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Castriforte: Ballate e canti dal mondo antico
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E-book145 pagine40 minuti

Castriforte: Ballate e canti dal mondo antico

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Info su questo ebook

Sono nato a Castelforte il 9 Febbraio 1948. Ho cominciato a scrivere i primi versi a quindici anni e all’inizio degli anni ‘70, comprata la prima chitarra, mi sono avviato in un piacevole percorso di composizione di canzoni e ballate. Nel 1974 mi sono laureato in Scienze Economiche e Marittime presso l’Istituto Universitario Navale di Napoli e dal 1976 ho insegnato Discipline e Tecniche Commerciali e Aziendali negli Istituti Tecnici Commerciali. Nel 1980, con mia moglie, abbiamo aperto a Castelforte un laboratorio di terrecotte e ceramiche artistiche. Fino ad oggi 2020 è stato e continua ad essere un periodo intenso di artigianato, pittura e soprattutto componimenti di canti e ballate quasi sempre con l’utilizzo della lingua dialettale.

Mario Lefano

Per richiere la copia cartacea:
info@graficheemmegi.com
https://graficheemmegi.net/
LinguaItaliano
Data di uscita19 gen 2022
ISBN9791220888417
Castriforte: Ballate e canti dal mondo antico

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    Castriforte - Mario Lefano

    PREFAZIONE

    Provate ad immaginare della legna che arde in un caminetto. E’una sensazione di benessere quella che si prova.

    Ma adesso, provate invece ad immaginare una sarcina te lena che brucia, in un camino dove siete tutti riuniti, distanti dal contesto di affaticamento moderno che ci fa arrivare stanchi già alle dieci delmattino.

    Nelle pagine di CASTRIFORTE – Ballate e Canti del Borgo Antico , del professor Lefano, le tensioni moderne sono lasciate fuori e ci si ritrova,trascinati dall’inchiostro che lui ha impresso sulle pagine, di fronte a quel fuoco e fuori è inverno.

    E non si ha scampo.

    Senza che neppure ce ne potessimo accorgere, l’orologio ha corso veloce insenso inverso.

    La candela crea stalattiti di cera e la sua luce è capace di rendere tetre e tremolanti perfino le ombre delle salsicce appese al soffitto.

    Nel naso si fa spazio il profumo gradevole della zuppa che cuoce proprio vicino a quel fuoco, che è diventato l’elemento che ci attrae tutti e non se ne può più fare a meno.

    Perché ci piace ritrovarsi lì di fronte,a scaldarsi le mani.

    Ed è l’unico, Mario Lefano,capace di trasmettere certi ricordi, in un modo così travolgente.

    Ci rende vulnerabili,ci punge nel posto più nascosto

    Fa male leggere le sue rime, lui ci sbatte di fronte il fatto che le cose eranocosìmachenon lo sarannomaipiù.

    Ed è solo colpa nostra.

    Fa anche bene leggere le sue rime. La raccolta di Mario è una sorta di viaggio sensoriale. Appaga ogni senso ma,soprattutto, avvolge l’anima e la coccola.

    Il professor Lefano tratta i temi della Castelforte che fu,quella dei ricordi, e lo fa in un modo così affascinante che gli occhi smettono di leggere parole incise sulla carta ed iniziano a vedere le circostanze, gli ambienti e…lepersone.

    Le persone.

    Quelle che Mario è Maestro nel far materializzare come per incanto e con cui poi il Lettore interagisce nel proprio inconscio.

    Quando mi capitò di leggere Inverno, ricordo che ne stampa il testo per leggerlo,rileggerlo e leggerlo ancora.

    Era più forte di me, io ero lì, nel centro storico di Castelforte pur trovandomi a più di cinquecento chilometri di distanza.

    Ed ero lì grazie alla capacità di Mario di descriverlo quell’inverno.

    Lo stesso inverno vissuto da ognuno di noi da bambini. Gliene sarò per sempregrato.

    Concludo, dicendoVi, cari Lettori, che è una cosa molto, molto considerevole che il professor Lefano abbia finalmente deciso di pubblicare alcuni suoi scritti.

    Il motivo è che quello che scrive, ma soprattutto il modo in cui lo fa, è Patrimonio di Castelforte e si deve far tesoro della sua Opera.

    Va custodita tra le nostre cose più preziose.

    Va mostrata a chi ritiene che non siamo mai stati migliori di come siamo oggi.

    Si che lo eravamo invece. Ce lo ha ben raccontato Mario.

    Marco Vozzolo

    LA FESTA TE SAN GELARDO

    Mamella m’accattata na sonarella, Mamella m’accattata na sonarella,Me l’accattataa San Gelardo

    E icisoscio tentoe me lauardo.

    Sòna, sòna, sòna la sonarella, Mamella chesta sòna, chesta balla. Comme sònaforte sta sonarella!

    Mamella s’arrecrea mmies’alla folla.

    Alla bella fiera te San Gelardo

    Ci va chi non ci vetee non ci sente,

    Ci va chi non parla e chi nontè niente,

    Ci va chi ntè fortuna ese sentemalamente.

    Oi mama quanta gente stape llavia! Ecco st’arrivane n’ata compagnia,

    Se senteno forte, se senteno gli canti, Na femmenaallucca e n’ata ciagni.

    Mamella mia me tène la mani stretta, E ine

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