Diverse Identità, una ragione identica

Di Marco Esposito

Da oltre vent’anni la sinistra italiana, incentrando il dibattito interno su posizioni politiche anti-berlusconiane, ha rafforzato esclusivamente una propria burocrazia partitica senza che questa formulasse, nel tempo, una adeguata proposta per una Sinistra di Governo; presentemente le medesime oligarchie non consideravano le richieste di parte dell’universo di sinistra, dapprincipio poco consistente, che invocava la costituzione di una fase di “convergenza aperta” nei confronti di diverse culture politiche che non affondassero necessariamente le radici nel materialismo storico. Questo libro affronta, offrendone lettura in chiave sistemica, le problematiche relative alla democrazia interna al Partito Democratico, l’incidenza delle riforme poste in essere dallo stesso come maggioranza di Governo, l’impulso propulsivo della propria azione in ambito comunitario. Dunque sono questi alcuni dei temi che delineano un’analisi contenutistica articolata in livelli diversi e accompagnata, qua e là, da una serie di proposte. La parte conclusiva stabilisce, con una appendice econometrica, un perimetro quantitativo all’interno del quale possa essere plausibile determinare statisticamente in che modo i dati economici delle politiche fiscali incidano nel passaggio della economia ibrida tipicamente italiana ad una di tipo coordinato.

• Lingua: Italiano
• Editore: Marco Esposito
• Data di uscita: 27 apr 2016
• ISBN: 9786050426540

Anteprima del libro

Marco Esposito

Diverse Identità, una ragione identica

Finito di stampare

nel mese di aprile 2016

ISBN: 9786050426540

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un prodotto di Simplicissimus Book Farm

«Due strade divergevano in un bosco, ed io —

Io presi quella meno battuta,

E questo ha fatto tutta la differenza»

Robert Frost

Il dilemma del prigioniero

La nascita del Partito Democratico ha generato, per natura e funzione, un processo di costruzione di identità collettiva condivisa, innovativa, ambiziosa consapevole della insicurezza contemporanea e della transizione politica.

L’elettorato disorientato dalla incompiutezza della proposta ulivista, dal fallimento di governo dell’Unione, da radicalismi esasperati in un’epoca segnata dalla proliferazione di partiti e movimenti privi di democrazia interna, personalistici, etno-regionalisti volge il giudizio alla responsabilità di un Partito unito. Il superamento degli steccati ideologici ha reso possibile la convergenza di diverse culture, pensieri, tradizioni riformiste ispirate al principio di Partito forte ed aperto, portatore di quella solidarietà necessaria che i cittadini riconoscono nell’appartenenza alla richiamata responsabilità di Partito unito. I contributi, pur con casuali inconvenienti, non possono consentire che il Partito della mobilitazione popolare, della generazione erasmus, dei nuovi cittadini, dei civici diritti rinunci alla sua funzione primaria nella vita nazionale.

L’innovazione mediatica ed organizzativa, soppiantata la burocrazia di controllo dei processi consociativi, ha consolidato una capacità di visione la cui dinamicità ha ristretto i margini del dibattito interno, dalle alterne rotture e ricomposizioni, che offrono l’immagine offuscata di un Partito e la propria linea politica, orchestra priva dello spartito opportuno, chiuso ai non iscritti e, ancor più, ai simpatizzanti. Tesi politiche, spirito collaborativo, capacità professionali, valorizzazione delle esperienze, avrebbero dovuto rappresentare, almeno formalmente, cittadinanza ferma e indiscussa nel Partito Democratico.

La Segreteria dell'ultimo biennio ha posto l'accento, in modo non similare a precedenti oligarchie, sulla pratica negazione, lessicalmente originale, del conformismo delle idee, di critica della cultura tradizionale, di