Ali d'ardore
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Anteprima del libro
Ali d'ardore - ALESSIA RANIERI
Alessia Ranieri
Ali d’ardore
GDS
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Alessia Ranieri
Ali d'ardore
TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI
ALI D'ARDORE
Axel e Gavin non potevano credere ai loro occhi. Dopo tanto tempo trascorso a nascondersi, a non rivelare a nessuno il loro più grande segreto e, soprattutto, a ricoprirsi di strati e strati di magliette tre taglie più larghe del dovuto onde evitare che qualcuno notasse anche solo una piccola piuma ribelle, ecco che potevano camminare a petto nudo. Finalmente. Era infine giunto il momento di mostrare a tutti le loro ali che, proporzionate ai quattordici anni d’età che i due giovani amici avevano, partivano dalle loro spalle per poi ricoprirgli tutto il dorso fin quasi alle ginocchia. Axel, dotato di capelli castano chiaro, occhi nocciola e carnagione scura, aveva tutte le calde tonalità del marrone sulle sue ali, le cui penne timoniere erano leggermente tendenti al nero, esattamente come quelle di un’aquila. Gavin, invece, oltre ad essere più magro e leggermente più basso del suo amico, aveva due luminosi occhi azzurri che gli occhiali da vista nascondevano un po’, i capelli neri e la carnagione chiarissima, motivo per cui le sue ali erano un miscuglio di oro e bianco, assai simili a quelle di un giovane barbagianni.
Attenzione, attenzione! Sto atterrando!
gridò una ragazza sopra le loro teste e ben presto i due giovani si ritrovarono con gli occhi e la gola pieni di polvere quando la nuova arrivata alzò un polverone nel cadere miserevolmente in terra con le terga, anziché posare i piedi su di essa.
Accidenti, devo proprio migliorare la planata finale, ha ragione Astrophel
si lamentò la ragazza, issandosi in posizione eretta. Osservandola bene, i due ragazzi calcolarono che costei doveva essere uno, al massimo due anni più grande di loro, aveva gli occhi ed i capelli neri e del medesimo colore erano le sue ali, rilucenti sotto il Sole autunnale come quelle di un corvo. La fanciulla aveva i lunghi capelli raccolti sulla nuca in una crocchia scomposta ed era vestita di una leggera tunica viola aperta sulla schiena in modo da avere la massima libertà nel volo.
Devi imparare anche l’atterraggio, non solo la planata!
sbuffò Axel, scrollando le ali.
E tu chi sei, che parli tanto? Il fratello di Jael? L’illegittimo figlio di Fulke o il clone di Blaise?
replicò la ragazza.
E chi sarebbero tutti questi tizi?
domandò Gavin, incuriosito.
La nuova venuta guardò da un ragazzo all’altro arricciando il naso, poi disse solo: I nostri insegnanti
e spiccò il volo.
Un’altra nube di polvere investì i due poveri amici, ma se Gavin si limitò a tossire un pochino Axel agitò un pugno verso la responsabile di quel misfatto e lanciò una serie d’improperi nella sua direzione.
Con molta fatica, dato che nessuno dei due era in grado di volare, Axel e Gavin raggiunsero il portone d’ingresso di Utopia, la scuola per giovani oiseaux alla quale erano stati invitati ad accedere dallo stesso preside, il giovane Blaise.
Axel ricordava ancora il giorno in cui quell’uomo era apparso nella sua vita. Era un triste pomeriggio di fine Agosto e, come al solito, il ragazzo era impegnato in un match di calcio contro la sua Playstation 3, dato che non aveva nessun amico ( a parte Gavin, che in quel momento era in vacanza fuori Roma con i suoi genitori) da invitare a casa sua. Quando il campanello della porta d’ingresso era stato suonato, Axel non si era dato neanche la pena di chiedere chi fosse. A casa c’era sua madre, poteva benissimo andare lei ad aprire. Ma così non fu: la donna era impegnata in cucina e il ragazzo dovette accogliere il nuovo venuto. Già dal momento in cui aveva aperto