Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Quella strada verso il mare
Quella strada verso il mare
Quella strada verso il mare
E-book191 pagine2 ore

Quella strada verso il mare

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Giulia e Alessandro, vengono separati ancora adolescenti dai genitori.
Si rincontrano dopo sedici anni per caso, creando un grande caos nelle loro vite.
La lontananza, la voglia di rivedersi, quasi insopportabile, fa da contorno alla loro routine quotidiana. Il complicato rapporto di Alessandro con il padre Silvano, personaggio essenziale, che gli trasmetterà il coraggio per diventare un uomo maturo e responsabile... La difficile decisione di Giulia, allontanarsi dal lavoro, da Siena, dove Paolo, il suo ex fidanzato, nonché testa calda, combina di tutto per tenerla con sé... arrivando perfino a mettere in pericolo le loro vite.
Tre mesi d'amore, paura, lontananza ed emozioni, faranno da contorno ai loro giorni, trasformando in passione ogni minuto, ogni ora, dei loro incontri... annientando il mondo circostante e portandoli a constatare che: l'amore vince sempre, su tutto!

Claudia Gaggioli nasce a Pistoia nel 1971.
Ama la musica, la natura e gli animali da sempre.
Oltre al suo lavoro, si diletta a scattare foto con la sua Nikon, cercando lo scatto perfetto... Mai smettere di sognare!
Nel 2016 pubblica “#stefy”.

“Quella strada verso il mare” è il suo secondo romanzo.
LinguaItaliano
Data di uscita18 giu 2017
ISBN9788826456652
Quella strada verso il mare

Correlato a Quella strada verso il mare

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Quella strada verso il mare

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Quella strada verso il mare - Claudia Gaggioli

    Il Libro

    Giulia e Alessandro, vengono separati ancora adolescenti dai genitori.

    Si rincontrano dopo sedici anni per caso, creando un grande caos nelle loro vite.

    La lontananza, la voglia di rivedersi, quasi insopportabile, fa da contorno alla loro routine quotidiana. Il complicato rapporto di Alessandro con il padre Silvano, personaggio essenziale, che gli trasmetterà il coraggio per diventare un uomo maturo e responsabile... La difficile decisione di Giulia, allontanarsi dal lavoro, da Siena, dove Paolo, il suo ex fidanzato, nonché testa calda, combina di tutto per tenerla con sé... arrivando perfino a mettere in pericolo le loro vite.

    Tre mesi d'amore, paura, lontananza ed emozioni, faranno da contorno ai loro giorni, trasformando in passione ogni minuto, ogni ora, dei loro incontri... annientando il mondo circostante e portandoli a constatare che: l'amore vince sempre, su tutto!

    L'Autrice

    Claudia Gaggioli nasce a Pistoia nel 1971.

    Ama la musica, la natura e gli animali da sempre.

    Oltre al suo lavoro, si diletta a scattare foto con la sua Nikon, cercando lo scatto perfetto... Mai smettere di sognare!

    Nel 2016 pubblica #stefy.

    Quella strada verso il mare è il suo secondo romanzo.

    Disegno di Maria Brienza

    Claudia Gaggioli

    QUELLA STRADA

    VERSO IL MARE

    Una storia vera

    Copyright © 2017 Claudia Gaggioli

    email: klaudia-b@virgilio.it

    Edizione: facilebook

    www.facilebook.it

    info@facilebook.it

    ISBN: 978-1544951294

    1° Edizione

    Disegno di copertina: Maria Brienza

    Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l'autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti.

    Quella strada verso il mare

    Seduto con lo sguardo verso il mare, con gli occhi assenti, si chiese come avrebbe potuto affrontare nuovamente il mondo.

    Adesso tutto era possibile.

    Il suo scoglio era ancora lì… tutto era perfettamente uguale, ogni sasso, ogni rumore, ogni sussurro che riuscisse a percepire… mancava solo l'essenziale:

    Il coraggio.

    Primo capitolo

    Era un lunedì grigio di ottobre, la pioggia battente faceva scricchiolare il tetto della vecchia mansarda.

    Ricordando quella frase di un famoso film: Non può piovere per sempre tirò un sospiro di sollievo guardando fuori dalla finestra. La pioggia oscurava apparentemente la vista che dava sulla strada. La malinconia l'avvolse.

    Dalla sera prima non aveva smesso di piovere un solo minuto. Iniziò a fantasticare sulle nuvole, su come potessero contenere tutta quella pioggia. Calcoli veloci e precisi su quanto tempo avrebbe impiegato una sola goccia d'acqua nel cadere e andare ad infrangersi al suolo, ma dopo poco i suoi pensieri tornarono in quella stanza.

    Il tavolo era sommerso di oggetti sparsi, fogli accartocciati, matite, polvere ovunque e bottiglie di birra vuote. Dette uno sguardo al pavimento dove ovunque c'erano indumenti, cartacce e sporco. Il divano letto era disfatto, si chiese se mai un giorno lei sarebbe rientrata in quella casa… d'improvviso i suoi occhi si riempirono di lacrime. Erano passate tre settimane da quando era andata via, aveva preso le sue cose alla rinfusa e sbattendo la porta era sparita dalla sua vita.

    L'aveva combinata grossa quella sera. Si sedette sul divano, spostando una coperta sgualcita e ricordò alcune scene di quella sera con gli occhi fissi sulla finestra, cercando di intravedere la pioggia, poi li chiuse gettando la testa all'indietro sospirando, una lacrima gli rigò il viso e i suoi pugni si chiusero in una stretta morsa.

    Uno dei suoi più cari amici aveva deciso di festeggiare i suoi primi quarant'anni e dare quindi una piccola festicciola nel suo appartamento. La voce si era sparsa, non essendoci molte attrazioni nei dintorni, in molti avevano deciso di fare un sopralluogo dal ragazzo per controllare la situazione… scroccare un bicchiere o due e magari qualche cosetta carina che di solito capitava in quei casi.

    Il vino ed i vari alcolici deglutiti quella sera superava di gran lunga i suoi limiti storici. La cenetta tra quei pochi amici ben presto divenne un grande caos, il campanello iniziò a suonare, l'appartamento divenne del tutto simile ad un locale notturno e il frastuono invase quel piccolo condominio. Per rendere la festicciola decisamente unica, come sorpresa finale e regalo di compleanno non badarono a spese; tre bellissime ragazze dell'est entrarono a sorpresa lasciando tutti sbalorditi. Sotto ai loro spolverini c'era soltanto un minuscolo completo intimo, che non rimase per molto su quei corpi scolpiti. La maggior parte dei ragazzi presenti non aveva mai visto, né toccato bellezze del genere, a paragone con altre ragazze del luogo. Il salotto si trasformò ben presto in un privé a luci rosse. Era il loro lavoro, erano lì soltanto per quel motivo. Non avrebbe dovuto accadere altro, soltanto un gioco, la perversione di una sera, un paio d'ore e tutto avrebbe dovuto finire. La serata invece iniziò a degenerare, l'alcool bevuto era decisamente troppo, era difficile tenere a freno certe emozioni davanti a quei corpi che ballavano, che si lasciavano toccare, ben presto il tutto prese la piega che forse spesso accade in certi casi… si lasciò travolgere, come del resto anche tutti gli altri. Situazioni e gesti fatte senza pensare, istinti e reazioni che lo colsero di sorpresa, sentimenti oscurati con i fumi dell'alcool. Non provò a pensare né a trattenersi… nessuna regola, nessun limite, nessuno che avrebbe osato fermarlo o creargli problemi. Era bello, disinvolto e sicuro di sé, quella sera più che mai.

    Giulia, rientrò in casa dopo il lavoro e guardò l'orologio: segnava le ore 2:30. Il turno serale era durato anche meno quella sera. Fare l'infermiera al pronto soccorso era decisamente pesante, non poteva fare alcun tipo di programma, in qualunque momento sarebbero potute accadere nuove emergenze e, in carenza di personale sarebbe stata richiesta la sua presenza. Sapeva che quella sera lui sarebbe andato al compleanno del suo amico, quindi si spogliò tranquilla e decise di fare una bella e rilassante doccia calda. Indossò il suo accappatoio e si sdraiò sul divano, accese la televisione facendo scorrere distrattamente i canali alla rinfusa, incurante di cosa stessero trasmettendo… ben presto sprofondò in un sonno profondo. Quando riaprì gli occhi l'orologio segnava le 4:30. Si alzò dal divano in ansia, perlustrando il piccolo appartamento per capire se fosse solo un sogno e lui stesse in realtà già dormendo. Il letto era intatto, lui non era ancora rientrato.

    Provò a chiamarlo al cellulare inutilmente, il suo telefono suonò per svariate volte, ma non ebbe nessuna risposta. Preoccupata iniziò a pensare al peggio. Non era mai accaduto che alle quattro di notte fosse ancora fuori, l'avrebbe sicuramente avvertita… doveva essere accaduto per forza qualcosa. Non avrebbe voluto disturbare nessuno a quell'ora, né tanto meno mettere in allarme mogli o fidanzate, che sicuramente erano in casa a dormire. A seguito di quei saggi e nobili pensieri, prese la decisione di rivestirsi e andarlo a cercare. Non avrebbe chiuso occhio, non sarebbe riuscita a stare in casa ad aspettarlo.

    L'appartamento del suo amico non era troppo distante, quindi, indossò alcuni vestiti a caso, la sua giacca e uscì. Prese l'auto e dopo pochi chilometri arrivò nella strada dove abitava l'amico. Riconobbe alcune auto parcheggiate tra le quali c'era la sua, tirò un sospiro di sollievo parcheggiò e scese. Si avvicinò alla porta del piccolo condominio, fece per suonare il campanello quando un ragazzo, chiaramente ubriaco, discese le scale barcollante e aprì il portone di vetro lasciandolo aperto, lei gentilmente provò a chiedergli:

    -Ciao scusami, eri anche tu al compleanno?-

    Lui la guardò incredulo, scoppiò a ridere e biascicando le parole rispose:

    -Sì certo, bellissima festa!- La sua camicia era aperta, i suoi pantaloni avevano la cintura slacciata, puzzava terribilmente d'alcool ed era sudato fradicio. Lo guardò dirigersi verso un'auto con andatura incerta, lo vide inciampare più volte, cercare le chiavi in tasca e dopo svariati tentativi infilarle nella serratura. Aprì con forza lo sportello, si gettò dentro l'auto come fosse un sacco di patate, con alcuni movimenti strani, infine riuscì a richiuderlo. Osservò la scena incredula… aspettò ancora qualche minuto per accertarsi che non si mettesse alla guida in quello stato. Notò il suo viso dal finestrino, stava già dormendo a bocca aperta… fece un sospiro rincuorandosi e scuotendo la testa tornò a guardare la rampa di scale con il cuore in gola. Sicuramente aveva esagerato… con un sottile filo di ansia sperò che anche il suo ragazzo non fosse in quelle condizioni. Arrivò sul pianerottolo, la porta dell'appartamento era semi aperta e si sentiva la musica in sottofondo, si avvicinò piano e sbirciò dentro. Dalla fessura le apparve una scena raccapricciante: i ragazzi rimasti erano mezzi nudi, alcuni erano sdraiati sul divano a dormire.

    Spalancò la porta d'istinto in silenzio, non riusciva a credere ai propri occhi. Entrò decisa, incurante di chi vi fosse in mezzo a quel disastro e iniziò a cercarlo, finché lo vide, era in mezzo ad altri ragazzi più o meno nella stessa situazione, se non peggio: Disteso sul pavimento… la sua camicia era infilata solo per una manica, i suoi pantaloni erano calati e vicino a lui c'era una ragazza molto bella, completamente nuda, anche lei addormentata e sotto di loro c'era soltanto una coperta. Sgranò gli occhi ancora una volta, il cuore iniziò a batterle forte. Non ebbe il coraggio né di dire né di fare niente, la rabbia in quel momento le pervase la mente… l'impulso fu quello di andarsene via, di lasciarlo lì. Corse giù per le scale velocemente piangendo, salì in macchina e premette il piede sull'acceleratore. Guidando a tutta velocità nella strada deserta cercò di riflettere incredula su quello che aveva appena visto.

    Arrivò davanti a casa e ancora tremando parcheggiò sbadatamente l'auto. Salì velocemente le scale, chiuse la porta alle sue spalle e si sedette sul divano cercando di calmarsi. Decise di aspettare, doveva solo pensare a come comportarsi quando sarebbe rientrato. Non ne ebbe il tempo, si addormentò con la giacca addosso e gli occhi gonfi di lacrime esausta e sconvolta, incapace di formulare altri pensieri.

    Paolo aprì gli occhi e si guardò intorno… aveva un terribile mal di stomaco, la testa gli scoppiava, si sedette sul pavimento e ricordò tutto in un istante. Vicino a lui c'era quella ragazza, probabilmente ancora ubriaca o sotto l'effetto di chissà cosa.

    Alcuni amici erano sdraiati sul divano anch'essi ubriachi fradici, c'era caos ovunque. Cercò di alzarsi senza svegliarla ma non vi fu alcun problema, era come svenuta, si sedette su una sedia barcollando, cercando di ricomporre quello che poco tempo prima erano i suoi vestiti. Dalla finestra entrava la luce del mattino, guardò l'orologio e il suo cuore ebbe un sussulto. Azzardò una corsetta veloce nel bagno, si sciacquò il viso e si guardò allo specchio; era un disastro, gli occhi gonfi e rossi, i capelli spettinati e sul collo aveva un succhiotto grande come un bicchiere da liquore, se non di più. Le imprecazioni furono molte, alcuni ragazzi si svegliarono nel sentirle:

    -Santo cielo! Porca puttana, come cazzo faccio adesso!-

    Urlò, cercò di sistemarsi alla meglio, tornò nella sala e cercò il resto dei suoi abiti. Alcuni ragazzi reduci dalla festa lo guardarono ridendo, altri nemmeno si accorsero di lui. Cercò di non far rumore, prese le sue cose e uscì ancora barcollante. Saltò alcuni gradini, evitò una caduta disastrosa giù per le scale, con il cuore in gola salì in auto e partì sgommando. Mentre guidava, cercava nella sua mente una possibile scusa, qualche parola da poterle dire se per caso si fosse accorta del suo immenso ritardo. Guardò il cellulare e vide le sue svariate chiamate… il suo cuore accelerò; era fregato. Le sue idee erano confuse, ogni frase che si ripeteva, recitando a voce alta, sembrava inutile, scontata. Arrivò sotto casa e ancora non sapeva cosa inventarsi, sperò che stesse dormendo e che non si fosse accorta della sua assenza, ma dentro di sé sapeva che probabilmente non era così… immaginò che varcando la soglia di casa sarebbe accaduto qualcosa, prima o poi avrebbe dovuto darle una spiegazione plausibile. Parcheggiò sulla strada e camminando con andatura barcollante si incamminò velocemente verso casa. Era ancora confuso, ubriaco, gli girava la testa e stava male. Il suo stomaco era pieno di quelle schifezze che gli bruciavano dentro, la nausea era forte. Non appena le porte dell'ascensore si chiusero sentì la mancanza d'aria, avrebbe giurato di aver sentito il suo cuore quasi fermarsi nell'attesa che si riaprissero le porte scorrevoli. Quando finalmente l'ascensore si fermò, attese interminabili secondi per poi scattare fuori in piena crisi d'ansia. Si ritrovò così sul pianerottolo, al di là di quella porta c'era la loro casa… c'era Giulia.

    Inserì le chiavi piano, avrebbe voluto fermare il tempo, il cuore batteva forte e la sua mano tremava, era un bagno di sudore, non c'era un solo centimetro del suo corpo che non stesse sudando. Aprì la porta piano… le luci del mattino filtravano dalle tende, entrò con passo felpato e dette uno sguardo veloce nel piccolo salotto… lei stava dormendo sul divano. Notò che aveva in dosso la giacca, di solito se rientrava tardi la trovava nel letto, probabilmente era rimasta ad aspettarlo e si era addormentata. Lentamente le si avvicinò… avrebbe voluto svegliarla ma di colpo si fermò, la sua mente rimase in attesa di qualcosa, bloccato come una macchina senza batteria il suo corpo sembrava non reagire, forse anche per l'ansia, la nausea aumentò e divenne sempre più forte, l'istinto fu quello di correre velocemente in bagno per non fare altri disastri irreparabili. Riuscì a fatica a chiudere la porta e ad aprire il rubinetto dell'acqua prima di inginocchiarsi sul wc per liberare lo stomaco. Cercò in quel modo di nascondere i rumori dell'inevitabile poi, senza pensarci troppo si tolse gli abiti puzzolenti e sgualciti, li gettò in terra in un angolo e si precipitò sotto la doccia fredda.

    Giulia stava sognando. Le parve di sentire il rumore della pioggia battente… sognava di correre nel bosco come un tempo amava fare, correre veloce e, se per caso fosse stata in un prato, lasciarsi rotolare nell'erba finché l'inerzia della caduta fosse finita. Guardare il cielo, se si fosse trovata con il volto in alto, o annusare l'erba in caso contrario, salvo imprevisti. Erano anni che non andava in luoghi del genere, quel lavoro portava via gran parte del suo tempo, ma era bellissimo poter aiutare le persone in difficoltà, fare tutto il possibile per salvargli la vita, però a volte non accadeva, e si doveva arrendere.

    Di colpo aprì gli occhi, si rese conto che il rumore dell'acqua era decisamente reale, ma non proveniva dalla pioggia né da un ruscello, ma dal bagno. Il suo cuore iniziò a battere più forte e pian piano le tornò alla mente tutto. Era quasi giorno, si guardò intorno cercando un solo motivo per cui fosse ancora seduta su quel divano con la giacca addosso. Il rumore dell'acqua cessò, e come in una sorta di trance rimase seduta, in silenzio… in

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1