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Agnihotri - I Custodi del Fuoco: Il Sentiero di Guarigione del Guerriero del Fuoco
Agnihotri - I Custodi del Fuoco: Il Sentiero di Guarigione del Guerriero del Fuoco
Agnihotri - I Custodi del Fuoco: Il Sentiero di Guarigione del Guerriero del Fuoco
E-book155 pagine2 ore

Agnihotri - I Custodi del Fuoco: Il Sentiero di Guarigione del Guerriero del Fuoco

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Info su questo ebook

Per guarire gli altri bisogna guarire se stessi. Ecco il Sentiero…
A te che stai cercando il Sentiero che porta al tuo cuore, finalmente l’hai trovato. Riposa un momento, prima della battaglia finale, ascolta il dolce e tremendo silenzio dell’alba che viene. Già si vede il chiarore che annuncia il possente rombo del Fuoco, all’erta Cavaliere, ciò che devi sconfiggere è dentro di te. Trovato che avrai il segreto del Graal, si accenderà la tua fiamma nel luogo segreto, e così sarai degno di servire i Fratelli. Che il tuo fuoco risuoni col Fuoco che viene, il tempo dell’incertezza è finito, scansatevi, o tiepidi, questo è il Sentiero di Guarigione del Guerriero del Fuoco.
LinguaItaliano
Data di uscita18 ott 2016
ISBN9788863530452
Agnihotri - I Custodi del Fuoco: Il Sentiero di Guarigione del Guerriero del Fuoco

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    Anteprima del libro

    Agnihotri - I Custodi del Fuoco - Massimo Rodolfi

    FUOCO

    Premessa, perché il Fuoco è ora

    La Pietra Focaia sta scoccando la scintilla, però il Fuoco, per accendersi, ha bisogno di sentire il battito del Cuore. Siano i vostri Cuori a risuonare, perché voi siete la Materia che deve essere plasmata, siete la Legna che serve per il Fuoco. Vi siete asciugati al sole di mille vite e ora siete pronti ad offrire ciò che resta al Sole della Vita. Il Tamburo batte lento il suo ritmo, e ci incalza da lontano, come fare a non sentirlo? Volgiamoci ad Oriente perché presto sorge il Sole, nel silenzio del mattino che ora giunge, sentiremo il calore sulla faccia e il calore dentro al cuore. Restiamo, per guadagnare la giornata, perché i campi ritornino a imbiondire, maculati del rossore dei papaveri, e perché i bambini calpestino le messi col loro peso leggero. Restiamo, per amore e compassione, restiamo per la fiamma dentro agli occhi, restiamo. Restiamo per favore, perché pochi sono quelli con la fiamma dentro al cuore. La Dolce Forza Penetrante ci sostenga fino a sera, fino a quando, volti ad Occidente, grideremo a una voce: ‘La giornata è nostra e l’Oscura Porta è sbarrata!’ Vi saluto futuri Custodi del Fuoco, fate penitenza nella notte che precede, perché duro è Il Sentiero di Guarigione del Guerriero del Fuoco. Breve è la salita, ma si snoda tra orridi e burroni. Il Fuoco, però, mai ci abbandonerà, e anche se giungeremo alla vetta di notte, sarà dolce attendere il mattino al chiarore della fiamma. Che le paure brucino, che gli sguardi si levino, il cuore non arretri di un passo. Misuriamo le nostre vite, Fratelli, per la gioia e per la pace. Presto, andiamo ora incontro al Sacrificio del Fuoco.

    Introduzione per il Guerriero del Fuoco

    Non puoi delegare a nessuno la tua vita, la tua presenza nel mondo è unica e irripetibile. Molto hai vissuto per giungere fin qui e accedere all’Aula dell’Insegnamento, ma ora sei solo davanti a te stesso e l’Antica Sfinge ti chiederà i suoi segreti. Uno solo sarà importante, e svelarlo ti mostrerà il tuo cuore. Ti sarà richiesta la compassione, ti sarà chiesto di annullare te stesso nel dolore degli altri e solo una lacrima ti sarà concessa, da offrire sull’altare del Sacrificio. Perché il tuo recriminare dovrà essere cessato, perché il tempo per te non avrà più alcun senso e quell’unica lacrima ti ricorderà la sofferenza che sei venuto a lenire. Che i tuoi voti siano la resa del cuore, la volontà dell’agire e il coraggio al di là di te stesso. Allora la grotta accoglierà la tua fiamma. Sappi che veglierai a lungo prima di essere consacrato e di potere servire, perché la tua presunzione non dovrà aver posto nella corazza del Guerriero del Fuoco, ma dopo avere passato il deserto infuocato delle tue tentazioni, l’acqua dal cielo scenderà sul tuo capo e vedrai rifiorire il giglio argentato, le tue radici diverranno perenni e la Madre purissima indicherà al tuo sguardo le strade del mondo. Molto le calcherai e vedrai molte genti, sentirai l’indifferenza, il grande dolore, le parole più inutili e i silenzi di comprensione. Scarsa è la gratitudine tra gli uomini, ma tu, come Horus bambino, imparerai a bastare a te stesso, fino a quando, senza presagi, giungerai a una montagna, che non sarà la più alta, ma allora la folgore ti colpirà, l’Antico dei Giorni ti mostrerà il suo volto e saprai che ne è valsa la pena.

    Scenderai quindi dall’altro versante e ti troverai in una palude dove tutto ristagna, immoto, dove anche i pensieri sembrano svanire. Solo fatica sentirai nelle membra, il più reietto degli uomini ti sembrerà un sovrano al tuo confronto e grande il dubbio ti assalirà. Si udranno le tue grida, per l’immensa solitudine, fino a quando il tempo, arrestando il suo respiro, ti vedrà appeso ad un albero ormai morto.

    Ecco ora giunge la notte più nera! Ecco la vita sembra estirpata fin dalle più profonde radici! Nel sogno che accompagnerà quella notte, lotterai col Serpente del mondo. Non potrai ucciderlo, ma lo trafiggerai con la lancia di chi è fedele alla vita e passerai così nella schiera dei vittoriosi. Finalmente poi, al sorger del sole, volgendoti a Oriente, vedrai la torre iridata e il suo occhio di cristallo. Pura allora sarà la tua visione, solo perché puro sarà il tuo cuore e quel che vedrai non sarà per te stesso e per appagare il tuo piccolo ego, ma vedrai il guado sicuro per i Fratelli, vedrai il Sentiero che riprende, dopo le spine ed il fango, inerpicandosi fino alle vette innevate, dove la cattedrale adamantina ti farà ricordare l’Io Sono. Tu ora potrai volgere gli occhi al Cielo ulteriore e la consapevolezza del Fuoco ti farà provare la nostalgia struggente dell’Eterno Pellegrino, saprai che puoi andare, le stelle ti chiameranno, da lontano, e tu le sentirai vicine; volgendoti indietro però, vedrai i tuoi Fratelli, ognuno col suo masso da riquadrare appoggiato alle spalle, come apporto esclusivo all’erezione del Tempio. Dovrai scegliere, o i Fuochi lontani o l’abbraccio ai Fratelli, e nessuno potrà dirti la cosa da fare, solo il tuo cuore saprà dove andare. Ma se il retaggio non mente, per onore al lignaggio e offerta alla vita, non peserà rimanere a guardare crescere i fiori. Così si compirà il destino del Guerriero del Fuoco. Il clangore dell’intero universo sta annunciando il Tempo del Fuoco, l’AUM risuoni tre volte, che la visione del futuro non distolga dall’oggi, perché il Fuoco è qui e ora. Nella carne e nel sangue si realizzi l’Amore, perché il Fuoco non è altro che Amore, attenti Fratelli, attenti... noi siamo Agnihotri, noi siamo I Custodi del Fuoco, e ora comincia il Sentiero di Guarigione del Guerriero del Fuoco.

    Il mondo che va verso il Fuoco

    Il Tempo del Fuoco è arrivato, finalmente! Da millenni le forze luminose di questo pianeta si adoperano per preparare il suo ciclico ritorno, basato sui ritmi vitali di quella vita cosmica di cui l’umanità quasi mai ricorda di essere parte. Le antiche scritture indiane serbano la memoria della ciclicità del tempo, suddiviso in quattro ere, o Yuga, che si susseguono incessantemente, a partire dal Satya Yuga, o Età dell’Oro, per passare al Treeta Yuga, l’Età dell’Argento, seguita poi dal Dwapara Yuga, l’Età del Bronzo, per finire col Kali Yuga, l’Età del Ferro. Queste ere si caratterizzano per la loro vicinanza, o lontananza, dai centri di emanazione spirituale della nostra galassia e determinano condizioni differenti per la vita sulla Terra.

    Ovviamente, più che ciclico, dovremmo considerare il tempo come una spirale, che porta sempre più in alto l’evoluzione dell’umanità. All’interno di questa spirale, però, il grado di realizzazione è determinato dall’avvento di un’era piuttosto che un’altra. Passando dall’Età dell’Oro progressivamente a quella del Ferro, l’umanità, pur continuando nella sua evoluzione, declina da livelli eccelsi di incorruttibilità e spiritualità fino alle abbiette condizioni di degrado e materialismo che anche oggi, in questa fine di Kali Yuga, stiamo sperimentando.

    Ciò che contraddistingue l’era di maggiore armonia è l’elemento del Fuoco, da non intendersi ovviamente sic et simpliciter come fenomeno fisico, quanto piuttosto come quel Fuoco che rappresenta l’essenza delle dimensioni più spirituali della vita. Il Fuoco è la Vita stessa, che procede dalle sue profondità incommensurabili per giungere a manifestarsi fino ai piani più densi della fisica materialità. È ciò che spinge il Verbo a farsi carne e in essenza è il Verbo stesso, che sottostà a tutta la creazione.

    Nella nostra civiltà poniamo grandi restrizioni alla vita, considerando molte cose come inorganiche e prive di vita, altre, la maggioranza per la verità, non vengono nemmeno prese in considerazione perché non si immagina nemmeno l’esistenza di diverse dimensioni oltre a quella fisica. L’avvento del Tempo del Fuoco ribalterà questa visione limitata, ampliando di molto le possibilità vitali del genere umano. Si imparerà a riconoscere il fatto che la vita procede dallo Spirito per concretizzarsi nella materia, il Verbo che si fa carne; si prenderà atto del fatto che lo Spirito è Fuoco e che questo Fuoco è la somma coscienza che si possa concepire.

    L’esprimersi di questa coscienza porterà il genere umano a rendersi conto di essere circondato dalla vita da ogni parte, in ogni dimensione, portandolo a maturare un rispetto diverso per ogni cosa esistente, ben diverso da ciò che oggi poco traspare da un’umanità che difficilmente riesce a vedere al di là del proprio naso. L’egoismo è un dato di fatto, per me connaturato e necessario alla fase evolutiva che l’uomo attraversa, ma è evidente che è oramai arrivato al capolinea. Questo non per questioni di ordine etico, morale o religioso, ma semplicemente perché la distruttività che esprimiamo, come esseri umani, sta uccidendo il pianeta.

    Non credo però che la Terra sia disposta a morire per mano di una parte della sua coscienza, qual è il genere umano, e ritengo che essa stia attivando le sue risorse riequilibranti, fortemente stimolata dai flussi cosmici che portano il Fuoco fino a questa parte della galassia. La parte migliore della coscienza planetaria, la Gerarchia della Luce, contrapposta alla Gerarchia dei Fratelli Oscuri, che operano per distruggere, si caratterizza da sempre per la sua infaticabile opera di stimolo all’evoluzione di tutto il pianeta, e in questo momento è al massimo dello sforzo per affermare l’Amore come cura alla malattia della terra.

    Il Fuoco porterà anche al riconoscimento dell’esistenza dei Fratelli della Luce, ripristinando gli antichi Misteri al di qua del velo occulto della vita, portando cioè i Maestri del mondo a contatto degli uomini molto di più di quanto non sia mai avvenuto prima, ma perché tutto questo abbia luogo l’umanità deve riconoscersi come ammalata, di odio, di distruttività, di egoismo, o se preferite, in una singola parola, di ignoranza. Di quell’ignoranza di cui ci hanno parlato i Veda, dell’ignoranza che rende ciechi dinnanzi alla vita, che impedisce di amarla, amandosi. Il Fuoco, che è Amore, sarà la cura appropriata, la terapia è già iniziata e le forze sane del pianeta non possono far altro che collaborare.

    Per garantire la sopravvivenza dell’umanità è necessario che cambi una singola cosa, l’approccio dell’essere umano alla vita. È evidente che l’egoismo è ancora la principale molla dello sviluppo della vita umana, però è anche chiaro che questa modalità, propria anche dei popoli e degli stati, sta esaurendo le risorse della terra, portando la distruzione a livelli di esasperazione mai visti. Cooperare invece di accaparrare, ecco la soluzione a una situazione altrimenti irreversibile. O impariamo a condividere o vivremo l’esito della nostra avidità, e non è che si stia presentando come una bella cosa.

    Viviamo in un mondo che potrebbe garantire benessere e felicità per tutti, mentre, in pratica, gran parte della popolazione mondiale vive in condizioni che definire di indigenza è veramente un eufemismo. Nel mondo ‘civile’ ci curiamo di più della salute del nostro cane che di quella di un bambino in Africa. Quanto potrà durare? È giusto che sia così? Non possiamo proprio fare niente? Bisogna che sviluppiamo, a partire dalle nostre piccole vite, il piacere di cooperare per il bene comune, solo così si potrà andare nella direzione di una giusta ripartizione delle risorse mondiali.

    Stiamo seduti nelle nostre belle casette a mangiare la bananina senza chiederci come fa, la bananina, ad arrivare sulle nostre tavole. Il fatto però è che quella bananina è il frutto di secoli di sfruttamento e genocidio praticati dall’Occidente ricco nei confronti del cosiddetto terzo mondo. Sarebbe ora di cominciare a pagare il giusto prezzo per la bananina, in termini

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