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Chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Le risposte...
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E-book88 pagine1 ora

Chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Le risposte...

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Info su questo ebook

La condizione umana rimanda a molti misteri, di difficile comprensione per l’uomo. La gran parte di questi misteri, è da sempre sintetizzata nelle tre domande, che ogni essere umano che non sia un vegetale, si è posto almeno una volta nella sua vita. Chi sono? Da dove vengo? Dove vado?. In questo libro, Massimo Rodolfi, dopo una vita dedicata all’insegnamento dello Yoga, e delle materie esoteriche, ci dà le risposte a queste domande. Usando uno stile leggero e colloquiale, l’autore affronta questi profondi argomenti, alla luce delle Antiche Tradizioni di Saggezza, adattate però ai tempi nostri, per renderle più vicine alla mentalità contemporanea. Questo libro, può essere il punto di partenza di un percorso di vita verso la pace interiore.

Massimo Rodolfi, ricercatore dello Spirito da sempre, insegnante di Raja Yoga e materie esoteriche da più di trent'anni, racconta la Vita, nelle sue pieghe più recondite.
Ha fondato l'Associazione Atman, per lo studio del Raja Yoga e dell'Esoterismo, Energheia, la prima scuola italiana per terapeuti esoterici, la casa editrice Draco Edizioni, la rivista esoterica Il Discepolo, l'Associazione Riprendiamoci il Pianeta - Movimento di Resistenza Umana, il portale Yoga, Vita e Salute. È autore di diversi libri, tutti editi dalla sua casa editrice: La sfiga non esiste, Fondamenti e tecniche della meditazione, La Psicologia dello Yoga, La rinascita d'Italia attraverso l'amore, 2012 Finalmente!, Exalux - Erbe di Luce.
LinguaItaliano
Data di uscita29 lug 2014
ISBN9788863530421
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    Anteprima del libro

    Chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Le risposte... - Massimo Rodolfi

    materia".

    Chi sono, da dove vengo, dove vado

    Tra oggi e domani cercherò di dare risposta alle antiche domande, chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Ma soprattutto avrò chiuso il gas? Perché ci si dimentica sempre... queste quattro domande fondamentali della vita troveranno finalmente risposta. Il gas l’ho chiuso, per cui ne rimangono solo tre.

    Cari ragazzi, noi ci siamo visti tre anni fa, alla prima lezione dei tre anni di corso, che ho introdotto personalmente. Voi oggi, siete i reduci dal fronte Energheia, una specie di ‘15-‘18 in chiave ridotta, visto che ricorre ormai il centenario della Prima Guerra Mondiale. Qualcuno tra voi invece, come i vostri insegnanti, ha partecipato anche alle campagne del Risorgimento, è gente che è stata con Garibaldi... il che mi fa pensare a quanto passa in fretta il tempo.

    Ma ‘ciancio alla bande’, e cominciamo con una bella meditazione:

    La direzione del nostro destino è segnata, possiamo solo tentare di esserne ancor più consapevoli, possiamo tentare di realizzare la bellezza e l’importanza della vita. L’essenza del nostro essere è la scintilla di luce che gli indiani chiamano Jivatman, Atman al centro del petto, il vero cuore, hari om tat sat, hari om tat sat, hari om tat sat, io sono questo cuore e in questa luce ci troviamo, i nostri cuori sono uniti, e uniti al cuore di luce della Terra. Si stabilisca l’unione, possa la Terra essere nutrita dalla Luce, che la coscienza della grande vita a cui apparteniamo nutra questo pianeta, possano le nostre vite servire!

    Bene, adesso sareste già da esorcizzare. Infatti, secondo l’esorcista padre Amorth, siccome avete appena cantato un mantra indiano, sareste da esorcizzare, perché questa cosa è satanica! Questo è il giudizio recente, ma neanche troppo della Chiesa sullo Yoga. Evidentemente viviamo in tempi di grande illuminazione spirituale, di grande accoglienza, e anche capacità di dialogo, va bé, quindi pentitevi peccatori... e lasciamo stare le note polemiche che poi mi avveleno il sangue.

    Quella cosa sulla quale avete appena meditato, a voi ignota peraltro, che caratteristiche ha? Non lo dico con sarcasmo, ma consapevole del fatto che dovete ancora avere testimonianza vera, reale, totale della vostra vera natura, quel tat vam asmi, ‘tu sei quello’, di cui parlano le Upanisad, la scintilla di eternità che risiede al centro del petto. Ma poi, ha delle caratteristiche? Si dice che sia indefinibile, quindi perché se ne dice? È uno dei tanti paradossi esoterici, ma questo è il più estremo, e l’ultimo, perché superato questo, si è la propria vera natura in modo consapevole. Non che adesso non lo siate, voi siete ugualmente quella cosa lì, hari om tat sat, ‘tu sei il Signore’. Ciò non è modificabile, si modifica soltanto lo stato di identificazione del vostro Essere. In questo momento voi siete identificati con ciò che è in superficie, con la coscienza, e questo ovviamente, va a scapito della percezione di tutto ciò che siete ‘in più’.

    La vostra coscienza in questo momento è causale solo in minima parte, ossia l’anima non ha ancora quel peso, quel controllo globale, che vi consentiranno di aprire le porte allo spirito, veramente e in modo consapevole. Ripeto, perché noi siamo quello, ed è assoluta questa cosa, ed intangibile, ma lo siamo… la nostra coscienza è mentale, astrale, eterica e fisica, è tutto questo, ma gran parte dell’identificazione si risolve sul piano fisico, con ‘io sono questo corpo’, e tanto basta. La scienza contemporanea poi non ha molti dubbi oggettivamente, non offre molte strumentazioni per comprendere, ed accedere, a qualcosa che non sia fisico. Per tentare di avere qualche risposta, bisogna ricorrere alla filosofia o alla religione. Anche la psicologia ci ha provato, ci prova, fa quel che può, ma solo l’esperienza individuale, può far percepire la propria vera natura. E di sicuro, la psicologia non è in grado di farti sperimentare la luce della tua anima.

    Da anni, affermo che il vero problema dell’essere umano è la percezione. Tale è la questione che pongono i Veda, e non solo, quello della sofferenza, generata dall’ignoranza. Ma l’ignoranza di cui si parla è l’ignoranza percettiva. Non vedo, non riconosco ciò che sono, la mia percezione è distante dalla mia essenza, per cui vivo nella superficie del mio essere, che contemporaneamente è sia essere che non essere. È l’essenza ineffabile che sta al di là della creazione, il motore primo immobile, chiamatelo come vi pare, e al tempo stesso è ciò che io sono in movimento. Non vi è disgiunzione, non vi è dualità, come non vi è dualità tra lo spirito e la materia, è la nostra mente che percepisce questa cosa, perché non vede la relazione, non percepisce il continuum nel quale la vita è. Allora noi facciamo differenza tra prima e dopo, sopra e sotto, spirito e materia. Contrapponiamo questi aspetti, perchè così è la creazione, non possiamo far altro che accettarla, e al tempo stesso non accettarla, andando oltre.

    Quindi, il processo evolutivo che state vivendo comporta proprio questo, uno spostamento progressivo delle contraddizioni, che vanno sempre oltre. I conflitti, i paradossi si spostano sempre un po’ più avanti, alcune cose vengono comprese, risolte, altre no, e quindi tentiamo di spingerci ancora più avanti.

    È la storia della vostra vita, delle vostre vite direi, e quello che fa veramente la differenza, appunto, è la percezione. Nel brevissimo tempo di questi tre anni, considerando che io vi ho visto prima e dopo la ‘cura’, posso dire di avere visto il cambiamento. Un notevole cambiamento... devo confidarvi però, che ho sempre un certo qual timore, quando affronto le prime classi di Energheia unificate. Pauraaaaa! Brrrrr! Infatti, c’è un impatto notevole ad affrontare tante persone che non sanno bene a che cosa stanno andando incontro. Adesso, forse, riuscite a capire un po’ meglio, almeno spero, che cosa vi siete lasciati, almeno un po’, dietro alle spalle.

    La coscienza, sui piani più sottili, offre forti resistenze al cambiamento, e diviene inconsciamente aggressiva nei confronti di chi incarna quel cambiamento. C’è quell’immagine nel film Il Gladiatore, di quando mollano le tigri... e tu che insegni sei lì, e devi affrontare questa roba qua. Ecco, le prime di Energheia sono un po’ così, da una parte c’è la vostra aspirazione, sennò cosa siete venuti a fare se non siete alla ricerca di qualcosa? Dall’altra, c’è ancora una discreta quantità di materia della coscienza che resiste. In mezzo ci sono io, e solo io penso di poter sapere da che cosa è costituita quella materia, com’è fatta, che faccia ha, che livello di aggressività ha, per cui diciamo che è sempre

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