Quelle impronte sempre nel cuore
Di Khurt Gildy
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Quelle impronte sempre nel cuore - Khurt Gildy
QUELLE IMPRONTE SEMPRE NEL CUORE
Copyright © 2015
by
KHURT GILDY
Sommario
Titolo
Copyright
Dedica
Parte Prima
1-L'angolo della semplicità
2-La mia indimenticabile Zara
3-L'ultimo anno insieme
4-Lele il Pinscher nano
Parte Seconda
5-Un cane dietro un naso
6-Cerca Ice
7-Ti starò vicino
Parte Terza
8-Un costoso sogno?
9-L'appuntamento
Parte Quarta
10-Finalmente a casa!
Ringraziamenti
Dedico questo libro ai miei bimbi, che come me hanno imparato ad amare, conoscere, difendere ed apprezzare la semplicità di un mondo magnifico chiamato Cane...
—1—
L’ANGOLO DELLA SEMPLICITÀ
Accanto e speculare a questo mondo moderno sempre più virtuale e trascinante, esiste un angolo silenzioso, pacato, spoglio di emozioni negative, dal quale i nostri amici a quattro zampe ci osservano con amore e pazienza.
Stanno lì in attesa, con il loro scodinzolare e i loro occhietti dolci, invitandoci a uscire da quel vortice di nervosismi incessanti del vivere quotidiano che calpestano l’anima.
Ogni tanto alzano la testa e ci invogliano a entrare nel loro angolo, lontano da quel sistema frenetico.
A noi la scelta... ma se per un attimo accantonassimo i nostri mille impegni, cedendo così alle richieste di gioco di queste meravigliose creature, scopriremo che quella serenità che li contraddistingue, altro non è che la naturale conseguenza di vivere in semplicità e in armonia nel presente.
È questo che li rende liberi, rispetto a noi umani.
Nel corso degli anni, affascinata da questo loro magico mondo, ho letto parecchi libri inerenti la psicologia canina, l’addestramento, la mente del cane.
Per mia diretta esperienza tuttavia, ho potuto costatare che molte delle teorie esposte, per quanto giuste possano essere, spesso nella pratica necessitano di adattamenti al caso particolare
, poiché ogni cane è diverso dagli altri e come succede per i bambini, non tutti apprendono con lo stesso metodo.
Siamo noi che dobbiamo trovare un criterio educativo più consono al loro temperamento.
I miei primi cani risalgono all’età di 13 anni, non conoscevo assolutamente niente di loro, né avevo mai letto libri su come addestrarli.
All’epoca consultavo solo argomenti riguardanti le problematiche legate alla salute e al comportamento delle varie razze, poiché desideravo e speravo che il mio amico scodinzolante si mantenesse il più a lungo possibile in una buona forma fisica e che si comportasse in modo ben educato.
Questo bastava… non era mio interesse addestrarlo per fargli eseguire numeri da circo.
Oggi, quando vedo i miei figli giocare insieme al cane, ritornando con la mente a quel periodo spensierato della mia vita, con mio grande stupore riscopro qualcosa che è stata sempre lì, a portata di mano per noi adulti, impegnati al massimo ad avere un cane ben educato: —Il bambino con il suo fido amico non sa trasmettere segnali o emozioni negative.—
Il cane è tranquillo, sorprendentemente obbediente e molto attento ai bambini, eppure nessuno li ha addestrati a farlo.
Il cane comprende il linguaggio del bambino, sa che in fondo è un cucciolo e va sorvegliato.
Un giorno in città vidi due ragazzine di circa 6/7 anni che tenevano al guinzaglio un grosso Pastore dei Pirenei.
Il mio primo pensiero fu: Speriamo che il cane, non le strattoni trascinandole con sé, vedendo qualche altro animale che lo attiri.
Poi osservai il guinzaglio, molto morbido e il loro sguardo sereno.
Non si facevano problemi come me, erano sicure di quel bestione, e quel cane sembrava mostrare interesse solo per le loro padroncine.
Non correvano alcun pericolo. Era solo un mio pensiero negativo. Nemmeno io quando ero bambina avevo pensieri negativi, il mio cane era buono e non poteva combinare guai.
I miei primi cani sono stati di piccola taglia, e come spesso succede, vista la fragilità e per la tenerezza che suscitano, viene naturale viziarli e concedere loro più del dovuto.
In ragione di ciò, possono entrare in casa, rimanere liberi tutto il giorno, saltare nelle sedie, in braccio al padrone, ecc… cose che a un molossoide di certo non si possono concedere.
Di conseguenza i cani di piccola taglia sono un po’ più maleducati o come sarebbe giusto dire: educati male da noi.
Però, dato che sono liberi, non scappano (a parte il periodo che sono in calore), non rincorrono le biciclette e non abbaiano ai cani con aggressività.
Infatti, alcuni atteggiamenti di aggressività, si notano soprattutto in quei cani che seppur lasciati liberi all’interno del giardino dell’abitazione, non escono mai da quel perimetro.
A quei cani manca proprio una vita di socializzazione al di fuori della recinzione.
Possono avere a disposizione anche 10.000 mq, ma se tutto l’anno rimangono confinati lì, non serve a niente tutto quello spazio.
Anche loro come noi, hanno bisogno di uscire, conoscere, incontrare i loro simili, stare in mezzo alla gente… capire che il mondo non è solo quel giardino.
Nel mio piccolo paese, mi capita spesso di vedere questi poveri cani confinati, che con un abbaiare rabbioso sembrano siano in grado di saltare e distruggere il cancello quando qualcuno passa nei paraggi.
A volte mentre passeggio con il mio cane, mi chiedo se riuscissero a saltare la recinzione cosa potrebbe succedere.
Molti esperti direbbero che fuori dal loro territorio i cani se la sbrigano da soli.
Finirebbe con un dominante e un cane sottomesso, senza zuffe di sorta.
Ma ogni volta che incrocio lo sguardo di quei cani che ti fissano digrignando i denti, non ne sono così sicura: