Alienità e mondi diversi

Di Stambecco Pesco

Come sono fatte, cosa pensano, quali civiltà hanno realizzato le popolazioni degli altri mondi?
E quali fra esse sono in contatto – se sono in contato – con i damanhuriani? Tra creature incredibili e altre simili agli umani, quali saranno quelle reali e quelle di fantasia?

• Lingua: Italiano
• Editore: DEVODAMA
• Data di uscita: 1 giu 2018
• ISBN: 9788899652340

Anteprima del libro

Tarassaco

Un universo pieno di vita

Quanta vita c’è nell’Universo? Falco Tarassaco, fondatore e guida spirituale di Damanhur, ha sempre sostenuto che ce n’è tanta, tanta davvero. Non soltanto noi non siamo soli per una semplice considerazione statistica, ma noi siamo semplicemente una delle molte espressioni della vita e dell’umanità.

I damanhuriani – e il loro ispiratore per primo – ritengono, come considerazione per loro quasi ovvia, che esistano molti altri mondi abitati nell’Universo. Se non fanno di avvistamenti ufo e fenomenologie contattistiche un punto di primaria attenzione è perché la ricerca spirituale in Damanhur avviene innanzitutto rivolgendosi al Divino ospitato dentro ognuno e poi nel contatto comunitario con le altre persone; quindi, ciò che semplicemente è fenomeno non è poi così importante. A riprova di questo, negli anni nei quali i cerchi nel grano imperversavano nelle cronache giornalistiche e si manifestavano anche in aree del Nord Italia, relativamente vicine a Damanhur, i damanhuriani hanno continuato a essere molto più interessati al linguaggio delle piante – o delle formiche, al quale Falco ha dedicato una certa romantica attenzione nel suo Rinascere per Vivere¹ – piuttosto che alla possibilità che i disegni tra i cereali rappresentassero incontri ravvicinati del secondo tipo. Il che non significa mancanza di interesse – e di riguardo – per il mondo delle creature aliene, ma semplicemente approccio a esso attraverso una progressione che parte dalla nostra esperienza umana e terrestre e si proietta verso ciò che è più lontano.

Altro elemento importante nella ricerca damanhuriana, che richiama l’attenzione sulle storie di casa prima che su quelle del profondo universo, è che sul Pianeta esiste tale e tanta varietà di vita e di forma, tale e tanta parte di inesplorato, che da sola può saturare la nostra voglia di saperne di più e di scoprire nuove frontiere della conoscenza, senza andare a scomodare civiltà lontane.

Infatti, quando parliamo di varietà di vita e di forma, come damanhuriani intendiamo riferirci anche a tutti i volti dell’ecosistema spirituale, vale a dire a tutte le creature che – come noi – vivono una dimensione spirituale indipendentemente dal fatto di avere una forma fisica, o non averla, o averne più d’una o averla solo quando serve. Ma anche se volessimo limitarci alle specie censite dalla scienza, nei tre regni da essa catalogati, il ragionamento filerebbe, cambiando nelle dimensioni ma non nella logica: c’è ancora molto da scoprire e comprendere qua, senza bisogno di riuscire a spiegarci che cosa c’è laggiù. O lassù.

Questo doverosamente premesso, di vita nell’Universo, secondo Falco, ce n’è tanta davvero. E poiché l’Universo è la nostra casa, conoscere qualcosa dei nostri vicini ci può aiutare a vivere meno isolati e più consapevoli.

I nostri vicini, nella visione damanhuriana, sono, anzi, come dei parenti. Il concetto di alieno, per certi versi, è un concetto impossibile. Secondo l’insegnamento di Falco,² nel campo dell’Esistente vi sono più universi, uno dei quali è il nostro, che chiamiamo Universo delle Forme, dato che è fatto di tante forme diverse e distinte. Una Divinità Primeva, cioè una forza autogenerata che esiste nel campo dell’Esistente a prescindere dall’esistenza degli universi, in un certo punto del tempo entra nell’Universo delle Forme, al fine di fare esperienza di questa dimensione. Nel farlo, coerentemente con le caratteristiche dell’Universo, si frantuma in innumerevoli parti, ognuna frattale – cioè, in sedicesimo, completa – di se stessa. Ogni forma, vivente e non vivente, fisica e non fisica, presente nell’Universo delle Forme reca quindi