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Buon governo un mito? Le Regioni rosse. Da giovani promesse a baluardo della conservazione
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Buon governo un mito? Le Regioni rosse. Da giovani promesse a baluardo della conservazione
E-book51 pagine41 minuti

Buon governo un mito? Le Regioni rosse. Da giovani promesse a baluardo della conservazione

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Raffaella della Bianca replica a Vannino Chiti sulla valutazione del fiore all’occhiello della sinistra: le amministrazioni dell’Emilia, della Toscana, della neonata Liguria.

Se per Chiti sono un modello da estendere a tutto il territorio nazionale, per Della Bianca non sono la soluzione dei problemi italiani, ma un ostacolo al rinnovamento e un’ulteriore fonte di burocratizzazione da revisionare, se si vogliono migliorare le istituzioni.

La soluzione ai problemi italiani non sono le Regioni rosse ma le Macroregioni, che sono la base più adatta per fare emergere una sovranità nazionale sostenuta dal basso invece che dall’alto.

Il testo di Raffaella Della Bianca è preceduto da una conversazione tra Lodovico Festa e Giulio Sapelli sul ruolo delle Regioni rosse nella storia italiana.

 

Idee di parte per farsi un’idea.
LinguaItaliano
Data di uscita27 mag 2015
ISBN9788867973699
Buon governo un mito? Le Regioni rosse. Da giovani promesse a baluardo della conservazione

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    Buon governo un mito? Le Regioni rosse. Da giovani promesse a baluardo della conservazione - Raffaella Della Bianca

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    © goWare 2015

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    e-mail: info@goware-apps.it

    © 2015 Edizioni Angelo Guerini e Associati SpA

    via Comelico, 3 – 20135 Milano

    http://www.guerini.it

    e-mail: info@guerini.it

    Prima edizione digitale: giugno 2015

    ISBN 978-88-6797-369-9

    ISBN ed. cartacea: 978-88-6250-583-3

    Copertina: Giovanna Gammarota e Lorenzo Puliti

    Sviluppo ePub: Elisa Baglioni

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    Presentazione

    Raffaella della Bianca replica a Vannino Chiti sulla valutazione del fiore all’occhiello della sinistra: le amministrazioni dell’Emilia, della Toscana, della neonata Liguria.

    Se per Chiti sono un modello da estendere a tutto il territorio nazionale, per Della Bianca non sono la soluzione dei problemi italiani, ma un ostacolo al rinnovamento e un’ulteriore fonte di burocratizzazione da revisionare, se si vogliono migliorare le istituzioni.

    La soluzione ai problemi italiani non sono le Regioni rosse ma le Macroregioni, che sono la base più adatta per fare emergere una sovranità nazionale sostenuta dal basso invece che dall’alto.

    Il testo di Raffaella Della Bianca è preceduto da una conversazione tra Lodovico Festa e Giulio Sapelli sul ruolo delle Regioni rosse nella storia italiana.

    Idee di parte per farsi un’idea.

    * * *

    Raffaella Della Bianca, imprenditrice e consigliere regionale in Liguria, è stata vicepresidente del Consiglio comunale di Genova e membro del Nucleo di Valutazione e Verifica degli incentivi del Ministro dello Sviluppo Economico.

    Introduzione

    di Lodovico Festa e Giulio Sapelli

    Lodovico Festa – I due discussori da noi scelti sul tema «quanto siano attuali, in positivo o in negativo, esperienze e realtà delle cosiddette Regioni rosse» divergono – come previsto e in qualche modo auspicato – sul punto centrale: Raffaella Della Bianca, pur riconoscendo risultati sociali ed economici a grandi regioni come Emilia Romagna o Toscana, ritiene che il loro modello sia stato caratterizzato da una logica, alla fine, di chiusura che ha contribuito al fallimento – in generale – della stessa istituzione regionale; ciò è avvenuto anche perché tale «logica» è stata esportata (e peggiorata) in altre parti d’Italia – e la Della Bianca si concentra sul caso Liguria – completando la crisi di una forma di articolazione dello Stato comunque segnata da contraddizioni emerse nel tempo. Adesso, dunque, sarebbe il momento di un ripensamento radicale. Chiti, dal canto suo, pur riflettendo sui limiti dell’azione di governi – anche di sinistra – nei confronti delle Regioni (come la modifica della Costituzione nel 2001), e su come la crisi istituzionale ed economica dell’Italia richieda trasformazioni profonde (anche di ordinamenti definiti dalla Costituzione, tra cui quelli territoriali in discussione), sostiene, invece, che dalle Regioni rosse si debba ripartire perché proprio certe esperienze economico-sociali di inveramento dei principi della Costituzione (dall’ambiente al diritto allo studio, dalla parità delle donne all’assistenza ai bisognosi) offrono una base adeguata per modificare, senza stravolgere la Carta fondamentale del nostro Stato, uno strumento di profonda democrazia e civiltà; su questa strada, inoltre, secondo Chiti, sarà possibile guarire i mali più gravi della nostra società e della nostra economia.

    Giulio Sapelli – Non vorrei allargarmi troppo rispetto al ruolo di introduttore: abbiamo chiesto i pareri di due persone di qualità ed è bene che a loro resti il centro della scena. Vorrei solo affiancare,

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