Un Secolo di Sport a Cosenza
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Ho tracciato un viottolo a colpi di penna.
E chissà che un domani a qualcuno verrà
l’uzzolo di approfondire, ciò che io ho abbozzato.
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Anteprima del libro
Un Secolo di Sport a Cosenza - Gianni Colistro
Gianni Colistro
Un secolo di sport
a Cosenza
Proprietà letteraria riservata
© by Pellegrini Editore - Cosenza - Italy
Edizione eBook 2016.
ISBN:978-88-6822-386-1
Via Camposano, 41 - 87100 Cosenza - Tel. 0984 795065 - Fax 0984 792672
SitI internet: www.pellegrinieditore.com - www.pellegrinilibri.it
E-mail: info@pellegrinieditore.it
I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.
Introduzione
A scrivere questo libro mi ha spinto la curiosità, quasi morbosa, di conoscere la storia degli sport della nostra città. Il periodo è breve. Cento anni. Perché è dagli inizi del ’900 che a Cosenza si è cominciato a muovere qualcosa. Pensavo, perciò, di andare incontro a un lavoro semplice. Che mi avrebbe portato via poco tempo. Non avrei mai immaginato di trovarmi di fronte a degli ostacoli, talvolta insormontabili. E sinceramente c’è stato un momento, non di sconforto, perché sono tenace e orgoglioso, ma di fastidio per il frapporsi di contrattempi che stavano per pregiudicare il mio lavoro. Qualcosa del mio programma l’ho dovuta, mio malgrado, rivedere quando mi sono accorto di non avere alcun argomento, per parlare di determinate discipline. Ho pensato al da farsi, al come mi sarei dovuto comportare e ho optato per una soluzione semplice che mi avrebbe consentito la stesura del testo. Mi sono detto, non posso pretendere di essere esaustivo. Nessuno scritto può essere perfetto. Perché più cerchi la perfezione più commetterai errori grossolani. E allora? Ho preso una decisione. Questa. Come l’esploratore che a colpi di machete, entrando nella foresta, si apre la via tra la folta vegetazione, anch’io mi sono messo al lavoro e tracciato un viottolo a colpi di penna. E chissà che un domani a qualcuno verrà l’uzzolo di approfondire, ciò che io ho abbozzato.
Detto questo è d’obbligo ringraziare tutte quelle persone che con la loro collaborazione mi hanno aiutato nell’impresa. Per il calcio e la scherma, Giorgio Porto, che mi ha procurato documenti preziosi e inoppugnabili. Per la pallacanestro Rito Vuono, che mi ha consentito di ricostruire alcune situazioni che sembravano senza via d’uscita e Pier Paolo Carbone che mi ha raccontato (documentandola) tutta la storia del Club Basket. Per la Pallavolo Brunello Giordano, Mario Costabile e Attilio Gagliardi che mi hanno fornito notizie, a me sconosciute, e parecchio materiale fotografico. Il Ministero dell’Interno, che ha autorizzato l’ing. Paolo De Bastiani, ufficiale dei Vigili del Fuoco di Cosenza, a fornirmi documenti e fotografie inerenti alla nascita della pallavolo nella nostra città. Utilissimo l’apporto anche di Mario Calabrese, responsabile della FIPAV provinciale e di Antonio De Dominicis. Un ringraziamento anche al segretario Ricucci della Federazione Ciclistica per la sua disponiblità. E infine, Pino Abate che mi ha messo a disposizione la biblioteca del CONI e, per quanto riguarda il tennis mi ha tracciato un breve biografia di Vittorio Magnelli che poi ho approfondito. È d’obbligo mettere in evidenza la disponibilità delle signore Mariuccia Sangermano, Giuseppina Volpintesta e di Luciano Romeo, che con la loro competenza, su tutto ciò ch’è contenuto nella fornitissima e totalmente abbandonata Biblioteca Civica, mi hanno ragguagliato e consigliato sui vari giornali e testi da consultare.
Premessa
Mi sembra opportuno, prima di addentrarmi nella stesura del libro, di tracciare una breve storia del CONI provinciale a partire dalla sua istituzione. La presenza di questo ente in tutte le province d’Italia ha fatto sì che le varie discipline sportive avessero una spinta propulsiva di notevole entità. A presiederlo venne chiamato il rag. Massimo Cavalcanti. A nominarlo fu Giulio Onesti.[1] Il rag. Cavalcanti iniziò il suo lavoro molto prolifico nel 1947 e concluse il suo mandato nel 1961. A lui si devono alcune opere molto importanti. La costruzione dello stadio S. Vito e quella del Campo Scuola. Laborioso e irto di ostacoli l’iter per l’edificazione dello stadio. Il CONI assicura la propria disponibilità a erogare i finanziamenti, ma previo impegno del comune a reperire il suolo. La lentezza e la burocrazia, classico male dei politici, qualsiasi posto essi occupino, ha fatto sì che trascorressero ben sette anni prima di poter dare il via ai lavori. Stadio bell’è pronto nel 1963. La squadra del Cosenza vi inizia a giocare nella stagione 1964-65. L’inaugurazione del S. Vito avvenne il 1° novembre 1967. Italia-Cipro 5-0, gara valida per la qualificazione al Campionato Europeo delle Nazioni. Il Campo Scuola, invece, venne inaugurato nel 1960 con i campionati studenteschi.
Dal 1962 al 1992 a presiedere il CONI venne eletto l’avv. Franco Carci. Anch’egli gestisce l’ente con molta intelligenza e nel 1978, con la collaborazione del comune, sindaco Iaccino, assessore allo sport il dr. Carlo Misasi si costruiscono tre magnifici palazzetti dello sport. Che poi siano stati gestiti male, questo sfortunatamente è un vezzo che fa parte della nostra cultura. All’uscita di scena di Carci, due anni di crisi per le difficoltà tra i responsabili delle varie federazioni di poter trovare un nome su cui far convergere i voti. E nel 1994 viene eletto Vincenzo Perri. Giovane dinamico e molto intelligente. La sua amministrazione dura fino al 2000. Perri preferisce passare alla Federazione Gioco Calcio, date le sue maggiori attitudini in quel settore.
A subentrargli Pino Abate. Persona seria e disponibile che con i soldini che passa il convento, cioè il CONI, fa il possibile e l’impossibile. Comunque, a lui sono da attribuire i meriti per la fondazione della biblioteca del CONI e ideato e pubblicato un libro fotografico che tratta dei primi settanta anni di sport a Cosenza a partire dal 1900. Abate che ha gestito il Comitato Provinciale dal 2001 al 2005, dal 2005 al 2009 dal 2009 al 2012 e dal 2012 al 2015, viene esautorato, prima che concludesse il quarto mandato, dal neo presidente regionale del CONI, Basilio Maurizio Condipodero. Attualmente il CONI cosentino è retto da una delegata: l’avv. Francesca Stancati.
[1] Primo Presidente del CONI del dopoguerra, nominato nel 1946. Onesti ha avuto il merito d’istituire il Concorso pronostici del totocalcio. Ha ampliato e arricchito con libri e documenti, la già fornitissima Biblioteca del CONI. Ha ottenuto che nel 1956, si disputassero a Cortina d’Ampezzo i Giochi Invernali e nel 1960 le spettacolari Olimpiadi di Roma. Nel frattempo la politica ha iniziato con allungare i tentacoli su tutto ciò che gli stava intorno e naturalmente sullo sport. E nel 1978 con un decreto legge hanno messo fine alla presidenza Onesti e hanno aperto alla servilismo. Basta leggere i successori: Carraro, Gattai, Pescante, Petrucci, Malagò.
Quel 16 marzo del 1900
Agli inizi del ’900 la popolazione di Cosenza non superava i ventimila abitanti. Arroccata sul Pancrazio poteva contare su due ponti per andare al di là degli storici fiumi. Il Ponte S. Francesco, sul Crati, che consentiva di poter raggiungere il Borgo dei Pignatari[1], la Garrubba, Colle Triglio e Corso Plebiscito. Mentre il Ponte S. Domenico, sul Busento, la collegava col rispettivo Convento, con i Rivocati e con il Carmine. La vita scorreva relativamente tranquilla. Concerti alla Villa Vecchia e rappresentazioni teatrali servivano a riempire il tempo libero. Sindaco della città era Alfonso Salfi, che fu costretto a dimettersi, però, dopo qualche mese aprendo una crisi che per risolversi dovettero trascorrere ben otto anni. È in questo contesto che l’idea di far conoscere lo sport ai cosentini venne a Domenico Cilento. Un avvocato intraprendente e dinamico che con alcuni amici fondò il Club Silano
. Riunitisi in un appartamento di Piazza Piccola, il 16 marzo del 1900, stilarono un breve statuto nel quale indicarono quale sarebbero state le discipline sportive che il club avrebbe praticato, Alpinismo, Scherma, Ciclismo, Caccia. Presidente fu eletto Cilento. Collaboratori Pietro Barrese, Alberto Tarozzi, Silvio Pagni e Ugo Trocini (Direttore responsabile del giornale La Lotta
). Le discipline scelte erano all’avanguardia in quegli anni. L’alpinismo aveva visto la luce nel 1863, grazie a Quintino Sella, che aveva fondato il Club Alpino Italiano. La cultura della montagna fece presa su numerose persone che s’iscrissero al Club Silano e parteciparono alle escursioni che man mano venivano organizzate. Stupenda la gita sul Monte Cocuzzo (1541 m), il 28 luglio del 1902. Chi a piedi, chi in bicicletta ne raggiunsero le falde, nei pressi di Mendicino. Poi i più esperti e coraggiosi lo scalarono dalla parte più impervia e quando arrivarono in cima la intitolarono all’intrepido avv. Cilento e festeggiarono l’impresa con una colazione pantagruelica.
La scherma era in auge da diversi anni e le Accademie, così definite anche se con prosopopea, servivano per forgiare gli amanti di questo magnifico sport che in Italia ha avuto sempre grandissimi campioni. Nel XIX secolo e fino agli inizi del XX, però, le scuole di scherma erano frequentate non solo da chi amava questa disciplina e si allenava per ottenere risultati di un certo prestigio ma anche da chi temeva di essere sfidato a duello. Non era difficile che accadesse anche se era vietato dalla legge. Ma i duellanti non riconoscevano la giustizia e vi si contrapponevano perché la ritenevano insoddisfacente. A tal proposito eccovi il resoconto sul duello tra due ufficiali di stanza nella città dei Bruzi. Fatto inedito per Cosenza. Era sabato 14 settembre 1902. Due ufficiali di fanteria, il capitano Santoro e il capitano Palumbo diedero vita ad uno scambio di opinioni per motivi inerenti al servizio espletato presso il distretto. La discussione, che sembrava pacata, d’un tratto assunse toni incandescenti e i contendenti sarebbero certamente venuti alle mani se non ci fosse stato l’intervento di alcuni colleghi, presenti all’increscioso fatto, che furono lesti a sedare la rissa. Ma Santoro ritenutosi offeso lanciò la sfida che fu accettata dal collega Palumbo. Appuntamento alle cinque del mattino di domenica in località Campagnano. Il duello si sarebbe svolto con la sciabola, senza esclusione di colpi fino ad impossibilità di proseguire, a giudizio dei medici, il ten. medico Vocaturo e il dott. Molezzi, invitati per l’occasione. Due gli assalti. Il primo ebbe la durata di circa due minuti senza che gli sfidanti riuscissero a farsi del male. Nel secondo dopo uno scambio abbastanza irruento i due rimanevano feriti in maniera piuttosto seria. I medici constatata la gravità della situazione, decisero per la sospensione dello scontro. E dopo le prime cure i due ufficiali vennero ricoverati presso l’Ospedale Civile di Cosenza.
Un gruppo di schermidori in una foto del 1935. Seduto il maestro Damiani. Da sinistra D’Arca, Izzo, Rizzo, Maierà e Gervasi.
L’Accademia della scherma fu il fiore all’occhiello del
Club Silano. Grazie alle amicizie dell’avvocato Cilento venne chiamato a dirigerla il maestro perugino Salvatore Linguiti, una delle maggiori celebrità
schermistiche di quei tempi. A lui si devono alcune interessanti esibizioni tenutesi al Teatro Garibaldi (attuale Liceo B. Telesio). Esauriti tutti i posti a sedere. Da raccontare lo spettacolo offerto nei primi mesi del 1902. Tra gli ospiti di grande valore, il maestro Salvatore Pecoraro, vice direttore della Scuola