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Il gatto. Se lo conosci, lo educhi
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E-book257 pagine3 ore

Il gatto. Se lo conosci, lo educhi

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Info su questo ebook

Come gestire le innumerevoli astuzie e le straordinarie abilità del nostro amico a quattro zampe

Alice Ki, affetta da “gattofilia” cronica, coinvolge il lettore in un percorso la cui meta è una perfetta sintonia con la nostra tigre in miniatura.
Come in ogni vero rapporto, la comprensione reciproca è l’elemento fondamentale. Perciò l’autrice, facendo appello alla sua profonda esperienza derivata dalla lunga e stretta frequentazione con i suoi “padroni” di casa, ci regala infiniti consigli e considerazioni, spiegandoci come decifrare i segnali che il gatto ci invia con il suo comportamento, come mantenerlo in buona salute, come prevenire i possibili pericoli che si nascondono in casa, quali sono i giochi preferiti, quali rimedi naturali utilizzare per i piccoli disturbi quotidiani e come costruire, giorno dopo giorno, un rapporto soddisfacente e profondo con questi animali sensibilissimi.
Un libro vario, spesso divertente, raccontato con una voce sincera e animato da un autentico amore per questi angeli a quattro zampe, capaci di cogliere le nostre emozioni e confortarci con la loro presenza affettuosa ma mai invadente, partecipe ma sempre discreta, e dai quali possiamo prendere esempio per imparare ad affrontare la vita: con grinta sì, ma anche con una buona dose di relax. Pieno di contrasti, agile, scattante e sempre vigile, oppure pigro, sornione e sonnolento, con tutti i suoi pregi e difetti, il gatto non ci lascia mai indifferenti, anzi, può perfino cambiarci la vita.

Non lasciatevi prendere per la coda

Tra gli argomenti trattati all'interno del manuale:

Cosa sapere prima di adottare un gatto
Sensi, istinti e prodigi del gatto
Come comunica il gatto
Il gatto e noi: quando la famiglia si allarga
Il gatto e gli altri: gatti, cani & Co.
Come curarlo, anche in modo naturale


Alice Ki
è lo pseudonimo scelto da una giornalista freelance, consulente di comunicazione integrata e P.R. che dagli inizi degli anni Ottanta si occupa di ambiente, ecologia profonda, stile di vita naturale, benessere olistico, filosofie orientali, spiritualità e crescita interiore, settori nei quali ha già pubblicato numerosi volumi. È inoltre autrice di tre raccolte di poesie, edite tutte nel 2013. Accanto a queste passioni, Alice Ki ne affianca un’altra, non meno profonda e coinvolgente: quella per il mondo felino. Nutre, infatti, un amore incontenibile per queste splendide e misteriose creature, amore costantemente ricambiato dallo stuolo di gatti che hanno accompagnato e rallegrato ogni singolo giorno della sua vita.
LinguaItaliano
Data di uscita16 dic 2013
ISBN9788854158900
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    Anteprima del libro

    Il gatto. Se lo conosci, lo educhi - Alice Ki

    em

    153

    Prima edizione ebook: ottobre 2013

    © 2013 Newton Compton editori s.r.l.

    Roma, Casella postale 6214

    ISBN 978-88-541-58900-0

    www.newtoncompton.com

    Realizzazione a cura di Corpotre, Roma

    Alice Ki

    Il gatto. Se lo conosci lo educhi

    Come gestire le innumerevoli astuzie e le straordinarie abilità del nostro amico a quattro zampe

    omino

    Newton Compton editori

    Introduzione

    Un cane è un cane, un uccello è un uccello, un gatto è una persona.

    Mugsy Peabody

    A volte ho la sensazione di essere un po’ come i gatti, essendomi loro sempre apparsi come animali dal duplice aspetto, uno casalingo dal comodo giaciglio e dal cibo pronto, l’altro libero nella notte che corre selvaggio con il vento nel mantello e il profumo della terra nelle narici.

    Una Lucy Silberrad

    Sì, tanto vale confessarlo subito, sono una cat-addicted, una gatto-dipendente e, come droga, non potevo sceglierne una migliore! Avete mai incontrato una persona che vi saluta festosamente correndovi incontro senza tener conto di quanto tempo l’avete fatta aspettare, che non vi lascia mai soli quando siete malati, che vi conforta nei momenti difficili e vi circonda con il suo amore incondizionato? Ebbene, per chi non avesse già fatto la sua conoscenza, questa persona esiste e si chiama gatto.

    Vivere con un gatto è, prima di tutto, una filosofia di vita. Già, perché la piccola tigre va accettata nella sua natura complessa ed ermetica – e capita di frequente che questa sua personalità così sfaccettata non venga compresa da tutti. Chi ama i gatti sa che sono creature straordinarie, capaci di sentimenti incredibili; il loro comportamento fiero e orgoglioso ispira subito una grande simpatia. Sono poche le persone che riescono a sottrarsi al loro fascino misterioso e coloro che hanno la fortuna di avere un compagno simile, sanno quanto sia bello avere un amico che li considera suo pari, e come tale li tratta: a volte con condiscendenza, a volte con un pizzico d’impertinenza o alterigia. Di certo, da mattina a sera i vostri giorni saranno colmi di testatine, fusa e carezze a non finire. Avere accanto un gatto, infatti, significa ricevere ogni giorno un amore sconfinato, un affetto commovente, assoluto, senza compromessi.

    Se poi vogliamo parlare di fascino, il gatto non ha eguali, e per di più l’attrazione che esercita è particolarmente contagiosa. Chi rimane preso nella rete di seduzione di questi insuperabili capolavori della natura non ha scampo: nel mondo, milioni di gattofili che sono rimasti avvinti da questo incantesimo provano un piacere immenso nel condividere la loro passione e non smetterebbero mai di raccontare episodi e avventure dei loro amici felini. E anch’io non faccio eccezione… Del resto eccomi qui a scrivere un libro proprio su di loro!

    Trascorrere la propria esistenza con un gatto può anche rivelarsi un percorso che porta a scoprire la propria interiorità, il mondo che ci circonda, i misteri della vita e della morte. Se saremo sufficientemente aperti e disponibili da accettare come guida il nostro piccolo amico felino, lui di certo sarà felice di condurci in un territorio magico e affascinante, ancora in gran parte inesplorato. Gli umani si sono allontanati troppo dalla natura e hanno finito per creare disastri di ogni genere, quando invece avrebbero potuto imparare molto proprio dai gatti. Anziché sentirsi superiori, gli uomini dovrebbero avvicinarsi a questi straordinari felini con rispetto e deferenza, come fa un allievo di fronte a un maestro. Gli animali vivono la loro vita in maniera più intensa e autentica di noi. Qualunque cosa stiano facendo, qualsiasi emozione stiano provando – gioia, delusione, timore – la sperimentano appieno, senza condizioni. La loro apertura nei confronti della vita può insegnarci molto sull’amore e sulla fiducia, e su come vivere più in profondità e senza incertezze ciò che davvero tocca le corde della nostra intimità.

    Il legame che esiste tra noi e i gatti ha conseguenze più grandi di quanto non abbiamo finora osato pensare. Se vogliamo sinceramente bene al nostro micio, per forza di cose ci comporteremo con più attenzione e rispetto anche verso gli altri animali. Talvolta, essi fanno parte della nostra quotidianità a un punto tale che non facciamo più caso alla loro presenza. Ma se ci soffermiamo per un attimo, una diversa consapevolezza del mondo animale può portarci, per esempio, a riflettere sul cibo che mangiamo e su come le nostre scelte alimentari influenzino le vite delle varie specie animali. Oppure, possiamo fare attenzione ai prodotti cosmetici che compriamo, o ai prodotti per la pulizia della casa, facendo in modo che i nostri acquisti non causino sofferenze inutili ad altri esseri viventi. Di conseguenza, orienteremo le nostre scelte su prodotti che non utilizzano ingredienti animali e che non sono stati testati su di loro. O, ancora, possiamo decidere di non partecipare a quelle forme di intrattenimento che si basano sullo sfruttamento e la sofferenza degli animali, come circhi, zoo, rodei e corride.

    Il feeling viscerale che esiste tra me e loro incominciò ancor prima che nascessi. Mia madre era una gattara, come vengono chiamate le donne che si occupano dei gatti di strada. Pur avendo un carattere per certi aspetti freddo e severo, quando si dedicava ai gatti si trasformava, come per incanto. Li accudiva amorevolmente, li difendeva quando nascevano screzi con i vicini di casa, insomma era un’altra persona. Solo i gatti sono capaci di questo genere di miracoli. E così, per due anni, bevvi latte materno arricchito della passione per i piccoli felini. Insomma, sin da quando ero nel grembo materno, sono stata sempre circondata da mici e ora, dopo una lunga convivenza, mi rispecchio in essi in modo profondo, tanto che mi sento, in un certo senso, un po’ gatta anch’io. Scrivendo queste pagine ho rievocato i tanti ricordi di tutte quelle meravigliose creature che, durante la mia vita, mi hanno onorato della loro compagnia. Gatti e gatte che, con il loro carattere sfaccettato, così simile a quello umano, ho sempre considerato alla stregua di persone. Mi sono spesso riproposta di porre un argine a questa mia passione travolgente, ma quando osservo i loro comportamenti, le loro tenere manifestazioni d’affetto, mi è impossibile resistere a quella inesauribile magia.

    Come dico spesso, scherzando (ma neppure troppo), ho passato più tempo abbracciata a un gatto che a un uomo! Tutta la mia vita, infatti, è stata scandita dall’avvicendarsi di gatte e gatti che hanno regnato sovrani, ciascuno con una propria caratteristica esclusiva: Boby l’amico d’infanzia, Teufel il sensitivo, Pallina la dolce, Ronfi Ronfi il saggio, Bobolino lo sventurato, Ninja il coraggioso, Nicky la curandera, Tigre il terribile, Vispetta la furbetta, Bella la selvaggia, Codino il famelico… Ognuno di loro è stato un amico e un compagno unico, indimenticabile. Tutti hanno condiviso, con me e la mia famiglia, un tratto di strada, lungo il quale ci hanno protetti (e lo fanno davvero!) e ci hanno insegnato, con il loro esempio, cose molto importanti: come dimostrare amore e affetto, come affrontare la vita con filosofia, come essere liberi e indipendenti, come imparare a rilassarsi…

    Alcuni, poi, hanno esercitato un’influenza profonda; di loro accennerò brevemente il carattere, le particolarità e le esperienze, molte delle quali alquanto sorprendenti, come Boby che scelse quello che sarebbe stato il mio compagno, Teufel che riusciva a leggermi nel pensiero, Ninja che mi difese strenuamente da una strana presenza, per non parlare della dolcissima Nicky, la mia ombra e curandera personale.

    I gatti sono davvero animali eccezionali, sotto ogni punto di vista. Ma, come avviene in ogni rapporto, perché funzioni e sia equilibrato, occorre imparare a comprendersi. Dunque, oltre a manifestare il nostro affetto verso questo amico speciale, dobbiamo imparare a decifrare il suo modo di essere, pensare e agire; infatti, nonostante ogni gatto sia unico, esistono qualità, vizi e virtù che li accomunano e che è importante riuscire a interpretare.

    In Italia la gattomania è esplosa negli ultimissimi decenni e le pubblicazioni si contano ormai a centinaia, per non parlare dei più recenti siti internet, blog, forum, pagine Facebook… Chi ha voglia di conoscere, di tenersi aggiornato, di approfondire un argomento non ha che l’imbarazzo della scelta, e spesso è sufficiente un clic. Nei decenni scorsi le cose non erano così semplici, le esperienze si trasmettevano soprattutto attraverso la famiglia, da una generazione all’altra, magari perpetuando sempre i soliti errori. Il dialogo e il confronto con gli altri, l’apertura verso l’esterno erano molto meno facili. Ma anche per questa valanga di informazioni e documenti di facile reperibilità che oggi ci travolge c’è un rovescio della medaglia. Su internet troviamo tutto e il contrario di tutto. Come capire se un’informazione è corretta e attendibile, come distinguerla da un’altra, magari con finalità commerciali ma perfettamente camuffata? A chi credere? Come venirne fuori? Che fare?

    La via di mezzo è sempre la migliore, come insegnano i saggi maestri cinesi. È quindi bene affidarsi anche alle nuove tecnologie, ma occorre verificare l’attendibilità delle informazioni sulla base di esperienze documentate e documentabili di chi pubblica o mette in circolazione le informazioni.

    Nei vari capitoli del libro esporrò consigli e raccomandazioni per conoscere e crescere nel miglior modo possibile il nostro amico peloso; quello che scrivo è frutto dalla mia lunga esperienza, con i tanti gatti che mi hanno accompagnato in questa vita. Se avessi avuto fin dall’inizio l’esperienza che ho adesso, di sicuro avrei potuto evitare alcuni sbagli. In fondo al volume troverete anche aneddoti e curiosità riguardanti il mondo felino. Spero vivamente che la lettura di questo manuale stimoli coloro che ancora non possiedono un gatto ad affrettarsi a rimediare a questa grave mancanza nella loro vita. Per coloro che già godono della compagnia felina, l’augurio è che possano trovare tra queste pagine qualcosa di nuovo e interessante per approfondire il loro rapporto con una creatura che non conosce uguali.

    Gatta felina

    Tenero corpo,

    morbido pelo,

    con occhi languidi

    sul divano ti adagi

    ronfando sorniona.

    Da siti sperduti arrivi,

    misterioso essere

    e come un statua

    regale e maestosa

    in casa imperi

    e regni sovrana.

    La dignità non baratti

    neppure per una carezza.

    Libertà la tua bandiera.

    Gatta, anch’io, rinascere vorrei,

    sinuosa, maliziosa,

    dolce, astuta.

    Indipendente e libera.

    Sempre.

    Gli esseri umani sono attratti dai gatti perché essi sono tutto ciò che noi non siamo: riservati, eleganti in ogni movimento, rilassati, sicuri di sé, amanti della compagnia, pur possedendo ancora esigenze segrete.

    Pam Brown

    1. Piacere, io sono il gatto

    Sensi, istinti e prodigi del gatto

    I gatti non hanno mai completamente superato il complesso di superiorità dovuta al fatto che, nell’antico Egitto, erano adorati come dèi.

    P.G. Wodehouse

    Immaginiamocelo così, sulla soglia di casa, che poggia a terra la sua valigetta, ci tende la zampina e si presenta: «Ciao amico umano, io sono il gatto. Piacere».

    E il piacere, in realtà, sarà davvero tutto nostro, a condizione che non ci siano zone d’ombra, dubbi, incomprensioni. Perciò non ci resta che immergerci nel mondo felino e, quando ne riemergeremo, forse riusciremo a guardare il mondo un po’ come fanno i gatti e quei comportamenti che all’inizio ci sembravano incomprensibili e che magari ci allarmavano o preoccupavano, si tradurranno in una reazione facilmente comprensibile.

    Iniziamo dagli aspetti, per così dire, esteriori, cioè con una breve panoramica delle caratteristiche e capacità fisiche davvero sorprendenti del nostro amico felino, e come queste varino leggermente fra le razze più diffuse e amate. Conoscere questi dati, sapere come il gatto percepisce il mondo esterno ci aiuterà a comprendere meglio la sua realtà, che è, ovviamente, alquanto diversa dalla nostra. Infatti, come è noto, il gatto possiede sensi molto sviluppati, raffinati e sensibili, che rifrangono l’ambiente che lo circonda restituendogli un quadro mille volte più dettagliato e sottile di quello da noi percepito. Ovviamente non riusciremo mai a entrare davvero nel corpo e nella mente del nostro amico, ma possiamo provare a guardare più da vicino come funzionano i suoi sensi, uno a uno.

    Il più piccolo dei felini, il gatto, è un capolavoro della natura.

    Leonardo da Vinci

    Il gusto raffinato

    Il senso del gusto è molto sviluppato, tanto che il gatto è in grado di percepire le minime variazioni anche nel sapore dell’acqua. La superficie della sua lingua è formata da migliaia di papille filiformi con minuscoli uncini, estremamente utili anche per lisciarsi il pelo. È particolarmente sensibile ai sapori salato, amaro e acido e pare che il dolce sia, invece, poco percepito, sebbene alcuni gatti non disdegnino qualche golosa leccatina a gelati e budini. Il salato è molto apprezzato, l’amaro meno e l’acido per nulla. A volte i gatti, benché affamati, rifiutano il cibo che non li aggrada. In fatto di pappa, infatti, sono animali difficili da accontentare perché amano un menu variato. Inoltre, le preferenze alimentari, nella maggior parte dei casi, dipendono da ciò che hanno consumato durante lo svezzamento. A ogni modo, approfondiremo questo argomento nel capitolo relativo all’alimentazione.

    L’olfatto stupefacente

    Anche l’olfatto del gatto è un senso estremamente potenziato e di grande sensibilità, tanto che riesce a percepire odori che noi neanche immaginiamo. Quando le terminazioni olfattive vengono a contatto con le sostanze odorose presenti nell’aria, queste trasmettono gli stimoli al centro olfattivo cerebrale che le elabora. È importante notare che tale centro è lo stesso deputato al gusto.

    Chi ha una piccola tigre in casa lo sa bene: è in grado di individuare la presenza di cibo anche senza vederlo, sentendone semplicemente l’odore. Il gatto annusa prima di mangiare ed è infatti l’olfatto, e non il gusto, a spingerlo a decidere se ciò che gli viene offerto è di suo gradimento, se è stantio o andato a male. L’olfatto è quindi, per il gatto, una fonte importante di informazioni, tanto è vero che, appena nato, cieco e sordo, è proprio il nasino a guidarlo verso le mammelle di mamma gatta. In seguito, per le successive poppate, sarà così in grado di riconoscere la sua postazione, anche rispetto ai fratellini.

    Ogni gatto ha un suo odore specifico e utilizza le proprie ghiandole sensoriali sparse per tutto il corpo nelle situazioni più svariate: durante le sue passeggiate marca il territorio con impronte odorose strofinandosi sui muri e piante e lasciando qua e là spruzzi di urina, e, allo stesso modo, segna il territorio affettivo quando accarezza con il muso le nostre gambe. In questo modo lascia delle tracce di sé da cui gli altri gatti sapranno ricavare molte informazioni, come: specie, sesso, età, ma anche stato emotivo e fisiologico, disponibilità all’accoppiamento ecc., il tutto senza aver bisogno di incontrare l’altro micio di persona.

    Forse vi sarà capitato di notare il vostro gatto odorare qualcosa e subito dopo vedere la sua bocca assumere una strana smorfia arrotondata (detta flehmen), un’espressione molto tipica che il gatto mantiene per alcuni secondi. Essa consiste nel socchiudere la bocca, sollevare il labbro superiore e inspirare rapidamente per cercare di decifrare il messaggio lasciato da un altro animale. Dunque, l’olfatto ha anche un’importante funzione sociale, in quanto gli permette di riconoscere gli altri individui della propria specie.

    La vista incredibile

    Il gatto, con i suoi occhi fosforescenti che brillano come lanterne, e scintille sfavillanti sul suo manto, si muove senza paura attraverso le tenebre, dove incontra fantasmi errabondi, streghe, alchimisti, necromanti, tombaroli, innamorati…

    Théophile Gautier

    Il nostro felino ha un campo visivo poco più ampio di 180 gradi; la sua vista è binoculare perché il campo visivo di un occhio si sovrappone parzialmente a quello dell’altro, ottenendo così un’immagine tridimensionale che gli permette di valutare bene le distanze. Questa particolarità gli consente di controllare anche ciò che accade ai lati del suo corpo. L’occhio del gatto, inoltre, possiede uno strato di cellule poste dietro alla retina e che riflettono la luce; è questo il motivo per il quale di notte, se illuminati, gli occhi del gatto brillano. La tradizione che racconta che il gatto vede al buio non è del tutto esatta.

    I suoi occhi possono vedere anche con una luce molto tenue, ma ha comunque bisogno di un tenue bagliore. Questa sua capacità è dovuta ai muscoli dell’iride che dilatano molto la pupilla, aumentando la visione notturna o al crepuscolo, con luce fino a sei volte inferiore rispetto a quella che è necessaria per noi. Alla luce del sole la pupilla diventa una piccolissima fessura, mentre con l’oscurità è rotonda e grande quasi come tutto l’occhio.

    Il suo occhio è quello tipico del cacciatore, fatto per distinguere le forme delle prede – ma non i particolari – la distanza e grandezza dell’oggetto a cui è interessato e gli eventuali ostacoli per raggiungerlo. Il micio quindi non vede bene da vicino, ma possiede una vista acutissima da lontano: insomma, è un po’ presbite. Inoltre, non distingue bene i colori, come accade a tutti gli animali specializzati a cacciare in condizioni di luce debole; non vede però neppure in bianco e nero, come si pensava un tempo: i colori vengono percepiti, ma sono molto pallidi. Molti test hanno rilevato che possono distinguere il blu, il verde e il giallo, ma non il rosso, che vedono come grigio o verde scuro. Per loro, poi, giallo e bianco sono uguali. Vale la pena

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