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The Wolf-Moon
The Wolf-Moon
The Wolf-Moon
E-book267 pagine2 ore

The Wolf-Moon

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Info su questo ebook

Sequel di The Wolf e parte conclusiva

Il serial killer è ancora a piede libero e continua a mietere le sue vittime in maniera spietata.
Miley è stata rapita e Zero è disperato convinto che sia nelle sue mani.
Non può sapere che chi l'ha rapita è invece il figlio di una strega e ciò che vuole è semplicemente raccontarle la verità e spiegarle cosa vuole quel mostro da lei.
Il serial killer va fermato e va fatto velocemente prima che riesca a rompere del tutto le catene che lo trattengono dal diventare di nuovo un licantropo e che la sua forza diventi inarrestabile.
L'incantesimo di contenimento che anni prima le streghe hanno lanciato non funziona quasi più e Miley è l'ultima di loro ancora in vita che regge quell'ultimo filo di speranza che sta per rompersi inesorabilmente.
In un luogo dove non si sa quali sono gli amici e quali i nemici e soprattutto non si conosce il volto del mostro che sta terrorizzando la zona,, un tenero amore cresce tra misteri, segreti e paure.
Le emozioni tentano di farsi spazio in mezzo a tanto dolore e paura senza però poter perdere di vista il vero obbiettivo, fermare la scia di omicidi che ha colpito Red Falls.
LinguaItaliano
Data di uscita2 ott 2018
ISBN9788829520008
The Wolf-Moon

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    Anteprima del libro

    The Wolf-Moon - Bonny Zero

    Bonny Zero

    The Wolf - Red Moon

    UUID: d0276cc6-5846-11e9-9ba4-bb9721ed696d

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

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    Fine

    1

    Il Natale era ormai alle porte.

    Nell'aria si respirava l'atmosfera di festa e di vacanze scolastiche.

    La neve continuava ad imbiancare Red Fall's che assumeva il classico paesaggio da cartolina.

    Come ogni anno, l'albero era stato preparato in piazza e i bambini si riunivano la sera per cantare i brani natalizi.

    I mercatini erano sempre pieni di persone che acquistavano qualche addobbo per la casa o un pensiero per il vicino.

    Le signore più anziane preparavano i biscotti da portare in oratorio mentre Don Mike aveva già scritto il suo discorso per la messa.

    Era tutto pronto, come ogni anno.

    Ma quello era un anno speciale.

    Era l'anno dove le vite di molte persone erano cambiate radicalmente.

    Era l'anno dove il corpo di tre donne era stato ritrovato sulla via del bosco.

    Era l'anno dove un assassino si nascondeva in mezzo ai cittadini.

    Per quel motivo, le porte erano tutte ben chiuse e nessuno andava a dormire prima di aver lanciato un occhio sulla strada.

    Nessuno si sentiva al sicuro, nemmeno in casa propria.

    Il killer era lì, pronto a rapire un'altra ragazza e nemmeno la polizia aveva una pista da seguire in quel momento.

    Lo sceriffo Hodge era in ufficio e piangeva con la fotografia della moglie ormai deceduta in grembo quando una telefonata gli aveva rovesciato il mondo addosso.

    Un urlo aveva squarciato il silenzio mentre il tenente correva per strada con gli occhi pieni di lacrime.

    Non sentiva più nulla se non il suo dolore.

    Nello stesso momento, a pochi chilometri da lui, un lupo tornava verso il bosco con le zampe che tremavano dalla paura e l'angoscia che gli bloccava il respiro.

    Doveva tornare dal suo branco, in fretta, e uscire a cercare Miley.

    L'aveva vista mentre veniva caricata in macchina di peso e portata via da quello che era sicuramente il maniaco che tanto avevano cercato.

    Era venuto a prenderla e Zero come un perfetto idiota non aveva fatto nulla per proteggerla.

    Se le fosse successo qualcosa, sarebbe stata soltanto colpa sua.

    Lui sapeva che quell'uomo era in realtà un lupo ed era consapevole che non se ne sarebbe andato prima di aver portato a termine il suo compito.

    Era suo dovere proteggere la sua amica e aveva fallito.

    Con la morte nel cuore e questa consapevolezza nella testa, prese la via di casa pronto a fare di tutto per portarla indietro.

    In un punto imprecisato del bosco, una ragazza si svegliava con un urlo.

    La testa le faceva male e sentiva freddo.

    Sapeva di non essere a casa sua eppure non ricordava con precisione cosa le fosse successo.

    E poi all'improvviso tutto le tornò alla mente.

    La messa, lo straniero che la osservava, il posteggio, il lupo, il colpo alla testa e poi il buio.

    Chiuse e riaprì gli occhi per cercare di rimuovere quella nebbia che le impediva di pensare.

    Zero stava correndo verso di lei con le braccia tese e un istante dopo c'era un lupo al suo posto che mostrava i denti ringhiando.

    Zero era un lupo.

    Zero era il lupo.

    Perse i sensi nuovamente ricadendo in un sonno profondo.

    2

    Zero

    Il fiato corto, il cuore vuoto, il cervello che martella nella testa...

    Mi ritrovai davanti alla porta di casa mia senza nemmeno rendermene conto.

    Mi lasciai cadere sul portico e lanciai un ululato straziante.

    Non ero in grado di trasformarmi in umano in quel momento.

    Il suo sguardo spaventato e poi sconvolto quando mi aveva visto diventare lupo non voleva abbandonarmi per un solo istante.

    Come era potuto succedere?

    Continuavo a rivivere la scena a rallentatore, come se fosse un film registrato in tv.

    Sarebbe bastato uscire di casa cinque minuti prima, sarebbe bastato parlare al posto di fare lo stronzo, sarebbe bastato non avere tutti quei segreti..

    Ululai nuovamente e mi accorsi solo allora che due mani mi stavano trascinando dentro casa.

    Che diavolo è successo? Zero?

    Ringhiai ribellandomi a quella stretta e corsi a nascondermi sotto il tavolo.

    Volevo stare solo. Solo con la mia vergogna.

    Avevo fallito.

    L'avevo lasciata sola e non protetta.

    Parlami, dannazione!

    Mio padre si inginocchiò davanti a me e tentò di spostare le sedie, ma a seguito di un mio ringhio d'avvertimento si limitò a congiungere le mani in grembo.

    Il viso era scuro, stanco, più vecchio di come ricordavo.

    Lo fissai negli occhi cercando di fargli intuire il mio disagio.

    Non sarei stato in grado di spiegarlo a parole.

    Avvicinati. Vieni qui, forza. Va tutto bene

    Tentò di tranquillizzarmi l'alpha.

    Solo allora mi accorsi che stavo tremando.

    Mi avvicinai strisciando e gli leccai le mani grato della sua presenza.

    Aveva il potere di riuscire a calmarmi.

    Mio padre era l'alpha, il lupo più forte che c'era e per me era sempre stato una figura che riusciva ad incutermi timore ma allo stesso tempo a calmarmi.

    Era come una montagna, sapevo che nulla avrebbe potuto abbatterlo e che nulla sarebbe andare storto se c'era lui.

    Avrebbe sistemato tutto, avrebbe messo tutto apposto, ne ero sicuro. O per lo meno, avevo bisogno di crederlo.

    Cercai di salirgli in braccio ma mi spinse per terra lamentandosi del mio peso.

    Vuoi dirmi che succede? Zero trasformati. Mi sto preoccupando seriamente. Devi parlarmi..

    Disse con tono dolce.

    Sentii la sua voce incrinarsi, segno che era davvero in ansia per me.

    Certo, ero uscito di casa convinto di partire poche ore più tardi ed ero tornato con la coda tra le gambe.

    Mi sdraiai per terra e chiusi gli occhi rivedendo nuovamente il suo viso terrorizzato davanti a me.

    Secondo i calcoli che aveva fatto il tenente Hodge, le donne non erano state uccise subito ma erano state tenute in ostaggio per un giorno e mezzo, forse due.

    Avevamo ancora tempo, avevamo ancora una possibilità di trovarla viva.

    Quando mio padre mi accarezzò la spalla, mi resi conto di essermi trasformato in umano.

    Ero messo in posizione fetale e avevo le mani inzuppate di lacrime.

    Le nascosi immediatamente asciugandole sulle gambe e mi schiarii la voce tentando di mascherare il mio stato.

    Zero ma cosa..?

    Mi sollevai e gli gettai le braccia intorno al collo.

    Non si faceva.

    I lupi non abbracciavano mai il loro alpha. Lo rispettavano troppo per osare un contatto fisico del genere.

    Nonostante fossi suo figlio, non eravamo soliti lasciarci andare in effusioni o dimostrazioni d'affetto che fossero più di una semplice pacca sulla spalla o di una qualche lotta tra lupi.

    Ma ne sentivo il bisogno.

    Avevo il bisogno di sentirmi protetto, di sentire la sua presenza e di farmi tranquillizzare da lui.

    Parla. Parla cazzo!

    Mi spronò ricambiando l'abbraccio e stringendomi forte.

    L'ha.. lui.. Miley..

    Mi morsi un labbro per non singhiozzare.

    Come avevo fatto ad essere così stupido?

    Come avevo potuto comportarmi in quel modo con lei?

    I sensi di colpa mi impedivano persino di parlare.

    Sentivo il fiato fermarsi in gola e tentare di strozzarmi.

    È viva?

    Chiese in un sussurro che mi fece tremare.

    L'ha presa papà. Lui l'ha presa.

    La terra si mosse sotto i miei piedi.

    Il mondo si fermò, l'aria smise di muoversi e la vita di andare avanti.

    Aveva preso Miley e io glielo avevo lasciato fare.

    3

    Miley

    Apri gli occhi e respira. Apri gli occhi e respira. Apri gli occhi..

    Una fitta allucinante alla testa mi fece soffiare fuori l'aria come un gatto.

    Portai la mano sul punto che doleva per accorgermi che c'era del sangue secco.

    L'avevo sbattuta contro la portiera, me lo ricordavo bene ora.

    Mi abbracciai il corpo per smettere di tremare e richiusi gli occhi per un istante per raccogliere le idee.

    Nella vita alle volte si fanno cose stupide.

    Mi era successo anni prima, quando ero salita sulla macchina di un amico ubriaco.

    Eravamo ad una festa e mi serviva un passaggio per andare a casa.

    In un sorpasso, eravamo rischiato così tanto di fare un frontale da perderci lo specchietto dell'automobile.

    Mi ero sentita una perfetta idiota quando ero rientrata a casa.

    Avevo rischiato la vita per nulla.

    Avevo fatto qualcosa che sapevo benissimo potesse essere pericoloso e mi ero promessa di non mettermi mai più in pericolo in quel modo.

    Eppure lo avevo fatto ancora.

    Ma che diavolo mi era saltato in testa di seguire un uomo sconosciuto fuori dalla chiesa, al buio, quando un serial killer minacciava la nostra cittadina?

    Chi era così stupido da fare una cosa del genere?

    Strinsi i pugni presa dalla rabbia.

    Se ci ripensavo in quel momento, era ovvio che mi sarei messa nei guai con le mie gesta.

    Sarebbe bastato chiedere a Sid di accompagnarmi fuori o scrivere semplicemente un messaggio a mio padre senza uscire dalla chiesa.

    Una lacrima si staccò dal mio ciglio percorrendo la guancia fino alla bocca.

    Avevo sete.

    Sarebbe stato doloroso morire? Ci avrebbe impiegato tanto? Avrei provato tanta paura?

    Sospirai.

    Mio padre sapeva che ero uscita fuori nel posteggio e che c'era un uomo strano e Zero mi aveva vista.

    Zero.

    Il lupo.

    Scossi la testa chiedendomi se stessi impazzendo.

    Poteva davvero essere successo ciò che credevo?

    Davvero Zero poteva essere un lupo?

    Un licantropo?

    Ridacchiai sentendomi una pazza.

    Se l'avessi raccontata mi avrebbero rinchiuso in un manicomio.

    Mia madre quando ero piccola mi leggeva tantissimi libri che parlavano di mondi magici e creature diverse da noi.

    Mi diceva sempre di non chiudere la mente, di pensare che al mondo molte cose erano inspiegabili e che non esistevamo soltanto noi e ciò che credevamo possibile.

    Il fatto di accarezzare un lupo sul portico di casa però mi sembrava sufficiente senza finire col pensare che quest'ultimo fosse il mio nuovo amico scontroso.

    Non sapevo spiegarmi quelle immagini, non riuscivo proprio ma forse mia madre aveva ragione.

    Forse il lupo non era di Zero, ma Zero era proprio il lupo.

    Scossi la testa per cancellare quelle idiozie e mi morsicai la lingua per il dolore.

    Lo avevo sognato. Non c'era altra spiegazione.

    La paura e l'adrenalina facevano brutti scherzi. Era un po' come se fossi stata drogata in quel momento, sicuramente era stata un allucinazione.

    Aprii gli occhi convincendomi che dovevo tornare alla realtà.

    Non potevo fingere che nulla fosse successo, dovevo trovare un modo per fuggire e tornare a casa prima che fosse troppo tardi.

    Ma prima di riuscire a dare questo comando al mio corpo, restai ancora per diversi minuti nella stessa posizione finché mi resi conto che mi stavo addormentando nuovamente.

    Forse avevo un trauma cranico o qualcosa del genere, ma non era sicuramente il caso di perdere più tempo.

    Aprii gli occhi e mi sollevai leggermente per guardarmi intorno.

    Tossii quando mi misi seduta e una fitta fortissima al fianco mi fece sospettare di aver preso qualche colpo in più di quello che immaginavo.

    Vidi una coperta in fondo al letto sul quale ero distesa e l'afferrai al volo coprendo il mio corpo stanco e debole.

    Non mi trovavo nel posto in cui immaginavo.

    Ero terrorizzata di svegliarmi e vedere di essere rinchiusa in una cantina piena di cadaveri di donne e sangue.

    Invece quel luogo sembrava quasi confortevole.

    Doveva essere una piccola capanna, probabilmente dispersa in qualche posto nel bosco.

    C'era una piccola cucina nell'angolo opposto di dove ero io e l'intenso aroma di caffè mi faceva presagire che fino a poco tempo prima non ero sola.

    Poi un tavolino in legno con due sedie, un quadro con un paesaggio montano attaccato sopra ad un camino spento e una porta dietro la quale probabilmente vi era il bagno.

    C'erano alcune candele accese sul ripiano della cucina e un telefono attaccato alla parete.

    Balzai in piedi fiondandomi verso di esso e dovetti appoggiarmi al muro per non svenire quando mi si annebbiò la vista.

    Merda!

    Dissi in preda al panico quando mi accorsi che non c'era linea.

    Mi guardai intorno cercando un'arma per difendermi.

    Non c'era nulla che potesse aiutarmi in quella stanza.

    Sentii il panico esplodermi nel petto e ricominciai a tremare.

    Non avevo idea di dove fossi, ma se il corpo di quelle donne era stato ritrovato nei dintorni, sicuramente non potevo essere troppo lontano.

    Poi notai la porta e spinta da un'ultima fiammella di speranza corsi verso di essa e misi la mano sulla maniglia convinta di trovarla chiusa.

    Restai sorpresa quando invece questa si abbassò e la porta si aprì di fronte a me.

    Dove credi di andare?

    4

    Zero

    Rimasi nella stessa identica posizione per un tempo interminabile senza riuscire a formulare una frase di senso compiuto che descrivesse ciò che avevo visto.

    Dopo avermi abbracciato per alcuni istanti, mio padre si spostò e prese a parlarmi ma le sue parole non restavano impresse nella mia testa.

    Non riuscivo a capire e nemmeno a pensare lucidamente.

    Se lei fosse morta, non sarei mai più riuscito a riprendermi.

    Mi sarei sentito in colpa per il resto dei miei giorni.

    Sentivo che stavo per perdere una delle persone più significative della mia vita, quella che era riuscita ad aprirmi e a farmi vedere il mondo da una prospettiva diversa.

    Incrociai lo sguardo dell'alpha e provai improvvisamente pena per lui.

    Come aveva fatto a rialzarsi quando mamma era morta?

    Come aveva fatto a farsene una ragione, ad andare avanti, a respirare ancora?

    Vieni, andiamo forza

    Mi accompagnò verso il divano e mi passò una tuta che misi immediatamente.

    Forse non si era mai perdonato. Forse era per quello che era così severo e protettivo, temeva soltanto di perdere anche me.

    Robin!

    Qualcuno bussò alla porta risvegliandomi dal mio torpore.

    Papà, arriverà il tenente. Hanno rapito Miley. Deve essere stato il serial killer. Io l'ho visto. Ho visto che la caricava in macchina, una Golf scura e lei ha visto me trasformarmi in lupo..

    L'uomo sgranò gli occhi diventando completamente rosso.

    Porca miseria. Come è potuto accadere? Dovevi stare attento!

    Mi diede uno spintone che mi fece cadere sul divano e corse ad aprire la porta.

    Sentii il vento fischiare e mi voltai per guardare fuori dalla finestra.

    Era quasi mezzanotte, era buio pesto ma potevo vedere la neve che veniva lanciata in cielo in una strana danza dal vento.

    C'era una bufera.

    Rick è andato a fare un giro di ispezione. La polizia sta arrivando. Hanno i cani da ricerca e si dirigono verso di noi.

    Mi dispiace..

    Ma che avete in testa voi giovani? Ma perché vi costa così caro stare attenti?

    La rabbia montò anche nel mio petto.

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