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Tutto a te mi guida
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E-book98 pagine1 ora

Tutto a te mi guida

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Info su questo ebook

Solo una donna, bellissima e di sangue blu, è passata alla storia col nome di meretrice di Francia. Il suo nome è Maria Antonietta.
Moglie di un marito gelido, amante di un uomo nordico, questa regina vive in un mondo dorato dove amicizia ed interesse si mescolano, stima ed ingiuria si confondono, potere e sesso si fondono…
Travolta da fantasie romantiche, scottata da una realtà matrimoniale impostale da ragazza, Antonietta si trova a vivere due vite parallele con due re del suo castello e del suo cuore. Ma quale dei due è il re di picche e chi, invece, il re di cuori?
LinguaItaliano
Data di uscita27 mag 2015
ISBN9788867824182
Tutto a te mi guida

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    Anteprima del libro

    Tutto a te mi guida - ALESSIA RANIERI

    coverranieri

    Alessia Ranieri

    Tutto a te mi guida

    ROMANZO EROTICO

    EDITRICE GDS

    Alessia Ranieri

    Tutto a te mi guida

    Collana Legami

    Editrice GDS

    Via G. Matteotti 23

    20069 Vaprio D'Adda-Mi

    www.gdsedizioni.it 

    TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI 

    Ogni riferimento descritto nel libro è da ritenersi del tutto casuale.

    Capitolo 1

    La Remise

    I cavalli della carrozza francese nitrirono sommessamente: erano stanchi, assetati ed affamati, ma avevano svolto bene il loro lavoro. Il re di Francia, il gaudente Luigi XV, era infine giunto all’estremo confine tra l’Austria, terra degli Asburgo-Lorena, ed i suoi stessi, estesi possedimenti.

    Benvenuto, Vostra Grazia lo accolse l’ambasciatore austriaco.

    Luigi XV lo degnò di un solo, silente cenno del capo. A lui non importava che avesse tardato, era re assoluto, sotto il suo nome le genti vivevano, lottavano e morivano ed era meglio che i nuovi alleati capissero subito chi aveva concesso la pace tra Austria e Francia e chi, invece, la doveva solo accettare. Come prova ulteriore l’ambasciatore francese Valéry, che si stava allentando il colletto della camicia, ottenne dal suo sire un caloroso sorriso.

    La ragazza è giunta? chiese il sovrano.

    Sì, Vostra Altezza, è arrivata circa un’ora fa rispose l’ambasciatore di Luigi.

    Ottimo, allora possiamo cominciare disse il monarca, entrando nella tenda blu ornata di gigli e dirigendosi verso il suo trono da viaggio.

    L’ambasciatore austriaco guardò in cagnesco il suo collega francese e chiese: E il delfino?.

    Valéry arrossì e disse: Fidatevi, è qui anche lui ma è meglio che la ragazza sfili davanti al re.

    E perché, di grazia? chiese ancora l’austriaco.

    Lui è … timido, molto timido farfugliò il povero ambasciatore.

    L’austriaco stava per replicare quando, dal fondo del tendone, si sentì il rumore di un piede che batteva sul terreno e la voce del re tuonò: Allora, mi fate vedere mia nipote sì o no?.

    I due emissari si guardarono negli occhi, dubbioso uno, speranzoso l’altro, quindi alzarono entrambi il braccio sinistro, così come da tradizione, e si posizionarono l’uno nella schiera dei fanti dell’altro mentre le trombe austriache suonavano la loro marcia solenne.

    E’ il segnale, signorina! Dovete andare! esclamò la giovane cameriera dagli occhi scuri, osservando eccitata tutti quegli ufficiali schierati in fila.

    La futura delfina di Francia tremò e scosse il capo: Non ce la faccio! disse.

    Dovete andare! Gli accordi sono questi! le ricordò la cameriera, unica persona austriaca ammessa a stare con la principessa fino al momento della consegna e del suo trasferimento dalla terra natale a quella che avrebbe dovuto governare.

    Non ci riesco! Abbiate pietà! Tutti quegli uomini … e io sono nuda! gemette la giovane.

    La cameriera si voltò a guardare il bel viso di Maria Antonietta e provò davvero della pena per lei: era solo una ragazzina di quattordici anni e sua madre già la maritava con un altro ragazzino appena un anno maggiore che la povera infelice neanche conosceva. Inoltre, per officiare il passaggio dal potere austriaco a quello francese la principessa era stata obbligata a sfilare completamente nuda davanti ad ambasciatori e ufficiali che testimoniassero la sua assenza di oggetti austriaci indosso il giorno prima delle nozze. La Remise, ecco come si chiamava quella cerimonia che avrebbe sancito l’addio definitivo dell’infanzia di Maria Antonietta. Per il re Luigi XV quel gesto significava rinascere come francese e la madre della futura sposa, Maria Teresa, non si era opposta. Tutto andava bene purché la guerra tra i due Stati europei finisse.

    Maria Antonietta piangeva e tremava per il freddo. La cameriera le sorrise e disse: Suvvia, signorina, non piangete! Vi sciupate! E voi non volete che il vostro futuro sposo vi trovi brutta, vero?.

    Gli occhioni blu della principessa si spalancarono: Sono davvero tanto orrenda? chiese.

    La cameriera rise: Ma no, piccola, voi siete e sarete sempre bella: una stella non smette di brillare solo perché nel cielo non c’è la Luna.

    Fu allora che Antonietta sorrise e così, con quel suo sorriso che sapeva incantare, attraversò a testa alta il breve tratto che divideva la tenda austriaca da quella francese.

    Appena giunta in area francese la delfina fu prontamente coperta da pellicce di ermellino bianco che ella strinse al petto per tentare di placare il cuore in tumulto: gli sguardi degli uomini che l’avevano appena vista passare non le erano affatto piaciuti e ora sperava che il suo futuro consorte l’avrebbe accolta con gioia e, soprattutto, con quell’amore da fiaba che le era spesso capitato di sognare.

    La risata di Luigi XV, suo tutore da quel momento in avanti, fece riscuotere Antonietta.

    Guardate che nessuno vi vuole derubare! stava ridendo il sovrano. Antonietta vide quel viso rubicondo segnato dalle rughe e lo trovò simile a uno dei ritratti di suo nonno appesi nel palazzo degli Asburgo-Lorena.

    La giovane sorrise.

    Ditemi, nipote, che ne pensate della vostra sposina? chiese poi il re, voltando il capo verso un angolo della tenda.

    Un giovinetto grassoccio, basso, col viso deturpato da numerosi brufoli, avanzò verso Antonietta rosicchiando una mela con avidità. Costui le si piantò davanti e nei suoi occhi scuri la povera delfina non lesse né stima né amore.

    Non sembra tanto diversa da una delle nostre domestiche, magra e discinta com’è! disse il delfino, parlando con voce stridula.

    Antonietta avrebbe voluto piangere e gridare: era stata insultata dall’uomo con cui avrebbe dovuto vivere il resto dei suoi giorni! Si erano appena conosciuti e lui già le mostrava disprezzo! Dov’era l’affetto? Dov’era la concordia? Dove l’amore?

    Luigi XV si alzò dal trono e corse a schiaffeggiare l’arrogante erede. Questi barcollò ma non accennò a piangere né a proferire parola.

    Bacia la tua sposa! intimò il re al futuro Luigi XVI.

    Il delfino non si mosse.

    Ho detto di baciare tua moglie! sibilò ancora il monarca e alcuni dei presenti smisero di respirare.

    Il delfino addentò ancora la sua mela.

    Se io ti dico di baciare tua moglie tu la baci, lurido rospo ingrato! ringhiò il re e, afferrato Luigi XVI per i capelli, spinse le sue labbra verso quelle di Antonietta, che per disgusto e per vergogna voltò il capo e quello che avrebbe dovuto essere il suo primo vero bacio fu un semplice bacetto su una guancia.

    Il re vide tutto e sospirò, dicendo: Un bacio da educandi! Col tempo migliorerete!. Ciò detto, egli uscì dalla tenda per salutare gli austriaci in partenza ed Antonietta, guardando verso suo marito, seppe per certo che lo sguardo torvo con cui lui la stava fissando non le prometteva niente di buono.

    Capitolo 2

    Troppo bella

    La cerimonia nuziale tra Luigi XVI e Maria Antonietta si svolse nello sfarzo più totale e Parigi, capitale del regno di Francia, accolse con canti, danze e grida di gioia la nuova, bellissima principessa. Tutti speravano in lei per cambiare le sorti di una nazione che i vizi del suo sovrano attuale e di quello precedente avevano contribuito a prostrare.

    Antonietta era davvero felice

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