Una piccola stella
Di Kira Irgen
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Info su questo ebook
Kira Irgen – pseudonimo di Erika Negri – è nata il 27 aprile 1986 a Lecco. È operaia in un’azienda tessile. Una piccola stella è il suo primo romanzo, la realizzazione di un sogno tenuto a lungo nel cassetto.
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Anteprima del libro
Una piccola stella - Kira Irgen
Kira Irgen
Una piccola stella
© 2022 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma
www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-306-6683-2
I edizione novembre 2022
Finito di stampare nel mese di novembre 2022
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa
Una piccola stella
a D per essere parte di me.
Il mio scrivere è come parlare con te.
Nuove Voci
Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima
(Trad. Ginevra Bompiani).
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
ringraziamenti
Ringrazio la mia professoressa Chiara Erba che mi ha sopportato, aiutato ed indirizzato verso la letteratura. Dandomi l’ispirazione di scrivere…
Ringrazio tutta la redazione del Gruppo Albatros per avermi aiutato ad realizzare il mio sogno e per la pazienza e la gentilezza riscontrata nei miei confronti, in particolare Anna Elia, anche per le sue prime parole, dicendomi che ha rilevato una lettura davvero piacevole e stimolante per lei.
Infine ringrazio ogni membro della mia famiglia per il sostegno, i consigli e soprattutto per avermi spinto ad inviare la mia opera.
Introduzione
Sofia, una ragazza come tante che
a differenza delle altre si trova
ad affrontare molte situazioni
sociali importanti e complesse.
Toccando argomenti sensibili
della nostra comunità e realtà;
con occhi diversi e a volte con superficialità.
In cerca di un mondo migliore, con più umanità e
comprensione nel rispetto del prossimo e
di mentalità più aperte,
senza giudizi inutili e crudeli.
Una semplice ragazza che cerca
un posto in questo mondo e
soprattutto in cerca di sé stessa e
di chi è in realtà.
Forse un passaggio che succede
a tutte le adolescenti
prima di diventare donne,
o almeno lei crede.
Capitolo 1.
Tra sogno e realtà
È morto, non c’è più, mi guardo attorno e non lo vedo, cerco il suo sguardo ma non lo trovo. La gente mi osserva con occhi di compassione e non lo sopporto, si avvicinano mi fanno le solite domande ma non riesco a sentirle mi sembrano voci di sottofondo continuo a girarmi attorno e continuano a dire: Come stai? Tutto ok? Sofia mi senti? Sofia perché non rispondi? Sofia? Sofia?... Io non riesco a rispondere mi sembrano così lontane e nella confusione lo vedo, sì lo vedo è lui, è tornato per me, lo seguo spostando con le braccia tutte quelle persone che mi guardano con disprezzo, continuo a seguirlo, lui non si gira, allora avvicino la mano tremante alla sua spalla e lì, quasi per toccarlo, in quell’ istante si gira e mi dice: Sofi tutto bene? Io penso: Sofi? Allora è proprio lui, solo lui mi chiamava così. Poi sento una voce più forte: «Sofia allora tutto bene?»
Quella voce potente mi risvegliò di colpo, era mio fratello Elia che con sguardo preoccupato allungava il suo braccio attorno alle mie spalle sussurrandomi all’orecchio: «ti voglio bene». Ma io continuavo a cercarlo con gli occhi pensando: dov’è andato? Era qua? Lo dissi ad alta voce senza accorgermene ed Elia mi chiese stringendomi a sé: «Chi? Chi era qua?». Io lo guardai e lui mi ripeté più volte: «è impossibile Sofia, è morto». In quel momento mi sentii una stupida e mi misi a correre in camera, ma non se ne accorse nessuno, erano tutti impegnati a fare domande con quello stupido sorrisino stampato in faccia, come per dire mi dispiace, ma la gente non si rende conto, almeno spero, che così è peggio.
Il giorno dopo a scuola ero completamente assente, c’era italiano e nell’aprire il libro mi soffermai a guardare le pagine ed erano tutte piene di cuori con scritto il suo nome: Marc, Marc, Marc; la mia migliore amica Desirèe se ne accorse, mi prese subito il libro