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Una bianca per morire
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Una bianca per morire
E-book209 pagine3 ore

Una bianca per morire

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Info su questo ebook

Quando Torres si sveglierà suo malgrado dal torpore comatoso che lo attanagliava da anni, dovrà fare ancora una volta i conti con il suo passato ambiguo e a doppia faccia. Ma chi è veramente il personaggio tenebroso e scarico di oggi che ha rinunciato al mondo nascondendosi nelle sue più nere fantasie sulla sua morte?!E' stato veramente nell'aldilà? La sua forza di adattamento alle situazioni più ingarbugliate sarà quella irruenta e intraprendente del suo passato, o quella calcolatrice e professionale dettata e acquisita dalle sue esperienze di vita.

A tratti la sua personalità bastarda lo salverà, ma avrà bisogno di appoggi e di una nuova iniziazione al crimine per far rinascere la sua personalità di rigido incorruttibile.

Sarà spietato come non mai, ma si ritroverà con il cuore a pezzi.

Vivrà nella sua nuova identità ritrovata, o la non vendetta sarà solo l'atto conclusivo della sua stessa fine? Uno scritto da leggere con la massima attenzione specie nella parte iniziale per le sue difficoltà interpretative, che da' a volte spaccati incontrovertibili di vita attuale.

Lo scrittore si pregia di inserti dialettali nel descrivere situazioni che presentano realtà diverse in contesti diversi.

L'autore parla di situazioni e accadimenti che presentano una loro veridicità, ma con personaggi di pura invenzione.
LinguaItaliano
Data di uscita18 gen 2019
ISBN9788827865736
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    Anteprima del libro

    Una bianca per morire - Richard O'Feaman

    morire!

    1. Il passato ritorna

    ...E’ sera! …Ecco ci mancava anche questa!…

    Se ne è andata la luce!... Uffa! Dove ho messo il mio piccolo led. E dire che è rimasto lì da sempre, appoggiato sullo scanno a mo’ di mobiletto in cucina al piano di sopra, ed io che non posso muovermi bene per via di questo ginocchio che mi tormenta adesso da un po’.

    Ho sempre rimandato accertamenti e risonanze per sapere come sono combinate le mie ossa! Certo d’inverno peggiorano sempre! Ma guarda che serataccia, sta piovendo e tira anche vento… ci mancava la luce!

    Gli alberi sembrano spaccarsi a metà e il soffio si tramuta in ululo attraversando le fessure delle porte… che spifferi potenti… sembra che la porta si sia aperta!…

    Che centra la porta adesso e perché dovrebbe aprirsi!?...

    Forse uno dei miei figli ha ancora le chiavi per entrare… che trambusto al piano di sopra!

    Ma che fa non vede niente e fa a cazzotti con la sedia?

    Devo proprio alzarmi da questo divano e sono avvolto dal buio pesto, speriamo di non sbattere il ginocchio… proprio quello che mi fa male!

    …Ancora rumori e voci… che si sia portato un amico? Mah!... Non ci sentiamo da giorni e giusto mi viene a trovare con questa serata da schifo. Ancora trambusto… ma perché non si fa luce col cellulare?… Ed io che sono completamente al buio perché la porta sulla scala l’ho chiusa per stare un po’ più al caldo.

    Ecco finalmente tocco con la punta della ciabatta il primo scalino, al buio tutto sembra diverso e le distanze non si riescono più a calcolare, come faranno i ciechi a capire dove sono!

    Ssppaaaa!!!… Oddio uno sparo!... Lo conosco è uno sparo!… Mi fermo di botto!… Mi pietrifico!… Mi gelo!.... In un attimo la

    mia, mente è fuori dal mio corpo, io non sono più carne né ossa sono spirito che sale su per le scale, apre la porta e vede cosa succede nel salone al piano di sopra!

    Oddio che succede! Ho finito da tempo di salire le scale a due o tre alla volta… eppoi è giusto correre in queste situazioni?...

    E se non fossero i miei figli? Perché non mi muovo!...

    Questo comportamento è da coniglio!... Perché sono di gelo anziché fuoco! In altri tempi sarei già sopra in un lampo…

    Un silenzio assorda le mie orecchie, un ronzio dentro come se ti avessero urlato da vicino… E’ panico!?… E’ istinto di conservazione!? Perché non mi muovo!…

    E poi, la maniglia che cigola un po’ e lo scatto deciso della porta sulla scala che si spalanca… faccio in tempo a girarmi su me stesso e ripararmi dal fascio di luce che illumina i gradini della rampa, da sopra… sono stato incredibilmente svelto a non farmi illuminare!… Sono rimasto quel gatto di sempre dopotutto, anche con i miei acciacchi!...

    Un tempo infinito illumina la scala e la luce va giù sino a quasi toccarmi le ciabatte… poi si sposta per vedere un po’ della stanza che da anni ormai è diventata solo un grande ripostiglio di ricordi… tanti ricordi… tanti cimeli di una vita vissuta e passata da un’eternità.

    …Il fascio di luce si sofferma un po’ passando in rassegna la vecchia libreria ricca di enciclopedie tramandate e vecchie edizioni di libri scolastici, tutto il vecchio sta lì raggruppato… chi si sognerebbe più di avere ancora delle enciclopedie nella libreria, eppure la mia incuria le aveva lasciate in mostra così come un tempo, ma impolverate. Così come tutte le fotografie dei miei piccoli, a centinaia raggruppate in quadri raccoglitori e sotto il vetro a coprire il top della scrivania, mostrandone spezzoni di tutto e di più. Non ho cambiato niente!... Non ho voluto cambiare niente!... Non posso cambiare niente!... Non posso rifiutare niente di ciò che

    ho vissuto con incredibile intensità emotiva!…

    Ricordi pazzeschi di tutta la vita racchiusi in quella stanza a testimonianza di un amore che non avrebbe dovuto finire mai!…

    Il fascio di luce si muove rapidamente ad inquadrare il vecchio pc

    con la polvere ancora più evidente a contrasto… mille e mille infinite creature si muovono danzando appena impercettibilmente dentro la luce, animando quel freddo cono bianco che perfora il mio buio… avverto e conosco quel sentimento che ti sprona a scoprire ma che ti frena quando sei insicuro di ciò che vai ad affrontare… così la luce animata da mano insicura non vuole scoprire altro, non sa nemmeno se guardare oltre e di più, o svanire…

    Così come feci io anni fa, dissolvendomi nel buio… rinchiudendomi nel buio del mio io… preferendo non sapere, non indagare, non scoprire più di quel che già sapevo! …Che merda!... Che merda!... Ce l’ho con me stesso!… Ferito e non curato!... Aperto, spaccato! Sventrato, eviscerato! Distrutto dal mio stesso sconfinato amore! Misero tapino, morto senza sapere nemmeno come e perché e in nome di chi!!…

    Così anche il fascio di luce si muove e svanisce lasciandosi dietro l’impatto della porta che sbatte rinchiudendomi come in un baule nel buio confortevole e salvatore... e nella mia ignoranza!…

    E resto lì ancora una volta impietrito dai miei stessi sentimenti… e non mi muovo!... Perché non mi muovo!... Stavolta ha un senso? Stavolta la mia mente va a mille!… Con mille e mille infinite supposizioni!... Ma che succede sopra!

    I rumori sono più ovattati di chi vuol fare e non fare, le voci sono finite, ma il calpestio mi dice che qualcuno o qualcosa si muove strusciando sul pavimento…

    Rimango immerso nel mio buio, sono sicuro di avere gli occhi spalancati per cercare di perforare la mia ignoranza… le orecchie seguono il rumore del piano superiore, solo una porta mi separa dall’occulto…

    Avverto ancora l’impatto del vento sulla porta che si apre… è ancora una volta quella dell’ingresso! Qualcun altro entra… Bestie… siete solo bestie, incapaci!... Andiamo via!…non riconosco questa voce! …Chi c’è dentro… sei sicuro?... Aiutami… porco demonio!... Presto, usciamolo fuori, ma non chiudere!... ma in quanti sono lassù, cos’è che cercano!

    Ancora quello struscìo sul pavimento che si confonde con lo stormire del vento per la porta aperta!… E in un attimo riallaccio i miei fili in testa scollegati da anni e capisco... sono qui per la roba! Che disgraziati!... Sono capaci di distruggermi la casa!

    E sono ancora lì appena appoggiato alla ringhiera ai piedi della rampa di scala, rigirato su me stesso come se avessi scordato di prendere qualcosa prima di salirla… e sono ancora lì gelido e attento anche all’aria che respiro!… Ma respiro?!… Ed ancora improvvisamente un lampo nella mia mente... certo il sottoscala!

    Il mio completo abbandono mi ha reso sterile di idee e di energie, irriconoscibile a me stesso, senza anima… cinque anni in quello stato sono l’eternità del mio strazio interiore, trasformato nel corpo e nella mente! A volte mi dico sono fuori senno!... Borbotto spesso!

    Mi accontento di caffè e panini consumati sul divano ormai unto e non riesco più a finire un film in prima visione. La sola passione che ancora mi tiene in vita è la mia vigna e le mie botti piene di vin santo, caldo caramello da gustare in silenzio! Prima di assopirmi, ancora, ed ancora su quel lercio divano! Il mio torpore è il frutto di questo mio essere inanimato ormai incapace di reagire, eppure sono sempre io, anche a distanza di anni…

    Ma, ridivento svelto e finalmente mi muovo! Tasto e trovo la porticina del sottoscala, mi ricordo di alzarla un po’ per non farla cigolare, la schiavetto e la apro!… Sono sicuro che ragni, scarafaggi, millepiedi o peggio topi, ne avranno fatto il loro regno e che importa, al peggio ne potrei uscire vivo!

    …Ed eccola lì, la lucetta ancora verde camuffata da miriadi di

    uova di blatte, parte già schiuse e parte intatte che prendevano calore da quel piccolo display… verde… ancora attivo! Forse la mia salvezza!... Entro deciso!... La fonte è lì visibile, anche se fioca e mi illumina parzialmente i passi… piccolo vecchio ormai inusato allarme installato anni prima…

    Che freschezza di vita una volta!... Che respiri affannosi!... Ritornavo da missione ed allora eri tutta per me!... Il tuo sorriso per un attimo mi scalda, le tue morbide labbra da mille e un bacio, da mordere, da assaporare e ribaciare ancora… non pensavo potesse finire!... Mi deprimo di più e in un attimo il panico mi assale…

    Tardo a girare la chiavetta… e ancora una volta avverto la maniglia che cigola un po’ e lo scatto deciso della porta che si spalanca lassù sulla scala!... Torno reale e mi giro a sbirciare dalla porta aperta del sottoscala… ancora una volta la luce bianca e spettrale illumina le scale… e giro la chiavetta!... Scatta il rosso!...

    Alcuni attimi di vita sono interminabili… quando ti aspetti l’impatto!... Ed eccolo lì quel rombo assordante che ti penetra le orecchie, ancora prima dell’impatto… lo ascolti, lo previeni, lo vivi, non sai se sopravvivi, non puoi saperlo, ci speri, e aspetti!… I miei compagni non ce l’hanno fatta… unico sopravvissuto in quell’incidente… le pale del rotore che si spaccano al contatto del suolo, la cabina che ruota, gli specchi in frantumi e io trasportato da ali di angeli fuori da lì, con tutto ormai a fuoco e con tutto un groviglio, contorto, distorto ammasso di ferro!... Unico sopravvissuto in un mondo infernale di ricordi, con la colpa di essermi salvato… sospettato!... Trasportato da ali di inferi per continuare a vivere in questo mondo di merda!... Un incidente tecnico hanno sentenziato! Un incidente lungo un anno della mia vita! Un incidente lungo tutta la mia vita da lì in avanti… la mia vita irrimediabilmente persa, confusa nella mia testa più vuota che piena! Ho continuato a distruggermi giorno dopo giorno, non riuscendo più ad essere me stesso, attanagliato dalle mie paure e

    sensi di colpa, confuso e frastornato per essere sopravvissuto… certo scheggiato in testa… certo larvato dentro il mio bozzolo di paure!... Merda! Merda! Merda di me stesso!

    Ed ecco sì... sirene dentro la mia testa… non sono ambulanze sono le sirene del mio allarme fatiscente che entrano in funzione, invadendo ed investendo tutta la casa di onde sonore assordanti. Era fatto allo scopo, stordire prima di capirci niente, ma io mi aspettavo l’impatto… anche stavolta, sopravvissuto, ma cosciente di ciò che avveniva!

    Certo il risveglio pazzesco dal mio coma fu qualcosa di straordinario, abbandonato una sera in quella calda stanza di rosso sangue adornata, incosciente, demente, dolente, la mia non esistenza era completa!... Non so! Non ho visto!... Certo le lacrime, la frustrazione... la vita da sopravvissuti di chi mi ha amato... Eppoi il trauma del mio risveglio inconcepibile e solitario, un mattino, in una stanza gelida, stavolta di un bianco tombale accecante e la paura di non essere più io, che mi perseguita da anni!…

    La luce lassù dalle scale si sposta repentina, nemmeno la porta si richiude, qualcuno corre rumorosamente, sbattendo contro qualcosa e lasciando aperta la porta d’ingresso, lo spiffero del vento mi accoglie uscendo dal sottoscala!... Posso ardire? I segreti della mia porta scardinata non mi danno certo fiducia, ma devo uscire dal mio baule!... Finalmente vedere la realtà anche dei miei mali! Preoccupati della mia assenza, mi hanno tolto l’arma! Caro mio non servi più e… chi vuole servire più! Rottame umano! Mi è bastata la lezione! Rifiutato anche dalla morte, meglio il mio limbo!

    Seguo il vento e salgo le scale, tra il frastuono delle sirene roteanti che infiammano la scena e mi proteggono, ma mi frastornano e mi confondono il da farsi. Sono al buio e chiaramente vedo ancora in lontananza quell’abbaglio di luce fredda che si intrufola nella macchina pronta e accesa che stridendo accelera nella pioggia! …Bastardi! Disgraziati! Vi dovrei uccidere!...

    Sbatto la porta d’ingresso!... Mi hanno clonato la chiave penso, perché si richiude! …Devo spegnere! Devo spegnere, mi scoppiano le cervella o ancora quel che ne rimane nel mio teschio spaccato quasi a metà! Trovo il led sullo scanno in cucina, lasciato lì da chissà quanto tempo e lo accendo... finalmente, al buio ci vedo! Ritorno nel sottoscala a rigirare la chiavetta… ed è lì che li rivedo i miei fantasmi impacchettati, ammazzettati, sporchi di polvere, e dimenticati!... Eccolo lì il frutto di quel sequestro!… Bastardi disgraziati! Dovrei uccidervi!

    Ma chi sono io!… Il silenzio mi riassale improvviso facendomi pulsare l’interno delle orecchie! Il silenzio improvviso è come il rumore: ti sciocca, ti scuote, ti destabilizza, per un attimo mi abbandono al suo abbraccio...: Amore mio dove sei! Ti amo ancora!... Che pazzo sono stato! Non ero io! Non potevo essere io… privo di ricordi, privo del mio animo, privo di tutto ciò a cui tenevo di più!... Si può rivivere dopo esser morto? Ed io sono morto!... Fuori da quella carlinga contorta e a fuoco per un incidente tecnico…: Col cazzo!... Bastardi disgraziati dovrei uccidervi!…Per un attimo mi sconforto! Ma il silenzio mi dà lucidità, non è il momento di pensare al passato, c’è un presente che vuole risposte!

    Con il piccolo led ritorno sui miei passi e richiudo il sottoscala, salgo le scale e riapro l’ingresso… al vento che mi accoglie e sotto l’acqua che mi sferza la faccia mi dirigo verso il piccolo casotto elettrico! …E’ là che hanno operato, certo manomesso!....Ma che cazz...!!! E ci inciampo… mi abbatto sul muro aggrappandomi a stento, il led mi sfugge di mano… ed io seguo la luce che cade… si ferma… e mi illumina la scena!

    Rimango, lì ancora una volta impietrito a guardare e a cercare un segno di vita sul fagotto di quel corpo riverso, seduto e appoggiato al muretto del casotto, ma ormai col busto riverso a guardare lì in terra, con le braccia allungate in una strana scomposta carezza a

    qualcosa lontana da lui. …Lo sparo, già lo sparo: Disgraziati bastardi!... Lo hanno lasciato là fuori… colpiti… da panico?!

    Ed ancora una volta riemergo dalle mie paure, mi calmo, non sento più l’acqua che mi riga la faccia… cerco il sangue… e lo vedo dalla testa riversa per terra che scorre mischiandosi all’acqua.

    Riprendo il mio led gli illumino il collo, lo tocco lì sotto la gola… e non batte! Gli frugo le tasche interne ed esterne… maglione e giaccone non altro, non ha armi… niente di niente, nemmeno documenti… già i primi da prendere: Miserabili!....

    Decido di entrare nel casotto… eccoli lì i fili tranciati… le mani non tremano ed io sono di ghiaccio e bagnato, ma quell’impianto è opera mia e so cosa fare… lo accomodo usando i miei denti… lo stacco… lo riattacco con i fili riuniti… e mi sporgo a guardare la casa… rianimata, con la luce sul patio.

    Ritorno dentro per asciugarmi dall’inzuppo… l’asciugamano sul collo… mi prendo il mio tempo… mi stappo una mia vecchia bottiglia di vino… devo riflettere… mi prendo un calice impolverato dal mio bar e lo asciugo con un lembo di tovaglia che ho sul collo… il vino che sgorga mi porta agli occhi quella testa… che perdeva anch’essa il suo vino!…. Solo il profumo e’ diverso! Mi rilasso col calice già pieno ed a sorsi lo svuoto e lo riempio! Di certo sono io in vantaggio… non sanno se c’ero o non c’ero! Mi credono via? Già morto! Incatenato in psichiatria?...

    La macchina è ferma da anni… è da un po’ che non esco piu’ da casa: Oh yeah!…Mi basta chiamare ogni tanto per farmi portare i panini al prosciutto che a volte conservo ammuffiti… e poi le luci del piano di sotto sono perfette per illuminarci una nicchia a casa del caro funereo Dr. Jonathan.

    Sono convinto che torneranno a riprendersi il corpo: Hehehe! se lo trovano! Dannati bastardi! …vi do io la sorpresa!

    Okay! Okay! Animo!...un altro bicchiere… che gusto divino!… E poi che mi fanno, mi uccidono ancora? Ma io sono morto!...

    Okay! Okay! Animo! ...Mi alzo dal comodo del mio salottino e sono pronto, sono svelto e riscopro il mio Io… scarponi, giaccone, guantoni, faretto, cappuccio, piccone e sono già al piano di sotto uscendo in garage…

    Eccola lì la mia Veloster quasi mai usata… la mia bella Hyundai blue elettrico, certo impolverata... dovrei cambiarla con la nuova versione… certo le ruote un poco sgonfie… anzi una è andata…Okay! Okay! Animo!…La ruota di scorta!

    Il cric è la sotto, lo prendo, la alzo, gli cambio la ruota…Okay questo è fatto!…Allora ero bravo! Di tutto di più! …Non provo nemmeno a mettere in moto: Ecco qua per la mia signorina!

    Ti cambio era ovvio!... Ecco qua, un cambio perfetto risistemo i cavetti della nuova batteria mai usata, alla fine ti giova un po’ tutto… Che perfezione maniacale che avevo! Adesso ci siamo! Proviamo… un poco stentata! …Riprovo! E riprovo! Ancora un altro tocco col piede giù a fondo... che faccio la ingolfo!? Ed invece si accende inondando il garage di acre profumo… che nebbia!...

    Già, come i fumogeni sparati ai Centri sociali… le botte!... Sprangata evitata!… Le biglie di ferro! E giù a gomitare per non rimanere isolati!... Manganellate! Sono solo pacche amichevoli!...

    Così sono fuori dal garage e salgo su per il vialetto… la pioggia è calmata, ma il vento spacca gli alberi… che bella serata di impegni inattesi. Abbaglio la zona e vedo il fagotto, ci giro attorno e rifaccio la strada spingendo lo sguardo intorno ed anche più in fondo… la mia circospezione è semplicemente da professionisti… ritrovata! Okay! Animo! …Arrivo vicino e scendo… il vento mi sradica lo sportello dalle mani già prima di scendere! …Gli incappuccio la testa per non sporcare e lo carico dietro… sì lo carico dietro… semplice no?!... Un macigno! Inzuppato che è! Uno sforzo immane! Non sono certo piccolo! Ma non sono allenato!…

    Cinque anni di divano sono la mia condizione attuale! Certo ero un atleta ma i muscoli dormono assieme al padrone!…

    Mentre lo scarico là dietro a fagotto gli trovo il coltello SOG Elite per i seals team allacciato alla caviglia, sotto il pantalone: Già militari! Ci scommettevo le palle!… Non avrei avuto scampo! Morte di un morto! Bah!...

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