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Il libro della notte
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E-book99 pagine1 ora

Il libro della notte

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Info su questo ebook

Portare al cinema la fidanzatina o salvare il mondo?
Giocare a rugby o sconfiggere una pericolosa strega?
Andrea e Vito, adolescenti come tanti, dovranno trovare se stessi prima di sapere qual è la cosa giusta.

Vito e Andrea, adolescenti come tanti, alle prese con i piccoli, grandi problemi tipici della loro età, vengono incaricati di dare la caccia al Libro della notte, un antico testo contenente un segreto capace di sconvolgere il mondo.
Andrea, che vorrebbe solo portare al cinema la ragazza dei suoi sogni, deve, suo malgrado, cacciare vampiri e streghe; mentre Vito si dibatte tra il desiderio di mollare tutto e dedicarsi al suo amato rugby e il senso del dovere. La perfida Janara, la strega che vuole annientarli, non dà loro tregua, ma un misterioso spirito li sostiene nei momenti più terribili della lotta tra il Bene il Male.
Vito e Andrea muteranno le leggi dell’Universo, scivoleranno tra sogno e realtà e dovranno ritrovare se stessi per poter salvare il loro mondo. Un viaggio iniziatico che traghetta i due ragazzi verso l’età adulta e in cui scopriranno i tesori del coraggio, dell’amicizia, della lealtà e dell’amore.
LinguaItaliano
Data di uscita1 dic 2018
ISBN9788833282022
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    Anteprima del libro

    Il libro della notte - Vito Ditaranto

    cuore.

    Introduzione

    La paura scese su di me, e tremai

    Libro di Giobbe 4,14

    Lo spirito dell’uomo moderno... non può

    liberarsi dal fascino del soprannaturale

    Doctor Faustus, Thomas Mann

    Il male non è un concetto astratto.

    È una cosa viva.

    Ha una forma.

    Avanza.

    È anche troppo reale.

    Dottor Tom Dooley

    Aradia, o il Vangelo delle Streghe, è un libro scritto da Charles Godfrey Leland. Il libro descrive miti e rituali legati al paganesimo.

    Una leggenda di cui non si conosce l’origine vuole che Leland abbia scritto, in una sola notte, un altro libro magico e segreto, il Libro della notte. La leggenda narra che gli sia stato dettato, in quella notte cupa e fredda, da una Janara, quella che voi chiamate comunemente strega.

    La febbre a bruciargli il corpo, la voce stridula della strega ad agghiacciargli il cervello, Leland scriveva. Avvertiva costantemente la presenza malvagia della strega nella stanza, ma ogni volta che si voltava a cercarla, non c’era nessuno.

    Le ginocchia infine gli cedettero e cadde a terra, disfatto. Dolori e pruriti vagavano come visitatori nel paesaggio del suo corpo. Si ridestò alla luce fioca dell’alba.

    Il libro scritto sotto dettatura della strega era lì, a pochi centimetri dalla sua mano, sul pavimento di legno della sua stanza da letto. Un corvo nero gracchiava insistente, appollaiato sul davanzale della finestra che si affacciava sui Monti Carpazi. Le foreste di abete rosso che li ricoprivano erano popolate da orsi bruni e lupi; poi c’erano i pipistrelli, e tutto ciò che da essi deriva l’immaginario collettivo fantastico: la notte buia e paurosa, la magia oscura e il sangue.

    Leland guardò quelle pagine ancora aperte e vergate d’inchiostro nero. Un misto di tristezza, vergogna, colpa e orgoglio ferito lo invase. Era sicuro che il libro fosse terribile. Doveva nasconderlo al mondo, affinché non arrecasse male ad alcuno. Lo ripose in un cofanetto di legno scuro con intarsi d’avorio e, dopo avervi inciso con la lama incandescente del suo pugnale l’acronimo S.A.T.O.R., lo gettò in quel leggendario baule che tutti i romanzieri custodiscono gelosamente e se ne dimenticò.

    S.A.T.O.R.: il mistero che appare nei luoghi più svariati e imprevedibili, in tempi altrettanto oscuri e misteriosi. Molte sono le ipotesi che si accavallano e si contraddicono, nel tentativo di spiegare il significato di quella sigla magica. Filosofi gnostici e stregoni vi si sono dedicati, tra misticismo e magia, odore di incenso e puzza di zolfo. È la più strana e controversa iscrizione della storia: il quadrato palindromo del S.A.T.O.R.

    Il Libro della notte tornò in mente al romanziere molto tempo dopo. In punto di morte, infatti, raccontò la storia al prete che gli stava somministrando l’estrema unzione e gli spiegò anche dove trovarlo, nella speranza di ripulirsi la coscienza e sfuggire alle fiamme dell’inferno.

    Dopo la morte del romanziere, il prete cercò il libro nel baule. Lo prese tra le mani e, dopo averlo letto, fu colto da un malore improvviso. Decise così di riporlo nel Sancta Santorum della sua chiesa. Ne fece parola solo ad alcuni fedelissimi parrocchiani, nel caso lui fosse morto prima del tempo.

    Ogni mattina il prete apriva il Sancta Santorum per verificare che il Libro della notte fosse ancora lì e, appurato che nessuno lo aveva trafugato, richiudeva il segreto nascondiglio e accendeva un cero di ringraziamento al santo a cui era dedicata la sua chiesa.

    Il libro, però, a un certo punto scomparve.

    Alcuni pensarono che la Janara lo avesse trovato e se lo fosse ripreso, pentita di averlo dettato a quello scrittore americano un po’ strambo. Nessuno più lo cercò, ma il libro aveva una propria vita e continuava, e continua tutt’ora, a comparire e sparire in luoghi sempre diversi, conosciuti e sconosciuti dello spaziotempo. Alcuni viaggiatori del tempo, che si servono di orologi speciali su cui impostano come destinazione un luogo, seguito da una data e un orario, continuano ancor oggi a cercarlo, spinti dalla loro tenacia e dalle visioni di un Oracolo.

    Verrà la notte buia e tempestosa e nell’armadio troverai un vecchio libro rilegato a mano, il suo nome è Libro della notte.

    La tua vita cambierà e la strega ti osserverà.

    Dormi, dormi, mentre sogni i racconti del libro nero cucito a mano.

    Conta sino a tre…

    Roma, oggi.

    Nulla è fisso.

    Tutto cambia.

    Il tempo non scorre solo in avanti, ma può tornare indietro, affrontare strade sconosciute e infine ripiegarsi su se stesso.

    Una pallida falce di luna pendeva bassa nel cielo notturno di Roma, mentre il chiarore della città cedeva il passo alla nebbia che si levava dal fiume. Densa e cupa, si alzava dagli argini inumidendo i ciottoli romani. Improvvisamente la luna scomparve, nascosta dalla foschia calata sul cimitero della chiesa di San Giacomo.

    Andrea e Vito, due viaggiatori del tempo, erano intenti a scavare una grossa buca.

    Questa non era la prima volta che affrontavano una simile impresa nei loro viaggi temporali. Non esiste un primo momento, nessuno sa quando il loro viaggio abbia avuto inizio: non v’è parola o luogo da cui nasca questa storia o qualunque altra. Tutte le trame, tutte le loro avventure, tutti i loro viaggi si possono sempre far risalire a qualche episodio precedente, a episodi ancora anteriori, anche se via via il legame sembrerà divenire più tenue, perché in ogni epoca, in ogni tempo, l’epilogo sarà sempre incerto.

    «Sei sicuro che il cofanetto sia qui?» chiese Andrea.

    «Certo, l’Oracolo non sbaglia mai», rispose Vito.

    «Sì, ma stiamo scavando da più di un’ora e ancora non abbiamo trovato nulla.»

    «Abbi fiducia. Abbiamo ancora tempo, tranquillo.»

    Rabbrividendo, Andrea strinse i cordoni del giaccone in pelle scura e affondò ancora una volta la pala nella terra molle e umida. Tuttavia, non si mise a scavare freneticamente. La sua titubanza gli impediva di affrontare l’impresa con impeto. Non era affatto convinto che il cofanetto fosse stato seppellito in quel luogo. Non c’era niente di certo, solo una sensazione.

    La buca era già profonda più di due metri, eppure non c’era traccia del misterioso manufatto. Avevano trovato un paio di scarpe di cuoio ammuffite, ossa di vario genere, ciotole di ceramica forse risalenti all’impero romano, una lama di ferro annerito, ma il cofanetto non era ancora comparso. In quella luce spettrale, le lapidi e le statue del vecchio cimitero, ricoperte com’erano di muffa verde, sembravano cadaveri risorti dalla tomba.

    Improvvisamente la pala di Vito urtò qualcosa di duro e il ragazzo si fermò. Andò avanti a scavare a mani nude, spezzandosi le unghie e incrostandosi le mani di viscidume. Andrea lo imitò.

    «Andiamo, muoviamoci, c’è qualcosa!» esclamò Andrea, riprendendo coraggio.

    Intorno a loro il buio sembrò divenire più cupo. Una spirale di nubi scure si fermò sopra di loro. Si alzò un vento insolito, che proveniva

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