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Nuovo Disordine Mondiale: Dall'11 Settembre al Grande Reset: Saggi, articoli, editoriali e riflessioni sull’apocalisse della civiltà e della democrazia
Nuovo Disordine Mondiale: Dall'11 Settembre al Grande Reset: Saggi, articoli, editoriali e riflessioni sull’apocalisse della civiltà e della democrazia
Nuovo Disordine Mondiale: Dall'11 Settembre al Grande Reset: Saggi, articoli, editoriali e riflessioni sull’apocalisse della civiltà e della democrazia
E-book910 pagine10 ore

Nuovo Disordine Mondiale: Dall'11 Settembre al Grande Reset: Saggi, articoli, editoriali e riflessioni sull’apocalisse della civiltà e della democrazia

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Il sottotitolo di questo libro (Saggi, articoli, editoriali e riflessioni sull’apocalisse della civiltà e della democrazia) non poteva essere più esplicativo riguardo ai suoi contenuti. Esso raccoglie, infatti, una selezione di ben ottantaquattro pezzi che uno storico e scrittore indipendente e controcorrente come Nicola Bizzi ha firmato nel corso degli ultimi anni per varie riviste e testate on-line. Anni difficili, turbolenti, anni di Kali Yuga, come egli stesso scrive nella sua prefazione, anni in cui le tenebre hanno inesorabilmente, giorno dopo giorno, – e non solo in senso metaforico – prevalso sulla luce, portando al graduale e progressivo restringimento dei nostri più basilari e fondamentali diritti e della nostra libertà. Quegli stessi anni che ci hanno accompagnato dalla false-flag dell’11 Settembre fino al colpo di stato globale che stiamo attualmente vivendo. Un colpo di stato che, con il pretesto di una falsa pandemia pianificata ad arte, mira al definitivo smantellamento della democrazia e all’instaurazione di quel Grande Reset, di quella “quarta rivoluzione industriale” che prevede l’avvento di una società distopica, tecnocratica e totalitaria in cui gli esseri umani saranno solo dei numeri, degli schiavi digitali.
Nicola Bizzi, nel corso di questi anni, ha incessantemente denunciato, in suoi articoli e in sue inchieste giornalistiche, i piani e gli obiettivi del Nuovo Ordine Mondiale e i retroscena della politica e dell’economia, sia italiana che internazionale, spesso anticipando eventi e scenari che puntualmente si sono verificati in tutta la loro drammaticità. Questo libro, una sorta di memoriale e, al contempo, un diario degli ultimi dieci anni, può rivelarsi molto utile per uscire dalla Matrix, dalla Caverna di Platone, per acquisire consapevolezza e per comprendere come tutto è iniziato e come la distruzione pianificata dei diritti civili e costituzionali e l’instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale tecnocratico e orwelliano siano già in atto da molto tempo. Per comprendere quanto non esista un valore più grande della Libertà.
LinguaItaliano
Data di uscita17 dic 2020
ISBN9791280130174
Nuovo Disordine Mondiale: Dall'11 Settembre al Grande Reset: Saggi, articoli, editoriali e riflessioni sull’apocalisse della civiltà e della democrazia

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    Anteprima del libro

    Nuovo Disordine Mondiale - Nicola Bizzi

    Πολιτεία

    NICOLA BIZZI

    NUOVO DISORDINE MONDIALE

    Dall’11 Settembre al Grande Reset

    SAGGI, ARTICOLI, EDITORIALI E RIFLESSIONI SULL’APOCALISSE DELLA CIVILTÀ

    E DELLA DEMOCRAZIA

    Edizioni Aurora Boreale

    Titolo: Nuovo Disordine Mondiale: Dall’11 Settembre al Grande Reset

    Autore: Nicola Bizzi

    Collana: Politeia

    Editing e illustrazioni a cura di: Nicola Bizzi

    ISBN versione e-book: 979-12-80130-17-4

    Edizioni Aurora Boreale

    © 2020 Edizioni Aurora Boreale

    Via del Fiordaliso 14 - 59100 Prato

    edizioniauroraboreale@gmail.com

    www.auroraboreale-edizioni.com

    Questa pubblicazione è soggetta a copyright. Tutti i diritti sono riservati, essendo estesi a tutto e a parte del materiale, riguardando specificatamente i diritti di ristampa, riutilizzo delle illustrazioni, citazione, diffusione radiotelevisiva, riproduzione su microfilm o su altro supporto, memorizzazione su banche dati. La duplicazione di questa pubblicazione, intera o di una sua parte, è pertanto permessa solo in conformità alla legge italiana sui diritti d’autore nella sua attuale versione, ed il permesso per il suo utilizzo deve essere sempre ottenuto dall’Editore. Qualsiasi violazione del copyright è soggetta a persecuzione giudiziaria in base alla vigente normativa italiana sui diritti d’autore.

    L’uso in questa pubblicazione di nomi e termini descrittivi generali, nomi registrati, marchi commerciali, etc., non implica, anche in assenza di una specifica dichiarazione, che essi siano esenti da leggi e regolamenti che ne tutelino la protezione e che pertanto siano liberamente disponibili per un loro utilizzo generale.

    PREFAZIONE

    Il sottotitolo di questo libro (Saggi, articoli, editoriali e riflessioni sull’apocalisse della civiltà e della democrazia) non poteva forse essere più esplicativo riguardo ai suoi contenuti. Esso raccoglie, infatti, una selezione di ben ottantaquattro pezzi che ho firmato nel corso degli ultimi anni per varie riviste e teste on-line, il cui tema di fondo è proprio la decadenza e il tracollo della nostra civiltà e della stessa democrazia. Anni difficili, turbolenti, anni di Kali Yuga, secondo la Tradizione orientale, ovvero un’era oscura, caratterizzata da numerosi terribili conflitti e da una diffusa ignoranza e involuzione spirituale. O, come preferisco io definirli, gli anni delle Litai (del Greco antico Λιτή, preghiera, orazione), secondo le profezie della Tradizione Misterica Eleusina, ovvero quegli anni di tribolazione e di conflittualità in cui tutti i nodi verranno al pettine, in attesa del definitivo e non certo indolore tramonto di un’era di menzogne e di oppressione e dell’avvento di una nuova Età dell’Oro. Forse quella stessa Età dell’Oro profetizzata duemila anni fa dal grande poeta e iniziato romano Publio Virgilio Marone nella quarta egloga delle sue Bucoliche. Anni in cui le tenebre hanno inesorabilmente, giorno dopo giorno, – e non solo in senso metaforico – prevalso sulla luce, portando al graduale e progressivo restringimento dei nostri più basilari e fondamentali diritti e della nostra libertà. Quegli stessi anni che ci hanno accompagnato dalla false-flag dell’11 Settembre fino al colpo di stato globale che stiamo attualmente vivendo. Un colpo di stato che, con il pretesto di una falsa pandemia, mira al definitivo smantellamento del modello occidentale di democrazia e all’instaurazione di quel Grande Reset, di quella quarta rivoluzione industriale che prevede l’avvento di una società distopica, tecnocratica e totalitaria in cui gli esseri umani saranno solo dei numeri, degli schiavi digitali.

    Nel corso di questi anni, ho incessantemente denunciato, in miei articoli, editoriali e in scomode inchieste giornalistiche decisamente unpolitically correct, i piani e gli obiettivi del Nuovo Ordine Mondiale e i retroscena della politica e dell’economia, sia italiana che internazionale, spesso – come mi hanno fatto notare – anticipando fatti ed eventi che puntualmente si sono verificati in tutta la loro drammaticità, ed altri che si stanno delineando soltanto oggi, con inquietante puntualità.

    Non avrei mai pensato di scriverlo questo libro, anche perché, in un certo senso, era già stato scritto, solo che le sue pagine si trovavano disperse su centinaia di riviste, alcune delle quali non più edite e ormai introvabili, e su decine di siti internet con i quali ho attivamente collaborato negli ultimi anni. Sono stati molti miei lettori e sostenitori a chiedermi insistentemente di riunire, di ricongiungere, molte di quelle pagine disperse e di farne un volume organico. Ne è venuto fuori una sorta di memoriale e, al contempo, un diario degli ultimi dieci anni. Un diario in un certo senso anche autobiografico, perché va di pari passo con quello che è stato il mio impegno politico e sociale e il mio cimentarmi in tante battaglie, da quella contro il signoraggio bancario e per la sovranità monetaria fino a quella contro le lobby del farmaco e dei vaccini, fino alle mie denunce contro i piani e gli obiettivi di determinate elite di potere che da molto tempo perseguono il disegno di un Nuovo Ordine Mondiale.

    Chiaramente questo libro rispecchia, in ogni sua singola pagina, anche il mio pensiero, la mia filosofia, i miei ideali e – inevitabilmente – buona parte del mio stesso percorso di vita. In molti, fra i lettori, potranno non concordare con le mie idee e con la mia visione del mondo, ma sinceramente non me ne curo. Sono personalmente fiero e orgoglioso del mio passato politico, anche se non faccio più da alcuni anni politica attiva, in quanto da tempo mi sto dedicando quasi esclusivamente a scrivere i miei libri. Militavo a vent’anni nel Partito Socialista Italiano, nel quale e con il quale ho vissuto da testimone la stagione di Tangentopoli. Prima ancora, già dall’età di quindici anni, ho fatto militanza attiva nella sinistra extraparlamentare, nel cui contesto ho avuto modo di conoscere a studiare a fondo il Marxismo-Leninismo, le sue origini e i suoi limiti oggettivi. Sono poi stato alcuni anni nella Lega, con la quale sono orgoglioso di aver difeso, nel 1999, i ponti di Belgrado dai criminali bombardamenti della NATO. Sono stato candidato Sindaco al Comune di Firenze per Toscana Granducale e alla Camera dei Deputati per Alternativa Sociale e sono stato poi tra i fondatori di Nuova Destra Sociale, partito politico di cui sono stato alcuni anni Presidente, contribuendo a scrivere un programma politico rivoluzionario per certi versi non molto dissimile a quello adottato oggi dal Partito Comunista di Marco Rizzo. Ho poi collaborato attivamente, come assistente parlamentare, con Domenico Scilipoti, quando ancora conduceva battaglie per la sovranità monetaria e contro le lobby del farmaco, e con Magdi Allam, al fianco del quale ho condotto battaglie sovraniste nel Parlamento Europeo. Ho fondato e diretto varie riviste, tra cui il trimestrale di Storia e Geopolitica Novum Imperium, e, nel 2012, ho creato una mia casa editrice, le Edizioni Aurora Boreale, che tutt’oggi gestisco.

    Non rinnego alcuna di queste mie scelte, perché tutte, nessuna esclusa, hanno contribuito a fare di me la persona che sono oggi: una persona che ragiona con la propria testa, che non è comprabile o corruttibile, e che conosce molto bene la politica e le dinamiche, sia occulte che palesi, che la muovono.

    Chi mi conosce da vicino sa bene che ho sempre rispettato, e sempre rispetterò, le idee e gli ideali del mio prossimo. La Massoneria – e prima ancora di essa altri percorsi iniziatici assai più antichi ed importanti – a me ha insegnato un valore fondamentale, proprio quello della tolleranza e del rispetto delle altrui idee e opinioni. Ritengo fermamente che con la logica degli anti non si vada da nessuna parte. Tutti sono sempre pronti a dichiararsi antifascisti, anticomunisti, anti questo, anti quello, etc., ma ritengo che occorra superare, oggi più che mai, sterili divisioni ideologiche create ad arte solo per dividere e per impedire che i popoli perseguano le legittime aspirazioni alla Libertà.

    La mia appartenenza a elitari contesti iniziatici, della quale non ho mai fatto mistero, e l’aver operato nel settore dell’intelligence, mi hanno da tempo fatto capire quanto profonda e ramificata sia la tana del Bianconiglio. Sapevo, in sintesi, che quanto si è scatenato a livello globale negli ultimi mesi del 2019 era tutto previsto, tutto già da tempo pianificato da menti che definire criminali sarebbe un eufemismo. Menti molto raffinate che, ci crediate o no, conoscono molto bene non solo la psicologia umana, la programmazione neuro-linguistica e le tecniche di condizionamento e manipolazione dell’opinione pubblica, ma anche i più reconditi significati dei simboli e le leggi e le dinamiche di scienze oggi considerate non convenzionali, tra cui l’Astrologia (quella vera, non quella degli oroscopi che potete trovare sui giornali) e la Magia.

    Troppe cose vengono taciute all’opinione pubblica, troppe informazioni distorte e pilotate vengono impunemente inoculate alla massa e troppe scomode realtà vengono deliberatamente secretate (e l’Italia, in quanto all’arbitrario utilizzo del segreto di Stato detiene un record tutt’altro che invidiabile!) perché la loro divulgazione, e talvolta soltanto la loro pubblica ammissione, rappresenterebbe un serio danno per il potere costituito e per i suoi veri detentori. E questo, si badi bene, non è solo un fenomeno del nostro tempo. La Storia ci insegna che, pur sotto altre forme e con altri metodi, questo è sempre avvenuto, perché fa parte delle logiche e delle dinamiche del potere. Senza andare a scomodare l’antichità classica, già nel Principe di Niccolò Macchiavelli troviamo una palese raccomandazione all’utilizzo di quella che viene oggi chiamata shock-and-awe doctrine, ossia traumatizzare e sgomentare la popolazione con minacce reali o costruite, come terrorismo, invasioni e pandemie, per ridurre la sua capacità critica e spingerla entro opportuni stereotipi o frame, alla stregua di docili buoi condotti in un recinto.

    Credetemi, non è stato facile selezionare, fra una miriade di articoli ed editoriali, quelli da inserire in questa raccolta, ma spero di aver fatto un buon lavoro selezionando quelli che potevano essere legati da un preciso filo conduttore. Alcuni di essi vennero originariamente pubblicati, fra il 2010 e il 2013, su Novum Imperium. Molti altri risalgono al biennio 2013-2014, periodo in cui collaboravo stabilmente con il sito Signoraggio.it. Nella parte finale del volume troverete poi diversi miei articoli più recenti, usciti sul sito d’informazione Database Italia. Non vi sfuggirà sicuramente, nell’ordine cronologico, un vuoto temporale di alcuni anni, periodo durante il quale, lasciando formalmente (ma solo, appunto, formalmente) la politica attiva, mi sono dedicato quasi esclusivamente a ricerche storiche e di carattere esoterico ed iniziatico.

    Mi auguro che questo libro possa rivelarsi utile per chi desidera uscire dalla Matrix, dalla Caverna di Platone, per chi desidera acquisire consapevolezza e tentare di comprendere come tutto è iniziato e come la distruzione pianificata dei diritti civili e costituzionali e l’instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale tecnocratico e orwelliano siano già in atto da molto tempo. Ma, soprattutto, mi auguro che possa aiutarvi a comprendere quanto non esista un valore superiore alla Libertà.

    Nicola Bizzi,

    Firenze, 8 Dicembre 2020

    INFORMAZIONE E DISINFORMAZIONE

    Estratto dall’editoriale di Novum Imperium n. 3 - 2011

    Nel passato – come hanno recentemente puntualizzato Francesco Arduini e Cristian Puliti in un loro articolo sulla rivista Fenix – un’informazione aveva pochi supporti analogici nei quali veicolare le proprie speranze evolutive. Ma oggi, grazie alla digitalizzazione e alla globalizzazione, ogni singola informazione, se ben indirizzata, può potenzialmente divenire un veicolo d’innesco e d’innesto disponibile simultaneamente a milioni di menti. Ma Arduini e Puliti mettono anche in guardia – e non a torto – i fruitori dell’informazione dal meme. Per meme si intende un’entità di informazione che si propaga come un virus da una mente ad un’altra o, nell’eccezione dawkinsiana, un’unità auto-replicante di informazione culturale. E quando una determinata forma di meme prende corpo in una precisa notizia o in una semplice idea, questa, se ben veicolata, attecchisce nella mente di una moltitudine di persone e crea modelli di pensiero, divenendo in grado di determinare azioni che si ripercuotono nella quotidianità e di influenzare i comportamenti dei popoli e, più in generale, l’opinione pubblica.

    Ma cosa avviene se l’informazione alla base di un meme è falsa o distorta? Una volontaria e consapevole diffusione di dati falsati o abilmente assemblati in modo errato o fuorviante non rappresenta soltanto un’offesa all’intelligenza e alla dignità delle persone, ma un vero e proprio tumore mediatico destinato a espandersi all’infinito con le sue reti di metastasi e a plasmare e condizionare l’opinione pubblica secondo precise linee guida. E le masse, proprio a causa della digitalizzazione e della globalizzazione mediatica di oggi, hanno paradossalmente meno difese da certi virus rispetto ai popoli dell’antichità o anche soltanto ai nostri progenitori.

    Non voglio fare la parte del cospirazionista a tutti i costi, ma la storia recente è piena – per chi sa vederli – di esempi di meme difettati messi in circolazione con il fine di plasmare l’opinione pubblica su certi argomenti. E l’immancabile e puntuale azione dei media compiacenti e di regime completa l’opera, facendo assurgere nelle menti dei cittadini a verità assoluta delle notizie in partenza false e tendenziose.

    Potremmo citare il caso di Mani Pulite, con il quale la quasi totalità dell’opinione pubblica italiana venne indotta a credere che la casta dei magistrati rappresentasse l’unico e ultimo baluardo contro la corruzione e il marciume della partitocrazia, casta di paladini a cui affidarsi ciecamente per la salvezza della Patria. Mentre in realtà si è voluto decapitare un’intera classe politica per sostituirla con un’altra, ugualmente corrotta ma più compiacente nella svendita ai poteri forti della finanza mondiale dei capitali e delle risorse dello Stato.

    Potremmo parlare del meme che negli anni ’90 instaurò nell’opinione pubblica mondiale l’idea che i Serbi erano i cattivi e che bisognava combatterli. Questo meme portò di fatto alla perdita da parte della Serbia della propria sovranità nazionale, a due mesi di criminali e terroristici bombardamenti della N.A.T.O. su Belgrado e sulle altre città del Paese, e alla creazione, sul territorio della storica provincia serba di Kosovo e Metohija, di uno stato mafioso gestito da narcotrafficanti e criminali di guerra, ma riconosciuto e osannato da una folta schiera di nazioni tra cui l’Italia!

    Potremmo andare avanti ancora per molto, menzionando il meme delle presunte armi di distruzione di massa di Saddam, generato e diffuso per poter giustificare la guerra all’Irak; il meme che ha diffuso la favola degli attacchi terroristici di Al-Qaeda dell’11 Settembre 2001, favola a cui ormai non crede più neanche il gatto (favola che però è servita a generare un vero e proprio golpe interno negli Stati Uniti e a spianare la strada per la cosiddetta guerra al terrorismo).

    Ci siamo già occupati, e continueremo a farlo, del meme generato per criminalizzare l’Iran, in base al quale si vuole insinuare nell’opinione pubblica la visione di un Paese dominato da una feroce e spietata dittatura, nel quale il popolo è oppresso nella miseria e nell’ignoranza. Peccato che, essendomici più volte recato, io possa testimoniare esattamente il contrario. Si tratta, sì, di una teocrazia islamica sciita, ma ho avuto modo di conoscere di persona un Paese civile e avanzato, con alto livello di benessere e di istruzione, abitato da un popolo che ha raggiunto notevoli conquiste sociali e che non rinuncerebbe mai alla propria sovranità nazionale.

    Un altro meme emblematico del XX° Secolo è invece ben descritto e spiegato da un autore coraggioso come Norman Finkelstein nel suo saggio L’Industria dell’Olocausto; meme che ha in concreto fatto assurgere a verità dogmatica dei dati opinabili e che ha portato alla criminalizzazione degli storici liberi, che nel migliore dei casi vengono bollati ed etichettati come politicamente scorretti.

    In sintesi, la storia dell’umanità è stata sempre costellata da virus dell’informazione messi abilmente in circolazione dai detentori – più o meno occulti – delle redini del potere, dai tempi del Concilio di Nicea fino a quelli più recenti della strage di Bologna e del DC9 di Ustica, per non parlare della vicenda dell’influenza suina. Ma con l’avvento dell’era informatica e digitale certi virus hanno accresciuto enormemente il loro potere di contagio.

    Occhi aperti, allora! Ricordiamoci che i propagatori di notizie artefatte, quasi sempre costruite a tavolino da servizi compiacenti che eseguono gli ordini dei padroni, godono di enormi risorse finanziarie. Mentre chi sceglie di non allinearsi e di fare contro-informazione, non solo non gode di alcuna risorsa economica, ma viene anzi spesso perseguitato.

    Noi comunque abbiamo scelto da quale parte della barricata schierarci: quella di un’informazione libera da condizionamenti, un’informazione che porti le persone a riflettere, a interrogarsi, a non dare una notizia per scontata, a non credere alle verità assolute. Una corretta informazione, a nostro parere, non deve dare soltanto delle risposte, ma deve indurre chi la recepisce soprattutto a porsi delle domande. Questa è la linea che Novum Imperium ha sempre avuto e che intende portare avanti anche per il futuro.

    LA TATTICA DELLA FALSE-FLAG

    Estratto dall’editoriale di Novum Imperium n. 4 - 2011

    Nel mio editoriale dello scorso numero di Novum Imperium sono andato a scomodare Richard Dawkins per parlarvi del concetto di meme, un’entità di informazione che si propaga come un virus da una mente ad un’altra o, nell’eccezione dawkinsiana, un’unità auto-replicante di informazione culturale che, come abbiamo visto, può fare molti danni se creata ad hoc con lo scopo di diffondere disinformazione o notizie falsate presso l’opinione pubblica. E abbiamo citato a riguardo molti esempi.

    Dato che uno degli scopi che si prefigge questa nostra testata è, oltre a trasmettere e diffondere contro-cultura e contro-informazione, quello di far riflettere i lettori e di insegnare loro – senza presunzione e nei limiti del possibile – a non credere ciecamente alle informazioni propinate quotidianamente dai quotidiani di regime e dai mass media in genere, continuiamo allora a parlare di libera informazione, o, meglio, di libertà di informazione. E, continuando appunto su questo filone, vi spiegherò questa volta il concetto e il significato di false flag, neologismo anglosassone coniato già durante la IIª Guerra Mondiale, del quale l’enciclopedia in rete Wikipedia ci fornisce una esaudiente spiegazione:

    La tattica false flag, o operatività sotto falsa bandiera, è una tattica segreta condotta generalmente da grandi compagnie, agenzie d’intelligence, governi, o gruppi politici, e progettata per apparire come perseguita da altri enti e organizzazioni anche attraverso l’infiltrazione e/o lo spionaggio di questi ultimi. Il nome deriva da false e flag, ossia bandiera falsa. L’idea è quella di firmare una certa operazione per così dire issando la bandiera di un altro stato o la sigla di un’altra organizzazione. Un’operazione false flag può vedersi come la versione in grande, strategico-politica, di un falso d’autore, ma non solo: la tattica falsa bandiera non si limita esclusivamente a missioni belliche e di contro-insorgenza, bensì viene utilizzata anche in tempi di pace, come ad esempio nel periodo italiano della strategia della tensione, e copre anche operazioni nelle quali il nemico viene guidato a sua insaputa verso il raggiungimento di un obiettivo che lo stesso nemico può persino ritenere essere connaturale al completamento della propria missione e/o all’attuazione della propria strategia.

    Pur non mancando addirittura nella storia antica numerosi esempi che potrei citarvi, in tempi più recenti possono essere classificati come false flag l’incidente di Gleiwitz del 1939, con cui Reinhard Heydrich costruì ad arte un attacco polacco per mobilitare l’opinione pubblica tedesca, e per fabbricare una giustificazione falsa per l’invasione della Polonia. Oppure l’episodio di Mukden del 1931, quando funzionari giapponesi costruirono un pretesto per annettere la Manciuria facendo esplodere una sezione di ferrovia. In seguito, produssero la falsa affermazione per cui sarebbe stato rapito uno dei loro soldati nell’episodio del ponte Marco Polo, come scusa per invadere la Cina. E, tornando al 1939, si verificò un caso di false flag quando l’Unione Sovietica di Stalin bombardò il villaggio di Mainila alla frontiera con la Finlandia, diffondendo poi la notizia di molte vittime. L’episodio fu utilizzato come giustificazione per attaccare il paese scandinavo.

    Altro caso classico di false flag potrebbe essere l’Operazione Northwoods, pianificata (ma mai eseguita) da parte di gruppi di funzionari di alto livello del governo statunitense, e finalizzata a inventare pretesti per una guerra contro Cuba. Tale operazione includeva scenari come la simulazione del dirottamento di un aereo passeggeri facendo cadere la colpa su Cuba, oppure atti terroristici contro immigrati cubani negli USA, da rimproverare a terroristi castristi. Scritta e firmata dai Joint Chiefs of Staff (gli Stati Maggiori riuniti delle Forze Armate statunitensi), fu bocciata dal Segretario alla Difesa Robert McNamara e venne alla luce solo grazie alla legge per la libertà di informazione, il Freedom of Information Act, e fu resa pubblica da James Bamford.

    Anche la storia recente è letteralmente disseminata di casi di false flag. Basti ricordare l’efferata strage di civili al mercato di Sarajevo, operata e condotta dalle truppe musulmano-bosniache di Alja Izetbegovic per far ricadere la colpa sui Serbi.

    Ma veniamo ai giorni nostri. È del 12 Marzo di quest’anno, pochi giorni dopo l’uscita dello scorso numero di Novum Imperium, la notizia che tutti attendevamo (o quantomeno l’attendeva il sottoscritto); notizia che, naturalmente, è passata rigorosamente sotto silenzio sui nostri quotidiani e sui nostri notiziari. Adesso è ufficiale: tracce di esplosivi di nano-termite sono stati individuati tra i detriti delle Twin Towers del World Trade Center di New York. Sì, proprio le Torri, quelle Torri che l’opinione pubblica americana e non è stata indotta a credere siano state abbattute dal più terribile e spettacolare attentato terroristico della storia. Analizzando numerosi detriti raccolti subito dopo il crollo, il Dr. Steven Jones, professore di Fisica della Brigham Young University, coadiuvato da un team internazionale composto da nove scienziati, ha individuato chiaramente residui di esplosivo nano-termite, generalmente usato per scopi militari. Dopo un rigoroso processo di peer-review, la notizia della scoperta e la relativa documentazione sono state pubblicate sulla prestigiosa rivista scientifica Bentham Chemical Phisics Journal, una delle testate più accreditate e rispettate negli U.S.A. In sintesi, come già dimostravano (per chi aveva gli occhi attenti per capirlo) alcuni filmati girati durante il crollo, è possibile adesso affermare ufficialmente che a determinare il crollo delle Twin Towers non sono stati gli aerei che le hanno colpite, ma tutta una serie di cariche di esplosivo piazzate con estrema perizia e maestria in numerosi punti dei due edifici.

    Il 2 Maggio, infine, i telegiornali e i siti internet di tutto il mondo hanno dato la notizia di un blitz delle forze speciali americane in territorio pakistano, durante il quale sarebbe stato ucciso nientemeno che il famigerato leader di Al Qaeda Osama Bin Laden. Già dopo aver letto le prime agenzie stampa sulla dinamica dell’operazione e aver rilevato delle grossolane incongruenze, coronate dalla notizia del presunto funerale in mare (secondo rito islamico!?!) del barbuto sceicco, ricordo di aver esclamato «Ma ci hanno veramente presi per degli idioti!».

    Adesso, ad oltre un mese dalla vicenda, i miei sospetti che si trattasse di una ennesima false flag, costruita ad arte da un’amministrazione Obama in crisi di identità e in forte calo di consensi, appaiono sempre più fondati.

    A parte il fatto che tutta la storia della sedicente Al Qaeda, dall’invasione sovietica dell’Afghanistan del 1980 in poi, per chi la conosce bene o semplicemente si è degnato di approfondirla, appare già di per sé come una colossale montatura, la ciliegina sulla torta è arrivata il 3 Maggio. Nel popolare show televisivo di Alex Jones, Steve R. Pieczenik, uno dei maggiori insider del governo americano, ha pubblicamente rivelato che Osama Bin Laden sarebbe morto nel 2001 e che l’attentato dell’11 Settembre non sarebbe stato altro che una colossale false flag. Pieczenik, che ha occupato posizioni influenti sotto tre diversi presidenti (è stato infatti assistente del Segretario di Stato durante le amministrazioni di Nixon, Ford e Carter), ed ha lavorato anche per Reagan e per Bush senior, ancora oggi lavora alle dipendenze del Dipartimento della Difesa. Ex Capitano della U.S. Navy, ha conseguito un dottorato di ricerca al MIT di Boston ed è stato inoltre pianificatore della politica statunitense al servizio di Segretari di Stato come Henry Kissinger, Cyrus Vance, George Schulz e James Baker. Non si tratta certo, quindi, dell’ultimo arrivato. Ed ha espresso, inoltre, davanti ai telespettatori la sua disponibilità a testimoniare davanti al Gran Giurì per ufficializzare tutte le sue affermazioni. Già nell’Aprile 2002 Pieczenik aveva dichiarato, sempre nel corso di una trasmissione televisiva, che Bin Laden era già morto da mesi, «non perché le forze speciali lo abbiano ucciso, ma perché era stato visitato da un’equipe della CIA e dai loro registri risulta che fosse afflitto dalla sindrome di Marfan».

    La sindrome di Marfan è una grave malattia degenerativa che colpisce il tessuto connettivo e per la quale non esiste ancora una cura definitiva. Secondo Pieczenik la CIA e il Governo USA erano perfettamente a conoscenza delle condizioni di salute del presunto Nemico n. 1 e della sua morte ben prima di iniziare l’attacco militare contro l’Afghanistan. Nel Luglio 2001 uomini della CIA avrebbero visitato lo sceicco in un ospedale americano di Dubai (alla faccia della presunta latitanza!). «Era già molto malato – sostiene Pieczenik – e stava morendo. Non c’era bisogno che qualcuno lo uccidesse».

    Riferendosi alla foto rilasciata dalla Casa Bianca, e che ha fatto rapidamente il giro del mondo, in cui vediamo il Presidente Obama, Biden, la Clinton e tutto il loro staff di fidati funzionari mentre seguono in diretta su un maxi schermo l’operazione delle forze speciali condotta a Abbottabad, Pieczenik ha affermato in televisione lo scorso 3 Maggio: «Tutto questo scenario in cui vedete un gruppo di persone davanti allo schermo che guardano come se fossero presissimi non ha senso». «È completamente costruito per creare consenso, siamo in America, il teatro dell’assurdo. Perché lo stiamo facendo ancora? Nove anni fa quest’uomo era già morto. Perché il governo deve mentire in maniera sistematica al popolo americano?». «Osama Bin Laden è morto – ha dichiarato ancora Pieczenik – e non c’è modo che possano averci combattuto o possano averlo affrontato e addirittura ucciso».

    Questa autorevole gola profonda ha poi dichiarato che la decisione di iniziare una simile pagliacciata sarebbe stata presa perché Obama stava andando verso il minimo storico di consenso e approvazione popolare e che la storia legata alla sua nascita stava per esplodergli in faccia. «Doveva provare di essere più che americano. Doveva essere aggressivo».

    Avete capito allora, cari lettori, cos’è una false flag?

    COLPI DI STATO!

    Estratto dall’editoriale di Novum Imperium n. 5 - 2011

    Vorrei dedicarmi in questo editoriale ad una breve, ma doverosa, riflessione su tutta una serie di temi di attualità che, per quanto possano apparire disgiunti e scollegati, sono in realtà uniti da un unico filo: quello del mondialismo e della globalizzazione.

    Le vergognose immagini, trasmesse da tutte le televisioni del mondo Giovedì 20 Ottobre, mostranti il cadavere del Colonnello Muammar Gheddafi vilipeso e oltraggiato da dei banditi festanti armati di fucili mitragliatori non hanno potuto non richiamarmi alla mente ciò che accadde a Piazzale Loreto a Milano il 28 Aprile del 1945. La storia si ripete, cieca e ineluttabile, e si ripete inesorabilmente un lugubre scenario di cui l’esibizione delle spoglie del despota non sono che la punta dell’iceberg. Uno scenario costruito, oggi come allora, dai burattinai del Nuovo Ordine Mondiale, che, da dietro le quinte delle loro oscure cabine di regia, continuano a perseguire i loro disegni criminosi, i loro piani già decisi e concordati a tavolino. Piani finalizzati al dominio mondiale ed al controllo assoluto delle risorse finanziarie, energetiche ed anche umane; oscuri disegni mai come oggi divenuti così palesi ed evidenti, naturalmente per chi sa e vuole vederli, capirli e interpretarli, per la realizzazione dei quali non c’è posto sullo scenario internazionale, ieri come oggi, per nazioni libere e sovrane. Lo hanno ampiamente dimostrato negli ultimi anni la vergognosa guerra alla Jugoslavija di Slobodan Milošević, la guerra all’Irak di Saddam Hussein, la recentissima guerra alla Libia e l’avvicendamento politico (meglio sarebbe dire il commissariamento) verificatori negli ultimi giorni in Grecia e in Italia.

    Ci sono colpi di stato che vengono progettati ed attuati con le armi degli eserciti, che sostituiscono con la forza militare governi più o meno legittimi con governi autoritari o dittature di comodo, e ci sono colpi di stato più subdoli e silenziosi, che possono portare al rovesciamento di governi non con la forza delle armi, ma con gli strumenti della finanza e dell’economia. Negli scorsi giorni in Italia abbiamo assistito, né più né meno, al secondo di questi casi.

    Personalmente non ho mai difeso il Governo Berlusconi, né tantomeno ho mai votato per il Cavaliere di Arcore. Il suo liberismo sfrenato, il suo asservimento a determinate logiche occulte, sono lontani anni luce dal mio modo di pensare e di intendere la politica. Ma, se vogliamo capire i retroscena della sua caduta, dobbiamo imparare a saper vedere dietro le apparenze, a comprendere chi realmente tira i fili della politica, chi sono i veri manovratori.

    Che l’Italia sia, dal 1945, un Paese a sovranità limitata è un dato ormai assodato. Soggetti dalla fine della IIª Guerra Mondiale ad una vera e propria occupazione militare (ospitiamo sul nostro territorio oltre 180 fra basi e istallazioni militari americane), non abbiamo più avuto un’autonomia decisionale in fatto di politica estera ed energetica. Quel minimo di sovranità che ancora ci restava e che potevamo seppur blandamente esercitare, quella monetaria, ci è stata sottratta con la folle entrata del nostro Paese nel circuito della moneta unica europea, con tutti gli scompensi economici e sociali che essa ha comportato.

    Negli ultimi anni il cosiddetto centro-sinistra si è dimostrato in Italia il principale referente ed esecutore di quei poteri forti che manovrano da dietro le quinte i governi ed i parlamenti di gran parte del pianeta. Il progetto di un Nuovo Ordine Mondiale, che ponga fine alle identità nazionali dei popoli e che li asservisca politicamente ed economicamente nell’ambito di un preciso piano di dominio globale, sta procedendo a grandi passi, nella totale indifferenza dei cittadini, troppo presi dai loro problemi quotidiani di sussistenza per capire la gravità della situazione. Tutto ciò che può rappresentare un ostacolo per questo disegno criminoso viene inesorabilmente fatto oggetto – in primis – di campagne mediatiche denigratorie e diffamatorie, allo scopo di indebolirlo e destabilizzarlo; in secundis, una volta indebolito e destabilizzato, viene spazzato via o messo comunque in condizione di non nuocere. E per attuare questa seconda fase vengono talvolta usate le armi (quelle vere, quelle militari, per intenderci), come nel caso di Slobodan Milosevic, di Saddam Hussein, di Muammar Gheddafi, mentre talvolta l’ostacolo viene rimosso con altri metodi, come è accaduto con Craxi e con Berlusconi.

    Il copione delle elite di governo mondiale si è puntualmente ripetuto anche questa volta. Ma molti non hanno compreso cosa realmente è successo.

    Come scrivevo poc’anzi, non ho mai difeso né sostenuto Berlusconi e il suo Governo, ma dobbiamo dare atto al Cavaliere di aver tentato di ridare all’Italia un minimo di autonomia nel quadro politico internazionale. Gli accordi economici privilegiati instaurati con la Russia di Putin, gli accordi che avevamo raggiunto con il leader libico Gheddafi per lo sfruttamento, praticamente in esclusiva, dei ricchi giacimenti petroliferi libici, il dialogo instaurato con il Presidente bielorusso Lukashenko e con la Turchia di Erdogan, la crescente cooperazione economica fra l’Italia e l’Iran (nonostante l’israeliano Frattini e nonostante le sanzioni internazionali), e, non ultima, la battaglia per la riforma del sistema giudiziario, devono ovviamente aver dato fastidio a determinati burattinai. Berlusconi, in sintesi, doveva andarsene. Con le buone o con le cattive.

    Molti diranno che il Cavaliere se l’era un po’ cercata, e qui mi riferisco alle questioni relative ai festini di Villa Certosa e alle frequentazioni con prostitute, ma lungi da me condannarlo per questioni meramente riconducibili alla sfera privata. Ma quando vediamo che un Presidente del Consiglio è oggetto di centinaia di procedimenti giudiziari, orchestrati da una magistratura politicamente in gran parte schierata a sinistra, ci viene legittimamente il dubbio che qualcosa non torni. Parliamoci chiaro: Berlusconi non è un santo. È un imprenditore di successo con una carriera dai risvolti oscuri e con sicuramente molti scheletri nell’armadio, a cominciare dalla sua appartenenza alla loggia Propaganda 2 (comunemente conosciuta come P2) di Licio Gelli. Non possiamo negare che Berlusconi è stato di fatto, fino ad oggi, il miglior attuatore del piano di rinascita democratica dello zio Licio. Buona parte di quello che Gelli aveva progettato negli anni ’80 per il futuro di questo Paese è stato infatti realizzato e attuato proprio da Berlusconi. Ma lo scontro qui esula dalle nostre piccole e ristrette logiche nazionali e parlamentari. Lo scontro è ad alti livelli, si gioca sulle grandi sfere dei poteri occulti. In poche parole, Berlusconi andava fermato perché poteva rappresentare un ostacolo non indifferente per il piano del Nuovo Ordine Mondiale. Non lo potevano certo bombardare (Berlusconi non è Gheddafi), e allora hanno impugnato la micidiale arma dello spread, il pretesto del differenziale fra i nostri titoli di stato e quelli della Germania della Merkel, il pretesto del debito pubblico, lo spettro dell’insolvenza, e chi più ne ha più ne metta.

    Il bipolarismo, un sistema artificioso e del tutto alieno alla storia politica italiana dal dopoguerra ad oggi, rientrava tra i piani di Gelli e della P2. Referenti di altri circoli occulti hanno tentato a lungo, alleandosi con politici trombati che dal sistema della Prima Repubblica traevano linfa vitale e ogni ragione di esistere (mi riferisco agli ex democristiani, vero cancro della politica italiana), ad abbatterlo, ed oggi, infatti, il bipolarismo sta per esalare l’ultimo respiro, con un’imminente implosione del PDL e dello stesso PD, altra creatura di certi poteri forti ormai in decadenza. In questa logica si inserisce, per chi sa capire, l’operato destabilizzante del Presidente della Camera Gianfranco Fini.

    Ma veniamo al golpe degli ultimi giorni. Con il pretesto di una crisi economica montata ad arte dagli speculatori e dalle criminali agenzie di rating d’oltreoceano, Berlusconi è stato consigliato, con la brillante regia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a rassegnare le dimissioni per far posto ad un Governo tecnico guidato da Mario Monti.

    Mario Monti, Presidente ed ex Rettore dell’Università Bocconi di Milano ed ex Commissario Europeo, è soprattutto il Presidente Europeo della Commissione Trilaterale (Trilateral Commission), organizzazione fondata il 23 Giugno 1973 per iniziativa di David Rockefeller, Presidente della Chase Manhattan Bank, e di altri dirigenti del gruppo Bilderberg e del Council on Foreign Relations, tra cui Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski. La Trilaterale è un’organizzazione mondialista che ha sede a New York ed è composta da più di 300 influenti privati cittadini (uomini d’affari, politici, intellettuali) dall’Europa, dal Giappone e dal Nord America, con l’obiettivo di favorire e guidare la globalizzazione liberal-capitalista del pianeta e l’omogeneizzazione di tutti i popoli e di tutti gli Stati. Per lo scrittore francese Jacques Bordiot, «il vero obiettivo della Trilaterale è di esercitare una pressione politica concertata sui governi delle nazioni industrializzate, per portarle a sottomettersi alla loro strategia globale» (Prèsent, 28 e 29 Gennaio 1985).

    Monti, recentemente nominato Senatore a vita dal Presidente Napolitano, è una espressione dei poteri forti, bancari e plutocratici, che cercano di guidare i destini del Mondo. Infatti, oltre che Presidente della Commissione Trilaterale per l’Europa, è anche membro di rilievo del Gruppo Bilderberg, quell’organizzazione occulta che ogni anno riunisce i più alti sacerdoti della globalizzazione liberista, consulente internazionale della Coca Cola Company e della Goldman Sachs, una delle più grandi banche d’affari del mondo, la stessa che ha avuto quale consulente un altro ex Commissario Europeo ed ex Presidente del Consiglio dei Ministri, l’On. Prof. Romano Prodi, e quale Vice-Presidente l’ex Governatore della Banca d’Italia ed attuale Governatore della Banca Centrale Europea Mario Draghi.

    Da una prima occhiata all’elenco dei Ministri nominati da Monti traspare subito il fatto che si tratta di tecnici, sì, ma di tecnici del Nuovo Ordine Mondiale. Il Ministro della Giustizia Paolo Severino di Benedetto, ad esempio, avvocato dal 1977, nel corso della sua attività forense ha difeso Romano Prodi nel processo sulla (s)vendita della Cirio, il legale della Fininvest Giovanni Acampora nel processo IMI-SIR, Francesco Gaetano Caltagirone nell’inchiesta di Perugia sulla Enimont, Cesare Geronzi per il crack della Cirio e l’ex segretario generale del Quirinale Gaetano Gifuni per la gestione della tenuta del Presidente della Repubblica a Castelporziano.

    Per non parlare del nuovo Ministro della Difesa, l’Ammiraglio Di Paola, responsabile politico del Coordinamento militare dell’Alleanza Atlantica, informato da Monti del nuovo incarico di governo mentre si trovava a Kabul per una ispezione alla italianissima Task Force 45, balzata agli onori della cronaca per gli omicidi mirati in Afghanistan (fonte: Rinascita del 23 Novembre 2011).

    Il Governo Monti difficilmente farà gli interessi del popolo bue, ma sicuramente saprà ben fare gli interessi delle organizzazioni plutocratico-mondialiste del quale è espressione.

    Sarà sicuramente ben accettato a livello internazionale, avendo il sostegno della «cittadella trilaterale, luogo protetto, dove la tecné è legge e dove sentinelle della torre di guardia vegliano e sorvegliano». L’Italia sarà così definitivamente spogliata di ogni bene e di ogni risorsa e inserita in quel Nuovo Ordine Mondiale dove la sinarchia, o governo ombra del mondo, detta legge.

    Spulciando tra i, pochi (appena 5 su un totale di 300 a livello mondiale) Italiani della Trilaterale, tra banchieri ed industriali abbiamo notato che c’è anche un parlamentare, l’On. Enrico Letta del PD. Sarà forse lui, dopo Prodi e Monti, il prossimo Premier espressione delle lobby mondialiste nel nostro Paese?

    C’è chi è pronto a giurare di si.

    MANIPOLAZIONE MENTALE

    E GOVERNI TECNICI

    Estratto dall’editoriale di Novum Imperium n. 6 - 2012

    Lascerò, come di consueto, al nostro Direttore Responsabile Roberto Roggero l’arduo compito di esporvi, nel suo Editoriale Responsabile, i contenuti di questo nuovo ricco numero di Novum Imperium, in buona parte dedicato alla questione iraniana e ai possibili nuovi scenari geopolitici internazionali che potrebbero aprirsi nei prossimi mesi. Ho scelto di dedicare alla Repubblica Islamica dell’Iran anche la copertina, come potete vedere, con una fotografia che ho personalmente scattato a Teheran nel Febbraio del 2009, durante una mia visita politica nella splendida e affascinante capitale iraniana.

    I miei lettori sapranno sicuramente quanto ho a cuore le sorti dell’Iran, che reputo un esempio di indipendenza e piena sovranità nazionale, qualità rare oggi per i paesi dell’Occidente e del tutto assenti purtroppo in Italia, un saldo baluardo di dignità e di rigore morale e, forse, l’ultima vera trincea della lotta contro il mondialismo e la globalizzazione. Proprio per questo ho selezionato per questo numero della rivista degli ottimi articoli dei nostri collaboratori Stelvio Dal Piaz, Fernando Volpi, Riccardo Berti e Ghibellino Rossobruno; articoli dedicati proprio all’Iran e al contesto geopolitico internazionale.

    Ci terrei adesso a parlarvi di alcune scottanti questioni di attualità, perché non riesco proprio ad esimermi dall’esternarvi tutte le mie preoccupazioni riguardo alla strisciante dittatura usurocratico-bancaria in cui l’Italia sta sempre più precipitando, nell’indifferenza totale – ed è questo che mi preoccupa maggiormente – dei nostri concittadini, molti dei quali continuano a vedere in Mario Monti una sorta di uomo della Provvidenza, e continuano a pensare che stia facendo, disinteressatamente, il bene della Nazione.

    Come ho scritto più volte in miei articoli e ribadito spesso in convegni e conferenze, ritengo che gli Italiani cominceranno ad aprire gli occhi quando ormai sarà troppo tardi. La manipolazione mentale e culturale del nostro Popolo ha ormai raggiunto un livello critico e, forse, un punto di non ritorno.

    È risaputo che la stragrande maggioranza degli Italiani, oltre a non leggere abitualmente i giornali, se non per guardare di sfuggita l’oroscopo o la cronaca sportiva, ha la tendenza a credere alle notizie propinate quotidianamente dai telegiornali di regime. Raramente, nella testa dei nostri connazionali si accende, di fronte ad una notizia, quella lampadina che è indice di un sano spirito critico. Prevale, anzi, purtroppo la tendenza a pensare che se una notizia viene data dal TG1 o dal TG5, o dai vari Bruno Vespa, Emilio Fede, Gad Lerner, Enrico Mentana, etc., essa debba essere necessariamente fondata e corrispondente al vero.

    Non pretendo che tutti i nostri concittadini arrivino a capire le reali (e alquanto disgustose) dinamiche di propagazione e diffusione delle notizie (non ci arrivano, del resto, neanche molti giornalisti…). Pertanto cercherò, in questa sede, di essere diretto e estremamente sintetico: nel nostro Paese, defraudato già da tempo di ogni residuo di sovranità nazionale, ogni notizia che arriva ad essere diffusa in televisione e sui principali organi di stampa è giocoforza concordata, addomesticata e presentata, secondo il volere dei burattinai del sistema, in modo tale che risulti credibile e digeribile dall’opinione pubblica e che, soprattutto, non si presti ad eccessive analisi critiche o a diverse interpretazioni. Tutto viene infatti banalizzato e omologato, tanto che ormai tutti i principali quotidiani non sono altro, nei contenuti, che squallide e inutili fotocopie l’uno dell’altro. Inutile dire che quelle che passano sono solo le notizie comode e utili al Sistema. Tutte le altre, soprattutto quelle scomode, ovviamente non arrivano ai mezzi di informazione di regime. Proprio questa settimana, a tal proposito, un funzionario dell’Ambasciata iraniana a Roma mi confidava di non aver mai visto, in anni e anni di carriera diplomatica in ogni angolo del mondo, un’informazione più censurata e irreggimentata di quella italiana. È tutto dire…

    Sui quotidiani svizzeri, lo scorso anno, venne diffusa in prima pagina una notizia inspiegabilmente taciuta (anzi, direi proprio censurata) dai media italiani: all’aeroporto di Zurigo era stata arrestata una certa signora (non farò nomi, con un po’ di abilità potrete scoprire di chi sto parlando) nel cui bagaglio era stata trovata un’ingente quantità di cocaina. Cose che capitano tutti i giorni, direte voi. Peccato che quella certa signora fosse un personaggio di punta di un partito politico italiano finito proprio in questi giorni nell’occhio del ciclone mediatico per accuse di riciclaggio, fondi neri e dubbie speculazioni finanziarie in paesi esteri. Inutile chiedersi a cosa sarebbero serviti i lauti proventi di quella partita di polvere bianca presa amorevolmente in custodia dai doganieri svizzeri, se non ad alimentare un certo giro di movimenti finanziari che sono oggi sulle pagine di tutti i giornali.

    Non entrerò nel merito dei trascorsi di Francesco Belsito, il tesoriere dimissionario della Lega Nord oggi indagato dalle procure di Milano, Napoli e Reggio. Non entrerò neanche nel merito delle clamorose dimissioni di Umberto Bossi dalla segreteria del suo partito, il più longevo dei partiti politici italiani attuali, che ben pochi sanno o ricordano che è stato un’invenzione partorita dalla vulcanica mente di Bettino Craxi. Non lo farò perché, sinceramente, niente di quello che oggi hanno scritto i giornali mi ha particolarmente toccato o stupito. Un partito che, sfruttando l’aberrante legge elettorale calderoliana attuale, ha letteralmente messo all’asta per ben due legislature consecutive fra i più facoltosi imprenditori del Nord i più appetibili e sicuri posti in lista, non può certo più stupire. Ed è naturale che, come tutti gli altri partiti, anche la Lega si sia da tempo dedicata ad oscuri e discutibili intrallazzi finanziari. D’altronde la colpa è dello Stato, che fa regolarmente piovere sulla Lega e su tutti gli altri soggetti partitici del sistema una pioggia di miliardi sotto forma di rimborsi elettorali.

    Quello che invece mi dà da pensare, e su cui invito tutti voi a riflettere, è il fatto che questa tempesta giudiziaria si sia scatenata sulla Lega Nord proprio adesso. In Italia, lo sappiamo, non esiste una libera Magistratura e tutte le principali inchieste avvengono sempre a comando o, se preferite, al momento giusto. E anche un bambino capirebbe che, allo stato attuale dei fatti, si è voluto colpire e screditare una delle poche forze politiche che si oppongono in Parlamento ai criminali disegni dell’attuale Governo.

    Nessuno, per il momento, toccherà A., B. e C. (o Qui, Quo e Qua, come molti già li chiamano), finché continueranno a sostenere Monti nella sua opera di demolizione e depredazione della Nazione. Ma vogliamo invece scommettere che il prossimo a cadere sotto i colpi della Magistratura sarà Antonio Di Pietro? Sarebbe così completata l’opera di imbavagliamento di ogni opposizione.

    Appare evidente il tentativo, da parte della cricca di tecnici attualmente al potere, di screditare i partiti politici, come ha ben sottolineato Luca Monti nel suo ironico ma incisivo articolo intitolato Salvate il partito Ryan!. Tale operazione, già in atto da tempo e sicuramente pianificata a tavolino già oltre un anno fa, trova chiaramente terreno fertile nell’opinione pubblica, in quanto mai come oggi (neanche ai tempi di Tangentopoli) i partiti politici sono stati malvisti dalla popolazione, che di essi diffida ormai totalmente, reputandoli solo circoli di potere e di malaffare. Ma quello che molti ancora non hanno capito è a cosa in realtà stanno mirando i nostri tecnocrati di governo con questa loro campagna demonizzatrice dei partiti: a consolidare il loro potere usurocratico e predatorio e a fare un salto di qualità, facendo piazza pulita di strutture partitiche a loro non più utili e necessarie e magari rimandando (inizialmente) le elezioni politiche, per poi arrivare a cancellarle per decreto.

    In molti sono già pronti a scommettere, infatti, che, adducendo presunte ulteriori necessità di risanamento dei conti pubblici, il Governo tecnico prolungherà la propria vita di almeno un anno, senza quindi farci votare nel 2013. E questo potrebbe essere solo il primo passo…

    Fantascienza? Fantapolitica? Io direi di no, il pericolo c’è ed è reale. Ha ragione Luca Monti quando scrive che «visto che si deve tartassare ancora più forte il popolo bue, raccontiamogli la storiella che i partiti sono tutti cattivi ed i tecnici sono tutti buoni, così, magari, nel 2013, sull’onda della montante antipolitica alla quale è funzionale anche il Masaniello Beppe Grillo per dare il colpo di grazia ad una sinistra veramente a corto di idee e di personalità (sulla destra stendiamo un velo pietoso) e in nome del risparmio per far scendere lo Spread, si eliminano anche le elezioni, limitandosi a nominare (Re Napolitano docet) gli strulli di turno, facendoli passare per menti illuminate, pardon tecniche».

    BEPPE GRILLO: UN MASANIELLO FUNZIONALE

    AL SISTEMA E AL SERVIZIO DEI POTERI FORTI

    Da Novum Imperium n. 7 - 2012

    Come ha sostenuto Marco Cammi in un suo articolo uscito sul n. 6 di Novum Imperium, uno spettro si aggira per l’Italia: lo spettro dell’antipolitica. Questo spettro, come tutti i fantasmi che si rispettano, si presenta con segnali inquietanti, può assumere la faccia irridente di Beppe Grillo o quella afflitta dei milioni di elettori che minacciano di astenersi dal voto, può manifestarsi attraverso la totale indifferenza per quello che sta succedendo oppure attraverso gli insulti che si riversano via Internet sul governo sanguisuga o sui partiti che lo sostengono. Concordo con Marco Cammi quando ribadisce che il messaggio è uno solo: una larga fetta del popolo italiano non si sente più rappresentata o, ancora peggio, pensa che chi pretende di rappresentarla sia, in realtà, un nemico mascherato, uno che sta al potere per fare i propri interessi o quelli di gruppi che manovrano dietro le quinte per fini illegittimi.

    Al centro del problema, su questo tutti concordano, c’è la totale sfiducia nel sistema partitico e negli uomini che lo incarnano, tanto che un osservatore attento come Angelo Panebianco, osservava qualche tempo fa, sul Corriere della Sera, che i partiti, per sopravvivere, «dovrebbero cambiare completamente pelle e trasformarsi da prìncipi, quali sono sempre stati, a utili servitori della società (impresa, a dire il vero, che appare superiore alle loro modeste risorse culturali)».

    Concentreremo questa volta la nostra attenzione proprio sul personaggio che maggiormente appare incarnare il concetto di antipolitica, un personaggio che appare in irrefrenabile ascesa nel panorama politico italiano e che, alle recenti elezioni amministrative, ha fatto il pieno di voti, catalizzando abilmente il malcontento che serpeggia nell’elettorato sia del centro-sinistra che del centro-destra: Beppe Grillo.

    Talmente tanti sono i lati oscuri e inquietanti del personaggio-fenomeno Grillo, che non basterebbero decine di pagine soltanto per darvene una minima idea. La dura legge del giornalismo qui mi impone di essere sintetico, e quindi lo sarò, ma mi prometto di approfondire quanto prima l’argomento in altre sedi e resto a disposizione dei lettori per qualsiasi chiarimento su quanto mi appresto a dirvi.

    Il Movimento 5 Stelle ha pochi anni di vita ma già una lunga storia di divisioni, scomuniche ed epurazioni, e il suo leader incontrastato e sommo guru appare sempre più allergico e refrattario alle critiche che sempre più lo stanno sommergendo dall’interno. Emblematico, a tale proposito, è il libro Webbe Grillo di Gaetano Luca Filice, un giornalista ex grillino che mostra di conoscere molto bene dall’interno la realtà del movimento politico di Grillo. Il sottotitolo del suo libro è anch’esso molto significativo: La rete parla: dubbi e contraddizioni su tutto ciò che sta dietro e intorno a Beppe Grillo.

    Il libro di Filice, di cui vi consiglio vivamente la lettura, è un’inchiesta sul mondo che gira intorno a Beppe Grillo, sulle ombre del suo editore-produttore Gianroberto Casaleggio, sulle anomalie dei meetup. Beppe Grillo è davvero un libero pensatore? I meetup sono davvero uno strumento di nuova democrazia? In questo volume si sviscerano i dubbi che hanno suscitato queste domande.

    Cominciamo a parlare proprio di Gianroberto Casaleggio e della Casaleggio Associati. Casaleggio ha scritto un libro, Web Ergo Sum, in cui la rete viene assimilata ad uno strumento di liberazione dai consumi. Nel proprio sito la Casaleggio Associati, di cui Gianroberto è fondatore, promuove strumenti di webmarketing e social network come ottimi canalizzatori di dati personali. Per Casaleggio Internet è la nuova via salvifica, una sorta di nuova religione globale. Così la nuova filosofia diventa spengere la televisione, non comprare più i giornali e navigare in rete, dove essere finalmente liberi, felici e realizzati. E i grillini, o quantomeno i loro dirigenti, con i quali ho avuto più di un’occasione di fare quattro chiacchiere, ragionano proprio così. L’impressione che mi hanno dato, se devo essere sincero, è stata quella di una sorta di automi lobotomizzati, o quantomeno sottoposti ad un indottrinamento in stile MK Ultra: ripetono tutti a pappagallo le stesse cose e non fanno mistero di auspicare una società totalmente dominata da Internet, con conseguente schedatura di massa e microchip sotto pelle.

    Ma il bello deve ancora venire: i Casaleggio sono apparentati con società e con multinazionali a dir poco discutibili, come ad esempio Philip Morris, BP, Amoco e JP Morgan. Ed è sui legami con la JP Morgan che ricadono le ombre maggiori. Grillo non parla di signoraggio da due anni (che coincidono più o meno dall’entrata sulla scena della Casaleggio Associati). Dice che è troppo, che tanto la gente non comprenderebbe. La JP Morgan è notoriamente una delle banche che maggiormente lucra sul Signoraggio Mondiale. Poi ci sono legami con le più grandi lobby americane: Enrico Sasson, uno degli associati, è stato fino a poco tempo fa amministratore delegato dell’American Chamber in Italy, e oggi ha una società che è ancora legata alla stessa American Chamber. Ricordiamo poi il legame con la Bivings, che manipola le opinioni in favore delle multinazionali e a cui i Casaleggio dichiarano di ispirarsi. Per non parlare del V-Day sull’informazione, che sembra la realizzazione di un video della Casaleggio in cui si auspica la fine della carta stampata e la nascita di un mondo modello Johnny Mnemonic.

    Il recentissimo attacco al blog di Beppe Grillo attuato e rivendicato dagli hacker di Anomymous, passato in sordina sulla stampa nazionale, può darci infine un’idea di come il mondo della rete si stia rivoltando contro ad un Masaniello che, dietro la maschera di paladino della giustizia, è in realtà perfettamente funzionale al sistema ed ai poteri forti che lo sostengono.

    In conclusione, Vi riporto quanto

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