Whirl

Di Emma Raveling

Magia. Segreti. Destino.

Kendra Irisavie ha sempre fatto di testa sua.

È un’ondina, una creatura elementale dell’acqua con il dono della potente magia dell’Empatia, addestrata a essere una guerriera. Coinvolte in un’antica guerra contro i demoni Aquidi, lei e sua madre sono Solitarie e si nascondono tra gli umani per non diventare le ennesime vittime.

Tutto cambia quando, al diciassettesimo compleanno di Kendra, si scatena la violenza. Un oscuro sconosciuto compare, promettendo di darle risposte sul suo misterioso passato e risvegliando sentimenti inaspettati nel suo cuore apparentemente inespugnabile.

Ma quando Kendra scopre la verità sulla sua famiglia e sul suo futuro, si rende conto di quanto profonde siano le bugie e gli inganni attorno a lei.

Adesso, nonostante le mille difficoltà, avrà bisogno di tutta la sua intelligenza, delle sue capacità e della sua magia per compiere una straordinaria profezia.

Primo volume di una travolgente saga fantasy contemporanea, Whirl è l’inizio dell’emozionante viaggio di una giovane donna alla ricerca dell’amore e della speranza mentre combatte per il suo posto in un mondo cui non appartiene.

Una guerra impossibile. Una magia esplosiva. Un destino inesorabile.

WHIRL: Libro primo della Saga delle Ondine

• Lingua: Italiano
• Editore: Mandorla Publishing
• Data di uscita: 28 mar 2016
• ISBN: 9781507135464

Anteprima del libro

Descrizione

Magia. Segreti. Destino.

Kendra Irisavie ha sempre fatto di testa sua.

È un’ondina, una creatura elementale dell’acqua con il dono della potente magia dell’Empatia, addestrata a essere una guerriera. Coinvolte in un’antica guerra contro i demoni Aquidi, lei e sua madre sono Solitarie e si nascondono tra gli umani per non diventare le ennesime vittime.

Tutto cambia quando, al diciassettesimo compleanno di Kendra, si scatena la violenza. Un oscuro sconosciuto compare, promettendo di darle risposte sul suo misterioso passato e risvegliando sentimenti inaspettati nel suo cuore apparentemente inespugnabile.

Ma quando Kendra scopre la verità sulla sua famiglia e sul suo futuro, si rende conto di quanto profonde siano le bugie e gli inganni attorno a lei.

Adesso, nonostante le mille difficoltà, avrà bisogno di tutta la sua intelligenza, delle sue capacità e della sua magia per compiere una straordinaria profezia.

Primo volume di una travolgente saga fantasy contemporanea, Whirl è l’inizio dell’emozionante viaggio di una giovane donna alla ricerca dell’amore e della speranza mentre combatte per il suo posto in un mondo cui non appartiene.

Una guerra impossibile. Una magia esplosiva. Un destino inesorabile.

WHIRL: Libro primo della Saga delle Ondine

Dicono de La Saga delle Ondine

Travolgente, trascinante ed emozionante... pieno di scene incredibili che vi lasceranno col fiato sospeso. Non vedrete l’ora che esca il prossimo libro!

- Book Passion for Life

––––––––

Emma Raveling ha creato un fantasy originale e avvincente pieno di personaggi carismatici, con una storia travolgente, splendidi elementi fantastici e storie d’amore emozionanti... un romanzo incantevole, divertente e ben scritto. Assolutamente da leggere!

- Word Spelunking

––––––––

Una lettura pirotecnica e piena d’azione che darà una scossa alle vostre emozioni, che vi conquisterà fin dall’inizio e vi lascerà con la voglia di leggerne ancora.

- Paromantasy

––––––––

Azione, amore e un mondo incredibile mai visto prima.

- The Kindle Book Review

––––––––

Ho adorato leggere di questo mondo fin dall’inizio... e mi sono ritrovata ad affezionarmi all’eroina e a fare il tifo per lei. Raccomando questo libro a tutti i fan dei libri per giovani adulti e della mitologia.

- Night Owl Reviews: Top Pick

––––––––

Pagine piene d’avventura, eroi, malvagità, amore, tristezza e sì, anche di dolore. Lo stile narrativo è splendido e i personaggi sembrano vivi.

- The Book Hookup

Ad AAA per aver creduto in me

Ondina

«Ascolta! Ascolta! Sono io, sono Ondina,

che sfioro di gocce d’acqua le losanghe sonore della

tua finestra illuminata dai tetri raggi della luna;

ed ecco in veste d’amoerro, la castellana che

dal balcone ammira la bella notte stellata e il bel

lago dormiente.

«Ogni flutto è un ondino che nuota nella corrente,

ogni corrente è un sentiero che serpeggia verso il mio palazzo,

e il mio palazzo fluido è costruito sul fondo del lago, nel

triangolo del fuoco, della terra e dell’aria.

«Ascolta! Ascolta! Mio padre batte l’acqua gracidante

con un verde ramo di ontano, e le mie sorelle carezzano

con braccia di schiuma le fresche isole d’erba, di ninfee

e di giaggioli, o ridono del salice cadente e

barbuto che pesca con la lenza! »

*

Mormorata la sua canzone, mi supplicò d’infilarmi al dito

il suo anello per essere lo sposo di un’Ondina, e

con lei visitare il suo palazzo per essere il re dei laghi.

E quando le risposi che amavo una mortale,

stizzita e indispettita versò qualche lacrima,

scoppiò a ridere e si dissolse in un denso piovasco che

bianco sgocciolò lungo i miei vetri azzurri.

- Aloysius Bertrand, Gaspard de la Nuit

––––––––

PROLOGO

––––––––

Le cupe ombre della notte mi avvolgevano.

Camminando sull’erba, mi avvicinai alla casa dal retro. L’unico suono che riverberava nella quieta aria primaverile era il fioco ruggito dell’oceano Pacifico a qualche isolato di distanza. Un pungente odore di sale aleggiava nella brezza leggera e il mio sangue cantava, sentendosi vicino all’acqua.

I miei occhi scrutarono la zona. Niente.

Abbassai i miei filtri ed estesi la mia Virtù verso l’esterno. Il fresco fremito della magia scorse dentro di me come un torrente in piena.

Non c’erano emozioni umane nelle vicinanze. All’una di notte, la strada residenziale di quello sciatto quartiere di periferia era buia e silenziosa, ma essere troppo cauti non faceva certo male.

Scivolai oltre la siepe e mi infilai nel cortile, dirigendomi verso la finestra appena aperta. Il lampione ronzava e gettava un’obliqua luce gialla sui cespugli e sugli arbusti che fiancheggiavano la casetta bianca.

La luce sfarfallò brevemente, pronta a estinguersi. Un’ombra si mosse sul prato davanti all’abitazione.

Mi fermai, guardinga, il mio istinto in stato di allerta. Mi nascosi dietro una fila di cespugli di ortensie, dando la schiena alla parete, e strisciai in avanti cercando di stare il più vicina possibile al terreno.

C’erano due figure vicine al marciapiede, le loro sagome disegnate dalla luce tremolante. Mi sentii riempire da uno spasmo di fastidio nel riconoscere la donna.

Mi dava le spalle e fronteggiava un uomo alto con i capelli scuri. Era difficile distinguere i suoi lineamenti, ma la mia vista amplificata mi permise di dargli una bella occhiata. Era più di un metro e ottanta, forse quasi uno e novanta, ed era un po’ più vecchio di me, sulla ventina. Folti capelli castani gli si arricciavano attorno al collo e gli si posavano sulle spalle. Aveva occhi scuri e luccicanti. La sua postura rilassata trasudava disinvolta grazia ed eleganza.

Il giacchetto di pelle nera gli arrivava fino ai polpacci, sottolineando il suo corpo snello e muscoloso. Se l’avessi visto da un’altra parte, di sicuro avrei pensato che era un figo.

Parlavano piano, quasi sussurrando, e non riuscivo a capire cosa stessero dicendo.

Non avevo idea del perché lui fosse lì, ma decisi che non sarei rimasta a scoprirlo. Mentre indietreggiavo la mia gamba sfiorò un ramo e un sonoro crack riecheggiò nell’aria.

Rimasi immobile.

Per un momento pensai che il ragazzo dai capelli scuri avesse guardato nella mia direzione, ma quando sbattei le palpebre mi accorsi che i suoi occhi erano rimasti puntati su di lei. Muovendomi rapidamente mi affrettai a raggiungere il retro della casa. Feci scivolare le mani sotto la finestra, la spinsi e si aprì senza emettere un suono.

Mi afferrai al davanzale e mi issai dentro, senza tende o persiane a ostacolarmi. Che senso aveva mettere cose del genere quando sapevi che ti saresti ritrasferito dopo pochi mesi?

Spero che tu sappia che ci sono modi più semplici di entrare in casa nostra. Tipo usare la porta d’ingresso.

Maledizione.

Naida Irisavie era in piedi sulla porta con le braccia conserte sotto il seno. Detestavo quando lo faceva. Mi faceva sentire piccola, anche se ero più alta di lei di almeno quindici centimetri. I capelli ricci, della stessa sfumatura castano miele dei miei, erano legati all’indietro in una treccia perfetta, e gli occhi nocciola mi guardavano con disapprovazione.

Sul suo vestito e sul suo volto non c’erano tracce di sangue, il che poteva significare che aveva avuto una pattuglia tranquilla o che si era ripulita prima del mio arrivo.

Mi allungai verso il comodino per accendere la lampada. Sì, mamma, so bene che abbiamo una porta d’ingresso, ma stasera era piuttosto occupata. Chi era quel tizio?

Lei strinse le labbra. Non sono affari tuoi.

Tu pensi che non siano mai affari miei.

Mmm?

Niente.

La domanda è... dove eri stasera?

Sono andata a dare un’occhiata in giro. Mi tolsi la giacca e mi sedetti sul letto. Volevo vedere com’è la vita notturna in questa città sperduta.

Le esplorazioni notturne che avevo fatto la settimana prima avevano soltanto confermato ciò che già sospettavo: San Aurelio non era certo Los Angeles. C’era solo qualche misera discoteca e in generale l’atmosfera era noiosa e insipida. Se la movida di LA era un sontuoso banchetto per i sensi, l’azione in questo surrogato di città era l’equivalente di una dieta ferrea.

Kendra, perché continui ad agire senza pensare?

Mi sentii ardere dal risentimento. Quella donna mi aveva addestrata a essere indipendente. Sapevamo che sarebbe potuto succedere qualcosa, che la possibilità che una notte lei non facesse ritorno era concreta, ma lei riusciva sempre a farmi sentire come una bambina indifesa.

Ci ho pensato, ribattei io. Devo imparare a conoscere questo posto. Come posso difendermi o sapere quali opzioni ho a disposizione se non so come è fatto?

Dimmi che almeno avevi con te il pugnale.

Alzai gli occhi al cielo. Pensi proprio che sia stupida, eh?

Quasi tutti i genitori regalavano alle figlie dei vestiti o delle cose da femmina per il loro tredicesimo compleanno; mia madre, invece, mi aveva regalato un pugnale d’argento personalizzato lungo venticinque centimetri per combattere demoni malvagi e immortali.

Con un’occhiata tagliente estrassi la lama e il fodero dal loro solito nascondiglio alla base della mia schiena e li posai sul comodino. Un rombo d’argento, inciso sull’elsa di onice lucido, brillava nella luce fioca. Quel pugnale era stato fatto per me da un mastro coltellinaio ed era come un’estensione del mio corpo, tanto che non andavo mai da nessuna parte senza.

Occhi penetranti notarono il livido fresco sul braccio. "Almeno sei finalmente andata al dojo. Quanto?"

Sette minuti.

Troppo.

La fulminai con lo sguardo. Era alto quasi due metri e pesava più di cento chili!

Lei proseguì come se non avessi detto niente. "Quanto per il sensei?"

Dieci minuti.

Devi continuare a lavorare. Sono umani. La sua voce assunse la fredda durezza che usava durante gli allenamenti. E non hanno una gran ripresa. Avresti dovuto atterrarli entrambi in meno di cinque minuti.

Non riuscivo a crederci. Il karate dojo del posto era rinomato in tutto il paese, io avevo messo al tappeto sia il maestro, sia il suo miglior studente in meno di quindici minuti, e ancora non andava bene.

Non male per una sedicenne alta la metà di loro, risposi in tono volutamente arrogante.

Ah, davvero? E immagino che ‘non male’ sia sufficiente per batterti con gli Aquidi? Fece una pausa. Suppongo che tu abbia ottenuto il permesso di allenarti lì.

Non mi scomodai nemmeno a risponderle.

Quando ci torni?

Indossai un’espressione compiaciuta. La prossima settimana. Hanno entrambi bisogno di tempo per rimettersi in sesto.

Allenati con loro fino a quando non riuscirai a metterli al tappeto in meno di cinque minuti.

E se ci riesco? Mi lascerai finalmente venire di pattuglia con te?

No, rispose lei in tono piatto. Non sei pronta.

Il dolore e l’irritazione si trasformarono in furia. Non capisco. Vuoi che io sia indipendente e in grado di badare a me stessa, mi addestri a combattere gli Aquidi e poi mi rinchiudi in casa!

Perché tu ti comporti in modo irresponsabile! E se te ne fossi trovata uno davanti mentre tornavi a casa, stasera?

Gli avrei fatto il culo come mi hai insegnato tu.

"E come, se ti servono ancora dieci minuti per stendere un sensei umano? La sua voce era piena di scherno. Ti ho detto mille volte quanto sono forti e veloci. Non hai idea..."

Sì, sì, non so quanto siano forti. Agitai la mano in un gesto di congedo. Mi aveva detto la stessa cosa infinite volte col passare degli anni. E forse non lo saprò mai fino a quando non mi lascerai combattere contro uno di loro!

Balzai giù dal letto, agitata.

Quello cos’è?

La sua domanda pugnalò l’aria.

Merda.

Ero arrabbiata per il nostro trasferimento da Los Angeles a questa piccola cittadina nel nord della California, e così avevo deciso di farmi il disegno di un’onda. Il cugino di una mia compagna di classe era tatuatore e con l’inchiostro nero mi aveva disegnato il simbolo dietro la spalla sinistra, e standomi di fronte se ne vedeva appena la punta.

L’avevo tenuto coperto proprio per evitare quella scena.

È un tatuaggio. Appesi il giacchetto nell’armadio con naturalezza. Sono sicura che tu ne abbia visto uno prima d’ora.

Lei mi fissò la spalla come se vi fosse cresciuto sopra qualcosa di alieno.

Quando te lo sei fatto? La sua voce era venata di rabbia.

Non ricordo di preciso. La scorsa settimana, prima di trasferirci. Mi strinsi nelle spalle. E allora? Siamo ondine. Non c’è niente di male a farsi un bel tatuaggio che ci rappresenta.

Hai appena compiuto sedici anni! Non dovresti farti tatuaggi di qua e di là.

Smettila di fare la drammatica, è solo un...

Quei cosi sono permanenti!

Quindi vorresti dirmi che a un certo punto nei prossimi anni non sarò più un’ondina e il tatuaggio non sarà più importante? Le mie parole trasudavano sarcasmo. Era una delle mie solite risposte arroganti, del tipo che mi metteva sempre nei guai.

Lei non rispose subito. I suoi occhi si posarono nuovamente su di me. Ne riparleremo quando sarò tornata a casa domattina.

Non sei ancora andata in pattuglia?

No. Stasera sono venute fuori delle cose che ho dovuto sbrigare per prime.

Cose come quel tipo con cui parlava, ma decisi che era meglio non chiedere nulla di lui.

Vengo con te. Sistemai il pugnale nel solito posto con un movimento fluido.

No, signorina. Tu resti qui finché non torno. Era come un ordine dato da un ufficiale.

Avrei dovuto stare più attenta quella sera. L’avermi beccata mentre rientravo in casa poteva aver compromesso ogni possibilità di andare di ronda con lei.

Perché? Incrociai le braccia sul petto in una posizione di sfida molto simile alla sua.

Perché il mio compito è proteggerti dagli Aquidi. Tuo padre ha dato la vita...

Non sto parlando di papà adesso. Alzai la voce. Sto parlando di te che non mi lasci mai fare nessuna esperienza. Non è giusto.

Non sei pronta. Non se sgattaioli nei club e ti fai tatuaggi di nascosto.

Mi sentii avvolgere da cupe spirali di frustrazione e umiliazione, e dovetti lottare per controllarle. Un silenzio teso si sparse tra di noi.

Posso non essere la madre migliore del mondo, Kendra. La sua espressione si fece impassibile. Ma sono l’unica che hai, il che significa che la mia responsabilità è assicurarmi che tu resti in vita.

Non riuscivo a credere che avesse avuto il coraggio di usare la carta della maternità. "Sono sicura che riuscirei a sopravvivere anche senza la tua protezione."

Così mi confermi solo quanto tu sia ancora una bambina.

Arrossii ma rifiutai di distogliere lo sguardo.

Qualcosa brillò nei suoi occhi, qualcosa che sembrava quasi un rimorso ma che sparì l’attimo seguente. Senza dire una parola si voltò e se ne andò, sbattendo la porta d’ingresso un po’ più forte del necessario.

Quella fu l’ultima volta che vidi mia madre viva.

UNO

Un anno dopo.

I bassi della musica continuavano a pulsare dietro di me. Avevo festeggiato il mio diciassettesimo compleanno ballando e flirtando da morire al Club Inico. La strada grigia e sporca era fin troppo silenziosa, popolata solo da qualche studente ubriaco che cercava un po’ d’erba da fumare.

Restare fuori la notte era diventato un modo per esaurire la mia irrequieta energia ed evitare di sognare il suo volto.

E le ultime parole che le avevo detto.

Non avevo nessuno con cui festeggiare il mio compleanno. Bob e Jan, i miei genitori adottivi, erano brave persone, ma sapevamo tutti la verità: sarei rimasta con loro solo finché non avessi finito la scuola e fossi potuta essere indipendente.

Curvai le spalle per ripararmi dal freddo dell’aria notturna primaverile e cacciai le mani nelle tasche dei jeans, maledicendomi per non aver ricordato di portare un giacchetto.

Le mie dita sfiorarono il foglio ripiegato nella tasca destra, e qualcosa dentro di me si strinse.

Presi la lettera e la tirai fuori.

Cara Kendra,

Se stai leggendo questa lettera vuol dire che hai compiuto diciassette anni e che mi è accaduto qualcosa.

A quest’età le ondine emettono la loro energia magica latente e si trovano a rischio di essere individuate dagli Aquidi. Sei in pericolo e io non sono in grado di aiutarti o di proteggerti.

Non sei più al sicuro a essere Solitaria e per questo ho organizzato il tuo ritorno ad Haverleau. Rientrando nella comunità delle ondine riceverai la guida e la protezione di cui hai bisogno.

Devi imparare a controllare pienamente il potere della tua Virtù. Haverleau ti aiuterà a completare il tuo addestramento magico.

Un gardinel dovrebbe venire a prenderti al più presto, stai all’erta.

Spero soltanto di averti preparato bene per il tuo futuro.

- Naida

La lettera era arrivata quel mattino, simile a un fantasma che ricompare dal passato. Sulla busta non c’era l’indirizzo del mittente e per un momento avevo pensato che qualcuno mi stesse facendo un brutto scherzo.

Ma la grafia meticolosa e il tono puntuale erano inconfondibili, così come la percepibile mancanza di parole materne.

I ricordi tornarono a inondarmi la mente. La visita dell’arcigno agente di polizia alle prime luci dell’alba. Il viaggio silenzioso verso l’obitorio. Il corpo pallido e senza vita sul tavolo di metallo. Il brutto livido sul suo collo spezzato.

Tagliai per il centro commerciale di San Aurelio, con le vetrine scure di negozi e ristoranti che mi osservavano come occhi vuoti. Haverleau era la capitale degli elementali dell’acqua e una delle dodici comunità ondine sparse sulle coste di tutto il mondo. Oltre a quello sapevo solo poche cose sulle ondine e sulla vita degli elementali, e non sapevo quasi niente dell’infanzia o della famiglia dei miei genitori.

Mi passai una mano tra i capelli, sospirando di frustrazione. Dopo tutto ciò che aveva fatto per mantenerci Solitarie dopo la morte di papà, ora voleva che tornassi nella società delle ondine.

Non capivo. Era un mondo di cui non sapevo quasi niente.

E l’unica persona che avrebbe potuto darmi qualche risposta era sepolta sotto metri di terra al cimitero di San Aurelio.

La mia testa scattò nel sentire l’improvviso rumore di passi. Tre uomini mi si avvicinarono da sinistra. Erano i ragazzi del college che avevo visto poco prima fuori dal club.

Ero stata tanto presa dai miei pensieri da essermi lasciata prendere alla sprovvista. Lasciai fluire la mia Virtù e la spinsi verso di loro per capire quali fossero le loro intenzioni.

Niente.

Mi accigliai. La mia magia funzionava solo con gli umani, mentre con gli elementali come mia madre avevo sempre incontrato una barriera solida.

Stavolta, invece, era diverso. Non sentivo proprio niente. Dentro di loro non c’era niente, solo... il vuoto. Un vuoto che avrebbe dovuto essere riempito da qualcosa, ma che non lo era.

Si trovavano a poca distanza da me, disposti a triangolo, e bloccavano la strada a sinistra e davanti a me. Area stretta e confinata con poca mobilità, e una via d’uscita solo alle mie spalle.

Sospirai dentro di me. Non ero proprio dell’umore adatto per affrontare dei ragazzi ubriachi la sera del mio compleanno.

Bene, bene, guardate un po’ chi abbiamo qui, disse il ragazzo alto e snello che stava davanti agli altri, con una voce gracchiante che mi ricordò il rumore della ghiaia.

Mi dispiace, ragazzi, la mia serata è finita, risposi con freddezza.

I due ragazzi più robusti che erano rimasti indietro si fecero avanti a sbarrarmi la strada. Avanzarono lentamente, spingendomi in una stradina a destra.

Uno di loro, biondo e muscoloso, aveva un’espressione bramosa in volto. Alzò gli occhi al cielo, facendo scrocchiare il collo nell’attesa. La luce del lampione illuminò una piccola chiazza, un marchio pallido appena sopra la carotide.

La cicatrice dell’Origine.

Era a forma di ‘x’ e contrassegnava il punto tramite il quale un essere vivente scambiava il proprio sangue mortale con la nera, demoniaca essenza di un Aquide.

Sobbalzai dalla sorpresa. Mi sentii attraversare da una gelida scossa di paura e mi allungai a prendere il pugnale che tenevo sulla schiena. Avevo stupidamente pensato che fossero umani.

Indietreggiai, col cuore che mi rimbalzava contro le costole. L’elsa del mio pugnale era fredda e liscia contro il mio palmo sudato.

Ti stavamo cercando, Kendra, disse Voce Raschiante, facendomi irrigidire.

Come fanno a sapere il mio nome?

Ti cercavamo da giorni. Ma ora che hai diciassette anni... Ridacchiò. Le viscere mi si rivoltarono dal disgusto al sentire quel suono. La tua energia magica è stata facile da individuare, anche dall’altra parte della città.

Mi studiò con lo sguardo.

A proposito, buon compleanno, aggiunse, come se ci avesse ripensato. "Brilli molto, sondaleur. Non penso di aver mai visto niente del genere. Tua madre non aveva neanche la metà del tuo scintillio."

I suoi due sgherri risero per qualcosa che sembravano sapere solo loro.

Non sapevo perché mi avesse chiamata sondaleur e non mi importava. Sapevo solo che quello era il bastardo che l’aveva uccisa, che le aveva spezzato il collo nemmeno fosse stata una gallina, abbandonando il suo corpo nel parcheggio vuoto di un centro commerciale di periferia.

Rabbia alimentata dal dolore esplose nelle mie vene come lava.

Scattai in avanti con un fendente. Lui fece un passo laterale, scacciando il mio braccio come una mosca fastidiosa e scaraventandomi nella stradina.

Balzai nuovamente in piedi, ignorando il dolore al braccio e alle ginocchia. Mi accucciai, in equilibrio sull’avampiede, e saltai, roteando nell’aria con un calcio mirato al viso del bersaglio più vicino.

Il tipo, che portava i lunghi capelli neri legati in una coda di cavallo, lo schivò con espressione annoiata. Con noncuranza fece scattare in avanti il braccio, colpendomi sullo zigomo con una forza che mi gettò a terra.

Erano così veloci, così forti, proprio come mi aveva detto mia madre. Le mie capacità erano di molto superiori a quelle umane, e non ero abituata a sentirmi lenta e goffa.

La guancia mi pulsava dal dolore per il colpo. Strinsi i denti, affondai le dita nell’asfalto e barcollando mi rialzai in piedi.

Con le braccia morbide lungo i fianchi, considerai velocemente tutte le opzioni che avevo. Dovevo colpirli col pugnale. L’argento della lama li avrebbe feriti, anche se non li avrebbe trattenuti per molto, ma mi avrebbe permesso di guadagnare un certo vantaggio su di loro.

Il biondo si mosse verso di me, ma l’Aquide più alto alzò la mano. Il biondino si fermò, con in volto un’espressione palesemente combattuta.

Avanti, Kendra, disse Voce Raschiante, sul cui volto scarno danzava un’ombra divertita. Non rendiamolo più difficile di quanto non sia. Devi solo fare la brava e venire con noi.

Il battito del mio cuore mi ruggiva nelle orecchie e dovetti sforzarmi di controllare il tremore che pervadeva i miei muscoli.

Una cosa era combattere e morire come mia madre, ma quei ragazzi non volevano uccidermi. Volevano prendermi, il che significava una cosa sola.

Volevano trasformarmi in un’Aquide.

Risi, tanto ero terrorizzata.

Che problema c’è? li sfidai, chiamando a raccolta tutta la spacconaggine di cui ero capace. Non riuscite a uccidermi voi tre? Vi serve che lo faccia qualcun altro?

Biondino e Coda di cavallo ringhiarono, i volti rossi d’ira.

No, disse bruscamente Voce Raschiante. Abbiamo degli ordini.

Mi guardò con occhi morti che somigliavano a buchi neri. Il suo volto era giovane, ma quegli occhi sembravano antichi e infiniti abissi oscuri. Quelle voragini si spostarono su di me, facendomi rabbrividire.

"Sai cosa penso, sondaleur? chiese sottovoce. Penso che tu sia solo una piccola, patetica ondina che cerca di farsi più grossa di quello che è."

Ragnatele di rabbia si dispiegarono dentro di me. I miei occhi si strinsero e portai il pugnale in avanti con deliberata lentezza.

Davvero? Scoprii i denti. Allora perché non venite a prendermi?

Lui sollevò sarcasticamente un sopracciglio ed emise una risata bassa e divertita.

Un’ombra rapida come un fulmine sfrecciò nella stradina alle loro spalle. Ci volle un millisecondo in più prima che gli Aquidi la notassero e si voltassero ad affrontare la nuova minaccia.

Lo svolazzare di un lungo cappotto e il bagliore dorato di un kouperet animarono l’oscurità della strada.

È lui.

Era il tipo che avevo visto con mia madre in quell’ultima notte. Aveva il volto ancora nell’ombra, ma riconobbi la forma e i movimenti del suo corpo.

Voce Raschiante si lanciò verso di lui, balzando nell’aria con un ringhio ferale.

Ma lo sconosciuto era più veloce.

Con una mossa rapida e aggraziata girò e lo infilzò nell’Origine. L’Aquide cadde a terra con un grido gorgogliante, mentre un liquido nero e fangoso gli sgorgava dal collo.

Gli altri due lo circondarono, ma prima ancora che potessero attaccare lui mise al tappeto Biondino con una gomitata nell’occhio e atterrò Coda di cavallo con un basso calcio laterale.

Ogni movimento

Recensioni su Whirl

[pennma05-1 · Valutazione: 3 su 5 stelle]

I liked the book but what I didn't like was that the entire time I was reading it, I couldn't stop thinking about the similarities between it and Vampire Academy, which I was not a fan of. If I had to choose between the two books I would definitely choose this one without a doubt. I am curious to see how the rest of this series plays out.

[kelly_mills-1 · Valutazione: 3 su 5 stelle]

Whirl has a unique and interesting premise and is quite well written. There are several characters involved in the story, most of which are developed enough to get a sense of who they are. The main character, Kendra, is a bit too arrogant for my taste, but I still enjoyed watching her story play out. All in all this was an enjoyable read. That said, it seemed like something was missing. Maybe not from the story, but perhaps from the writing style, just something that would have pushed this into the 4 star rating. It was pretty darn close though, and this being a debut novel I imagine it only gets better from here.

[demonite93 · Valutazione: 3 su 5 stelle]

This is your basic YA kind of supernatural book. There's a teenage girl, she's special, she falls in love with the special guy. She' s awesome in all of the ways that no teenager could possibly be. Regardless of the predictability of the story (yes I expected it from the beginning) I enjoyed the mythology the author put in place. It was different in that aspect but I hope with the next books they become a bit more...... realistic? Sorry the right word escapes me, but I would still read the next books just to see what happens next.

[carod_51 · Valutazione: 4 su 5 stelle]

Seventeen-year-old Kendra Irisavie is an ondine, a water elemental raised by her mother to fight the Aquidae, immortal dark demons and enemies of the Elementals. Kendra is gifted with the powerful magic of Virtue and has trained to be a deadly fighter, but is rebellious and often gets into trouble. Her life changes when her mother is killed by the Aquidae and she is taken to live with her mother's people. She has to learn to understand the society of the Elementals, learn to use her own powers and discover her destiny.Whirl the first in a YA paranormal romance fantasy series. I enjoyed the book very much. Kendra comes across as a full and believable character. She is a strong female character, which is always nice to see in YA fiction. Her world is interesting, although I found the various types of beings and their relationships and abilities a bit confusing (the glossary at the end helped). The book ends leaving the reader wanting more and anxious to know how Kendra's story will unfold.

[fictionalcandy · Valutazione: 3 su 5 stelle]

In the beginning of this book I was a little put off by all of the customized terms that seemed to have little to no definition. As the story went on, more definition was provided, and it became easier to follow. As it turns out there was a glossary of terms at the end of the book. In an ebook it is not as easy to flip pages, I would have really liked to see this at the beginning.This book is about an ondine (a water elemental) named Kendra, who has been living a rogue life with her mother, outside of the community of other water elementals. Her mother has taught her to be strong, independent, and to take care of herself. Suddenly her mother is gone, and Kendra is alone. A gardinel named Tristan shows up to bring her back to Haverleau – an elemental community. There she will attend school and develop her magic. But this ruffles Kendra’s feathers, as she has always led a very different lifestyle. The elementals are in a war with the Aquidae, the soulless demons who hunt her and others like her.While I really enjoyed the story, and meeting all of the characters, I feel the main character Kendra Irisavie, seemed a bit arrogant. It seems to me that she really felt everyone in the elemental community was below her for one reason or another. She feels she is the smartest, the toughest, the strongest, most cunning… A couple characters even broached the subject with her. She needed to be part of a community, a family in a broad sense of the word. This is the ultimate goal in her story, she needed to learn that she was a part of something bigger than herself and that she didn’t need to do it alone – that she couldn’t do it alone.There were a lot of people in this book to meet. I enjoyed all of them, for different reasons. Kendra’s friends, mentors, family, and rivals all gave a unique flavor to the story. I do feel this is a book worth reading. I don’t have any real complaints about it at all. I would enjoy seeing more history on Tristan, he seems to have a rich past and there is something happening in his future that sounds interesting.All in all, this was an enjoyable read. I do recommend it to anyone interested in urban fantasies involving elementals.

[bailschris · Valutazione: 5 su 5 stelle]

After processing through my different thoughts on Whirl by Emma Raveling, I decided to repost my review with greater detail to what I liked and disliked.I actually went into this without any idea of what this story was about other than it was about the Ondine, a creature that in my mind seemed to be connected to mermaids. It was after reading that I realized that the Ondine and their world was so much more than just another tale about a mermaid.This debut novel by Emma Raveling is an addicting read once you get into it and comes with an intriguing plot to match. This novel got off to a slow start filling my mind with terms/creatures that I was not familiar with and Kendra was hard for me to connect with right away. After the prologue, this story and it's intriguing plot swept me into a place I never knew could exist.Kendra, the main character, is an ondine and a chosen one for her people with a destiny to free her people from their only enemy. Her sarcasm, her dialog, and her actions matched what I can see myself doing in her situation. In fact, I can see a lot of myself and my friends in the things she says and does. She is one of my favorite lead female characters of all time. But Kendra alone wouldn't be as great as Kendra with all of her handy dandy sidekicks and love interests.Needless to say, I love the characters both big and small.The storyline, although it is overused in YA fiction, Emma Raveling's take on it was refreshing and I believe you'll enjoy it just as much as I did.A definite re-read on my list and I am pleased that it is now a part of my personal collection. I have no doubts that you will be pleased too!