Franco Tucci e il vecchio borgo delle Sieci di Sotto
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“Il vecchio Borgo delle Sieci di Sotto” è una raccolta di storie, frammenti di vite e di storie personali degli abitanti di un borgo toscano nel comune di Pontassieve: immagini in bianco e nero che corrono nella nostra mente leggendo queste pagine. Un intrigante racconto della vita delle generazioni che ci hanno preceduto, ambientato in un lenzuolo di terra alle porte di Firenze.
È la testimonianza anche dell’evoluzione della famiglia, del lavoro, dei rapporti sociali. Un percorso che racconta la trasformazione della società locale, passaggi obbligati verso la modernizzazione.
Si tratta di un’opera curata da Orlando Materassi e Silvia Pascale e che dà spazio, attraverso molte angolazioni diverse, alla vita corale di un piccolo paese raccontando le aspettative, i sogni, le paure e le speranze di varie figure paesane.
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Anteprima del libro
Franco Tucci e il vecchio borgo delle Sieci di Sotto - Orlando Materassi
Tavola dei Contenuti (TOC)
Ringraziamenti
Πρόλογος
Premessa
Introduzione
Ricordi…
I mille volti di un piccolo Borgo
C’era una volta un Borgo…
Le Sieci{2}
Il Vecchio Borgo delle Sieci di Sotto (1)
Il vecchio Borgo delle Sieci di Sotto (2)
Postfazione
cover.jpgOpera curata da
Orlando Materassi
Silvia Pascale
FRANCO TUCCI
E IL VECCHIO BORGO DELLE SIECI DI SOTTO
img1.pngISBN versione digitale
978-88-6660-426-6
FRANCO TUCCI E IL VECCHIO BORGO DELLE SIECI DI SOTTO
A cura di: Orlando Materassi e Silvia Pascale
© CIESSE Edizioni
www.ciesseedizioni.it
info@ciesseedizioni.it - ciessedizioni@pec.it
I Edizione stampata nel mese di dicembre 2022
Impostazione grafica e progetto copertina: © CIESSE Edizioni
Immagine di copertina: Licenza Creative Commons CC0
(libero uso commerciale, attribuzione non richiesta)
Foto Autore di: Regina Casanova
img2.pngCollana: LE NOSTRE GUERRE
Direttore di Collana: Silvia Pascale
Consulente storico-scientifico di Collana: Orlando Materassi
Editore e Direttore Editoriale: Carlo Santi
PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA
Tutti i diritti sono riservati.
È vietata ogni riproduzione dell’opera, anche parziale, pertanto nessuno stralcio di questa pubblicazione potrà essere riprodotto, distribuito o trasmesso in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo senza che l'Editore abbia prestato preventivamente il consenso.
"Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio.
Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia."
Don Lorenzo Milani
CON IL CONTRIBUTO DI
img3.jpgtramite il Fondo italo-tedesco per il Futuro
CON IL PATROCINIO
DEL COMUNE DI PONTASSIEVE
img4.pngUN PROGETTO DI ANEI TREVISO
img5.jpgRingraziamenti
A nome di mio babbo ringrazio tutti.
Ringrazio tutti gli abitanti di Sieci, per la curiosità, l’attenzione, l’interesse, che hanno accompagnato la stesura del testo Il Vecchio Borgo delle Sieci di Sotto, per la loro disponibilità a raccontare le loro storie, per l’amicizia e la stima per mio babbo mai venuta meno.
Ringrazio Adua, mia mamma, il suo aiuto prezioso ha permesso tante volte di ricomporre i vuoti della memoria.
Ovviamente ringrazio Orlando, perché c’è sempre stato e poi Silvia per il suo impegno verso i diritti umani, la partecipazione e la sensibilità ricevuta.
Ringrazio Lucia, Giovanni, Rinaldo, la famiglia Prini per le loro foto delle persone e di quelle storiche del Vecchio Borgo che hanno messo a disposizione. Un particolare ringraziamento a Giampiero sempre importante riferimento per la memoria storica delle vicende delle Sieci.
Ringrazio Monica Marini, Serena Spinelli, Tea Albini, Lucia Bigliazzi e Luciana Bigliazzi che con i loro contributi hanno arricchito questo libro.
Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questa pubblicazione.
Per ultimo, ma non per ultimo Riccardo, che ha insegnato a mio babbo a usare il computer... da quella magia ha avuto inizio la storia.
Sandra Tucci
Πρόλογος
Una brevissima introduzione, prologo appunto nel significato greco del termine, come una carezza che apre le tende di un sipario dove il paesaggio delle Sieci fa da scenografia e i suoi abitanti ne sono gli attori.
Abbiamo sempre ritenuto importante lavorare sulle testimonianze, perché conoscere le tante storie aiuta a capire la Storia.
Conoscere i piccoli particolari di un ambiente di vita in un determinato contesto storico aiuta a comprendere quel periodo e gli eventi che accaddero.
Per questo ci sentiamo di ringraziare quanti fin da subito hanno creduto in questa pubblicazione: Franco stesso, a suo tempo, aveva donato agli amici più stretti il suo scritto nell’impossibilità di vederlo pubblicato.
Naturalmente il nostro immenso grazie va a Adua e Sandra, moglie e figlia di Franco, che ci hanno affidato la curatela. A Silva, Daniele e Paola Prini per averci messo a disposizione le foto del marito e padre Maurilio, campione di calcio nei club e nella Nazionale A; a Giovanni Signori per le foto di famiglia e di altri contesti; a Rinaldo Quercioli per la foto di suo padre Anselmo campione regionale toscano di pugilato.
Un ringraziamento particolare a Giampiero Chiarantini più volte ascoltato per conoscere particolari su alcune cose e persone (attribuzione di soprannomi e attività lavorativa) che non conoscevamo o ci sfuggivano.
E non possiamo certo dimenticare le tante persone che, conoscendo il lavoro in cui ci stavamo impegnando, ci hanno sostenuto con la loro approvazione e l’auspicio di una prossima lettura.
Come più volte ci è accaduto anche questa pubblicazione ha avuto la condivisione della Sindaca di Pontassieve Monica Marini e della Assessora regionale della Toscana Serena Spinelli alle quali va la nostra profonda riconoscenza.
Un ringraziamento all’Ambasciata della RFG di Roma che ha riconosciuto questa pubblicazione in un progetto presentato dall’ANEI di Treviso avendo come tematica la Memoria, la Riconciliazione e la Pace. Valori in cui Franco credeva e per i quali si era speso durante il suo impegno sociale e politico.
E se nel testo si possono leggere divergenze sociali e politiche a quel tempo, è importante capire come la storia abbia successivamente espresso il suo giudizio.
Un grazie di cuore a Tea Albini che quando era incaricata a seguire e a amministrare la Cooperativa di Consumo conobbe Franco che ne era consigliere, così come a Lucia e Luciana Bigliazzi con le quali da tempo collaboriamo e che sono per noi un grande riferimento culturale.
Per ultimo, un ringraziamento tutto speciale va a Franco, avendoci dato la possibilità di curare una sua opera che sappiamo bene quanto avrebbe voluta vederla pubblicata: grazie Franco, e ovunque tu sia vorremmo che tu possa rivedere il tuo Vecchio Borgo delle Sieci di Sotto e una comunità che ti ricorda con affetto e con amicizia.
Orlando Materassi & Silvia Pascale
Premessa
Serena Spinelli
Assessora alle Politiche sociali, abitative e per la cooperazione internazionale della Regione Toscana
Ringrazio Orlando Materassi e Silvia Pascale per avermi chiesto un piccolo contributo introduttivo a questa loro nuova pubblicazione, frutto del percorso di ricerca che insieme stanno portando avanti nel grande ambito della memoria
e delle sue sfaccettature. Una ricerca appassionata e che ha il merito e l’originalità di tenere insieme in uno stretto legame la Storia e il territorio.
Anche in questo libro, che ci restituisce il memoriale di Franco Tucci, il nastro si riavvolge a partire dalle Sieci, che era anche il paese di Elio, il padre di Orlando che con il suo diario - pubblicato nel volume "Quarantaquattro mesi di vita militare. Diario di guerra e di prigionia" – ci ha raccontato il dramma della deportazione nei campi tedeschi degli IMI, gli Internati Militari Italiani, per aver rifiutato dopo l’armistizio di arruolarsi nelle truppe repubblichine di Salò.
Il vecchio Borgo delle Sieci di Sotto e i suoi abitanti diventano i protagonisti di un grande racconto e di uno spaccato importante della nostra storia, grazie alla cura con cui Orlando e Silvia hanno preso in mano il memoriale di Franco Tucci, che alle Sieci è stato uomo conosciuto e apprezzato, come segretario della sezione del PCI, presidente della Cooperativa di Consumo e del Consiglio di Frazione.
Tanti aspetti mi hanno colpito in un racconto che attraverso i ricordi personali e le testimonianze dirette, ripercorre la vita delle Sieci di Sotto dagli anni ’30 alla fine del secondo conflitto mondiale e ai primi anni della ricostruzione nel dopoguerra.
Un racconto che è la storia di una comunità, con i nomi e i soprannomi dei suoi componenti, i legami familiari, gli aneddoti, i luoghi, vissuti in ogni stagione. E tra questi spicca il fiume: quell’Arno dove si andava a pescare, a estrarre la rena, a lavare i panni e a fare il bagno, dove zattere legate a una corda, il canapo
, traghettavano merci e persone da una sponda all’altra.
E poi i luoghi del lavoro, la fornace, ma anche le botteghe artigiane e dei commercianti; e quelli dell’aggregazione e dell’impegno collettivo: come la Cooperativa di consumo. Luoghi che ci appaiono oggi diversi, trasformati nelle loro funzioni e anche nel loro aspetto.
Ma questa non è un’opera di nostalgia, piuttosto emerge la volontà di conservare quanto, senza la testimonianza di chi ha vissuto certi fatti o li ha raccolti dalla viva voce dei protagonisti, andrebbe irrimediabilmente perduto.
Sono tante le storie individuali qui raccontate, storie che in un modo o nell’altro hanno intrecciato la Storia, quella con la S maiuscola: il fascismo, la guerra, la ricostruzione, i cambiamenti sociali, la gente che lascia il Borgo delle Sieci di Sotto, bombardato nel ’44, per trasferirsi altrove.
Quello che emerge dalle pagine è il quadro dettagliato e il senso profondo di una comunità, nell’Italia che ha attraversato i momenti più duri, che ancora non immaginava gli anni del boom e del miracolo economico.
Una comunità stretta intorno alle proprie case e ai propri impegni quotidiani, tra i campi e la fabbrica, le botteghe e i mestieri. Dove tutti si conoscono e dove è forte il senso di solidarietà e di cooperazione.
Ma queste pagine, appunto, guardano al passato per dare un contributo al presente e al futuro. Perché possiamo e dobbiamo ispirarci a quel valore della comunità, per riportarlo ai giorni nostri ridefinendo un nuovo modello che abbia alla base la coesione sociale, dia a tutti e tutte opportunità di inclusione e di realizzare le proprie aspettative e i propri desideri, contribuendo alla crescita collettiva e a migliorare ciò che ci circonda.
Un modello di welfare basato sulla capacità di fare rete, di attivare tutte le energie e le risorse presenti nella comunità, di ricucire e potenziare il tessuto dei legami sociali del territorio, per prendersi cura davvero delle persone in ogni fase della loro vita, a partire da chi è più fragile e mettendo al centro al tempo stesso i bisogni di cura e i diritti di inclusione e protezione sociale.
In una comunità coesa è più facile trovare le risposte ai bisogni, ma anche garantire il rispetto dei diritti di tutte e di tutti. Senza comunità ci sono solo singoli individui, sempre più isolati e disarmati di fronte alle difficoltà dei nostri tempi.
Un ringraziamento di cuore quindi a Franco Tucci, per averci restituito con semplicità quello che è il quadro di un vecchio borgo, ma anche molto di più. E che ci impegna a tutelare, promuovere e rilanciare il ruolo delle nostre comunità. E grazie ancora una volta a Orlando e a Silvia per il loro prezioso lavoro.
Introduzione
Monica Marini
Sindaca del Comune di Pontassieve (Firenze)
La scelta, da parte di Orlando Materassi e Silvia Pascale, di ripercorrere la storia de Le Sieci recuperando i ricordi e le parole di Franco Tucci, che di quella storia ha fatto parte e che per tanti anni l’ha custodita, costruita e raccontata, è un motivo di profonda gioia e gratitudine, come Sindaca e, ancor prima, come cittadina, nata e cresciuta a poca distanza da quei luoghi e da quelle persone che popolano queste pagine. Per questo, prima di tutto, mi corre l’obbligo di ringraziare Orlando e Silvia. Questo su Le Sieci, a partire dalle parole e dalla storia di Franco, è l’ennesimo capitolo di un imponente lavoro sulla Memoria che, con profondo impegno, Orlando e Silvia portano avanti da molti anni, con la consapevolezza di quanto sia proprio attraverso il recupero del proprio passato e delle storie delle persone che le comunità, soprattutto oggi, in un tempo che sfilaccia velocemente i legami, trovano il loro senso collettivo, la loro identità e una bussola con cui orientarsi tra i mutamenti continui e spesso radicali della nostra società.
Anche in questo caso, l’importanza del loro lavoro sta nel raccogliere le Storie individuali e farcele conoscere. Così grazie a loro e a Sandra, che ci ha aperto la porta sul mondo del padre, riusciamo a vedere la vita brulicante della frazione, a sentirne le voci, percepire l’energia, il coraggio e la forza, ogni volta che c’è stato da ripartire e ricostruire, come dopo la Guerra o dopo l’alluvione che sulle Sieci hanno lasciato segni ed eredità pesanti. Conoscere il nostro territorio e le persone che lo hanno reso ciò che è adesso – ovvero un luogo in cui ci si adopra per gli altri, per il loro benessere e per poter camminare gli uni al fianco degli altri, senza lasciare nessuno indietro - diventa necessario anche per avviare una riflessione sul futuro che vogliamo per le nostre comunità e i nostri paesi. E possiamo essere certi che se vogliamo che questo futuro sia migliore, dobbiamo ripartire dalle storie delle persone come Franco, dalla loro disponibilità alla cura dell’altro e della collettività, quando spesso comportava un sacrificio ancora più grande e non sempre era facile.
Buona lettura, quindi, a tutte e tutti noi.
Ricordi…
Tea Albini
Ho conosciuto Franco una quarantina di anni fa. Fu simpatia a prima vista, un riconoscersi fra compagni
che avevano in comune valori e sentimenti propri di quella che con una parola si può definire la sinistra storica
.
Mi piaceva parlare con lui, mi piaceva il suo raccontare fatti e situazioni di quel mondo che lo vedeva protagonista e come riusciva a coinvolgere gli altri e a farli sentire in qualche modo partecipi di quella realtà.
Lo conobbi come consigliere della Cooperativa di Consumo quando mi trovai per un periodo a seguirla ed amministrarla in quanto autonoma rispetto alla grande Cooperativa, alla Unicoop Firenze.
Qui si potrebbe aprire un capitolo