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Venire alla luce
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E-book72 pagine58 minuti

Venire alla luce

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Info su questo ebook

Non è possibile definirmi, mi sento semplicemente un essere umano che sta liberando anima.

Sicuramente la mia vita ha sempre avuto l'unico vero scopo di ricercare la verità, la giustizia e l'amore.

Parlare d'amore può essere complicato, viverlo molto semplice.

Decido di condividere la mia storia, senza vergogna, solo con la gioia nel cuore data dalla speranza di arrivare con parole semplici, con un semplice esempio di vita, al cuore di qualcun altro che come me sente il desiderio di comprendere e di ricercare senza arrendersi mai, come si manifesta l'Amore.
LinguaItaliano
Data di uscita9 nov 2022
ISBN9791221436488
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    Anteprima del libro

    Venire alla luce - Cristiana M.

    OMBRA

    Il 1995 è stato l'inizio del mio percorso spirituale, un percorso di profonda consapevolezza; per l'esattezza era il 24 giugno, giorno che segnò la mia vita per sempre.

    Una giornata assurda nella mia casetta di montagna, pioggia e nebbia come se fosse novembre, buio totale, nessun raggio di luce. Non poteva essere altrimenti, era la Morte. Il dolore non era quantificabile, il cielo grigissimo, la pioggia intensa, il vento e il freddo non adeguati alla stagione lo rappresentavano. In quel momento era giusto così, era giusto farsi devastare dal dolore, sentirlo dentro, fino in fondo, sentirlo nell'aria, nel clima, nel panorama. L'universo intero stava provando un fortissimo, potente, immenso, devastante dolore.

    Non ero pronta per lasciarla andare, era la mia mamma.

    L'amore incondizionato di cui mi nutrivo senza tregua, la mia luce, la mia gioia, la bellezza, il calore, l'abbraccio che metteva sempre a posto le cose, che metteva ordine, che ti faceva sentire a casa, al sicuro, al riparo da tutto. In quell'abbraccio qualsiasi energia negativa, qualsiasi paura, qualsiasi tristezza, cattiveria o ansia non resistevano, quell'abbraccio, quell'amore mi salvavano da tutto.

    Allo stesso tempo mi rendo conto che fino a quel momento ero stata una bambina, una ragazzina e un’adolescente normale, problemi normali, crisi esistenziali normali, progetti e sogni comuni. Mi sembrava tutto normale, anche i bei valori, le belle persone della mia famiglia che mi circondavano, le belle abitudini di vita, il mangiar bene, l'aiutarsi e lo stare piacevolmente in compagnia mi sembravano scontati e normali. Mi sembravano normali anche le problematiche all'interno della mia famiglia, in realtà erano grandi problematiche, credo che alla fine fosse la sua forza ad alleggerire il tutto, la sua volontà di tenere in piedi la sua famiglia, in cui credeva e metteva tutta se stessa e per cui si caricava di tutto il peso cercando sempredi tenere l'equilibrio.

    Era un terribile cancro al pancreas che l'aveva messa alla prova a soli 44 anni, circa la mia età attuale, e contro cui lei aveva lottato con tutte le sue forze per circa 2 anni. Due anni di malattia intensa, di quelle che ti tolgono la dignità e i cui dettagli sono terrificanti, 2 interventi chirurgici importanti, ricoveri di mesi, mesi di chemioterapia fortissima, distruttiva. Purtroppo eravamo ancora negli anni in cui si conosceva poco del cancro rispetto a oggi e in cui non esistevano ancora le terapie palliative.

    La mia mamma ha patito tremendamente gli effetti di questo tumore, non riesco a rimuovere il ricordo di ciò che ho visto, l'ho vista vomitare sangue e ancora peggio, alla fine, feci e tanti altri dettagli che preferisco non nominare per non ricordare più di tanto, anche se sono indelebili nella mia mente. E purtroppo questi bruttissimi momenti si sono portati via immagini di tanti momenti belli.

    Credo che a un certo punto la mia mente abbia cercato di rimuovere e di pulire, è strano quanti vuoti io abbia della mia vita, a volte i miei compagni di scuola hanno parlato di scene che non mi sembra di aver vissuto, probabilmente in quei momenti ero davvero assente con la testa, perciò la mente non ha registrato l'evento.

    L'ho vista contorcersi su se stessa dal dolore, l'ho vista entrare in coma quando non riusciva più a sopportarlo. L'ho sentita chiamarmi babbo e mamma guardandomi negli occhi, era una visione vera, cercava di resistere con tutta la sua anima, ma il mondo celeste la stava chiamando. La mattina della morte aveva ripreso coscienza, l'ho vista morire sul mio braccio dicendomi non ce la faccio più, quasi mi volesse chiedere scusa.

    L'impotenza che ho sentito in quei momenti mi ha trafitto il cuore. Ho passato praticamente un anno della mia vita nascosta dietro la porta di camera, a casa e in ospedale ad ascoltare se respirava o no. Da quel momento, da quella insopportabile sofferenza, inizia per me un lungo viaggio, un viaggio complicato: la vita, che tante volte, purtroppo inconsapevolmente, scorre a una velocità estrema e tu non sei in grado di gestirla come vorresti.

    Non ti prendi il tempo di fermarti, di rallentare e studiare per bene il percorso. Da quella morte, da quel giorno terribile, inizia la mia percezione delle emozioni difficili.

    Parto con un'arrabbiatura incredibile, ce l'avevo con l'Universo intero, con Dio, con le persone, con il cielo, il sole, la luna, le piante e i fiori. Arrancavo ma non mollavo, era una fatica incredibile andare avanti.

    Ero stata da uno psicologo per tirarmi su, la mia mamma era morta il sabato mattina e io il mercoledì avevo l'esame di maturità. Lei mi diceva sempre che il suo desiderio più grande era quello di assistere al mio esame. Avevo cercato aiuto per affrontare questo lutto, lo psicologo mi aveva detto semplicemente, frettolosamente, senza sufficiente sensibilità nel cuore a mio avviso in quel momento, che ero abbastanza forte e che dovevo essere solo me stessa per andare

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