No positivo: Per la Costituzione. Per le buone riforme. Per migliorare la politica e la vita.
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Anteprima del libro
No positivo - Gianfranco Pasquino
Saggi Epoké
Gianfranco Pasquino
NO positivo
Per la Costituzione
Per buone riforme
Per migliorare la politica e la vita
edizioni epoké
ISBN 978-88-99647-27-8
ISBN (ePub) 978-88-99647-28-5
ISBN (kindle) 978-88-99647-29-2
DOI 10.19201/nopositivo
©2016 Edizioni Epoké
Prima edizione: 2016
Edizioni Epoké. Via N. Bixio, 5
15067, Novi Ligure (AL)
www.edizioniepoke.it
epoke@edizioniepoke.it
Editing e progetto grafico: Martina Gambarotta, Simone Tedeschi,
Edoardo Traverso.
I edizione
Finito di stampare nel mese di settembre 2016.
Tipografia Pressup srl, Roma.
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere fotocopiata, riprodotta o archiviata, memorizzata o trasmessa in qualsiasi forma o mezzo – elettronico, meccanico, reprografico, digitale – se non nei termini previsti dalla legge che tutela il diritto d’autore.
Indice
introduzione
Storia, memoria, Scienza Politica,
Costituzione
capitolo uno
Il Manifesto del NO
Capitolo due
La leadership della rottamazione
capitolo tre
L’Italicum nelle condizioni date
capitolo quattro
Riforma che moltiplica gli inciuci
Capitolo cinque
Contro il referendum plebiscitario
Capitolo sei
La produttività dei parlamenti
Capitolo sette
Costruire una Repubblica con i numeri
capitolo otto
Cacciari irresponsabile
capitolo nove
Il Premier non può essere a tempo
capitolo dieci
Buttare la legge elettorale
e gli opportunismi
capitolo undici
L’Italicum e i cavoli a merenda
capitolo dodici
I nodi dal Senato al CNEL
capitolo tredici
Per Renzi è troppo rischioso
capitolo quattordici
La lezione che Renzi deve imparare
capitolo quindici
Impossibile riformare. Solo cestinare
capitolo sedici
Pokémon al Quirinale
capitolo diciassette
Il no dei nemici del popolo
capitolo diciotto
Interdire la sinistra scambista
capitolo diciannove
Referendum e plebiscito
Capitolo venti
Ulivo, la nostalgia non basta per un sì
Capitolo ventuno
Democrazia decidente?
A prescindere
Capitolo ventidue
Violante: decisionista dello stivale
Capitolo ventitre
Il Ministro dell’agricoltura Martina e le colture politiche
Capitolo ventiquattro
Renzi post-personalizzazione
Conclusioni
Indice dei nomi
Gianfranco Pasquino
introduzione
Storia, memoria, Scienza Politica,
Costituzione
Da più parti mi hanno detto che, finito il persino troppo lungo intervallo nel quale molti si vantavano delle riforme del governo o le deprecavano soltanto in base alla loro posizione/preferenza politica, è diventato possibile cominciare una vigorosa discussione sul merito delle riforme. D’altronde, è da sempre che noi italiani siamo famosi per discutere pragmaticamente su fatti e cifre, non fumosamente su cosiddetti pii desideri e complotti immaginari. Ha cominciato Matteo Renzi a dire che queste non sono le sue riforme. Ha chiarito che le riforme sono sue e di Giorgio Napolitano. Il messaggio non è ancora giunto al Ministro Boschi che sostiene che queste sono le riforme del governo approvate dopo faticose discussioni dal Parlamento, ma criticate da coloro, oscurantisti che vengono dal Medioevo, che non rispettano il lavoro del Parlamento e che vorrebbero addirittura farle cadere con il referendum, lo strumento opportunamente previsto dai Costituenti affinché i cittadini valutino l’operato del Parlamento. Neanche questa, però, sembra essere lontanamente una critica sul merito. Inoltre, al Ministro sfugge la differenza, non proprio marginale, che non è stato il Parlamento in quanto tale a fare le riforme, ma una maggioranza neanche troppo convinta di sé.
Sempre fuori merito e anche fuori misura sono arrivati tre diversamente noti sostenitori del sì
. È arrivata la bordata, assolutamente sul merito, dell’economista Salvati, «chi vota contro le riforme vota contro il paese». Questa meritoria posizione era stata anticipata dal filosofo Massimo Cacciari che voterà sì anche se le riforme non gli piacciono, motivato da «sensibilità repubblicana». Almeno temporaneamente al coro possente di questi sì derivanti da pensose riflessioni sul merito si è accodato il sociologo Arturo Parisi. Voterà sì perché quelle del Renzi e della Boschi sono le riforme dell’Ulivo, meglio le riforme che l’Ulivo non ha fatto e, per quel che si ricorda, che nessuno degli ulivisti ha effettivamente provato a fare. Anzi, gli ultimi rimasti fra i dalemiani potrebbero persino sostenere che Prodi e i suoi collaboratori non furono certo i più agguerriti sostenitori della Commissione Bicamerale per le Riforme Istituzionali (1997-1998).
La memoria degli italiani non è mai lunga tranne quando si tratta di regolare dei conti. La conoscenza della storia, neppure di quella recente, non è mai approfondita. In questo piccolo libro ho raccolto articoli scritti nell’arco di sei mesi, pubblicati in sedi diverse, che ringrazio, che mirano a sollecitare la memoria anche rammentando, in maniera non pedante, un po’ di storia. Non intendo certo scrivere la mia storia di riformatore istituzionale
, ma neanche cancellarla e fare finta che sono un parvenu. Al contrario, sono orgoglioso di ricordare una traiettoria coerente che va da Restituire lo scettro al principe. Proposte di riforma istituzionale (Laterza 1985), passa attraverso Le istituzioni di Arlecchino (Napoli, ScriptaWeb, 2008, 5° ed.) e approda temporaneamente a Cittadini senza scettro. Le riforme sbagliate (Egea-UniBocconi 2015). Molto, come si conviene ad un dibattito sul merito, che personalmente ho preso molto sul serio, si trova lì.
Qui, invece, gli articoli raccolti si situano sul piano della critica, anche della polemica, politica, augurabilmente utile, talvolta più che doverosa, mai dimentica di quello che ho imparato e che, come studioso di scienza politica, posso orgogliosamente affermare di sapere. Aggiungo e chiudo che il sapere della scienza politica, come ha ripetutamente scritto Giovanni Sartori, è un sapere applicabile. Facendo tesoro di questo insegnamento che, purtroppo nella scienza politica italiana è stato recepito poco e molto male, non ho rinunciato, tutte le volte che mi pareva potesse servire, a introdurre e spiegare le alternative praticabili alle riforme del governo e del Partito Democratico. Con l’immobilismo istituzionale il mio no
non ha proprio nulla a che vedere. è un no
a riforme da cancellare per fare riforme buone che migliorino il funzionamento del sistema politico italiano e, con un po’ di sana retorica, anche la vita, non dei governanti e rappresentanti, non della classe politica, ma dei miei concittadini.
Bologna, un giorno del tranquillo agosto 2016
Fonti
Il Manifesto del NO è stato pubblicato su «il Fatto Quotidiano» il 14 maggio 2016 col titolo Per voi che ragionate e non plebiscitate. C’è chi ci mette la faccia, noi ci mettiamo la testa
La leadership della rottamazione è stato pubblicato ne «il Mulino», n.2/2015, pp. 254-259
L’italicum nelle condizioni date è stato pubblicato ne «il Mulino», n. 4/2015, pp. 631-639
Riforma che moltiplica gli inciuci è uscito su «il Fatto Quotidiano» il 21 maggio 2016 con il titolo La ‘riforma’ che moltiplica gli inciuci
.Una versione ridotta del capitolo Contro il referendum plebiscitario è stata pubblicata ne «il Mulino» n. 4/2016, pp. 635-639, con il titolo Referendum costituzionali, forse. Plebiscito, NO
La produttività dei parlamenti è stato pubblicato sul magazine online della Casa della Cultura «viaBorgogna3» il 3 giugno 2016 con il titolo Qual è il Parlamento più produttivo?
di Gianfranco Pasquino e Riccardo Pelizzo
Una Repubblica con i numeri è stato pubblicato sul magazine online della Casa della Cultura «viaBorgogna3» il 30 giugno 2016 con il titolo Costrire una Repubblica con i numeri
Cacciari irresponsabile è uscito su «il Fatto Quotidiano» il 29 maggio 2016 con il titolo Cacciari irresponsabile, si sottomette al ricatto di Renzi
Il premier non può essere a tempo è uscito su «il Fatto Quotidiano» il 14 giugno 2016
Buttare la legge elettorale e gli opportunismi è uscito su «il Fatto Quotidiano» il 29 giugno 2016 con il titolo Buttare l’Italicum e gli opportunismi
L’Italicum e i cavoli a merenda è uscito su «il Fatto Quotidiano» il 3 luglio 2016
I nodi dal Senato al CNEL è uscito su «il Fatto Quotidiano» il 10 luglio 2016 con il titolo I nodi. Dal Senato al Cnel: cosa c’è da cambiare
Per Renzi è troppo rischioso è uscito su «il Corriere della Sera» il 13 luglio 2016 con il titolo Per Renzi è troppo rischioso rinunciare alla guida del PD
La lezione che Renzi