Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Solo le zanzare continuano a danzare
Solo le zanzare continuano a danzare
Solo le zanzare continuano a danzare
E-book182 pagine1 ora

Solo le zanzare continuano a danzare

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Poesie

Se dovessi scommettere oggi punterei tutto su di te, perchè sono sicuro che non ce la farai mai.
Sei l'esempio vivente che il tuo domani, è solo un altro giorno perso.
LinguaItaliano
EditorePICCHU
Data di uscita13 feb 2018
ISBN9788827569115
Solo le zanzare continuano a danzare

Leggi altro di Giuseppe Floris

Correlato a Solo le zanzare continuano a danzare

Ebook correlati

Poesia per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Solo le zanzare continuano a danzare

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Solo le zanzare continuano a danzare - Giuseppe Floris

    Giuseppe Floris

    Solo le zanzare continuano a danzare

    UUID: f1295d7a-614c-11ea-91ff-1166c27e52f1

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    PICCHU EDIZIONI

    Giuseppe Floris

    SOLO LE ZANZARE CONTINUANO A DANZARE

    SOLO LE ZANZARE CONTINUANO A DANZARE

    A Mara.

    Ogni giorno - noi due - col coltello tra i denti.

    Se potessimo avere il perdono

    Se potessimo avere il perdono

    ci leveremo le scarpe

    per pregare verso La Mecca

    e se l'acqua lavasse davvero i nostri peccati

    dimenticheremo volentieri gli ombrelli nei bar

    durante gli acquazzoni

    del 2 Novembre.

    Invece mastichiamo torrone

    e piangiamo morti

    che non ci sognano più

    e beviamo infusi alle ortiche

    come se non avessimo abbastanza prurito

    tutti i santi giorni.

    Il mio eritema sei tu

    e non dò la colpa al sole se fa il suo dovere

    sui campi di grano

    ma sono uno spaventapasseri

    per questi corvi

    che ammira i gabbiani

    e fissa la notte stellata

    come Van Gogh

    sui marinai coraggiosi che gettano le reti in mare

    per non impazzire all'alba.

    Ho smesso di mettere lo zucchero nel caffè

    perché ho imparato con la vita a farmi la bocca amara

    e ora aggiungo poco sale alla bistecca

    perché è il sangue che mi da la forza per affrontare queste salite.

    Vorrei perdermi in un orto d'Olivi

    e mangiare un panino in pace

    invece mi mozzo un orecchio per salvare la faccia

    ai pescatori

    a tutti i traditori

    e a questi pittori

    che non hanno mai avuto la pelle d'oca

    dopo aver sentito un gallo cantare in lontananza

    per tre volte di fila.

    E ora?

    non ci resta che un tuffo nel Gange

    per lavare via il male che abbiamo commesso

    e sperare di non contrarre la tubercolosi;

    dopo tutto questo casino

    sarebbe tempo sprecato.

    Accertati di aver chiuso i fornelli in cucina

    I fenicotteri non sono uccelli migliori

    di questi corvi

    che hanno al collo rosari d’oro

    e mi fissano

    mentre zappo erba cattiva nel mio giardino

    dove ho seppellito

    tutti i tuoi sogni.

    E la vendetta è servita:

    pane, ricotta e miele

    ogni mattina,

    una vita apparentemente tranquilla,

    uomini senza ombra a mezzogiorno

    come sub che si calano nelle viscere del mare

    perché ritengono che i topi di mezzanotte

    siano esseri inferiori

    alle balene

    al pesce persico

    al pesce palla

    o che ne so io.

    Il mondo striscia anche di notte

    e sono le 3

    e a Bogotà un colombiano sniffa la benza

    sotto le macchine

    e a l’Havana domani aprirà un McDonald’s

    e a Parigi ragazze ricche

    compreranno un altro paio di suole rosse

    per elevarsi dai marciapiedi sporchi

    della Notte Blanche.

    Nessuno dorme?

    Potresti sfogliare

    un catalogo vacanze

    e fare il giro del mondo

    comodamente seduto in poltrona

    senza spendere un solo centesimo.

    Oppure potresti prendere un aereo

    e sperare che precipiti su un’isola sconosciuta

    ai Tour Operator:

    l’unico modo per continuare a vivere in pace

    senza che nessuno lo sappia.

    Merda sotto la sabbia,

    scimmie urlatrici

    col mal di testa perenne,

    bere latte di cocco,

    pescare creature marine,

    contrarre malattie sconosciute

    e infine parlare con gli alberi

    per non impazzire.

    Ed è notte fonda sull’isola

    e anche dentro di me.

    Ci sarà altro rhum,

    ci saranno altri omicidi a Caracas,

    un altro tango con la rosa in bocca

    e donne strangolate a Buenos Aires,

    fagioli e tequila,

    giovani uomini crivellati di colpi

    alle porte di Città del Messico.

    Poi arriva l’alba

    e i fenicotteri sono tutti stanchi

    e anche i sicari

    i pesci del mare e pure tu,

    allora prima di spegnere la luce

    accertati di aver chiuso i fornelli in cucina:

    non c’è cosa peggiore del fuoco

    che bruci il tetto che ti ripara

    dai corvi

    e dall’invidia dei tuoi vicini

    che non escono mai.

    Una sconosciuta

    Se dessi retta al mio cuore

    ora sarei sotto le lenzuola

    di una sconosciuta

    a farmi leccare le ferite

    invece sono qui

    anche stanotte

    a ricordare quella volta

    che facemmo l’amore

    senza amore

    sbattuti dal maestrale

    in una giornata storta

    vuota come bottiglie

    consumate troppo in fretta.

    E ti ritrovai nel mio letto

    perché così doveva andare

    e ansimavi fintamente

    cercando di ricordare il mio nome

    io invece ti chiamavo Giulia

    perché il tuo non m’ispirava

    come quel sesso inutile

    che sapeva di vino bianco

    senza bollicine

    pagato troppo per goderne

    con una come te.

    Ricordo che dalla finestra

    sentivamo le onde del mare

    e ogni tanto un barbagianni

    che si trascinava stanco

    e il profumo della sabbia

    ce l’avevi addosso

    e i tuoi seni erano le dune

    sulle quali avremmo dovuto passeggiare

    se solo avessimo voluto dedicarci

    un po’ di tempo semplice

    per fissare i nostri nomi.

    Mi dicesti:

    Tu mi piaci, ma sei estremo.

    Ti risposi:

    Tu mi piaci, se mi dai il culo.

    E andammo avanti per tutta la settimana

    e non ci furono grossi miglioramenti.

    Le bottiglie continuarono a svuotarsi

    non facemmo passeggiate

    i tuoi seni erano sempre belli

    ed io non diventai Principe

    in sette giorni.

    Chissà dove sei ora

    e se ti piaccio

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1