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E-book97 pagine1 ora

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ANTOLOGIA (59 pagine) - FANTASCIENZA - Quattro racconti di fantascienza con viaggi senza ritorno, fra mondi lontani e i dintorni di Milano.

Hai rubato una chiatta da iperspazio per sfuggire a una condanna ingiusta. Schiverai i crateri delle bombe per aver evitato un posto di blocco. La radio non funziona: chissà se tornerai mai nell'Impero. Hai imbrogliato e ucciso per imbarcarti con il tesoro. Quattro racconti di fantascienza con viaggi senza ritorno, fra mondi lontani e i dintorni di Milano.

Vlad Sandrini è tecnico informatico, programmatore e avido lettore di romanzi di genere. Prima del Duemila ha avuto occasioni di esperienze con la scena metal underground e la realizzazione di alcune fanzine. Dopo un periodo di confronti con altri appassionati di fantasy, è stato coinvolto dal 2008 per alcuni anni nella redazione de La Penna Blu Edizioni.Sempre nel 2008 ha iniziato a partecipare a numerosi Premi Letterari, ottenendo la pubblicazione di diversi racconti tra la fiaba e la fantascienza. Nel 2011 è uscito per Sogno Edizioni il suo romanzo d'esordio "Il fantasma di Idalca".
LinguaItaliano
Data di uscita8 set 2016
ISBN9788865308158
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    Anteprima del libro

    Nuovo in città - Vlad Sandrini

    a cura di Diego Bortolozzo

    Vlad Sandrini

    Nuovo in città

    Antologia

    Prima edizione settembre 2016

    ISBN 9788865308158

    © 2016 Vlad Sandrini

    Edizione ebook © 2016 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

    Versione: 1.0

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

    Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.

    Informazioni sulla politica di Delos Books contro la pirateria

    Indice

    Il libro

    L'autore

    Nuovo in città

    1. Nuovo in città

    2. Nella cripta di sicurezza

    3. Le pareti sottili

    4. Andarsene da Mwaru

    Delos Digital e il DRM

    In questa collana

    Tutti gli ebook Bus Stop

    Il libro

    Quattro racconti di fantascienza con viaggi senza ritorno, fra mondi lontani e i dintorni di Milano.

    Hai rubato una chiatta da iperspazio per sfuggire a una condanna ingiusta. Schiverai i crateri delle bombe per aver evitato un posto di blocco. La radio non funziona: chissà se tornerai mai nell’Impero. Hai imbrogliato e ucciso per imbarcarti con il tesoro.

    Quattro racconti di fantascienza con viaggi senza ritorno, fra mondi lontani e i dintorni di Milano.

    L'autore

    Vlad Sandrini è tecnico informatico, programmatore e avido lettore di romanzi di genere. Prima del Duemila ha avuto occasioni di esperienze con la scena metal underground e la realizzazione di alcune fanzine. Dopo un periodo di confronti con altri appassionati di fantasy, è stato coinvolto dal 2008 per alcuni anni nella redazione de La Penna Blu Edizioni.Sempre nel 2008 ha iniziato a partecipare a numerosi Premi Letterari, ottenendo la pubblicazione di diversi racconti tra la fiaba e la fantascienza. Nel 2011 è uscito per Sogno Edizioni il suo romanzo d'esordio Il fantasma di Idalca.

    Dello stesso autore

    Vlad Sandrini, Nessuno in pericolo Imperium ISBN: 9788865308141 Vlad Sandrini, Viverne del Tolcur Imperium ISBN: 9788865308264

    1. Nuovo in città

    Giovedì

    Sicuro che queste modifiche ottimizzino il consumo?

    È fuori dal proprio mezzo, un parallelepipedo grigio e squadrato. L’amico è chino sul pannello del programma della gestione del flusso.

    Fidati, ho cambiato il programma dell’alimentatore dei propulsori tante di quelle volte…

    È vero. Sa che quello smanetta spesso con le chiamate di funzione. Gli ha detto che il linguaggio è semplice. In ogni caso, è sempre tornato intero sui suoi mezzi modificati. Salva la procedura e chiude l’interfaccia. Accompagna il coperchio con l’incisione del produttore e del modello: Postrans Linea ivDVV.

    Questa volta è il suo mezzo, non quello dell’altro, ma cerca di non agitarsi. Gli ha chiesto una mano per migliorare l’efficienza, o no? Incidenti nel viaggio quadridimensionale non ne ha ancora avuti.

    L’amico se ne va e lo saluta con un cenno. Lui lo ringrazia entrando nell’abitacolo, sigilla e avvia il motore. Poco dopo ha la sensazione familiare: la cena bussa per salire. Non c’è gravità durante il salto fra le dimensioni. È un momento, poi passa.

    All’arrivo, non riconosce il panorama. È spiazzato. Nessuno può immaginare un posto come questo. Manifesti grandi come case ammiccano con volti sorridenti, volti minacciosi, oggetti comuni come spazzole e bottiglie. Scritte in simboli dimenticati, arcani. Si ritrova in un percorso ad anello dove un indicatore cambia dal giallo al rosso. I diffusori riproducono un allarme prolungato che si avvicina da fuori. Non ne vede la fonte, ma lo sente sempre più alto. Ferma il veicolo. Ne vede un altro, scoperto, completamente inadatto a inoltrarsi al di fuori di un percorso urbano. Il mezzo lo supera da destra e l’allarme acustico prosegue ancora per qualche momento.

    Riprende la marcia; un minuto dopo incontra un altro anello viabile. Davvero non conosce questo posto. Fa partire il navigatore, ma anche l’apparecchio non ne sa niente: lampeggia lamentando l’assenza di un segnale orbitale.

    Accende la radio. È muta.

    Sarà il canale? Forse. Tenta un altro canale. Pigia il commutatore per parlare.

    Non so dove sono – prova a dire al silenzio. Niente. Altro canale.

    C’è nessuno?

    * * *

    Ivan trasale, carico d’angoscia. Quorthon, otto chili di pelo bianco e nero acciambellati ai suoi piedi, solleva la testa per dargli uno sguardo di riprovazione a orecchie basse.

    I led azzurri della sveglia brillano fra i capelli castani.

    4:53 AM THU.

    Impreca, si raccoglie la chioma che tiene fino al sedere e si volta. Sente Quorthon stiracchiarsi e brontolare, poi riprende sonno.

    Poche ore più tardi sogna di cercare un veicolo 4DVV in uno strano hangar; l’addetto alla custodia non lo capisce. Sta ascoltando un brano metal di fine anni Ottanta. Abbassa la radio, ma niente da fare. Non ci riesce. Prova a spegnerla ripetutamente, la prende a pugni. Quando Bruce Dickinson giunge a parlare di follia e una sfera di cristallo, Ivan riconosce il ritornello. Capisce poco a poco che è il suo braccio che deve allungare verso la radiosveglia. Quorthon lo guarda con le solite orecchie basse e sbadiglia.

    – Cosa ne sai tu? – chiede al gatto. – Sono io che ho visto troppi film. Tu no.

    Si allunga per arruffargli il pelo sulla testa e si mette a sedere sul letto; la stanza gli si manifesta sfocata attraverso la chioma.

    Devo tagliarli, pensa. Sembro Cugino Itt.

    Fra una doppia punta e l’altra, riflette sullo strano veicolo che ricorda dal sogno. Ben due sogni. Per lui, ricordare qualcosa dalla notte è una rarità. Infatti non ha idea di quale fosse il suo ruolo o quello del veicolo, ma sente che potrebbe disegnarlo. Strani simboli componevano una scritta incisa, che nel mondo onirico riusciva a leggere. Scrolla le spalle; va a badare a se stesso e al gatto si gratta il sedere, si prepara un tè e versa una scatoletta di trota nella ciotola del gatto.

    Circa un’ora dopo, apre la porta dell’ufficio alla Epilog in via Filzi, sotto lo sguardo vigile delle sue mascotte di peluche: il pesce palla, il diavoletto con le scarpe da basket, il pinguino con la pipa. Posa di fianco allo schermo la copia sgualcita di Divina invasione. Lo sta rileggendo per la sesta volta.

    Guarda i quadratini dell’avvio del sistema, tamburellando in attesa, poi la posta della giornata. Pubblicità di due servizi cui non ricordava

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