La comunicazione malata
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Anteprima del libro
La comunicazione malata - Angelo Prudentini
umani.
Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui.
EZRA POUND
LA COMUNICAZIONE MALATA COME ORIGINE DEL CONFLITTO
Questo libro si pone l'obiettivo di analizzare il processo comunicativo al fine di far conoscere in maniera dettagliata cos’è la comunicazione, come avviene, cos’è la comunicazione malata, quando risulta tale e quali sono gli strumenti per correggerla, evitando i conflitti che essa può generare. Se eliminiamo tali conflitti risulterà meno complicato affrontare il quotidiano in maniera più serena, favoriremo un cambiamento di vita, proprio perché dalla comunicazione malata ha origine il conflitto.
Questo percorso ha cambiato negli anni la vita di molte persone, perché cambiando il modo di pensare ne consegue un cambiamento comportamentale. Allo stesso modo cambierà la vita delle persone con le quali vi relazionerete una volta acquisiti questi concetti.
Siamo tutti puntinisti. Siamo tutti abituati a guardare colui che beve alla fontana e non quelli che lo guardano. Il puntinismo serve per confermare la nostra ipotesi, non per definire la realtà. Il puntinismo non è la realtà.
Il cambiamento consiste nel capire cosa avviene nel quotidiano e dentro di noi, raggiungendo la consapevolezza di come questo condizioni l’esistenza di ognuno. Impareremo, insieme, a scientificizzare il quotidiano.
Cos’è la comunicazione
La comunicazione è un processo chimico: quando parliamo e quando ascoltiamo, nel nostro cervello e in tutto il corpo avvengono reazioni chimiche. Ci sono trilioni di cellule a lavoro che condizionano il nostro comportamento.
In un processo chimico la materia si trasforma, cioè cambia, diventando una materia diversa. Per esempio, il legno che brucia si trasforma in cenere e fumo; miscelando caffè e latte si ottiene caffellatte, di composizione differente da quella di partenza. Aggiungendo lo zucchero si ottiene una miscela di caffè, latte e zucchero. Stessa cosa se misceliamo limone, sale, aceto e così via. Allo stesso modo degli alimenti, ci sono nella comunicazione parole che causano differenti reazioni chimiche.
Per esempio, leggendo le parole riportate sotto è possibile constatare le diverse reazioni chimiche:
Voi capite che potremmo andare avanti all’infinito con termini che ci portano in uno stato di serenità, di felicità, oppure di rabbia, confusione e tristezza. Potremmo visualizzare l’arcobaleno oppure il diluvio, momenti emotivi completamente diversi.
Capite bene che se il biglietto invece di chiamarsi ‘gratta e vinci’ si chiamasse ‘gratta e perdi’, pochi continuerebbero a giocare.
Diversamente, in un processo fisico, la materia che forma un corpo non si trasforma, rimane la stessa ma cambia la sua forma, il suo stato di aggregazione, la sua posizione.
Per esempio, il ghiaccio che si scioglie e diventa acqua cambia lo stato di aggregazione, infatti da solido diventa liquido, ma la materia non cambia, è sempre acqua.
Questi processi, se applicati alla comunicazione, possono far funzionare in maniera armoniosa famiglie, aziende e società, così come possono disgregarle. Inoltre il processo chimico della comunicazione cambia in base all'ambiente circostante e al luogo in cui ci si trova, modificando il modello comunicativo.
L’ambiente
L’influenza dell’ambiente, compreso il nutrimento, lo stress e le emozioni, modifica il comportamento dell’uomo alterando i geni senza per questo cambiare il modello base¹.
L’ambiente che ci circonda influenza chiaramente la nostra comunicazione. Basti pensare al diverso atteggiamento che assumiamo quando siamo in chiesa, in discoteca, al mare, al cimitero, nel monastero o a scuola per capire come l’ambiente influisca sul nostro modello comunicativo.
La struttura di un ambiente incide sulla comunicazione: se è tranquillo trasmette serenità, altrimenti potrebbe indurre sensazioni spiacevoli.
Non ci devono essere contraddizioni tra pensiero e luogo. Una camera da letto non può assomigliare a un altare con le foto dei defunti che ci spiano, o la Madonna che ci guarda con un dito ammonitore.
Altri elementi dell’ambiente sono i colori, la musica, l’architettura, gli odori, le condizioni atmosferiche. In alcuni casi, anche l’ambiente stesso è usato come terapia.
Ad esempio, a volte si va in montagna o alle terme per rigenerarsi.
Se conosciamo i meccanismi della comunicazione possiamo gestire le nostre reazioni, quindi le nostre risposte, veicolando il comportamento verso una situazione di serenità invece che di rabbia, tristezza e angoscia.
La non comunicazione non esiste
Il processo comunicativo avviene sempre in presenza di un Emittente e di un Ricevente.
Possiamo definire Emittente colui che dà origine all’atto comunicativo, cioè chi trasmette il messaggio. Il Ricevente invece è colui al quale l’atto comunicativo è destinato, cioè chi riceve il messaggio.
Se ci si trova in treno e di fronte c’è una persona che sta leggendo, quella persona sta comunicando che non desidera conversare, oppure che è più interessata a quello che sta leggendo. Che si parli o no, comunque è in atto una comunicazione.
Emittente e ricevente coincidono quando un soggetto riflette, pensa, elabora, quindi si rivolge a se stesso.
La comunicazione con sé stessi se è di tipo negativo e insistente dà origine a un processo paranoico perché può indurre a travisare la realtà. Ad esempio si pensa: Quello ce l’ha con me
mentre la persona in questione è ignara.
Una coppia in seconde nozze litigava sempre. Il marito guardava la televisione mentre la moglie stirava. Lei era diventata emittente e ricevente perché pensava fra sé che dietro il silenzio del marito si nascondesse una relazione con un’altra donna. Per questo, nel momento in cui lui parlava, lei lo aggrediva. Il marito, naturalmente non ha saputo a cosa attribuire il comportamento della moglie fino a quando non c’è stato un chiarimento dall’esterno.
La moglie entrava in crisi perché non sapeva gestire il silenzio. Si innescava un processo paranoico. Il pensiero, in questo caso, diventava paranoico proprio perché la donna era emittente e lei stessa era ricevente, autrice e ricettrice di un processo ripetutamente distruttivo².
Di seguito si propone un’esperienza che dimostra come la vita cambia quando si evitano i conflitti e come questo sia più conveniente.
Un signore stava vivendo una situazione conflittuale con il vicino di casa, un ingegnere che abitava al piano di sopra, che alle 6.00 di domenica mattina iniziava a usare il trapano per bucare il muro. Infastidito, avrebbe seguito il primo desiderio istintivo: bucargli le ruote della macchina. Al contrario, memore dell’insegnamento della comunicazione sana, decise di non farlo e pensò che forse l’ingegnere