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Solo per amore di Gabriele D'Annunzio
Solo per amore di Gabriele D'Annunzio
Solo per amore di Gabriele D'Annunzio
E-book170 pagine2 ore

Solo per amore di Gabriele D'Annunzio

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Info su questo ebook

La signora Cesana, madre dell’autore e appassionata di paranormale, poco prima di morire si è messa in contatto con Gabriele D’Annunzio. Attraverso la scrittura automatica, si è fatta dettare poesie e pensieri, amori e dolori. Il narratore, tramite la penna di lei, ha raccontato la sua vita fatta di vizi e immoralità, forti credenze e dispiaceri per la sua talvolta deprecabile condotta. Il poeta ha persino annunciato un evento catastrofico previsto per la prossima Pasqua. Dopo la morte prematura della madre, l’autore si è fatto portavoce, in questo romanzo, delle idee di uno dei più grandi letterati italiani. Cesare Bergantin ha sempre lavorato nel commercio, dedicandosi alla ricerca del paranormale. Solo insieme alla madre ha iniziato a praticare con assiduità la scrittura automatica, pratica che lo ha portato a completare “Solo per amore di Gabriele D’Annunzio”, il suo romanzo d’esordio.
LinguaItaliano
Data di uscita4 mar 2017
ISBN9788899394790
Solo per amore di Gabriele D'Annunzio

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    Anteprima del libro

    Solo per amore di Gabriele D'Annunzio - Cesare Bergantin

    Cesare Bergantin

    Solo per amore

    di Gabriele D’Annunzio

    © Cesare Bergantin

    Solo per amore di Gabriele D’Annunzio

    Edizioni Eve

    Via pozzo 34

    20069 Vaprio D’Adda-Mi

    TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI

     La proprietà dell'opera è dell'autore.

    Copertina di Cinzia Pavan.

    Per quanto riguarda il contenuto del volume, lasciamo libera l'interpretazione al lettore di crederci o meno.

    Sulla scrittura automatica

    Nella vita mai nessuna speranza è perduta fino alla morte, ogni desiderio può essere realizzato. Non perdete mai l’unica cosa che ci fa vivere la vita sia nel bene sia nel male con un pizzico di emozione.

    Questo libro non vuol essere uno degli ultimi capolavori di un grande scrittore, bensì la realizzazione del grande sogno di una semplice signora, che nella vita ha sempre creduto in quello che stava facendo e leggendolo capirete perché ci credeva così tanto pur non avendo avuto mai nessun riscontro sul risultato. Se lo sentiva però nel cuore.

    Lina Cesana. È questo il nome di una donna tanto amata, quanto lei amava il prossimo. Rimasta vedova giovane, con tre figli da crescere e mille peripezie causate da una vita non facile, ha cercato sempre di dare il meglio di sé per tutti, senza mai chiedere nulla e sempre con entusiasmo e amore.

    Lei è nostra madre. Questo libro non è stato facile da realizzare, ma nel rispetto del suo grande desiderio (Lina è morta improvvisamente in un incidente stradale) ho sentito il dovere di provare a trascriverlo e cercare di terminarlo con la pubblicazione. È una storia molto semplice, quanto strana da capire.

    Tutto si basa sulla scrittura meccanica. Sembra una cosa irreale, quasi una parola mai sentita. Per coloro che sanno già cos’è potrà essere una lettura normale; per gli altri potrà essere invece fantasia, immaginazione o chissà… verità. Starà a loro a deciderlo.

    La scrittura automatica, come si legge su Wikipedia, è il processo di scrittura di frasi che non arrivano dal pensiero cosciente dello scrittore. Può avvenire in stato di trance, oppure in maniera cosciente, ma senza la consapevolezza di quello che si sta scrivendo. È stata a volte utilizzata in psicoanalisi come possibile strumento per fare emergere conflitti inconsci. È uno degli strumenti più importanti della tecnica di scrittura surrealista. A parte i casi di frode, la scrittura automatica avviene spesso in totale buonafede: gli psicologi la interpretano come il frutto dei cosiddetti automatismi, comportamenti guidati da associazioni inconsce (effetto ideomotorio).

    Secondo la parapsicologia, questo fenomeno potrebbe permettere di entrare in contatto non solo con i propri cari già trapassati, ma anche con personaggi noti della storia e persino con sconosciuti non solo al soggetto, ma a tutti. Non esistono però prove scientifiche che la scrittura automatica trasmetta altre informazioni oltre a quelle contenute nella mente dell’individuo che sta scrivendo.

    Il termine scrittura automatica, come si legge su diversi trattati che se ne occupano, fu usato per la prima volta nel 1861 da Allan Kardec, considerato il padre dello spiritismo francese, che lo riteneva il mezzo più semplice e più completo per poter stabilire relazioni con gli spiriti. Nello spiritismo si usano anche le espressioni scrittura medianica o scrittura spiritica. Nel 1934 Gino Trespoli definì il fenomeno come psicografia, comprendendo anche la presunta capacità di un sensitivo di influenzare la materia fotosensibile di una lastra fotografica, imprimendovi un’immagine di una scena pensata.

    Oltre che nello spiritismo, la scrittura automatica è praticata anche nella New Age: secondo i suoi sostenitori può diventare infatti un canale per comunicare con le divinità, con gli spiriti della natura, con i defunti, con entità multipersonali, con extraterrestri e perfino con l’inconscio collettivo.

    Prologo

    Tutto ebbe inizio circa venticinque anni fa. Mia madre era molto appassionata di Maurizio Costanzo e seguiva tutte le puntate del Costanzo Show, sino a che una sera l’argomento che presentarono la colpì a tal punto che non riuscì a staccarsi dal televisore. Quella sera si discuteva di paranormale e medium.

    Mia madre era già di suo molto attratta da questo argomento, ma niente di più; pensava sempre che dopo questa vita ci fosse un continuo, senza sapere cosa o come. Tutto questo però era sempre e solo nella sua mente, ne parlavamo spesso e ci trovavamo d’accordo su varie opinioni. Poi da lì è diventata anche una mia passione.

    Seguendo la trasmissione lei venne a conoscenza di questa pratica, la scrittura automatica e anche che durante la settimana c’era un medium che interveniva in tarda serata nella trasmissione stessa, facendo delle dimostrazioni. Se aveste conosciuto mia madre avreste capito subito che tutto questo non poteva passarle inosservato o finire lì. Me ne parlò e mi dispiacque di aver perso la puntata, ma con il suo racconto era come l’avessi vista fin nei minimi particolari e riuscì a entusiasmare anche me. Tutto però finì lì, non ne parlammo più.

    Il tempo passò e non riprendemmo più il discorso; sembrava tutto finito e ognuno di noi continuava a leggere e scambiare opinioni con altri appassionati del ramo. Ma figuriamoci se lei si poteva accontentare di questo!

    Un giorno mi confessò che aveva provato a eseguire quel tipo di scrittura. Cominciò a mostrarmi quello che era riuscita a fare. Cominciai a guardare pacchi di fogli quasi illeggibili e non sapevo da dove cominciare, ma lei come se nulla fosse iniziò a leggere quelle strane scritture.

    Mi raccontò che i primi contatti li aveva avuti con suo marito (mio padre), sebbene l’inizio fu quasi una delusione. Mi disse che non riusciva ad avere nessun segno nel vedere muovere quella penna a sfera, che per lei con il tempo sarebbe diventata una sua inseparabile amica. Da là ho capito che poteva avere qualche, non diciamo potere, ma poteva essere predisposta per quel tipo di esperienza, anche perché non l’ho mai presa per pazza o altro, ma riuscivo a condividere le sue esperienze; conoscevo bene la persona che mi parlava e non avrei mai potuto dubitare di quello che mi diceva.

    E invece come tutte le cose man mano che si fanno vanno a migliorare sempre più e questo è quanto accadde. Mia madre cominciò a scrivere ogni attimo che era sola e che il tempo le permetteva, fino ad arrivare a muovere la penna senza nemmeno accorgersi di quello che stava accadendo. Poi rileggeva il tutto alla fine, rimanendo lei stessa stupita di quei risultati inspiegabili, ma che le davano un’immensa soddisfazione e felicità. A volte, però, i suoi stati d’animo si alternavano con la tristezza e lo sconforto a seconda di quello che le veniva trasmesso su quei fogli bianchi che si riempivano di conversazioni incredibili.

    Da lì cominciò a comunicare anche con la madre e il padre, conversazioni stupende da leggere nonché commoventi.

    Continuò a scrivere per anni accumulando pacchi di fogli, conservandoli con estrema cura e gelosia. E ogni volta che andavo a trovarla ed eravamo soli era un’occasione per me di dare un’occhiata alle sue ultime novità, rimanendo ogni volta stupefatto e incredulo per quello che riusciva a fare, senza mai dubitare della loro veridicità. Anzi, mi facevo coinvolgere sempre più, tanto che a tutt’oggi io ancora continuo a praticarla di tanto in tanto.

    Tornando a mia madre, dopo aver raccolto per anni tutte queste lettere, a un certo punto della sua vita non molto tranquillo per vari problemi familiari e non solo per quello, mia madre gettò via tutto non volendo tenere nemmeno un foglio. Con quel gesto sembrò che non ne volesse proprio più sapere e per arrivare a una decisione del genere doveva essere stata spaventata da qualcosa di particolare, che tuttavia resterà per me sempre un mistero.

    Un paio d’anni più tardi lei si mise a riordinare delle vecchie foto e documenti. A un certo punto trovò un vecchio articolo di giornale del 1937 che riguardava suo nonno e nel rileggerlo per l’ennesima volta notò, che era molto conosciuto e lodato da due grandi personaggi.

    Suo nonno negli anni Trenta e Quaranta aveva un negozio di antiquariato a Venezia e girava parecchio per il suo lavoro. In questo modo conosceva molta gente di ogni ceto e categoria. Tra di loro mia madre lesse un nome ben più che altisonante: Gabriele D’Annunzio.

    Le cominciò così a frullare il cervello e a pensare cosa sarebbe potuto accadere se si fosse messa in comunicazione con D’Annunzio, cosa sarebbe potuto emergere da una comunicazione così particolare.

    Cominciò così la sfida con se stessa. Ricominciò a scrivere, ma questa volta era una sfida molto importante e particolare, perché se ci fossero stati dei risultati non sarebbe stato facile avere dei riscontri sulla verità e cosa sarebbe venuto fuori.

    Quello che posso dirvi, però, è che ci è riuscita. Ha comunicato con D’Annunzio e ha trascritto molte cose, verità sulla sua vita e sulla sua morte; ha scritto versi e raccontato alcuni avvenimenti riguardanti il futuro.

    Man mano che riempiva fogli e fogli di comunicazioni, lei cercava sempre una persona o un gruppo di appassionati del poeta o studiosi del ramo che le potessero dare conferma di quelle righe, se potessero davvero appartenere a lui anche se lei comunque ne era totalmente sicura e qui un po’ di sconforto e delusione hanno prevalso perché dopo varie e-mail a vari siti e professori del campo, mai e poi mai qualcuno le ha dato una risposta.

    Ha scritto per parecchio tempo e avendo scritto come sempre su fogli sciolti, avendo il pallino che un giorno potesse trovare qualcuno che fosse interessato a quella lettura, si mise a riscrivere il tutto su dei quaderni in modo che si potesse leggere tutto e magari anche con la speranza un giorno di poter pubblicare un libro.

    Siccome purtroppo mia madre è deceduta ad aprile del 2015, non posso e non me la sento di lasciare che tutto vada alla deriva dopo tante fatiche. Così ho deciso di terminare la sua opera fin dove ci riesco, perché ho provato a mettere in ordine tutti i suoi scritti, ma non ci sono riuscito anche perché di solito era lei che mi leggeva quello che scriveva. Visto che a lei gli esperti non hanno mai voluto dare un commento o consiglio, io lascerò che sia la gente comune a dare un giudizio e valutare se possa essere vero o no il tutto.

    Non farò quindi altro che trascrivere tutto quello che mia madre ha fatto, ma che purtroppo non è riuscita a terminare perché le mancavano ancora parecchi fogli. E questo lavoro lo faccio solo ed esclusivamente per amore verso di lei. Questo è dunque il doppio motivo del titolo Solo per amore: l’amore che lei ci ha messo in tutta questa avventura e l’amore per cui io lo faccio.

    Tutto quello che ho trascritto l’ho letto solo man mano che scrivevo e non sapevo mai cosa si nascondesse alla pagina successiva. Ora che l’ho finito vi posso dire che non è un poema o una raccolta di poesie come tanti possono aspettarsi, ma sembra (anzi lo è) una grande conversazione tra due persone che si scrivono da anni lettere senza mai una fine.

    Ogni tanto D’Annunzio dà qualche sonetto e versi per far capire che la dettatura di tutto è nel dire e nel modo di parlare totalmente sua e durante queste comunicazioni è stata data anche una brutta e orribile premonizione che leggendo scoprirete.

    Da persona ignorante in materia letteraria e non conoscendo le opere di D’Annunzio mi sembra tutto veritiero e stupefacente e comunque essendo praticante della scrittura automatica non ne sono meravigliato. Anzi, sono il primo a crederci conoscendo la persona che ha realizzato tutto questo.

    Tornado alla conclusione del libro visto che il finale non è all’altezza del sacrificio di mia madre, ho preso la decisione di provare a mettermi io stesso in comunicazione con Gabriele D’Annunzio e vedere se si riesce a fare una conclusione degna di tale scrittura.

    Prima comunicazione

    Meraviglioso momento mi viene dato mi sento il core mesto e ombrato non sento sforzare mie pene facendo nostre meravigliose doti poetiche mi sembra quasi un sogno poter scrivere ancora e non potrò mai finire di meravigliarmi perché una persona a me sconosciuta si è premurata di parlare con me.

    Sì, io sono Gabriele D’Annunzio e mi sono molto meravigliato anche di non essere mai stato in un mio migliore momento di gloria in questo mondo di pace.

    Ora ricordo bene il caro amico Bino Cesana e i suoi meravigliosi, stupendi mobili antichi e anche gli arazzi e i marmi e il palazzo all’Accademia io sono stato spesso lì e mi ricordo che ho anagrammato il suo cognome e con una dedica glielo diedi per iscritto Sanace era il suo anagramma.

    Mi sento onorato per questa proposta e se il mio destino mi ha fatto interrompere la carriera di poeta, vorrà dire che ora riprenderò con gioia.

    Mia cara Lina ora capisco che non è il momento per cominciare a scrivere, ma se vuoi io ti posso intanto dire due versi e firmali va bene?

    Sento il cor che batte in gola sento l’anima sgorgar pensiero

    sento il mare mandar nel mondo quanto il suolo manda fondo e

    non si placa ancor l’orrore di quei momenti sentimentali quando

    avevo di sale e salvar l’onor mi fu fatale

    ora grido con cor sgomento fate il suolo con questo lamento e

    non mesto andarvi sia pur mandando in vostro star la voce mia.

    Mi dispiace è molto difficile trasmetter giuste le parole, ma ho pensato di pensarle prima e poi dettarle, ma ora lascio la mia intelligente amica e prometto che appena possibile faremo qualcosa di buono assieme.

    Mi sto già preparando a scrivere e dettare bene le mie memorie, ma sarà una cosa da fare con calma.

    (Ora risponde a una mia domanda)

    Si è un triste ricordo, ma ormai passato nella guerra 1915-18 ho partecipato, ma poi ho lottato negli anni dal 1928 fino al 1938.

    Cara amica Lina io Gabriele D’Annunzio spero tanto che tu mi voglia chiamare amichevolmente Gabriele e se non ti dispiace dammi pure del tu, perché non si può instaurare un bel rapporto di amicizia e collaborazione se non si sa esprimersi con semplicità e senza tanti salamelecchi. Cara Lina da quando ieri mi hai scritto tante belle cose io ho cominciato a vedere e capire con un po’ più di

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