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Un Tempio nel Verde: Cos’è e cosa rappresenta il Tempio Bosco Sacro
Un Tempio nel Verde: Cos’è e cosa rappresenta il Tempio Bosco Sacro
Un Tempio nel Verde: Cos’è e cosa rappresenta il Tempio Bosco Sacro
E-book77 pagine39 minuti

Un Tempio nel Verde: Cos’è e cosa rappresenta il Tempio Bosco Sacro

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Info su questo ebook

Il bosco è la casa della vita, da sempre.
I damanhuriani hanno trasformato il loro bosco in uno spazio sacro, dedicato all’incontro tra i diversi mondi dell’esistenza, tra percorsi di meditazione, are, piramidi, in una comunità che comprende piante, animali, spiriti alieni ed esseri umani.

LinguaItaliano
EditoreDEVODAMA
Data di uscita16 mar 2017
ISBN9788899652418
Un Tempio nel Verde: Cos’è e cosa rappresenta il Tempio Bosco Sacro

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    Un Tempio nel Verde - Stambecco Pesco

    Tin

    La città del mondo

    Il bosco è la vera città del mondo. Forse la nostra specie, all’inizio abituata – pare – alle savane, così ha trasformato il mondo, un po’ alla volta.

    Mi piace l’idea di un bosco da noi acquistato, difeso, rigenerato fisicamente e ritualmente; penso a impiantare alcune pozze d’acqua e all’acquisto di uccelli da riabituare alla zona che abbandonarono in passato.

    Piante, oggi rare, reintrodotte con attenzione: scoiattoli, piccoli animali da proteggere e dai quali il bosco venga protetto.

    Immagino mirtilli, funghi e more, legna da raccogliere per tenere pulito e sano il territorio. Acque pure. Castagni reinnestati, corridoi tagliafuoco. Pulizia, ambiente davvero risanato.

    Ecco un obiettivo valido, un rito degno di Pan ridestato. Perché, altrimenti, avremmo pensato all’acquisto di simili territori?

    Così scriveva Falco Tarassaco, fondatore e guida spirituale di Damanhur, nel giugno 1989, su una delle tante rivistine interne che i damanhuriani si divertivano all’epoca a stampare. Fu nella seconda metà degli anni Ottanta che iniziò infatti a svilupparsi il sogno di un bosco damanhuriano. Molte delle comunità damanhuriane avevano, nelle loro proprietà, vari ettari di terreno boschivo, in aree però lontane fra loro: in particolare, nella zona denominata Tentyris, mediamente a una dozzina di chilometri dalla zona centrale, e nell’area denominata Etulte. Quest’ultima si trova sulla sommità della collina di Vidracco, dentro la quale i damanhuriani hanno scavato – e, all’epoca, stavano ancora scavando in gran segreto – i Templi dell’Umanità. Qui, dall’acquisto di un appezzamento di terra dopo l’altro, sovente di piccoli fazzoletti contesi tra fratelli e cugini litigiosi, tanto che la maggiore fatica, più che pagarli, era il mettere d’accordo i proprietari, si formò una certa estensione di bosco, abitato per lo più da castagni, querce, betulle.

    A distanza di quasi trent’anni, il bosco damanhuriano, relativamente all’area di Etulte, si estende per circa 35 ettari, che rappresentano il Tempio Bosco Sacro; nel suo territorio sono insediate sei comunità: Cibele, Sidalte, Ognidove, Porta del Sole, Tin e Sorgente.

    All’interno del bosco, si trovano centinaia e centinaia di metri di circuiti energetici tracciati con rocce colorate, un cerchio dei riti nel quale – analogamente a come avviene a Damjl, la prima comunità – vengono celebrati i Solstizi e gli Equinozi, e varie aree di meditazione.

    Anno dopo anno, il bosco ha assunto via via un valore sempre maggiore per i damanhuriani, tanto che oggi il nome con il quale viene da tutti indicato è Tempio Bosco Sacro e i damanhuriani che vi abitano usano chiamarsi Genti del bosco.

    Non abbiamo mai chiesto a Falco che cosa intendesse con il termine città del mondo, ma lo sviluppo avuto dal Tempio Bosco Sacro fa pensare al bosco come sede privilegiata dell’incontro fra le persone e fra le diverse specie animali, vegetali, minerali, energetiche e - perché no? - aliene. Il bosco è la vera grande agorà nella quale il mondo si incontra con se stesso; è quindi, ancora una volta, fortemente tempio, cioè elemento che collega dimensioni diverse.

    Così come all’interno del corpo umano i chakra, che i damanhuriani preferiscono chiamare adonajba, rappresentano i punti di contatto fra corpi ed energie di diversa densità e funzione, allo stesso modo il bosco può essere considerato come il punto di incontro e comunicazione tra le diverse intelligenze che popolano il mondo della natura. La città del mondo è quello che la città, in una visione

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