed ho smesso di lavorare per poter ascoltare la sua storia e lei mi viene a dire che ha ammaestrato dei lupi! Puà! Si ricordi che deve pagare ancora due birre e con denaro vero.

    Ma io non ho niente da aggiungere; ho detto la verità. Potete chiedere al vostro garzone dato che lui ha portato la slitta nella stalla. disse con calma assaporando un sorso di birra e sorridendo alla ragazza col vestito blu della notte.

    Marmocchio! venne gridato.

    Si, signora? comparve il garzone.

    Cosa traina la slitta del Nobil Signore che ci onora della sua presenza? chiese la donna.

    Dei lupi. rispose ignorando il motivo della domanda e destando uno stupore incredibile tutt’a torno.

    La ragazza che era rimasta sotto al camino prese quindi lo spunto per mettersi al posto della sorella Klarissa e il Duca la accolse porgendogli una stella di montagna che era contenuta nel vaso posto sul piccolo tavolino innanzi a lui.

    Blu notte e i capelli stellati! sussurrò il giovanotto così da strappare un sorriso lusingato.

    "E’ vero dunque!

    E quindi sarà vero anche il fatto che voi siete il famoso Duca Rambaudo!

    Colui il quale ha liberato Fantasia, la fanciulla imprigionata nelle viscere della Terra dove l’oscurità ed il freddo l’avevano talmente indebolita da rendere bianchi i suoi capelli.

    Si, devo dire che alcune coincidenze mi aiutarono nell’impresa. rispose il nobile con modestia.

    Cosa intende? domandarono.

    Che inizialmente mi calai lungo una caverna per recuperare il fermaglio che era caduto alla ragazza con cui mi ero avventurato in una foresta per passeggiare. spiegò.

    Ah, non fu quindi spirito di abnegazione il suo.

    Lo confesso, quell’avventura è nata dal puro spirito romantico! asserì con convinzione alla platea stupefatta.

    E quindi? Poi cosa avvenne? Non esitate a parlare, il vostro segreto rimarrà quassù, sulle montagne della Baviera.

    Più scendevo sotto terra e più una sensazione di richiesta d’aiuto si consolidava nei miei sensi e questo fino a quando non trovai quella debole ragazza di nome Fantasia, seduta su una roccia nera e fredda, in attesa di qualcuno che credesse in lei.

    Cosa vuol dire ? Cosa avrebbe dovuto credere?

    Alle sue novelle! Peraltro molto belle! sorrise il Duca.

    E poi cosa accadde?

    Che ci mettemmo a raccontarci le storie più incredibili, sorseggiando dell’acqua purissima che gocciolava da una stalattite, proprio in concomitanza di una vena sotterranea.

    Allora la ragazza recuperò un poco di forze.

    "Certamente ed anche l’entusiasmo così che la sua capigliatura ritornò ad

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