JOHNNY SMILE E LA STREGA DEGLI ABISSI
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Info su questo ebook
Un vecchio videonoleggio abbandonato sul quale circolano strane voci...
Una porta sprangata da decine di grossi lucchetti...
Cosa vi sarà mai oltre quella porta?
Una strega tanto bella quanto letale, due mostruosi guerrieri dai muscoli d'acciaio, fameliche creature provenienti da un lontano passato.
Un' avventura talmente incredibile da sembrare un film!
O forse…forse davvero…oltre quella porta misteriosa, i nostri eroi sono stati catapultati dentro un film? In una serie di rocamboleschi colpi di scena dove il rischio minore è quello di rimetterci la pelle…JOHNNY SMILE E LA STREGA DEGLI ABISSI.
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Anteprima del libro
JOHNNY SMILE E LA STREGA DEGLI ABISSI - Massimo Romeo
Albero-
-PROLOGO-
31 ottobre 1963. Una comunissima abitazione a due piani di una delle tante sonnacchiose cittadine della provincia americana. Avete presente le tipiche, adorabili casette che si vedono nei vecchi film hollywoodiani? Esatto! Proprio quelle costruzioni in legno tinteggiate di bianco, col porticato, il prato inglese, il recinto in legno e tutto il resto. All'interno, nell'ampio soggiorno finemente arredato, un ragazzo ed una ragazza, avvinghiati l'uno all'altra sul divano, si scambiano effusioni roventi, ignorando di essere spiati attraverso i vetri della finestra. I due piccioncini, vista la crescente difficoltà a destreggiarsi sull'improvvisato campo di battaglia
, decidono di spostarsi al piano superiore, nella camera da letto di lei, per concretizzare i loro bollori adolescenziali. Il nostro misterioso osservatore, privato dello spettacolo che iniziava a farsi interessante, percorre furtivamente il tratto di prato che costeggia l'abitazione e, raggiunta una porta d'ingresso secondaria stranamente aperta, ne varca l’uscio, ritrovandosi in cucina. L'ignoto personaggio apre un cassetto della dispensa e, dopo aver rovistato tra le posate, trova quello che stava cercando…un coltellaccio, di quelli usati dai macellai per sezionare i quarti di manzo. Lo impugna e si dirige verso la rampa di scale che conduce al piano soprastante ma, dopo pochi passi, si blocca, giusto in tempo per non essere travolto dal ragazzo di prima che, scendendo i gradini alla velocità di un centometrista, schizza via a razzo dal portone principale. L'intruso, stupito per la rapida uscita di scena dell'ardimentoso fidanzatino, indugia qualche secondo per poi, arma bianca alla mano, iniziare a salire, con passo felpato, i gradini della scala. Giunto sul pianerottolo, nota ai suoi piedi una maschera da Clown, dopo averla raccolta ed indossata scorge, oltre la porta della stanza da letto, la ragazza...seminuda. Come una furia scatenata la aggredisce sferrando fendenti all'impazzata. Lei, sorpresa e terrorizzata, non riesce ad opporre alcuna resistenza, soccombendo sotto i colpi mortali del suo carnefice. Dopo aver infierito con accanimento su quel corpo ormai privo di vita, l'uccisore ridiscende le scale, esce sulla veranda, percorre pochi passi e si ferma. Ha lo sguardo fisso nel vuoto ed in una mano stringe ancora il coltello grondante sangue. Intanto, lungo il marciapiede di un grande viale alberato, parcheggia un'automobile dalla quale scendono marito e moglie che, con passo incerto, quasi increduli, si dirigono verso l'omicida che, stranamente, non appronta alcuna reazione.
-Michael?!- chiedono i due sempre più sbigottiti mentre gli sfilano la maschera dal viso…IL VISO DI UN BAMBINO CON LE MANI SPORCHE DI SANGUE…IL SANGUE DELLA SORELLA APPENA ASSASSINATA!!!
-IN CLASSE-
L'affascinante professoressa Sophie Bonet pigiò il tasto del telecomando corrispondente al fermo immagine, accese la luce e si rivolse agli studenti del corso di cinematografia.
-Ragazzi, prima di proseguire con la visione di Halloween
di John Carpenter, vorrei analizzare con voi questa impressionante sequenza iniziale che, a ragion veduta, è divenuta di culto, nella storia del cinema e...
Enorme fu lo sbigottimento della prof nel constatare che, dopo nemmeno venti minuti di film, i ragazzi tutto sembravano tranne che impressionati. In prima fila, Jessy, una bella biondina dalle perenni minigonne inguinali ed il bulletto Josh, il suo ultimo giocattolino amoroso, non si erano accorti che la luce era stata riaccesa e continuavano a sbaciucchiarsi in maniera vergognosa come se fossero ancora protetti dall'oscurità. Kelly, una delle girls
più gettonate della scuola in virtù di un davanzale
davvero prorompente, armeggiava indisturbata col suo cellulare. Il corpulento Buddy Smile, meglio noto come Palla di lardo
, un ventenne che aveva fatto della bocciatura una ragione di vita, russava addirittura. Dulcis in fundo, di fianco a lui, vi era un ragazzo sconosciuto che, per motivi ignoti, si trovava in classe. Il giovanotto piantò una gomitata nei fianchi al ciccione per cercare di svegliarlo ma quello, appena infastidito, ricambiò il gesto per poi girarsi dall'altra parte. Gwen Wachosky, la bella e timida secchiona della classe, osservava entrambi con aria sconvolta mentre con una mano sfogliava nervosamente il testo di critica cinematografica e con l' altra tirava una boccata di aerosol per la sua asma. Il giovane, accortosi di essere osservato con curiosità dall' insegnante, decise che forse era il momento giusto per presentarsi.
-Buongiorno prof…mi chiamo Smile…Johnny Smile, sono il nuovo alunno…il preside, il signor Craven, le avrà parlato di me…sono entrato a film iniziato…non volevo interrompere la visione e…
La donna annuì nel preciso istante in cui la lampadina della memoria illuminò il tutto, mentre Buddy, nel sentire quella voce a lui fastidiosamente familiare, si ridestò di colpo facendo un balzo di mezzo metro sulla sedia.
-Ommadonnamiabella! Si può sapere da dove sbuchi fuori? Tu e tua madre non vi eravate trasferiti a Los Angeles? - domandò con un tono tra il minaccioso ed il sorpreso.
Prima che l'altro avesse il tempo di rispondere l'insegnante intervenne.
-Voi due vi conoscete?
-Purtroppo sì! - sbuffò Palla di lardo - E' mio cugino!
- Non mi sembri molto contento di rivederlo.
-Contento di vederlo? Preferirei un viaggio premio in una colonia di lebbrosi! - disse il ciccione rammentando tutti i guai in cui quello lo aveva fatto finire in varie occasioni. Non avrebbe mai dimenticato finchè campava lo scherzetto che gli aveva giocato diversi anni prima.
I due erano ancora bambini ed i loro genitori avevano affidato Johnny al cugino più grande ma il piccoletto, furtivo come un ninjia, in un attimo di distrazione del suo improvvisato baby sitter
, si era infilato nella camera da letto dei genitori di Buddy prendendo la pistola dello zio, poliziotto della stradale, per poi schizzare in strada ed iniziare a sparare come un matto a destra e a manca, accoppando il cane della signora Fittermayer. La punizione per Palla di lardo era stata di quelle memorabili tanto che, ancora oggi, al solo pensarci, gli sembrava di sentire i colpi di cintura di suo padre sul posteriore.
Nel frattempo il resto della classe si era ridestato dal torpore di inizio proiezione rimirando quell'animale strano…il nuovo venuto. Le ragazze se lo mangiavano con gli occhi visto che, bisogna dirlo, Smile era proprio un bel ragazzo. Alto, fisico slanciato che riempiva un blu jeans a vita bassa e una t-shirt rossa, un viso da furbacchione in cui spiccavano due stupendi occhi azzurri e lunghi capelli biondi che, in parte, cadevano birbanti a coprire la fronte. Quelle marpione di Jessy e Kelly si scambiarono un'occhiata d'intesa pregustando la potenziale preda amorosa ed anche Gwen, di solito molto composta e riservata, non riusciva a distogliere lo sguardo da lui. Josh invece sembrava un pò indispettito o probabilmente solo preoccupato che il suo ruolo di sciupaffemine della classe venisse messo in discussione dopo anni di dominio incontrastato. Un toc toc alla porta interruppe questo groviglio di pensieri e supposizioni.
-UNA VISITA INATTESA-
-Avanti! - dissero in coro tutti gli studenti senza nemmeno aspettare che fosse la prof a rispondere…lei li guardò spazientita scuotendo il capo…con quei ragazzi non c'era proprio nulla da fare…erano davvero irrecuperabili.
Una bella bionda sui trentacinque, fisico tipicamente anglosassone, occhi azzurri e capelli color del grano, fece capolino sull'uscio.
-Mi scusi professoressa - esordì la donna con la voce resa tremolante da un filo d'imbarazzo - sono Elisabeth Smile…la mamma di Johnny…e la zia di Buddy - cui la donna rivolse un saluto con la mano.
Il nipote, nel solo vederla, si sciolse come un ghiacciolo in una torrida giornata d’estate…aveva sempre avuto un debole per la bellissima zia. In quel momento non trovò di meglio da fare che accennare un sorriso un poco inebetito che si spense non appena, girandosi, il suo sguardo incrociò quello severissimo del cugino.
L'insegnante si avvicinò alla signora invitandola, con un cenno, ad entrare in classe.
-Piacere di conoscerla.
-Piacere mio - disse Elisabeth che stringeva tra le mani un piccolo contenitore per alimenti - mi scusi se interrompo la lezione…mio figlio aveva dimenticato la colazione e quindi ho pensato…
Johnny le si fece incontro sotto gli sguardi curiosi dei suoi nuovi compagni.
-Mamma…non era il caso che venissi fino a qui…
Gli occhi della signora Smile si posarono dapprima amorevoli sul figlio quindi sul fermo immagine sul muro.
- Stavate guardando Halloween?
La Bonet annuì.
-E' il mio horror preferito…adoro John Carpenter…il magico mondo del cinema…sa…anni addietro ci ho lavorato e spero di tornare presto ad occuparmene.
La professoressa la guardò con aria interrogativa.
-Oh beh…non sono un'attrice o meglio non più…in realtà sono in trattative con il proprietario per l'acquisto di un vecchio videonoleggio al 666 di Elm Street.
Dall'ultima fila si levò una voce.
- Ma è fuori di testa?
Le due donne, Johnny e tutti i ragazzi si voltarono verso l'ultimo, solitario banco dell'aula dove un tizio magrolino con i capelli sparati in aria e gli occhiali spessi come fondi di bottiglia si era alzato in piedi…si chiamava Nick…Nick Donner.
- Come hai detto? - chiese la prof istantaneamente pentita di aver concesso la parola a quel mezzo matto che non sapeva esprimersi se non a via di parolacce.
- Il videonoleggio…è stato costruito profanando un vecchio, fottutissimo cimitero.
-Come in Poltergeist!- intervenne Gwen con un tono