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Buffoni alla Corte di Ferrara: Arazzi e vestiti delle Dame Estensi
Buffoni alla Corte di Ferrara: Arazzi e vestiti delle Dame Estensi
Buffoni alla Corte di Ferrara: Arazzi e vestiti delle Dame Estensi
E-book48 pagine38 minuti

Buffoni alla Corte di Ferrara: Arazzi e vestiti delle Dame Estensi

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Info su questo ebook

Oltre a Buffoni alla Corte di Ferrara, questo libro riporta in appendice anche Scene d’amore e di cavalleria in antichi arazzi estensi e Motti francesi su maniche e vestiti di principesse estensi nel Quattrocento. I tre testi sono tratti da Poesie, leggende e costumanze del Medioevo di Giulio Bertoni, una raccolta di diciassette studi di filologia romanza: dalle origini della lingua italiana al “dolce stil novo”, dall’“ars amatoria” francese alla leggenda di Tristano e Isotta, ecc.
LinguaItaliano
Data di uscita10 mag 2018
ISBN9788828321408
Buffoni alla Corte di Ferrara: Arazzi e vestiti delle Dame Estensi

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    Buffoni alla Corte di Ferrara - Giulio Bertoni

    Giulio Bertoni

    BUFFONI ALLA CORTE DI FERRARA

    ARAZZI E VESTITI DELLE DAME ESTENSI

    © TIEMME

    Tiemme Edizioni Digitali

    www.tiemme.onweb.it

    Ebook Arte

    Maggio 2018

    In copertina

    Salone dei Mesi, Palazzo Schifanoia (Ferrara)

    € 3,00

    Vietata la riproduzione, la divulgazione e la vendita

    senza autorizzazione da parte dell’Editore.

    UUID: 33dcd532-53dc-11e8-8b23-17532927e555

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice

    Intro

    Buffoni alla Corte di Ferrara

    Affresco del Salone dei Mesi, Palazzo Schifanoia (Ferrara)

    APPENDICE

    Scene d’amore e di cavalleria in antichi arazzi estensi

    Motti francesi su maniche e vestiti di principesse estensi nel Quattrocento

    Ringraziamenti

    Giulio Bertoni

    BUFFONI ALLA CORTE DI FERRARA

    ARAZZI E VESTITI DELLE DAME ESTENSI

    TIEMME EDIZIONI DIGITALI

    Intro

    Oltre a Buffoni alla Corte di Ferrara, questo libro riporta in appendice anche Scene d’amore e di cavalleria in antichi arazzi estensi e Motti francesi su maniche e vestiti di principesse estensi nel Quattrocento. I tre testi sono tratti da Poesie, leggende e costumanze del Medioevo di Giulio Bertoni, una raccolta di diciassette studi di filologia romanza: dalle origini della lingua italiana al dolce stil novo, dall’ars amatoria francese alla leggenda di Tristano e Isotta, ecc.

    Buffoni alla Corte di Ferrara

    Troppo dedita ai piaceri e troppo amante dello sfarzo era la Corte ferrarese del Rinascimento, perché le potessero mancare quei sollazzevoli tipi di buffoni e di nani, che – delizia e gioia dei Signori – costituiscono ora, per lo storico, uno degli aspetti più caratteristici della varia e mirabile vita principesca di quell’età [1] .

    Erano i buffoni un prezioso ornamento delle Corti; desiderati ognora e accarezzati, quando non venivano fustigati a sangue, erano poi indispensabili nei conviti e nelle feste; e come nello spregiarli si sarebbe riconosciuto allora un grave torto da parte del signore, così con l’invitarne in Corte buon numero e col proteggerli si acquistava diritto il principe alla fama di liberale e di munificente. Ma per la Corte di Ferrara – teatro delle prodezze del più celebre tra i buffoni, il Gonnella, – non è difficile riconoscere particolari motivi dell’interessamento dei principi per essi e della grande predilezione a loro riguardo.

    Non sempre allegra e piena di piacevolezze d’ogni sorta e maniera si doveva presentare ai Signori d’Este l’abituale residenza in Ferrara. Nel vecchio castello estense penetrava troppo spesso la grigia monotonia dell’uniforme paesaggio ferrarese: troppo spesso s’infiltrava un senso di fastidio e di noia. Quando taceva l’eco delle feste rumorose, a cui si abbandonava il popolo con sempre vergini impeti e con novello ardore, o quando mancavano visite principesche a tener viva la smania dei divertimenti e delle baldorie, la Corte ricadeva nel silenzio severo della vita privata. Il castello si trasformava: gli arazzi figurati, le argenterie, gli ori venivano riposti; negli armadi si stipavano i broccati, i tessuti più fini, le vesti più sfarzose; venivano tolti dalle panche i dossieri di velluto, dai letti le coltri d’oro filato; ricominciava l’andirivieni incessante dei pezzenti, dei servi, degli schiavi; qualche arazzo alle pareti si ricopriva di polvere e di ragnateli. Allora i paggi si davano ai loro giuochi prediletti: alla scherma o alle palle «ventizzate» di corame e il

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