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Significato diagnostico della determinazione biochimica di zinco e acido citrico nel plasma seminale umano. Correlazione anatomico funzionale con il peso prostatico in pazienti andrologici
Significato diagnostico della determinazione biochimica di zinco e acido citrico nel plasma seminale umano. Correlazione anatomico funzionale con il peso prostatico in pazienti andrologici
Significato diagnostico della determinazione biochimica di zinco e acido citrico nel plasma seminale umano. Correlazione anatomico funzionale con il peso prostatico in pazienti andrologici
E-book115 pagine52 minuti

Significato diagnostico della determinazione biochimica di zinco e acido citrico nel plasma seminale umano. Correlazione anatomico funzionale con il peso prostatico in pazienti andrologici

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Lo studio dell’infertilità maschile richiede un approccio multidisciplinare che vede la collaborazione di diverse figure professionali quali il biologo della riproduzione e l’andrologo.

Sono state effettuate, previo consenso informativo, analisi macroscopiche, microscopiche e biochimiche su 165 campioni di liquido seminale appartenenti a 75 pazienti afferiti al centro medico-biologico “Tecnomed”(Nardò) per problemi riproduttivi e/o sessuali, di età compresa tra i 19-45 anni.

L’analisi dell’eiaculato viene effettuato non solo per problemi riproduttivi ma anche per identificare patologie dell’apparato genitale maschile.

Sono note, infatti, le interazioni tra malattie della prostata e le caratteristiche del liquido seminale quali liquefazione, viscosità e motilità degli spermatozoi.

In questo lavoro, allo scopo di individuare possibili correlazioni con il peso prostatico (indice di flogosi), sono state determinate nel liquido seminale le concentrazioni di marker biochimici prostatici come lo zinco e l’acido citrico.

I risultati ottenuti sono, a nostro avviso, promettenti. Infatti è stata evidenziata una correlazione lineare tra la concentrazione di zinco nel liquido seminale e il peso prostatico. Da una attenta analisi dei dati è emerso che tale ione può essere utilizzato per una corretta diagnosi andrologica-clinica.

L’esigenza di affinare la diagnostica delle patologie dell’apparato genitale maschile nasce dalla necessità di giungere ad una diagnosi precoce di tali patologie poiché possono causare problemi di infertilità o di sterilità. Pertanto, la determinazione biochimica, in particolare dello ione zinco, associata all’esame clinico ecografico e agli altri parametri ematochimici consentirebbe non solo di individuare e curare una patologia in tempi brevi, ma anche e soprattutto di prevenire una conseguente sterilità.
LinguaItaliano
Data di uscita28 ago 2012
ISBN9788867550654
Significato diagnostico della determinazione biochimica di zinco e acido citrico nel plasma seminale umano. Correlazione anatomico funzionale con il peso prostatico in pazienti andrologici

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    Anteprima del libro

    Significato diagnostico della determinazione biochimica di zinco e acido citrico nel plasma seminale umano. Correlazione anatomico funzionale con il peso prostatico in pazienti andrologici - Daniela Domenica Montagna

    sterilità.

    1. INTRODUZIONE

    1.1 L’infertilità

    Le conoscenze scientifiche acquisite negli ultimi anni nel campo della medicina e della biologia hanno determinato un accresciuto interesse per i problemi dell’infertilità di coppia. Bisogna essere cauti nel definire l’infertilità, poiché vi è una sottile differenza tra fertilità (capacità di concepire, vale a dire di dare inizio ad una gravidanza) e fecondità (capacità di determinare la nascita di un bambino). Infatti, un uomo può essere potenzialmente fertile, cioè avere spermatozoi in grado di fondersi con un ovocita, ma non fecondo. Ovviamente un uomo fecondo è anche fertile. Pertanto per infertilità si intende l’incapacità nel determinare l’inizio di una gravidanza, mentre per infecondità si intende l’incapacità di concepire.

    Si calcola che oltre il 20% delle coppie affronti tale problema. Le cause dell’infertilità sono da attribuire per il 40% ad un deficit della componente maschile, mentre per un altro 20% alla sovrapposizione di fattori maschili e femminili. Quindi il 60% dell’infertilità è di natura maschile (World Health Organization, 2001). Questa elevata percentuale è imputabile a svariate cause riconducibili essenzialmente allo stile di vita che l’odierna società ci costringe:

    •   innalzamento dell’età di matrimonio, dovuto ad esigenze economiche e professionali, che inevitabilmente determina l’innalzamento dell’età di concepimento del primo figlio a circa 35 anni;

    •   inquinamento alimentare, gli estrogeni utilizzati in zootecnia, quando introdotti nell’organismo umano con le carni di allevamento causano alterazioni dell’attività testicolare (Coppola, L., 2002);

    •   inquinamento ambientale, i pesticidi utilizzati in agricoltura incidono negativamente sulla spermatogenesi;

    •   ambiente di lavoro, l’eccessiva esposizione a vibrazione, alte temperature, agenti chimici e radiazioni ionizzanti possono alterare le funzioni riproduttive.

    Infine bisogna menzionare tra le cause di infertilità il fumo, lo stress, l’alcool, le droghe, le patologie dell’apparato riproduttivo maschile (flogistiche-infettive legate anche alle mutate abitudini sessuali di oggi) e le anomalie genetiche.

    Considerando l’aumentato numero di coppie che negli ultimi anni si trovano ad affrontare problematiche di infertilità, la medicina e la biologia riproduttiva hanno dato un notevole impulso alla ricerca al fine di individuare possibili cause e cure basandosi su un iter diagnostico multidisciplinare.

    1.2 Gli spermatozoi: dalla loro formazione al transito nelle vie spermatiche

    Gli spermatozoi sono prodotti nel testicolo, che possiede funzione gametogenetica ed endocrina (Mortimer, D., 1998).

    Il testicolo (Fig. 1) include la gonade (didimo) e l’epididimo. La sua costituzione interna è caratterizzata da lobuli e ciascun lobulo contiene da uno a tre o più tubuli seminiferi contorti. Le estremità di tali tubuli convergono nei tubuli retti, i quali entrano nel mediastino testicolare contenente la rete testis, che si presenta come un reticolo connesso all’epididimo tramite condotti efferenti (Azzali, G. et al., 1995; Bannister, L.H. et al., 2001).

    Figura 1.

    Testicolo ed Epididimo.

    Pannello A: anatomia topografica dell’emiscroto in spaccato sagittale. Pannello B: ricostruzione grafica del testicolo che si presenta di forma ovale e sostenuto dal funicolo spermatico (formazione costituita dal dotto deferente, dai vasi e dai nervi che l’accompagnano e dalle tonache che lo rivestono). Si notano i tubuli seminiferi che si uniscono ai tubuli retti i quali si aprono nella rete testis. Quest’ultima, tramite condotti efferenti, conduce all’epididimo che si presenta strettamente aderente al testicolo e distinto in testa, corpo e coda dell’epididimo.

    I tubuli seminiferi sono circondati da connettivo lasso dove si trovano le cellule interstiziali (o di Leydig). In tali cellule avviene la steroidogenesi testicolare, un complesso processo biosintetico che tramite successive ossidazioni del colesterolo determina produzione di androstenedione, che è convertito reversibilmente in testosterone dall’enzima 17-chetosteroido reduttasi. Una piccola parte del testosterone è trasformato in estradiolo tramite l’attività enzimatica dell’aromatasi, e ciò può avvenire in parte nelle cellule di Leydig, ma anche nelle cellule del Sertoli e nei tessuti periferici (in particolare a livello del tessuto adiposo). Il processo di steroidogenesi testicolare è sotto controllo di LH¹ ipofisario. Infatti, le cellule del Leydig presentano recettori di membrana per LH. La produzione di androgeni, in particolare di testosterone, è importante per:

    •   stimolare la spermatogenesi;

    •   provvedere alla maturazione degli spermatozoi;

    •   controllare l’attività delle vie spermatiche e delle ghiandole annesse;

    •   sviluppare i caratteri sessuali secondari.

    Il tubulo seminifero è caratterizzato da un epitelio pluristratificato detto epitelio seminifero o anche germinativo, costituito da due tipi di cellule: cellule di sostegno del Sertoli e cellule germinali a vari stadi di maturazione e differenziamento.

    Le cellule del Sertoli si proiettano dalla parte più interna della membrana basale del tubulo seminifero verso il lume tubulare. Tali cellule svolgono diverse funzioni:

    •   forniscono sostanze nutritive e stimoli chimici per il differenziamento delle cellule germinali (Azzali, G. et al., 1995; Gartner, L.P. et al., 2002);

    •   intervengono nella formazione della barriera emato-testicolare grazie a giunzione serrate con le quali le cellule di Sertoli entrano in contatto con

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