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La linguistica per i progetti: Manuale per progettisti che vogliono farsi capire
La linguistica per i progetti: Manuale per progettisti che vogliono farsi capire
La linguistica per i progetti: Manuale per progettisti che vogliono farsi capire
E-book165 pagine1 ora

La linguistica per i progetti: Manuale per progettisti che vogliono farsi capire

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Info su questo ebook

Un manuale non convenzionale per chi si occupa di progettazione e di comunicazione.
Dare un nome alle cose vuol dire renderle esistenti, vive, vendibili: la linguistica è la scienza che mette a sistema il modo in cui lo facciamo, e ci permette di comprendere e risolvere problemi complessi.
Un testo che permette a chi lo legge di acquisire strumenti operativi per proporre sé stesso e il proprio progetto in modo efficace e compiuto.
Nel nostro mondo, svelto, concitato, figlio degli algoritmi di internet, il linguaggio sembra essere diventato una commodity, una cosa su cui non vale tanto la pena fermarsi a riflettere: con questo libro il nostro modo di vedere il linguaggio non sarà più lo stesso.
L'autore ci aiuta a fare il punto, a mettere in fila in modo del tutto divulgativo alcuni capisaldi della linguistica. La linguistica per costruire progetti: dispositivi fondamentali per trasferire conoscenza, per costruire una rete, per avere un metodo di lavoro, snello, rapido, efficace.
LinguaItaliano
EditoreBlonk
Data di uscita20 nov 2017
ISBN9788827517840
La linguistica per i progetti: Manuale per progettisti che vogliono farsi capire

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    Anteprima del libro

    La linguistica per i progetti - Samuel Zarbock

    capire

    1. Perché questo manuale

    1.1 Perché la linguistica

    Dal 1951 al 1955 il filosofo e linguista inglese John Langshaw Austin tenne delle lezioni di linguistica ad Harvard che verranno successivamente raccolte e pubblicate postume nel 1962 con il titolo Come fare cose con le parole.

    Il titolo anticipa un concetto nuovo e dirompente per la linguistica dell’epoca: le parole non servono solamente a descrivere il mondo ma talvolta compiono delle vere e proprie azioni concrete. Fino ad allora gli studiosi ritenevano che la funzione principale di un linguaggio fosse quella di descrivere la realtà: con le parole si possono dire cose vere oppure cose false, ma in entrambi i casi servono a descrivere stati di cose. Austin, invece, si concentrò su quei tipi di enunciato che hanno conseguenze pratiche: una promessa, ad esempio, o la formula che unisce due persone in matrimonio. Dopo quelle parole lo stato delle cose non è più come prima, è mutato: sono stati creati dei vincoli che l’intera società riconosce come validi e fondanti. Se prometto qualcosa a qualcuno, questo qualcuno potrà legittimamente insistere affinché io tenga fede al patto, né io potrò difendermi dicendo che si trattava di semplici parole. Le promesse non sono semplici parole, così come non lo sono i riti del matrimonio o del battesimo, sono atti linguistici.

    In seguito Austin si accorse di aver compiuto degli errori e fu costretto a rivedere il contenuto di quelle lezioni: non è vero che alcuni enunciati compiono azioni, lo fanno tutti gli enunciati. Ogni volta che parliamo, in realtà, compiamo un’azione pratica: a suo tempo approfondiremo, in questo manuale, ma per ora basti considerare che da quel momento in poi la linguistica non si sarebbe più occupata della lingua in quanto strumento che descrive bensì della lingua in quanto strumento che fa. L’intero approccio filosofico alla disciplina era cambiato e questo ebbe le sue conseguenze immediate. Se parlando con qualcuno sto compiendo un’azione, e se un’azione fatta in due è una collaborazione, allora un dialogo può essere visto come un tipo di collaborazione: quali sono dunque le regole che ne posso dedurre per definire un buon dialogo? E così di seguito.

    Ecco perché questo manuale utilizzerà teorie e strumenti linguistici per aiutarvi a pianificare e progettare azioni: perché la ricerca linguistica, che si occupa di ciò che viene detto, può essere uno strumento utile per analizzare ciò che va fatto. Detto sotto forma di slogan: studiare un enunciato corrisponde a studiare un’azione. È questa l’equazione che sta alla base di questo manuale: studiare ciò che si dice aiuta a pianificare ciò che è da fare. La nostra fortuna, difatti, è che la linguistica ha accumulato ormai decine d’anni esperienza e che quest’esperienza ha coinvolto (e sta tuttora coinvolgendo) alcune delle più grandi menti umane.

    1.2 Perché i progetti

    Il Project Manager è il responsabile operativo di un progetto, colui che ci si aspetta che avvii, pianifichi e controlli l’andamento di un progetto. All’interno di una realtà aziendale il Project Manager (spesso abbreviato in PM) può essere una figura del committente o del fornitore (e talvolta ce n’è uno per parte): entrambe le parti in causa hanno infatti interesse affinché il progetto vada a buon fine e il PM serve a garantire proprio questo.

    Il PM utilizza tecniche e strumenti ormai consolidati e che potrete trovare facilmente in rete o nei numerosi manuali ad essi dedicati: noi qui non li affronteremo ma introdurremo invece nuove tecniche e approcci che possano aiutare il PM (o chiunque altro) nel suo lavoro di analisi e pianificazione.

    Il lettore cui questo manuale è dedicato, infatti, è chiunque intenda realizzare un progetto: che si tratti di un’opera d’arte da installare in salotto, di un sito Web da far realizzare da un team di professionisti, della ristrutturazione della propria casa, di una conferenza da organizzare a proposito di un determinato argomento, di una campagna pubblicitaria per un certo prodotto o servizio o della scrittura di un romanzo che stiamo rimandando da tempo, questo manuale cercherà di fornire un metodo con cui organizzare il lavoro, dalla pianificazione ai festeggiamenti finali, e tale metodo sfrutterà alcuni di quegli strumenti che i linguisti hanno elaborato nel tempo.

    Questo libro intende quindi fornirvi una cassetta degli attrezzi che dovrebbe aiutarvi durante la realizzazione del vostro progetto: nello specifico l’intenzione è di trovare un utilizzo pratico a quegli strumenti teorici che lo studio della linguistica ci mette a disposizione. Incontreremo teorie e ipotesi ma le applicheremo, per quanto possibile, alla pratica. Aiutarvi a mettere in pratica qualcosa è una delle sfide più rilevanti di questo libro, che difatti si focalizzerà su come applicare, concretizzare, mettere in pratica, attuare o realizzare un lavoro.

    Detto in altre parole, da questo momento in poi ci concentreremo sulla pianificazione di un progetto.

    Benvenuti, dunque, e buona pianificazione.

    2. Alcune idee di base

    2.1 Una disciplina di studio e ricerca

    La linguistica è la disciplina scientifica che si occupa della capacità dell’uomo di comunicare e, conseguentemente, studia l’evoluzione e la distribuzione nello spazio delle lingue parlate nel mondo.

    La linguistica, ne consegue, è innanzitutto una disciplina di studio: in linguistica si fa ricerca poiché la linguistica è una scienza. Non una scienza esatta come può essere la chimica o la matematica ma una scienza sociale, detta anche scienza dell’uomo (come possono essere ad esempio antropologia, etnologia, diritto, geografia, archeologia, psicologia, sociologia, pedagogia).

    La linguistica analizza le lingue parlate nel mondo e tramite alcuni strumenti che ha affinato nel tempo ricava informazioni su coloro che le parlano: che cosa cercano di esprimere, perché lo fanno in questo modo, che cosa cercano di ottenere tramite i loro dialoghi, in che modo ragionano. Per questo motivo la si definisce una scienza dell’uomo: il linguaggio è espressione del pensiero umano e studiare il linguaggio significa analizzare quelle conoscenze (spesso inconsce) che gli esseri umani possiedono e utilizzano quando desiderano esprimersi.

    Gli studiosi di linguistica studiano

    •  il modo in cui le persone acquisiscono conoscenze sul proprio linguaggio,

    •  il modo in cui queste conoscenze cooperano con altri processi cognitivi,

    •  i diversi modi in cui queste conoscenze e queste cooperazioni variano a seconda dei parlanti e delle aree geografiche,

    •  eventuali modi in cui è possibile costruire un modello computazionale di queste conoscenze.

    Per arrivare a individuare tutti questi meccanismi messi in pratica dai parlanti i linguisti indagano 

    •   i modi in cui le lingue cambiano con il passare del tempo

    •   i modi in cui le lingue cambiano al variare delle situazioni, delle località, dei gruppi di parlanti, dei contesti d’uso

    •   i modi in cui le persone imparano la propria o una seconda lingua

    •   i modi in cui la lingua viene elaborata dalle persone

    •   i modi in cui è possibile far elaborare la lingua da un computer

    Per poter svolgere le loro ricerche i linguisti hanno avuto bisogno di inventare metodi e strumenti con cui

    •  rappresentare la struttura di diversi aspetti del linguaggio (suoni, parole, frasi, significati e raggio d’azione),

    •  identificare le interazioni che avvengono tra diverse componenti del linguaggio,

    •  teorizzare l’esistenza di diversi pattern ricorrenti

    •  e in generale studiare tutti gli aspetti che abbiamo citato poco sopra. 

    2.2 La lingua non ha senso al di fuori della mente

    Quando guardiamo gli oggetti attorno a noi non vediamo la luce che li colpisce: questa ci viene restituita sotto forma di colori. Noi percepiamo esclusivamente gli effetti che la luce ha sugli oggetti. Guardando un oggetto noi sappiamo dell’esistenza della luce solamente perché viene riflessa da ciò che incontra nel suo cammino rendendo quindi visibile qualcosa che altrimenti non vedremmo. Allo stesso modo funzionano le parole: non hanno contenuto in sé. Non hanno alcun valore, prese da sole: ma quando incontrano qualcuno che le ascolta diventano qualcosa. Provocano reazioni, conseguenze. Hanno effetti.

    Analizzare una lingua è come analizzare la luce attraverso gli effetti che provoca poiché ci si trova nella stessa condizione: impariamo a riconoscere che quello che noi percepiamo in questo momento ha un senso solo perché il nostro cervello è costruito per comprendere gli enunciati come istruzioni per produrre senso; non perché il senso risieda negli enunciati.

    Studiare la lingua, in definitiva, è ormai molto simile a studiare il cervello: quantomeno, quelle funzioni del cervello dedicate alla produzione di senso dietro istruzione linguistica.

    2.3 Che cos’è un progetto

    Questo libro, tuttavia, non si rivolge a persone che hanno intenzione di studiare come sono fatte le lingue. Noi non faremo ricerca né ci dedicheremo approfonditamente ai meccanismi che stanno dietro una lingua. Lo abbiamo anticipato in precedenza: esiste uno stretto rapporto che intercorre tra parlare e agire e questo manuale si occupa soprattutto della seconda che abbiamo detto, agire, ovvero si rivolge a coloro che desiderano "fare cose". Dunque cominciamo e cerchiamo da capire da subito che cosa significhi pianificare un progetto.

    Tutti noi sappiamo benissimo che cosa sia un progetto e tuttavia potremmo incontrare qualche difficoltà nel definirlo. Un progetto ha di sicuro a che fare innanzitutto con un’idea, poi con il desiderio di portare a compimento un’idea e infine con un qualche risultato concreto finale da ottenere. Un po’ vago.

    Come

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