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Trecinquantasetteenovantanove (3'57''99)
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Trecinquantasetteenovantanove (3'57''99)
E-book156 pagine1 ora

Trecinquantasetteenovantanove (3'57''99)

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Info su questo ebook

La corsa è la cosa più vicina alla natura umana, ci riappacifica con il nostro corpo e con la nostra anima. Siamo fatti per correre e per saltare, non per stare seduti in una sedia. Attraverso la corsa, ho imparato cosa vuol dire avere un obiettivo, credere in qualcosa, insistere, lavorare, impegnarsi, sudare e poi godere pienamente della propria conquista. Che sia correre o altro è una lezione di vita, che ha profondamente cambiato me stesso migliorandomi. Questa è la storia di un desiderio raggiunto dopo anni di lavoro. Correre i 1500 metri in pista dove mio padre era stato grande, anche se con tempi neanche paragonabili è per me un raggiungimento di un traguardo che mi rende pieno di entusiasmo e felicità e che cos'è la vita se non il semplice essere contenti di quel che si è fatto?!
LinguaItaliano
Data di uscita30 mar 2017
ISBN9781291718324
Trecinquantasetteenovantanove (3'57''99)

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    Anteprima del libro

    Trecinquantasetteenovantanove (3'57''99) - LUIGI DEL BUONO

    Buono

    INTRODUZIONE

    Questo libro è basato su un’esperienza di vita fatta nel 2010. Migliorare se stessi è sempre un’avventura straordinaria e quando riesce ci si sente sempre al settimo cielo. Potrei dire che è stato difficile, ma voglio ammettere che quando guardo indietro, vedo solo una cosa: avevo un obiettivo che ho provato per anni a raggiungere, ci ho messo tutto, e l’ho realizzato. Le difficoltà, che sono ben evidenziate dai capitoli tratti dal blog Corri e non fermarti, non mi hanno segnato. È rimasto l’orgoglio di aver raggiunto un obiettivo con le mie forze, con il lavoro quotidiano, con la fatica. Volutamente, ho lasciato anche tutti i post seguenti, quasi a sottolineare l’anno che va da Aprile 2010 a Marzo 2011. Dopo quello che succede a Luglio e il titolo che ho dato a questo libro, in teoria il resto potrebbe risultare fuori tema. Invece ho voluto stigmatizzare come raggiungere un obiettivo a volte ti lasci senza energie, e se non le recuperi poi ti trovi a pagare in un secondo momento. E’ un inno a mantenere sempre l’equilibrio nelle discipline atletiche del mezzofondo, perché esagerare crea benefici a breve termine ma problemi a medio, lungo termine.

    Allenamento alla maratona di Milano

    mercoledì 14 aprile 2010

    Domenica a Milano con lepri e tifosi.

    Approfittando della casa della mia ragazza in Milano, ho studiato un allenamento all’interno della Maratona. Avevo programmato tutto: partenza da casa alle 9 precise per raggiungere Piazza Castello dove da programma era posizionato l’arrivo della gara, controllo della situazione, e partenza per l’allenamento.

    Mi ero ripromesso di fare cinquanta minuti in soglia anaerobica, così mi sono spostato in Corso Sempione per partire in rettilineo.

    Ho atteso l’arrivo dei top Runners, facendo una brevissima sessione di stretching dentro un palazzo della zona, che mi ha permesso di non morire congelato dalle raffiche di vento che spiravano a 2’45 al chilometro. Sang e compagni non si sono fatti attendere e mi sono agganciato al loro semplice passo di 3’00, controllando le sensazioni e gli appoggi del gruppetto di africani di testa, tra cui Chirchir Kipchumba Jafred, il vincitore finale della manifestazione e Kamathi Charles il secondo. Complice il vento, dopo 800 metri già sentivo l’acido lattico scorrere copioso dentro me, così ho deciso di lasciarli andare per non concludere l’allenamento al secondo chilometro. Ho mantenuto un’andatura brillante intorno ai 3’10, 3’15 per altri 2 chilometri correndo un po’ con Sang, che mi ha raggiunto al traguardo di mezza, stabilizzandomi poi sui 3’25. Raggiunto e superato da Lamachi Abdelkebir il marocchino e Ezzobayry Ahmed il francese, ho corso in totale solitudine fino alla fine della mio allenamento, sul Naviglio pavese al 34° chilometro, proprio nei pressi di casa. Gli altri dietro andavano al mio ritmo e quindi non sono riusciti a raggiungermi, e io avevo lo stimolo per osare qualche secondo sotto la soglia. In Piazza Duomo la gente mi incitava dichiarando: Sei il primo bianco!!!!!".

    Quasi nessuno si è accorto che non avevo pettorale, perché gareggiavo con una maglia tinta unita di marca e sembravo assai professionale. Un ragazzo vedendomi sfilare lungo i viali milanesi in totale solitudine ha gridato: È un impostore! ma nulla poteva di più: il mio passo era assai competitivo, tale da non destare sospetti di tapascioneria. Reduce dai cross la mia forma muscolare e fisica sembrava davvero invidiabile. Che spettacolo! Allenarsi con lepri e tifosi non ha prezzo.

    Eccomi senza pettorale al passaggio in piazza Duomo dietro ai keniani. Con la gente che mi incita dicendomi che sono il primo italiano.

    Giornata sempre più keniana

    giovedì 15 aprile 2010

    Questi giorni, sto cercando di vivere senza automobile, cercando di trasformare in opportunità il ritiro della carta di circolazione, dovuto alla scadenza della mia revisione di cui non ero consapevole. Questa ricerca, ha portato molte novità nella routine della mia vita, e dunque anche nell’allenamento. Mi devo alzare quindici minuti prima nella mia giornata super piena.

    Questo vuol dire andare a dormire alle ventitré e avere quindici minuti di meno la sera per sistemare le cose di casa e organizzare il giorno successivo.

    Su ventiquattro ore, io ragiono al minuto. Pensate che vitaccia: altro che professionista dell’atletica. La mattina, per arrivare alla fermata devo camminare dieci minuti. Questo lo reputo positivo in quanto mi permette di essere un po’ keniano e muovermi appena sveglio.

    Magari dopo un po’ di pratica riuscirò con il tempo, a fare un allenamento mattutino senza avere quelle brutte sensazioni muscolari dei momenti after sveglia, soprattutto adesso che si approssima l’arrivo dell’estate e a pranzo non si potrà più andare a sgambettare. La mattina, mi carico in spalla lo zaino con la roba per l’allenamento ridotta al minimo possibile, un libro e il pranzo, anch’esso ridotto.

    Durante la pausa dal lavoro sono costretto ad affidarmi ai miei colleghi che vanno in piscina per ottenere un passaggio e raggiungere il campo, ma il tempo che riesco a dedicare alla seduta è assai inferiore alla media di quando prendo il mio mezzo, perché non utilizzo tutti i minuti a disposizione e non riesco a correre un’ora. Tutto si riduce a quaranta minuti appena. La sera arrivo con l’autobus fino casa di mia mamma ad Ancona, mi cambio, e parto per la mia corsetta verso il campo della mia città!

    In verità quest’ultima soluzione non l’avevo mai sperimentata, ma sempre sognata, perché fare a meno degli strumenti della modernità in favore delle buone gambe che mamma ci ha fatto, la vedo una evoluzione dell’uomo moderno. Attualmente ritorno a casa, mi cambio in due minuti netti, e mi butto nel traffico respirando per circa dieci minuti le polveri sottili nel tragitto tra casa e il campo sportivo della mia piccola e trafficatissima città.

    Ancora in Piazza Duomo. Rivedendo questa foto sembro ciccione, ma è solo l’effetto della maglia. Tra un paio di mesi avrei realizzato tutti i personali, non potevo essere sovrappeso. 

    Soglia anaerobica dopo lavori in pista

    venerdì 16 aprile 2010

    Ieri sera dopo la ginnastica mi sentivo un pochino indolenzito. Ho fatto un’oretta a passo libero, ma mi sono accorto che muscolarmente ero abbastanza provato. Due giorni consecutivi di pista, dopo un inverno di sterrati e erba si fanno sentire. In più la nuova organizzazione della giornata senza automobile mi fa arrivare ancora più stanco agli allenamenti. Forse dovrei valutare l’opportunità di abituarmi all’allenamento mattiniero, che ne so, verso le 6.30 di mattina. Sarebbe una bella cosa, ma credo di non essere il tipo che può reggere ritmi di corsa da 3’30" appena sveglio. Verso la mezz’ora il compagno di squadra Scheggia si è aggiunto e con lui ho forzato un po’ il ritmo. E oggi mi aspetta la soglia, non sono freschissimo.

    Correre forte quando piove

    Piove, governo ladro! E sono un po’ stanco, un po’ tutti i motivi per andare all’allenamento stasera e non avere voglia di fare nulla. Per questo indosserò il pantaloncino corto per esaltarmi, ammesso che smetta di piovere, affrontando i miei 40′ sostenuti con vigore e coraggio. Domani c’è il 10.000 a Recanati e io me ne vado bel bello a vedere gli altri faticare duro, non ho ancora la testa, dopo le fatiche invernali.

    Non basta la voglia e la motivazione oggi riposo

    sabato 17 aprile 2010

    Non basta darsi voglia e motivazione, a volte bisogna desistere. Non appena ho messo il naso fuori il cielo ha ricominciato a piangere e allora mi sono davvero stufato. OGGI RIPOSO. Anzi pranzo con i fiocchi. Oggi METEO hai vinto tu. MALEDETTO. Ma come dice quel simpatico scrittore mentre guarda in cielo con la saggezza dei più grandi: NON PUÓ PIOVERE PER SEMPRE !!!

    10000 in pista di Recanati

    domenica 18 aprile 2010

    Tra corsa e cammino non so più che vuol dire stare fermo. Poi questo maledetto tempo mi snerva. Mi devo coprire per la sinusite, ma poi mi devo scoprire perché altrimenti sudo come un disgraziato e faccio peggio. Odio queste mezze stagioni maledette. Per fortuna oggi è tornato il sole e almeno posso andare a correre, ieri infatti mi ha preso il nervoso e me ne sono tornato bel bello a casa perché di prendere acqua due giorni consecutivi non ne avevo proprio voglia. Ma comunque non so mai come vestirmi, anche per correre, perché con la magliettina leggera alla prima ventata prendi la febbre, con quella pesante si suda. Vado a farmi una lettura. Ieri poi ho preso un sacco di freddo a Recanati per il 10.000 in pista, con mia grandissima sorpresa hanno fatto due batterie, una delle quali vinte dal redivivo Campetti che, fermo tutto l’inverno dopo 3 settimane di allenamento, correva già a 3’20". Nella

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