Lost. Storia, personaggi e segreti dell'isola misteriosa
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Anteprima del libro
Lost. Storia, personaggi e segreti dell'isola misteriosa - Francesco Gallo
Francesco Gallo
LOST
Storia, personaggi e segreti dell’isola misteriosa
Youcanprint
Self-Publishing
Copyright © 2012
Youcanprint Self-Publishing
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www.youcanprint.it
Titolo : Lost - Storia, personaggi e segreti dell’isola
Autore : Francesco Gallo
Copertina: Youcanprint Self-Publishing
ISBN: 9788866189206
Prima edizione digitale 2012
Questo eBook non potrà formare oggetto di scambio, commercio, prestito e rivendita e non potrà essere in alcun modo diffuso senza il previo consenso scritto dell’autore.
Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla legge 633/1941
A Giacomo Scarpelli.
Caro e illustre amico,
permettimi di mettere il tuo nome all’inizio di questo libro e ancora prima della dedica; perché a te, soprattutto, ne devo la pubblicazione.
Questo libro inoltre è per mia sorella che mi ha insegnato a leggere. Passando per la tua magnifica perorazione, questa fatica letteraria ha acquistato ai miei stessi occhi quasi un’autorità imprevista. Accetta quindi l’omaggio della mia gratitudine, che, per quanto grande, non sarà mai all’altezza del tuo impareggiabile aiuto pratico e della tua dedizione. E poi un ringraziamento particolare a Marco che mi ha accompagnato per la prima volta sull’isola, a Guido, Francesco e Pietro miei insostituibili compagni di viaggio e, infine, ad Anna, la mia costante, che con affetto e pazienza mi ha sopportato in questo lungo periodo.
INDICE:
1.Introduzione
2.Jack Shepard – L’uomo di Scienza
3.John Locke – L’uomo di Fede
4.James Sawyer
Ford
5.Kate Austen
6.Sayid Jarrah
7.Hugo Hurley
Reyes
8.Charlie Pace
9.Desmond Hume
10.Claire Littleton
11.Jin e Sun Kwon
12.Ana Lucia Cortez
13.Danielle Rousseau
14.Boone Carlyle
15.Numeri
16.Leggere Lost
17.L’isola
18.Gli Altri e Il Progetto Dharma
19.Il resto del volo Oceanic
INTRODUZIONE
Nonostante l’ultima puntata di Lost sia andata in onda nel maggio del 2010 l’interesse dei numerosissimi fan in tutto il mondo è ancora vivo.Basta, infatti, una piccolissima ricerca su Internet per toccare con mano lo stato d’animo dei milioni di appassionati che, da quando non possono più seguire le avventure dei loro amati personaggi, si sentono un po’ come quest’ultimi: lost, per l’appunto persi. Come fare, dunque, a superare il trauma
di non poter più scoprire, settimana dopo settimana, puntata dopo puntata e stagione dopo stagione - così come è stato per sei lunghi anni (dal settembre 2004 al maggio 2010) - cosa accadrà al protagonista Jack, all’eroina Kate, a Sawyer, a Locke e a tutto il resto dei naufraghi?
La risposta c’è, anche se non è del tutto consolatoria. Si creano dei siti internet dove poter continuare tutti insieme a discutere, a ricordare, a cercare di risolvere i misteri dell’Isola, a condividere opinioni su questo o quel personaggio, sulle sue scelte non sempre coerenti o sul famoso finale di stagione che, forse, più di tutti ha aizzato polemiche e discussioni. Addirittura c’è chi su Facebook ha creato un vero e proprio gioco di ruolo in cui un gruppo selezionato di utenti può assumere l’identità di un personaggio che gli verrà assegnato e, settimana dopo settimana, deve ruolare
, ovvero scrivere una storia verosimile interpretando il proprio beniamino, fingendo che la storia continui. Insomma, un modo per tenere viva la serie televisiva più amata di sempre. Continuare a parlarne, per non farla morire.
E così abbiamo visto nascere, nel corso di questi anni, oltre una ventina di siti internet (solo in Italia) che tutt’oggi sono molto visitati da ogni ammiratore di Lost che si rispetti e che, con una notevole frequenza, vengono aggiornati per aggiungere scoperte
, curiosità
oppure punti di vista sulla storia dei sopravvissuti del famoso volo Oceanic 815 che si è schiantato su un’isola apparentemente deserta. Ma, la discussione, la riflessione e l’interpretazione personale, poi condivisa e confrontata con altri, è alla base di Lost ed è sicuramente uno degli elementi che la rende così unica e, probabilmente, superiore alle altre serie televisive. Non ce ne vogliano gli autori, o più semplicemente i fan, di altre serie tv, ma è indubbio che si parli e si dibatta ancora così tanto di Lost proprio per i motivi elencanti sopra e non solo per un nostalgico amarcord. La vicenda ambientata sull’isola è riuscita ad andare al di là di tutto questo, anche oltre l’usura e il severo giudizio del tempo. E questi sono degli elementi e dei pregi che la rendono ormai un classico delle serie televisive. E, tutto sommato, sono questi dei termini di paragone che possiamo applicare alla musica, al teatro, al cinema e alla letteratura. Proprio come scriveva Italo Calvino nel suo Perché leggere i classici: Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire
oppure Un classico è un'opera che provoca incessantemente un pulviscolo di discorsi critici su di sé
e anche Un classico è una narrazione che viene prima di altri classici; ma chi ha letto prima gli altri e poi legge quello, riconosce subito il suo posto nella genealogia.
Ci siamo serviti delle parole di uno dei più grandi scrittori italiani proprio per sottolineare l’aspetto di opera classica
e anche per introdurne un altro, emblematico e significativo, della serie di cui stiamo parlando: la letteratura in particolare e la cultura in generale. Sì, perché le puntate di Lost sono continuamente e significantemente disseminate di citazioni di romanzi, di film, di cultura popolare, di filosofia, di storia, di mitologia e di teologia. Alla svelta, forse anche perché sono le più esplicite, vale la pena citare alcune opere cui si sono ispirati gli autori (J.J. Abrams, Demon Lindelof e Jeffrey Lieber): Il Signore delle Mosche, Alice nel Paese delle Meraviglie, La Divina Commedia e L’Odissea e che riassumendone all’osso le vicende di ognuna possiamo trovare la base narrativa del nostro Lost, ovvero la storia di un gruppo di persone che naufraga su un’isola misteriosa: un mondo sconosciuto dove impareranno a stare insieme e a crescere come società ma anche come individui in un momento della loro vita in cui avevano perso la speranza e la bussola e ora, dopo aver vissuto e assaporato, non senza difficoltà, questa avventura devono fare di tutto per ritornare a casa. Ma non sarà così facile.
A proposito di libri, va anche detto che il continuo interesse, di cui abbiamo già parlato, nella serie viene somministrato con scaltre mosse di mercato nelle librerie americane, dove sono numerose e costanti le pubblicazioni di volumi su Lost. Uno su tutti è il fluviale tomo di oltre 400 pagine, scritto dai produttori e dagli autori della serie, uscito da poco tempo. Purtroppo i numerosi fan italiani non sono così fortunati, sia perché al momento non è prevista nessuna traduzione di questi libri, sia perché le pubblicazioni sui naufraghi più famosi della tv nel nostro paese sono inferiori, se non quasi assenti, e comunque quelli esistenti non abbracciano con totalità la serie televisiva, semmai la prendono come punto di partenza per parlare di altro, ad esempio di filosofia.
L’unico luogo di consolazione per i nostri afecionados sono i negozi di Dvd dove è possibile trovare e acquistare tutte le stagioni divise in cofanetti. Di recente ne è uscito uno molto grande che raccoglie tutte e sei le stagioni. Unica pecca, nel nostro paese, per il momento è l’assenza del formato in blu-ray.
Questo libro si propone, al dunque, di rappresentare un’ancora di salvataggio per tutti i fan. Un testo unico e definitivo dove poter leggere e rivivere le storie di tutti i personaggi, tutti gli avvenimenti principali o secondari avvenuti sull’isola, le trame, i segreti, le curiosità attorniate dai riferimenti culturali che accompagnano e danno spessore a questa serie. Un libro che nasce dal bisogno di mettere ordine a un flusso di informazioni troppo ricco. E poi, finalmente, tutte o quasi tutte, le risposte a tutte le domande e a tutti i segreti irrisolti. Un libro che vuole essere un fedele compagno di viaggio e una guida indispensabile per tutti gli appassionati che leggendolo decideranno di fare ritorno sull’isola di Lost.
JACK SHEPARD
L’Uomo di Scienza
Un occhio che si spalanca, la pupilla dilatata di chi si risveglia di colpo da un incubo. In alto, i rami degli alberi sono mossi dal vento. Jack Shepard, un giovane uomo con un vestito elegante, la faccia piena di graffi e la cravatta di traverso, è disteso a terra e ansima. Da alcune canne di bambù sbuca un cane, gli passa accanto e poi scompare nella giungla. Jack, dolorante, si alza in piedi. Infila una mano in tasca e trova una bottiglietta di liquore, una di quelle offerte dalle compagnie aeree durante i voli. Come se all’improvviso si fosse ricordato qualcosa, comincia a correre nella foresta, attraversa i cespugli e arriva sulla spiaggia, dove trova il disastro. I resti di un aeroplano in fiamme sono sparsi ovunque, i superstiti barcollano, gridano e cadono sulla sabbia in preda allo shock. Aiuto, aiutatemi!
l’urlo d’aiuto scuote Jack dallo stupore. Ad urlare è stato un uomo intrappolato sotto un rottame dell’aereo. Jack riesce a liberarlo e poi comincia ad aiutare i superstiti più in difficoltà. Così si apre il primo episodio di Lost.
Jack Shepard sarebbe dovuto morire alla fine di questa puntata. Era questo il triste destino che gli autori avevano progettato per lui. Purtroppo per loro però, e fortunatamente per tutti i fan della serie, Steven McPherson (l’allora presidente della ABC) quando lesse le prime pagine del copione fu lapidario: Non potete uccidere Jack. Come potete chiedere al vostro pubblico di fidarsi di questo dottore, l’unica persona in grado di guidare i superstiti, e poi ucciderlo?
In realtà, era proprio questa l’idea che più stuzzicava gli sceneggiatori J.J.Abrams e Damon Lindelof mentre le altre persone coinvolte nel progetto erano convinte che uccidere Jack non fosse una buona idea. Così quando mancavano ormai solo due settimane all’inizio delle riprese, il destino di Jack cambiò. E anche quello dell’attore che l’ha interpretato: Matthew Fox. Sì, perché originariamente per vestire i panni del dottore sopravvissuto al disastro aereo era stato scelto il famoso attore Michael Keaton. Quando abbiamo deciso di far vivere Jack
ricorda il produttore Bryan Burk abbiamo cominciato a cercare una persona diversa (…) e quando abbiamo visto Matthew Fox ci siamo detti: è lui il nostro uomo
.
Chi era Jack Shepard? Domanda a cui, probabilmente, tutti i patiti di Lost, eventuali lettori di queste pagine, sono in grado di rispondere. Questo libro, però, vuole essere anche un’utile guida per chi ancora non ha visto la serie (oltre che un incentivo a farlo al più presto), una raccolta narrata di tutte le emozioni, le gesta, gli amori e le audaci imprese che si sono consumate sull’isola e inoltre una chiara spiegazione di tutti i misteri e tutte le domande che ancora non hanno trovato risposta. Ma torniamo a Jack Shepard e ai sopravvissuti al volo Oceanic 815 misteriosamente precipitato su un’isola (apparentemente) deserta il 22 settembre del 2004.
Prima di indossare, suo malgrado, i panni di guida dei naufraghi Jack era neochirurgo spinale all’ospedale San Sebastian di Los Angeles. Figlio di Margo e Christian Shepard (che rincontreremo redivivo sull’isola), Jack sin da piccolo ebbe una naturale propensione a risolvere i problemi e ad aiutare il prossimo, per l’appunto come gli abbiamo visto fare poco fa sulla spiaggia, dove grazie alla sua freddezza da medico è riuscito a salvare alcune vite. Il suo è un istinto, una risposta all’impulso eroico che gli deriva dal suo archetipo. La parola archetipo
deriva infatti dal greco, col significato di immagine, modello, marchio, esemplare
(tipos) originale
(arché). Carl Gustav Jung teorizzò che l'inconscio alla nascita contenesse anche delle informazioni innate, trasmesse in modo ereditario in virtù dell'appartenenza dell'individuo ad una collettività e chiamò questo sistema psichico inconscio collettivo
, distinguendolo dall'inconscio personale che deriva direttamente dall'esperienza personale del singolo. L'inconscio collettivo, dunque, costituito sostanzialmente da informazioni universali, impersonali, innate, ereditarie che lui, appunto, definiva come archetipi. Per Jack, però, è anche motivo di conflitto interiore. Il dubbio spinosamente drammatico che lo accompagna da quasi una vita, e che non lo lascerà per tutta la sua permanenza sull’isola. È abbastanza bravo? È degno? Si domanda, proprio come Dante nella Divina Commedia, s’ell’è possente
, se la sua anima e lui stesso sono all’altezza della situazione.
Sulla natura speculare di Lost con la Divina Commedia ne parleremo in un altro capitolo, ora invece concentriamoci su come e quando questo tarlo si è insinuato nella testa e nel cuore del nostro eroe. Quando era adolescente Jack aveva tentato di salvare il suo migliore amico dalle grinfie di alcuni bulli di quartiere. Il risultato non era stato dei migliori: anche lui, ferito e malmenato. Tornato a casa, sanguinante, pieno di lividi e con un occhio nero gli era toccato anche giustificare le sue ferite, non senza riluttanza e timore, a suo padre che era comodamente seduto in poltrona a sorseggiare whiskey. Christian Shepard, anch’egli medico, anziché curarlo, accudirlo o rincuorarlo gli fece una paternale sulle loro differenze e su quanto fosse bravo papà a cavarsela sempre nelle difficoltà della vita e su quanto fosse invece avventato, vano e improbabile il tentativo di suo figlio di comportarsi come un eroe. Consigliò a Jack di non tentare affatto di comportarsi da coraggioso, di non scegliere, di non agire nelle situazioni di difficoltà perché non ne aveva gli attributi e neanche la forza né di farlo, né di reagire alla sconfitta il giorno in cui avesse miseramente fallito.
Ma Jack, nel corso della sua vita, e soprattutto della sua carriera professionale era riuscito più volte a smentire suo padre. Ad esempio, durante una difficile operazione, aveva incidentalmente perforato il sacco durale di una paziente ed era andato in panico. Per calmarsi contava sempre fino a cinque (proprio come racconterà a Kate nella prima puntata per convincerla a suturargli una ferita) e alla fine era riuscito a risolvere il problema. Oppure quando, dovendo decidere chi salvare fra due pazienti vittime di un incidente frontale fra due Suv, scelse di salvare la donna e non l’uomo. Quella donna, una volta guarita, sarebbe poi diventata sua moglie. Il giorno del matrimonio Christian gli aveva augurato di diventare un genitore migliore di quanto non fosse stato lui. In quel momento della sua vita Jack credendo di aver trovato amore, pace interiore e salvezza decise che avrebbe continuato su quella strada: salvare gli altri per trovare la propria. E questa sua ossessione di salvare e riparare gli costerà però la fine del matrimonio e l’inizio, oltre che il rinnovo, di nuove e antiche insicurezze. Addirittura arriverà ad accusare il padre di andare a letto con sua moglie, fino allo scontro fisico. Di fatto il rapporto con il padre aveva preso toni ancor più drammatici quando Jack era stato chiamato a testimoniare in suo favore dopo che aveva reciso erroneamente un’arteria di una paziente (portandola alla morte). Christian aveva bevuto molto prima di cominciare l’operazione e Jack era deciso a non testimoniare il falso. Accusò il padre di alcolismo e di comportamento poco professionale sul posto di lavoro. Christian non poteva più esercitare la professione, era stato radiato dall’albo e si era rifugiato nell’alcool finendo i suoi giorni depresso, sempre ubriaco e divorato dai sensi di colpa in Australia. Proprio dove Jack sarebbe andato a recuperare il suo cadavere per riportarlo a Los Angeles a bordo del volo 815.
Christian Shepard apparirà più volte a Jack, da morto, sull’isola. Lo guiderà più volte a (ri)trovare la strada smarrita, per lui e per il suo gruppo di naufraghi. La prima volta gli appare per farsi seguire alle grotte, dove Jack trova l’acqua: fonte di salvezza temporanea e speranza per tutti. (Non a caso l’episodio porta il titolo de Il Coniglio Bianco chiaro riferimento culturale ad Alice nel paese delle Meraviglie di Lewis Carrol) Ed è in quel momento che Jack giunge ad una prima grande verità: Se non possiamo vivere insieme, moriremo da soli
. È così che riesce a inculcare, da leader, all’interno del gruppo lo spirito di coesione che servirà per la sopravvivenza di tutti. Jack è la guida. Un’affermazione precisa, nonostante ciascun personaggio di Lost non sia sempre facile da inquadrare, e questo benché quasi tutti siano già definiti dal loro nome. Per molti di essi, infatti, è valida la locuzione latina del nomen omen ovvero il destino nel nome. La scelta dei nomi dei personaggi da parte degli autori non è mai casuale e questo ha permesso agli spettatori più attenti di leggere e indovinare la psiche di