L'insolito mondo di Alanis

Di Alessandra Giusti

Il giovane Alanis vive a Huilcopamba sulle Ande della Bolivia verso la metà del XXI secolo e vuole realizzare il suo sogno, diventare un coltivatore di patate viola, un tubero tanto raro quanto prezioso. Dovrà passare di avventura in avventura, un raccolto andato male, un viaggio a Cochabamba dove verrà derubato, tra avidi mercanti e personaggi sopra le righe; ma conoscerà anche la generosità e, finalmente a casa, capirà quale sentiero intraprendere, inoltre si accorgerà dell’unica donna che lo ha sempre amato.
I ritmi della natura, le tradizioni culturali e i sentimenti più autentici si fondono in questa favola per l’anima, nel suo scopo più alto, aiutare a trovare la propria strada alla felicità.

• Lingua: Italiano
• Editore: Elison Publishing
• Data di uscita: 8 gen 2018
• ISBN: 9788869631573

Anteprima del libro

Alessandra Giusti

L’insolito mondo di Alanis

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ISBN 9788869631573

Indice

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L’autrice

A Francesco

e a quell’armonia speciale

che ci lega

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Quando Alanis nacque, il vento gli donò un pizzico di follia, l’inverno il coraggio d’intraprendere nuovi sentieri e le stelle cadenti un sogno pieno di speranza.

Alanis era diventato un coltivatore di patate come tutti gli abitanti di Huilcopamba, un paese rigoglioso abbarbicato sulle Ande.

Huilcopamba era un vasto territorio pieno di verde, costituito prevalentemente di monti e vallate, molto simile nella conformazione ad una fetta di formaggio groviera e costellato di fattorie con abitazioni ricavate nelle cavità di verdi bassipiani.

Sul portone della cinta muraria che costituiva l’ingresso alla città una lastra di pietra indicava le misure cosmiche: segmenti la cui lunghezza rappresentava la distanza tra i pianeti del sistema solare e, insieme, quella delle corde che formano la scala musicale.

Il senso di questo bassorilievo posto simbolicamente all’ingresso della vita associata era che la città doveva ispirarsi alle proporzioni e alle armonie dell’universo e che le comunità umane, incastonate nel cosmo, dovevano seguirne l’ordine, imitando i suoi movimenti ciclici e regolari.

La bellezza e la precisione di questo assetto spontaneo doveva essere trasferita sulla terra, nella società degli uomini, per insegnare loro a separare il vero dal falso, il buono dal cattivo e il bello dal brutto.

In tale contesto, tuttavia, non vi erano autorità gerarchiche stabili: nello stesso modo in cui un ciclo agricolo ruotava, così ruotava l’autorità e pertanto ogni attività o rito aveva un’autorità differente.

Sulla sommità del monte Pat, le