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La Libreria di Melody
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E-book165 pagine1 ora

La Libreria di Melody

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Info su questo ebook

La libreria di Melody è un luogo incantato, dove il tempo smette di scandire i suoi minuti. Nella libreria di Melody si scoprono mondi fantastici. Nella libreria di Melody ti ritrovi immerso nella magia, sia quando leggi un libro, sia quando sorseggi una tazza fumante di tè, caffè o cioccolata. La libreria di Melody è uno scrigno fatato che custodisce storie affascinanti e racconti sorprendenti. Chi è veramente Melody? Melody è… Scoprire il mondo di Melody sarà indimenticabile, per tutti!
LinguaItaliano
Data di uscita21 dic 2018
ISBN9788827862490
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    Anteprima del libro

    La Libreria di Melody - Miriam Macchioni

    633/1941.

    Introduzione

    Questa è una storia al di là del tempo e dello spazio, con luoghi e persone provenienti dalla fantasia dell’autore. Qualsiasi riferimento a individui, cose, Elementi eterei, Elementali, è puramente da considerarsi un sincronismo o addirittura una causalità, poiché le coincidenze non esistono se non presso le stazioni ferroviarie.

    E che dire: È accaduto per caso?. Nulla accade per casualità. Ciò che noi definiamo fatalità è solo il risultato dei nostri pensieri e delle nostre azioni, in quanto tutto è effetto di una causa. Per deresponsabilizzarci chiamiamo quindi caso o accidentalità ciò che inevitabilmente sarebbe successo a ragione del nostro agire.

    Tempi, date, luoghi, eventi e circostanze sono stati mescolati senza una logica o razionalità. Non bisogna prendere in considerazione il tempo e lo spazio come vengono considerati in occidente. In questo libro tutto può accadere, tutto è realtà e tutto è finzione.

    Cosa noi consideriamo vero o falso?

    Il sogno cos’è? I nostri viaggi onirici in quel momento sono la nostra realtà. La mente non distingue un evento dalla visualizzazione dello stesso. Per la mente tutto è reale quando arriva alla sua percezione.

    Buona lettura a tutti.

    Insonnia

    È qualche sera che non riesco a prendere sonno e mi sento fuori fase. Un turbinio di emozioni che mi scuotono. Mi sembra di essere un naufrago appeso a un pezzo di legno marcio. Ho solo un appiglio e devo tenerlo stretto.

    Un senso di insoddisfazione e frustrazione mi attanaglia, mi sento soffocare. Cosa sarà mai?

    Sembrava che la mia vita fosse fantastica, o forse così mi raccontavo. All’improvviso tutto si è capovolto, come se non stessi più bene nei miei panni. Eppure la mia vita mi sembrava appagante. Non mi manca nulla, il lavoro che ho mi permette una vita soddisfacente. Non lo so… c’è qualcosa che ancora non comprendo e spero che tutto si sistemi.

    Forse dovrei cercare di sentire i miei bisogni… davvero sono felice?

    Una vocina mi dice: No! … e se ci ripenso ha ragione. Sono assuefatto alla mia esistenza, non sto vivendo, ma mi lascio vivere. Ecco cos’è questa insofferenza: frustrazione.

    Spero di dormire… ho fatto strani sogni, poi mi alzo, bevo e non riesco più a dormire e sebbene sdraiato sul mio letto morbido, non prendo sonno e le ore sembrano non passare mai.

    Credo che se non ascolterò la voce, se non mi lascio il passato alle spalle…

    Qualcosa bisogna fare.

    Ora spero di prendere sonno.

    Melody

    Ma Geiky perché hai fatto la pipi dietro i miei scaffali?, disse Melody tra l’infastidito e il divertito. Henry si scusò immediatamente ben sapendo che quella peste del suo cane spesso faceva i suoi bisogni nell’antica Libreria di Melody. Sarà stato l’odore della vecchia carta, chissà, o forse si sentiva a casa sua e quindi marcava il territorio. Melody era paziente lo era sempre stata e la sua libreria era per tutti noi un rifugio, persino per gli animali, che erano i benvenuti. Ai tempi vendeva molti libri. Anche gli stranieri che passavano si fermavano e acquistavano i testi più strani e particolari poiché da lei si trovava di tutto. Da ragazzi andavamo a fare le ricerche perché Melody aveva una zona adibita a biblioteca. Si potevano consultare i libri, ascoltare i dischi e fare i compiti. Pagavamo una cifra rappresentativa e tutto l’anno avevamo accesso alla stanza della cultura, come veniva chiamata da tutto il paese. Vi era poi la saletta del Thè, dove le donne più anziane si ritrovavano alle 17:00 in punto per assaggiare dolcetti fatti in casa accompagnati da calde tisane. Fino alle 18:00 chiacchieravano del più e del meno, rilassandosi. Poi tutte a casa a preparare la cena. Un altro interessante appuntamento era quello del venerdì sera. Gli acculturati si riunivano per leggere pagine di classici che venivano dibattuti con passione e un certo accanimento.

    Gli scaffali erano colmi di libri divisi per categorie. Non mancava nulla. Melody adorava i mercatini dell’usato dove acquistava vecchi testi a poco prezzo. Ci sapeva fare la vecchia Melody. Anche a 70 anni era piena di energia e la libreria era il luogo dal quale attingeva la sua forza. Viaggiava molto e al suo ritorno portava libri di grande valore che riponeva sui suoi lindi ripiani. Era tutto molto pulito. Se volevi guadagnarti qualche soldino potevi andare da lei a spolverare gli scaffali.

    Era anche un luogo d’incontro dove la gente arrivava per alleggerire le proprie tensioni.

    Melody era sempre pronta ad ascoltare ognuno di noi. Era depositaria dei nostri più profondi segreti. Melody era una cassaforte. Niente trapelava e nulla usciva dalla sua bocca.

    Anche noi giovani ci rifugiavamo a chiedere consigli e a raccontare i nostri segreti. Melody non era solo una libraia. Era una madre, una nonna, una zia e un’amica.

    Aveva aiutato tutto il paese a fare i compiti, a stilare tesi e a fare gli esami.

    Nei paesi comuni ci sono bar che sono il punto d’incontro delle persone. Noi avevamo la libreria di Melody.

    Fabian

    Ciao Melody, come stai?, chiese Fabian con l’intenzione di raccontare del suo divorzio con Mary.

    Raccontami Fabian. Come è andato l’incontro con l’avvocato? chiese con amore Melody. E così Fabian poté raccontare la sua pesante giornata. Fabian era davvero triste quel giorno poiché era stato stabilito che avrebbe dovuto lasciare la casa ai figli e alla moglie. A breve avrebbe abbandonato il paese tanto amato per andare a vivere di nuovo con i suoi. Non sarebbe riuscito a mantenersi una casa con il suo stipendio da postino.

    Melody gli diede un bel libro: Les Rêveries du promeneur solitaire ¹di Jean-Jacques Rousseau. Era il suo regalo per la nuova vita di Fabian. Sapeva che non sarebbe più tornato. Se qualcuno lascia questo paese è per sempre. Non ci viene neppure a passare le vacanze. Non si sa il perché ma questo luogo ha questo effetto su chi lo abbandona. Coloro che ci vivono lo fanno in eterno. E infatti io abito ancora qui nonostante la mia veneranda età e penso che a breve lascerò il mio corpo nel medioevale cimitero, ma il mio spirito vagherà in queste terre per sempre. Se dovrò reincarnarmi accadrà qui, lo so! Amo questi spazi, questi profumi, queste lande desolate e questi boschi che arrivano fino al centro del villaggio.

    Per questo motivo ho deciso di scrivere del mio paese. Ma non menzionerò il nome, poiché è un luogo al di là del tempo e dello spazio, è un posto che puoi trovare ovunque o da nessuna parte, sta a te deciderlo.

    Certo che Fabian proprio se l’era cercata. Era andato a farsi un fine settimana a Copenaghen. Avrebbe dovuto essere un addio al celibato tranquillo e senza tanti fronzoli e invece si era rivelato una catastrofe. Nessuno si sarebbe aspettato che Fabian avrebbe fatto quello che aveva fatto.

    Aveva conosciuto Mary quando avevano entrambi 15 anni. Erano compagni di classe e da subito era sorto del tenero tra loro. Si erano sposati, avevano avuto due meravigliosi bambini e tutti avevano pensato fin dall’inizio che era una coppia perfetta. Si sa! Quando le persone si aspettano il meglio da te, è lì che diventi vulnerabile.

    Fabian era stato sempre un marito modello, invidiato da molte mogli.

    Ma quell’addio al celibato fu galeotto e squarciò la serenità nella vita famigliare di Mary e di Fabian.

    A volte gli uomini sono stupidi, non pensano alle conseguenze. Sperano sempre di farcela, di mantenere i segreti. Ma questo non è possibile se si vive in questo luogo. Tutti sanno tutto di tutti. Bella questa frase un po’ ricca di ‘tutto’, ma è proprio così. Anche se non si parla, si sa. Le nostre anime comunicano come lo fanno le nostre menti, quindi è inutile non essere veritieri. Questo ce lo ha insegnato Melody.

    Jody era stato la causa di tutto, ma forse la colpa non fu nemmeno sua. Ciò che era stato commesso aveva più dell’atto orribile che di un semplice giochetto tra uomini e donne. Non si scherza con il fuoco ed essi l’avevano fatta grossa. Per di più mai lasciarsi andare al bar, dove il vino è demonio… tutto era stato rivelato ai quattro venti e naturalmente le parole arrivarono ovunque, anche dove non sarebbero dovute presentarsi.

    Le donne perdonano finché ci credono ma a certi accadimenti non possono soprassedere, ne va della loro etica e morale. Ormai la frittata era stata fatta. Magari il divertimento era anche durato dieci minuti, ma la fedeltà non va minata.

    Fabian l’aveva fatto e quindi dovette andarsene. Anche se l’avvocato non l’avesse obbligato, forse avrebbe lasciato il paese della sua fanciullezza. Oramai la sua reputazione se n’era andata quel giorno, quando aveva deciso di aprire i suoi orizzonti verso le grandi e imbarazzanti città. Ma perché proprio nel luogo della perdizione? Non potevano andare sulla sponda opposta del lago dove la maggior parte di noi decideva di festeggiare la fine del celibato? No, loro avevano voluto fare i festaioli e questo era stato il risultato.

    Anche Marcus che si sarebbe dovuto sposare due giorni dopo, dovette darsela a gambe levate… gli altri se la cavarono solo perché erano o vedovi o senza mogli. Ma non tutti avevano la benevolenza di Melody e così il gruppo di mascalzoni rimase sempre con la coda di giudizi che li seguiva. Solo la morte avrebbe potuto liberarli da quella zavorra, poiché si sa, nei piccoli paesi, chi muore era un povero diavolo, buono, onesto e con chissà quali qualità.

    Finché vissero, però, vennero marchiati come untori. Solo dentro il bar divenivano dei grandi uomini di successo e degli eroi. Gli stessi, che nelle stradine additavano i malcapitati, durante le scorribande etiliche, ponevano domande che avevano lo scopo di sapere tutti i particolari del caso. Jody e gli altri si

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