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La promessa del Principe
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La promessa del Principe
E-book110 pagine1 ora

La promessa del Principe

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Info su questo ebook

Yvette era solo una ragazzina quando ha ricevuto in dono dalla nonna uno strano ciondolo a forma di serpente. Un gioiello misterioso, legato a una promessa che la donna non aveva mai mantenuto.
Dopo dodici anni, Yvette si ritrova sola, divisa tra una sorella capricciosa e un lavoro dequalificante, ma le cose stanno per cambiare…

Vašek ha sempre cercato di rimandare il giorno in cui avrebbe dovuto far fronte ai suoi doveri e onorare la promessa fatta a suo nonno, ma ormai non c’è più tempo. Si ritroverà così a cercare disperatamente la donna a lui destinata per portarla nel suo mondo e farla sua.

Tra intrighi, tradimenti, rapimenti e bugie, riusciranno Yvette e Vašek a suggellare la promessa che lega le due famiglie da generazioni?
LinguaItaliano
EditoreBooker
Data di uscita23 nov 2018
ISBN9788898304554
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    Anteprima del libro

    La promessa del Principe - Josephine

    AUTRICE

    La promessa del Principe

    Josephine

    ©2018 Josephine Poupilou

    ISBN 978-88-98304-55-4

    Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del libro può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il permesso dell’autore.

    Copertina: Progetto grafico Josephine Poupilou.

    Stock: https://stock.adobe.com

    Prologo

    «Venite qua, bambine!»

    «Arriviamo!» esclamarono due vocine cri­stalline e sorridenti.

    In un lampo, due bellissime bambine irruppero nella sontuosa camera della nonna, che le stava aspettando seduta sul letto, ricoperto da fantastici gioielli luccicanti, come voleva la tradizione per quella giornata di festa.

    «Eccovi! Come già sapete, oggi è un giorno speciale e desidero che ognuna di voi scelga un mio gioiello come regalo per il vostro dodicesimo compleanno. Forza, prendete quello che preferite» proferì l’elegante signora, avvolta in un magnifico scialle di seta color avorio, giocherellando con la lunga collana di perle, che le pendeva dal collo.

    Ormai erano passati tanti anni, ma quel rito di cospargere il letto della nonna di tutti i suoi gioielli e poter scegliere il proprio dono in totale libertà, era sempre atteso con ansia da tutt’e tre.

    Yvette e Gisèle, le due adorati nipotine, non se lo fecero ripetere due volte e si gettarono a capofitto nella scelta del gioiello più vistoso e luminoso.

    Da quando avevano perso i genitori, circa otto anni prima, le due gemelline erano state affidate alla nonna materna, Louise Chenal, una donna estremamente ricca, grazie all’eredità ricevuta dai suoi tre defunti mariti, ma anche molto frivola e sperperatrice. Per lei, un bel vestito costoso, uno splendido e prezioso collier con bracciale e orecchini coordinati e la dovuta cura per il corpo erano le giuste fondamenta per una donna di classe. Dopodiché bisognava imparare l’arte della seduzione e del sorriso… e il gioco era fatto!

    Gisèle prendeva sempre alla lettera tutti i consigli che le dava la nonna e non si lasciava mai sfuggire l’occasione di deridere la semplicità e la bruttezza della sorella che, nonostante fosse la gemella, era completamente diversa dall’altra.

    Gisèle aveva i capelli biondi, sempre lucidi e con morbidi boccoli che le contornavano il viso e gli occhi color cioccolato, mentre Yvette aveva dei comuni capelli castani, né lisci né ricci, ma ribelli a qualsiasi colpo di spazzola e gli occhi marroni con dei deboli riflessi che davano sul verde.

    Inoltre l’adolescenza con la rivoluzione ormonale non era stata di certo clemente con lei e aveva già iniziato a punteggiarle il viso con fastidiosi brufoli, che sua sorella guardava sempre inorridita e sollevata per non essere stata colpita dalla stessa sfortuna.

    Nonostante questo, la nonna Louise voleva bene a entrambe, anche se non poteva fare a meno di notare come la bellezza di Gisèle cresceva a pari passo con la superbia e l’arroganza che mancavano totalmente all’altra gemella, sempre umile e succube di fronte alle angherie della sorella.

    «Ho scelto questo!» proruppe Gisèle, porgendo alla nonna un bellissimo braccialetto in oro giallo con pietre di onice marrone incastonate.

    «Molto bene. Ottima scelta! S’intona perfettamente con i tuoi occhi e puoi tranquillamente abbinarlo con il collier che avevi scelto l’anno scorso. E tu, Yvette?».

    La ragazzina stava ancora guardando i gioielli. Non voleva deludere l’anziana donna, ma in realtà non sapeva proprio cosa scegliere.

    Non aveva mai avuto una predilezione per l’oro e per pietre preziose, però la inteneriva molto il gesto di sua nonna, sapendo quanto quelle gioie fossero importanti per lei.

    Ad un certo punto, notò uno strano ciondolo di antica fattura, a forma di serpente con la coda arricciata. Lo prese in mano, affascinata da quell’oggetto e lo porse alla nonna.

    «Yvette, questo è un ciondolo di ambra e argento. Non ti dona affatto. Rimettilo dove l’hai trovato e cerca qualcosa di più interessante e appariscente» sbottò subito l’anziana signora, improvvisamente innervosita.

    «Ma a me piace questo» sussurrò la bambina ferita.

    «Sei sicura di voler proprio questo?» chiese con maggior dolcezza la nonna.

    «Sì».

    La nonna sospirò profondamente.

    «Questo è un gioiello molto speciale, sai? Il ricciolo della coda indica una promessa fatta… Una promessa che io non ho saputo mantenere» concluse tristemente.

    «Quale promessa?» chiese incuriosita Yvette.

    «La promessa d’amore che avevo fatto all’uomo che mi ha donato questo ciondolo».

    «Perché non hai mantenuto la tua promessa?»

    La signora sorrise di fronte all’ingenuità della nipote.

    «All’epoca ero giovane, avevo una vita davanti e non mi sentivo pronta per ritirarmi dalla vita mondana e partire con lui per il suo paese e sposarlo».

    «Allora perché gli hai promesso di sposarlo?»

    La nonna la guardò intensamente e capì per la prima volta che sua nipote non sarebbe mai diventata come lei.

    «Yvette, sei sicura di volere proprio questo ciondolo?» le richiese ignorando la sua domanda, sapendo che la verità avrebbe potuto farle perdere la stima della nipote. Non era fiera di ciò che aveva fatto, ma ormai era troppo tardi per rimediare. Preferiva godersi i ricordi della sua giovinezza, quando la sua bellezza riusciva a far tremare il cuore anche all’uomo più freddo e rigido.

    «Sì»

    «D’accordo. Spero solo che tu non debba mai pagare questa tua scelta».

    1

    Dodici anni dopo

    «Gisèle, sei pronta?»

    «Quasi».

    «Guarda che sono già le otto e tra un’ora dobbiamo trovarci dall’altro capo della città. Non ce la faremo mai se non ti dai una mossa» sbottò Yvette, in preda ai nervi per le lunghe attese di sua sorella.

    «Invece di preoccuparti per me… Mica penserai di uscire conciata in quel modo?» esordì Gisèle, uscendo dal bagno con indosso ancora l’accappatoio.

    «Cosa c’è di male?»

    «Quel vestito verde mela è pessimo, mentre a me starebbe d’incanto… peccato che sia un paio di taglie più grande… Quand’è che ti deciderai a metterti a dieta?»

    «Non sono grassa… sei tu che sei anoressica! Meglio avere qualche chilo in più e potersi gustare tutti i cibi, piuttosto che rimanere a stecchetto con uno yogurt e una mela al giorno» si giustificò Yvette, ormai abituata alle antipatiche battute della gemella.

    «Forse non sei grassa, ma di certo non ti basta un filo di fondotinta e un po’ di mascara per nascondere quelle brutte occhiaie che ti ritrovi.»

    «Forse se facessi anch’io l’estetista part time, invece di spararmi otto ore al computer tutti i giorni in un odiosissimo ufficio, sommersa dalle scadenze, avrei un viso più rilassato.»

    «Ho mollato quel lavoro ormai. Comunque, la colpa è tua… avresti dovuto chiedere a Guy di finanziarti, invece di voler fare sempre tutto di testa tua».

    Yvette dovette fare un notevole sforzo per non esplodere e ricordare alla sorella con quali sporche manovre di seduzione si era fatta aiutare dal quarto e ultimo marito della nonna, poco dopo la morte di quest’ultima.

    «Io sto bene così come sono. Mi piace guadagnarmi da vivere ed essere indipendente. Non vedo perché dovrei cambiare… a parte quello schifo di lavoro!» si difese Yvette soddisfatta del vestito a voile e del ciondolo a forma di serpente che le pendeva sul petto morbido e candido.

    Proprio quel ciondolo…

    Già. Era troppo importante per lei. Era stato l’ultimo vero regalo che le aveva fatto nonna Louise, dato che proprio qualche mese dopo il loro dodicesimo compleanno si risposò per la quarta volta con Monsieur Guy Soullien, un vecchio milionario di Orléans, con cui visse fino alla fine dei suoi giorni, viaggiando per il mondo.

    Dopo quell’ultimo matrimonio non ci fu più posto per Yvette e Gisèle nella

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