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R.M.F.
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E-book245 pagine3 ore

R.M.F.

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Info su questo ebook

RAEL è un giornalista esperto di musica rock; Monika, una giovane interprete diplomatica. Coinvolti in un banale incidente, cadono in uno strano stato di COMA, da cui sembrano non potere uscire; la scienza getta la spugna. Un ricercatore, messo al bando per le sue idee non in linea con quelle ufficiali, elabora un metodo per interagire direttamente con le loro menti intorpidite. I due ragazzi vivranno così un’esperienza fantastica e indimenticabile, proiettati in un luogo magico, tra Angeli e altri esseri fiabeschi, accompagnati e guidati da alcune leggende del rock e dalle loro canzoni. Il tutto avviene in una misteriosa clinica Svizzera, dove si sta portando a termine il primo esperimento di “clonazione estrema”. L’amore di una madre, disperata e speranzosa di poter riavere il proprio figlio ad ogni costo, è il lite motive che sostiene la narrazione, e che giustifica scelte apparentemente irriverenti e dissacranti. Un’atmosfera brillante e intrigante, intrisa di episodi misteriosi e alimentata da situazioni imprevedibili. Scienza estrema e confini umani inesplorati; una sfida avventata contro l’etica e le leggi della natura, ma alimentata da nobili princìpi morali e dall’imperioso desiderio di sostenere le proprie idee con la caparbietà di chi è convinto di agire nel giusto.
LinguaItaliano
Data di uscita18 lug 2015
ISBN9786050387803
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    Anteprima del libro

    R.M.F. - Scott J. Coburn

    Ringraziamenti

    NOTA DELL’AUTORE

    Nella galassia dei generi letterari possiamo trovare tutto ciò che desideriamo, dai tomi infarciti di preziose informazioni, ai manuali di vecchie barzellette, ma tutti sono degni di essere letti. Sono il frutto di un lavoro d’intelletto, e già solamente per quello, meriterebbero attenzione e rispetto; starà poi a noi stabilire se si tratta di una volgare crosta oppure di un’opera d’arte. Lo scopo di ogni libro è quello di riuscire a trasmettere qualcosa di positivo, possano essere nozioni, riflessioni, emozioni, pianti o risate, non importa; purché riescano a coinvolgere e a stimolare i nostri sensi; e alla fine tireremo le somme; bello o brutto, sarà solo la nostra mente ad esprimere un giudizio, specie se si tratta di un genere come la narrativa, dove i fattori in gioco sono molti.

    Fluidità della scrittura, raffinatezza dei termini, ricerca dei dettagli, spiegazione dei concetti, descrizione degli ambienti e dei personaggi, robustezza delle tesi, giustificazione delle scelte, attualità degli argomenti , completezza delle descrizioni , capacità di sintesi, sono indubbiamente valori necessari per un racconto. Il problema è che spesso, per il ritmo frenetico che la vita moderna ci impone, risulta difficile dare un giudizio corretto, poiché non sempre abbiamo la necessaria tranquillità per leggere un libro nell’ambiente più favorevole.

    Perfino i moderni dispositivi elettronici, che pur hanno migliorato l’accessibilità all’arte letteraria, non hanno risolto il problema. Addirittura, con la scusa del minimo ingombro, è oramai comune trovare persone intente alla lettura nei luoghi più disparati; sul tram o per strada, incuranti del traffico e dei pericoli incombenti o anche in fila al supermercato, o sullo sgabello al banco del bar, nel caos e nel frastuono delle nostre normalissime giornate. Sarebbe come gustarsi una succosa aragosta del Maine cucinata da uno chef pentastellato, conficcata in un panino raffermo allo stadio, mentre sventoli la bandiera della tua squadra del cuore e urli a squarciagola cose irripetibili. Che giudizio potresti dare? Non hai mangiato, hai solamente divorato. Del resto non possiamo pretendere di più dal caotico mondo che ci siamo costruiti e dove siamo obbligati a vivere . E siccome non tutti possono isolarsi nell’atmosfera ideale, ben vengano i momenti di relax e le agognate vacanze, a salvare la corretta lettura.

    Questa considerazione, non solo per giustificare il fatto che talvolta l’opinione del lettore non coincide col giudizio che la critica ha espresso sul libro che abbiamo appena letto, ma anche per giustificare la mia scelta volontaria di NON caratterizzare i personaggi con precisi particolari descrittivi; e questo, partendo dal presupposto che un libro non è, né una sceneggiatura né, tantomeno, la trasposizione letteraria di un film. Non si tratta, quindi, di una dimenticanza o di un improvviso black-out della fantasia; le stringate informazioni che vengono fornite metteranno chi legge nelle condizioni di farsi un’idea personale sull’aspetto dei vari personaggi, creando delle immagine ben precise che dovrebbe coincidere con quelle degli altri lettori, non più intesi come semplici elementi passivi, bensì nelle vesti di soggetti motivati e partecipi al racconto in modo costruttivo, dando sfogo alla propria immaginazione e fornendo un piccolo ma essenziale contributo alla storia, con l’intento di colmare un’apparente lacuna letteraria.

    Scott J. Coburn

    PRESENTAZIONE

    Esiste il Paradiso? E se esiste, da chi è abitato, e come ci si arriva? La ricerca scientifica ha un limite invalicabile, oppure l’etica è un ostacolo che può essere superato? E chi lo può stabilire?

    Il racconto si articola in modo complesso attraverso un intreccio di argomenti miscelati in un equilibrio narrativo che tiene costantemente viva la curiosità del lettore, che avrà modo di interrogarsi e di confrontarsi con i diversi valori in gioco.

    La speranza , l’altruismo, il sacrificio, i ricordi, l’amore di una madre, l’intuizione e la tenacia di uno scienziato, passano come un messaggio subliminale nel corso della narrazione che si articola su vari scenari con un ritmo narrativo che si adegua alle diverse situazioni in essere.

    Un genere misto, un po’ fantasy, un po’ surreale, con un tocco di mistero, che forse mistero non è, e laddove sembra fantascienza, un occhio attento legge scienza estrema e voglia di osare.

    Già questo basterebbe a soddisfare il lettore più insaziabile ma, come d’incanto, ecco comparire un elemento apparentemente estraneo che saprà sorprendere perfino il critico più esigente. Otto brani di musica Rock di alta, altissima scuola, a far da colonna vertebrale all’intero racconto, implementandone il pathos ed esaltandone i contenuti. Otto brani incastonati come diamanti; quattro maglifici interpreti, oramai leggenda, a ricordare una musica che ha rappresentato una filosofia di vita e che ha temprato l’animo di intere generazioni.

    A questo punto chiunque si chiederebbe: "Beh, allora perché non fare un libro in formato elettronico multimediale? Non sarebbe stato più logico? Arrivati al punto stabilito, clicchi sull’icona e ascolti la canzone, mentre ne leggi il testo e la relativa traduzione; semplice, no?

    Già! E’ esattamente quello a cui avevo pensato, ma dopo un’attenta valutazione ho preferito rinunciare per motivi tecnici e pratici. Innanzitutto sarebbero occorse onerose autorizzazioni per poter pubblicare le liriche, i testi e le traduzioni, incidendo non poco sul prezzo di copertina . Poi, la procedura avrebbe richiesto tempi molto lunghi, dilatando a dismisura quelli previsti per la pubblicazione. Infine, un tale formato non sarebbe stato fruibile da tutti i dispositivi elettronici attualmente in uso, determinando una selezione dei potenziali lettori.

    L’ascolto delle canzoni non è indispensabile per la comprensione della storia, ma ne esalta comunque il percorso emozionale e ne arricchisce la componente sensoriale. Quindi, per chi volesse assaporare questa magica esperienza, esistono due alternative, entrambe assolutamente legali e molto semplici.

    ISTRUZIONI PER L’USO

    Per prima cosa leggete i riferimenti dei brani riportati come esempio qui sotto; se siete appassionati di musica Rock è assai probabile che li abbiate già tutti; altrimenti potete procedere nei modi seguenti.

    Il primo che vi consiglio, pratico e veloce, è quello di acquistare o di recuperare da siti autorizzati il materiale necessario (CD o singoli brani, testi, traduzioni); esistono abbonamenti molto convenienti a tal riguardo.

    Il secondo richiede qualche dimestichezza in più, vi porterà via una ventina di minuti, ed è gratuito.

    Digitate su un motore di ricerca i riferimenti dei brani, specificando quello che vi interessa (musica, testo traduzione in Italiano) e poi scaricate i file in una cartella che avrete aperto per l’occasione sul vostro dispositivo elettronico. Potrete recuperare tutto il materiale da siti specializzati, da quelli ufficiali dei gruppi musicali in questione o dei loro fan club. Durante la lettura del libro, quando arriverete al punto stabilito, non resterà altro che accedere alla vostra cartella.

    Un esempio degli otto brani, in ordine di ascolto, è il seguente:

    Brano 1: Gruppo: DEEP PURPLE - Album : BURN 1974; Titolo BURN (6.0 min.)

    Brano 2: Gruppo: PINK FLOYD – Album : THE PIPER AT THE GATES OF DAWN (1967) Autore: ROGER WATERS – Titolo: TAKE UP THY STETHOSCOPE AND WALK (3.08 min.)

    Brano 3: Gruppo:DEEP PURPLE – Album: LIVE COLLECTION –Autore: JON (JONATHAN DOUGLAS) LORD – Titolo: PICTURED WITHIN (1997) – Live at Royal Albert Hall – (1999) september o altra versione (8.36 min.)

    Brano 4: Gruppo: PINK FLOID Autore: SYD (ROGER KEITH) BARRET- Album: THE PIPER AT GATES OF DAWN (1967) - Titolo: THE GNOME (3.11 min.)

    Brano 5: Gruppo: LED ZEPPELIN – Album: LED ZEPPELIN II (1969) – Autore JOHN HENRY BONHAM (BONZO) – Titolo: MOBY DICK (versioni 4.21/ 15.12 min.) Strumentale

    Brano 6:Gruppo : THE WHO - Album: THE QUICK ONE(1996) -Autore KEITH MOON- Titolo: COBWEBS AND STRANGE (2.31 min.) Strumentale

    Brano 7: Gruppo: DEEP PURPLE -Album: FOR GROUP AND ORCHESTRA (1993) - Autore JON (JONATHAN DOUGLAS) LORD – Titolo: THEME I (17.03 min.) Strumentale

    Brano 8: Gruppo: PINK FLOID–Album:THE DIVISION BELL (1994)–Titolo: HIGH HOPES (8.39 min.)

    L’INIZIO

    Londra, 30 Aprile, ore7.10 PM

    Una porta chiusa, massiccia e in apparenza blindata; borchie e rinforzi in acciaio, con guarnizioni in silicone lungo tutto il perimetro; uno strano stile, non di certo in linea col resto dell’arredo; un perfetto esempio di un fai da te decisamente rudimentale; forse protegge un caveau, o qualcuno è tenuto prigioniero lì dietro; un mostro ? Un famigliare scomodo o demente? Magari segregato da chissà quanto tempo; strano però, a metà corridoio di un comune appartamento in un anonimo palazzo della semiperiferia di Londra; esattamente nel punto dove chiunque si aspetterebbe di trovare il … ehi , un momento! Sembra un rumore di passi, laggiù in fondo … sì, per la precisione frettolosi passi di donna; ecco infatti da una stanza uscire una giovane signora, cinquant’anni all’apparenza, e tra le mani un accappatoio bianco, in cotone a nido d’ape perfettamente ripiegato; speditamente si dirige da questa parte, fermandosi proprio qui, a conferma che la nostra deduzione era esatta; quattro colpi ben assestati, e altrettanti segnali all’interruttore della luce, poi a gran voce: -Sono io! L’appoggio sul mobiletto; l’aspiratore, l’hai acceso? … E muoviti che farai tardi , sono già le sette passate … già! E cosa parlo a fare?

    Un rumore metallico a doppio scatto annuncia, invece, che il messaggio è in qualche modo arrivato; ed ecco aprirsi la porta; appena una spanna, giusto lo spazio necessario perché ne potesse uscire qualcosa simile ad una testa, avvolta da una fitta nebbia che, sfiatando, invade il corridoio. -RAEL! L’aspiratore! Cosa diavolo l’abbiamo messo a fare, se non lo accendi?! Tanto c’è la mamma che pulisce i vetri, vero? Non puoi fare la doccia come tutti i Cristiani? Guardati, sembri un … un … oooooohhh, lasciamo perdere! Tieni! E sbrigati!, urla la donna infilando a forza l’indumento nel varco, ed allontanandosi per ritornare da dove era venuta, scuotendo la testa e parlottando cose incomprensibili. RAEL PERKINS è un giovane trentenne che ama la musica, e l’adora a tal punto da averne fatto un vero e proprio lavoro, come giornalista free lance per una nota rivista del settore. RAEL conosce tutto, ma proprio tutto di quel mondo, e come avrete facilmente intuito, in questo momento si sta lavando. Molti preferiscono fare un rilassante bagno, in una comoda vasca, magari provvista di idromassaggio, ma RAEL no; egli è il tipico ragazzo da doccia. Un appuntamento quotidiano che rappresenta un toccasana, con uno strabiliante effetto corroborante, energizzante, esaltante; quella cabina rappresenta un luogo magico, dove dar sfogo a tutte le energie residue o alle frustrazioni della giornata, ma anche dove ricaricarsi per continuare la dura lotta di tutti i giorni, specie in una città come la sua.

    Per milioni di persone la doccia rappresenta qualcosa che va oltre il banale aspetto igienico in sé; un rituale, una sorta di droga senza rischi di overdose. E le abitudini ad essa correlate sono assai varie; i più amano canticchiare sommessamente, farfugliando e ripetendo all’infinito ritornelli fino alla nausea, per chi è costretto ad ascoltarli; alcuni strimpellano ad alta voce cose insensate e impensabili, oltreché irripetibili; altri, invece, stonati, distorcono bellissime canzoni rendendole irriconoscibili, da pelle d’oca; qualcuno, poi, arriva persino ad inventarsi le parole, creando addirittura nuovi accordi; non molti, però, riescono a riprodurre fedelmente interi brani, con passaggi strumentali, assòli di chitarra o giri di batteria; e pochissimi, forse meno ancora, la fanno con un MP3 tracolla, indossando un’enorme cuffia musicale sotto quella fiorata da doccia e con occhialini da piscina giallo fluo, a tener ben saldo il tutto, urlando a squarciagola interi brani di musica rock, reef strumentali compresi. Questo è RAEL! E questo, da solo, basterebbe a giustificare porta e finestra sigillate e insonorizzate con doppi pannelli; anche se, a onor del vero, avere un’ottuagenaria quasi sorda al piano di sopra, qualche vantaggio te lo dà; senza contare il perenne rumore del traffico in sottofondo, che mitiga e copre quel poco che riesce a filtrare.

    "Ma si! Sono ancora in tabella di marcia, c’è ancora il tempo per questa !... ", pensa RAEL appoggiando l’accappatoio sulla mensola e ributtandosi sotto l’acqua lasciata aperta, … 6 minuti punto zero, ce la posso fare! Vai!

    Brano N° 01

    Stop! Altrimenti dovrò raccogliere le tonsille … e ho già sforato sul tempo!.

    Si toglie le cuffie in un solo gesto e spegne l’MP3, scrollandolo dalla custodia impermeabile con un automatismo ormai collaudato, mentre le gocce di condensa scendono dai vetri, disegnando opere d’arte, in perfetta sincronia con le urla assatanate appena esplose. Una veloce sciacquata sotto il rubinetto del lavandino ai corti capelli e, mentre si lava i denti, un’asciugatura lampo con un turbo-phon da 2000 Watt fissato alla parete ad altezza viso; quasi come star dietro a un Gripen in fase di decollo; tutto calcolato, a parte qualche schizzo di dentifricio lanciato sulle piastrelle; accappatoio, e via di corsa verso la camera, dove i vestiti l’attendono bell’e pronti sul letto; jeans, scarpe da tennis, zainetto, ed eccolo imboccare l’uscita di casa, quasi avesse il diavolo alle calcagna. -Ehi! Non dimentichi niente?

    Una brusca frenata, pacca sulla fronte e dietrofront; bacio alla mamma, e poi di nuovo fuori, e giù di corsa, catapultato per i quattro piani di scale, tre gradini alla volta, giusto per sgranchirsi le gambe. Non vi è alcun dubbio che RAEL è un ragazzo pieno di vita … ops! Scusate, forse non ho usato il termine più adatto per questa circostanza, ossia per quanto gli capiterà a breve; già, non è certo una affermazione né indovinata, né felice, e merita una rettifica; diciamo allora che RAEL è un ragazzo con una buona dose di vivacità, di grinta, di energia, di entusiasmo … insomma, è un ragazzo freneticamente in movimento e, come dicevo prima, con un’ enorme passione: la musica Rock. Cultore dello stile classico e profondo conoscitore dei gruppi che ne hanno fatto la storia, osserva con interesse anche le nuove formazioni, valutandole con occhio critico ed esperto, sempre speranzoso di scoprire l’esordio di qualche fuoriclasse all’altezza delle vecchie leggende del passato. E proprio sul Rock contemporaneo si basava il servizio giornalistico che stava ultimando e che lo aveva visto impegnato nell’ultimo semestre; un accurato reportage documentato da almeno una trentina di esibizioni seguite dal vivo e giudicate con assoluta competenza; ancora un paio di gruppi e poi avrebbe tirato le somme e concluso l’incarico. Certo che, abitare a Londra, facilita molto questo genere di lavoro; i locali ed i Pub dove le formazioni emergenti cercano consenso sono tutti lì, a portata di bus o di metrò; niente ritardi nel traffico delle auto, e poi non devi nemmeno rinunciare ad un secondo giro di birra. Ed il terzo vien da sé. Prosit! Dimenticavo, un’altra sua passione, da sempre, sono le ragazze, anche se fin’ora non aveva ancora trovato quella giusta, quella con la quale avrebbe condiviso la vita, colei che avrebbe accettato i suoi numerosi pregi, le sue passioni musicali, la sua squadra del cuore, i suoi cibi preferiti, e anche i suoi pochi, anzi, pochissimi difetti; che poi, stando a lui, sarebbe più esatto definirli caratteristiche, peculiarità, potendo tranquillamente affermare, usando le sue stesse parole, che stiamo parlando di un ragazzo pressoché perfetto. Ma c’era tempo per queste cose; il suo obiettivo prioritario era quello di realizzarsi nel lavoro; voleva farsi un nome e conquistare una buona posizione in quel settore che amava tanto; non si sentiva ancora pronto per la vita di coppia, e comunque non ne faceva un dramma, convinto che il suo buon carattere, la faccia pulita e una discreta prestanza fisica lo avrebbero certamente aiutato a trovare la donna giusta, prima o poi.

    La temperatura, 22 gradi Celsius, era alquanto insolita per la stagione e per l’ora, ed una tiepida brezza la rendeva ancora più gradevole; zainetto a tracolla, auricolari del tablet posizionati a volume 8 su 10, in quel tardo pomeriggio di primavera che avrebbe segnato per sempre il suo destino, RAEL si affrettava verso la fermata di superficie più vicina; Harold the Barrel era a soli sei minuti di tram; ma al pub non ci sarebbe mai arrivato.

    MONIKA GROEDER è una ragazza carina; trentatrè anni portati bene, decisamente molto bene; un taglio sportivo e un fisico asciutto, longilineo. Impiegata presso l’Ambasciata Svizzera come interprete e figlia di un ex viceconsole, sta per concludere un Master per la carriera diplomatica a cui tiene molto; la tragica fine dei genitori, periti in un incidente aereo in Colombia alcuni anni prima, non aveva piegato la sua forte fibra, anzi, l’aveva incoraggiata a non mollare e a lottare per tenere alta la tradizione di famiglia. Cinque lingue parlate perfettamente, il padre svizzero tedesco, la nonna materna di origini inglesi e in giro per il mondo da sempre, unite ad una predisposizione naturale e ad una tenacia fuori dal comune, erano stati gli ideali componenti di un cocktail formativo vincente. In quel tardo pomeriggio di primavera rincasava come ogni giorno dopo un’intensa giornata di lavoro; auricolari ben posizionati, borsetta stile baguette sotto braccio, un elegante tailleur blu e scarpette in vernice nere con tacco medio, dettava alla sua segreteria i punti principali dell’incarico appena svolto presso l’Ambasciata, parlottando da sola come oramai fanno tutti quando telefonano camminando per strada. Nessun grillo per la testa; poche avventure sentimentali e di breve durata, era convinta che il suo uomo ideale sarebbe dovuto essere estremamente serio, molto istruito, di alto rango famigliare e disposto a girare il mondo. Ma anche per lei, quel pomeriggio, il mondo girava in senso inverso, e nulla di tutto ciò le sarebbe mai accaduto.

    L’INCONTRO

    Alla fermata c’era parecchia gente, e RAEL era totalmente immerso nella musica, con lo sguardo nebuloso rivolto all’ altro lato della strada, ma senza vedere nulla, se non immagini sfocate, tanto era assorto nelle note. D’un tratto qualcosa attirò la sua attenzione; un riflesso di luce nel crepuscolo lo scosse; immediatamente mise a fuoco le immagini e vide una ragazza, già, proprio quella di cui vi ho appena parlato, che stava speditamente attraversando la strada sulle strisce pedonali, venendo verso di lui, mentre una ventina di metri più in là, una veloce auto, la fonte del bagliore, stava superando a folle velocità le vetture che si erano fermate per dare precedenza al pedone, procedendo contromano e senza alcuna intenzione di fermarsi; la ragazza, concentrata al telefono e con la visuale coperta sarebbe stata inesorabilmente travolta con un impatto devastante. Anche altre persone si erano accorte del pericolo imminente, e a gran voce, gesticolando vigorosamente, cercavano di fermarla, ma la ragazza non poteva sentirli; così RAEL, d’istinto, partì a scatto fiondandosi contro di lei incurante del pericolo e delle possibili conseguenze; zero calcoli, incoscienza pura. Otto, dieci metri percorsi al fulmicotone, e poi un lancio ad angelo e un placcaggio perfetto, degno del miglior quarterback. La ragazza, avvinghiata alla cinta, viene letteralmente sollevata da terra e sbalzata all’indietro, mentre l’auto sfreccia senza neppure tentare di frenare, perdendosi in fondo al viale; una scarpa da tennis, colpita dallo spigolo del paraurti rotea in aria vorticosamente, volando dall’altra parte della strada. Un silenzio agghiacciante; il mondo intero sembrò fermarsi per qualche istante, poi l’improvviso accorrere confuso

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