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La danza sulle corde
La danza sulle corde
La danza sulle corde
E-book78 pagine58 minuti

La danza sulle corde

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Info su questo ebook

Gaetano Amoruso parte da una storia di sacrificio e coraggio nepalese per distillare un appassionante pamphlet che abbraccia la visione dell'uomo e della cultura con l'obiettivo di ritornare alle origini dando così nuova linfa a valori ormai desueti. L'autore scrive per ciascuno di noi, in maniera diretta, riferendosi al lettore come un compagno di viaggio. Cos'è la dignità, la coscienza o l'ideale? E perché abbiamo il dovere di insorgere e spezzare le catene? Un messaggio ben preciso per chi legge che deve in tal modo mettersi in gioco, parola dopo parola, e cercare di comprendere il proprio futuro.
LinguaItaliano
EditoreGAEditori
Data di uscita14 feb 2019
ISBN9788832517040
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    Anteprima del libro

    La danza sulle corde - Gaetano Amoruso

    Amoruso

    La danza

    sulle corde

    © GA Editori

    Via Pastore 18 - 94011 Agira (Enna)

    gaeditori@gmail.com

    www.gaeditori.it

    ISBN: 9788894250923

    Gaetano Amoruso

    La danza sulle corde

    Copyright © by GAEditori

    I edizione: febbraio 2018

    Progetto grafico relego splende communication

    https://relegosplendecommunication.tumblr.com

    carta da fonti gestite in

    maniera responsabile

    " Tu che hai avuto la fortuna

    di prendere forma umana, non sprecare questa occasione " .

    Adagio tibetano

    " Il faut avoir l’esprit

    dur et le coeur doux "

    Jacques Maritain

    Intro

    C’erano due fratelli, non c’è bisogno di fare i loro nomi in questa sede, che erano stati miei buoni amici alle superiori. Dopo una lontananza durata molti anni, ci eravamo a poco a poco persi di vista. Qualche tempo fa venni a sapere che uno dei due era gravemente malato, e siccome stavo tornando dove abitavo un tempo, feci una deviazione per andarli a trovare. Potei vedere soltanto uno di loro, il quale mi disse che il malato era il fratello minore. Apprezzo che tu sia venuta da tanto lontano per vederci disse, ma mio fratello è guarito da tempo ed è andato a stare in un altro luogo per ricoprire un impiego. Poi, ridendo, andò a prendere due volumi del diario del fratello, spiegandomi che da quelli si poteva capire la natura della passata malattia e che non c’era nulla di male a mostrarli a un vecchio amico . Presi il diario con me e lo lessi tutto. Capii che il mio amico aveva sofferto parecchio. La scrittura era estremamente confusa e incoerente e l’autore faceva molte affermazioni pazzesche. Per di più aveva annotato pochissime date e soltanto attraverso i ricordi di un viaggio in Nepal era possibile capire che non era stato scritto tutto di getto. Certi brani, tuttavia, non erano completamente incomprensibili e ne ho copiate delle parti perché possano servire come materia per un’analisi più approfondita. Non ho alterato nessuna delle riflessioni contenute nel diario e mi sono limitata a cambiare i nomi. Per quel che riguarda il titolo, è stato scelto dall’autore del diario in persona dopo la guarigione e io non l’ho cambiato.

    Psiche

    Plutarco e Itaca

    In un mondo impazzito preso da mille cose futili Plutarco ci insegna che l’opera del maestro non deve consistere nel riempire un sacco ma nell’accendere una fiamma. Adesso spenta proprio perché l’inutilità delle azioni odierne rende la vita difficile da perpetrare, da vivere, da continuare senza una base fertile che ci aiuti a comprenderne anche i significati più reconditi. Viviamo le giornate presi da continui impegni, da lavori dipendenti che rendono ricchi in pochi e schiavi in tanti, facciamo grandi promesse che non manteniamo piegandoci in un sistema che ci vuole collettività ma nel senso più negativo del termine dove gli individualismi sono maltrattati e perseguitati all’inverosimile. Siamo schiavi, spesso autoproclamati, di organismi, di entità che tutto ambiscono tranne alla vita, a quell’unica possibilità per migliorare, creare, donare e rendere i propri simili persone migliori. Quando ho parlato di questo libro con l’editore pensavo solo a me stesso e ho cercato in ogni modo di far prevalere le ragioni di una tematica cosi importante, almeno secondo il mio punto di vista. Tempo perso.

    Nel senso che dall’altra parte della scrivania ho trovato proprio una di quelle persone che vivono di sogni e che lavorano una vita intera per trasformarli in realtà che accompagnino l’individuo nella routine di tutti i giorni con il fine ultimo di donare ai propri lettori una considerevole parte del proprio pensiero, facendosi carico di quelli degli altri. Ieri, mentre ero al supermercato, sentivo padri e madri rimbrottare i propri figli per l’isteria di una richiesta impossibile. Il ragazzino, di nove o dieci anni, pretendeva un secondo televisore per la propria cameretta. E la richiesta, paradossale, veniva giustificata dal fatto che non poteva perdersi assolutamente una puntata del suo miglior programma di intrattenimento neanche in caso di un ipotetico guasto. In soldoni, la richiesta di un apparecchio televisivo di riserva, aveva nei pensieri del figlio una plausibile giustificazione.

    In quel momento avere quel prodotto era un perno fondamentale della propria quotidianità fatta di playstation e nintendo, cellulare all’ultima moda e ipad, consolle dj e diffusori per karaoke. Centellinati i libri, solo quelli per studiare all’interno di una scuola che educa poco e insegna male, padroni assoluti del proprio destino scolastico dove i genitori preferiscono delegare e gli insegnati procrastinare senza che gli uni o gli altri abbiamo mai un senso di colpa che non diventa

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