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S.Angela da Foligno - Manoscritto latino di Bologna trascritto a colori
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E-book276 pagine2 ore

S.Angela da Foligno - Manoscritto latino di Bologna trascritto a colori

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Info su questo ebook

Don Andreoli propone, a colori, il testo del manoscritto angelano conservato nella Biblioteca Universitaria di Bologna.

Nonostante le sue lacune, può essere utile per un confronto con gli altri manoscritti, in particolare con quelli di Assisi e di Subiaco.
LinguaItaliano
Data di uscita22 gen 2016
ISBN9788893323819
S.Angela da Foligno - Manoscritto latino di Bologna trascritto a colori

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    Anteprima del libro

    S.Angela da Foligno - Manoscritto latino di Bologna trascritto a colori - Sergio Andreoli

    Maria

    INTRODUZIONE

    1. Bibliografia e abraviazioni

    Angela da Foligno, Il libro, Introduzione, traduzione e note di Sergio Andreoli, III edizione, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 2004 (= Il libro).

    Angela da Foligno, Il Libro, Introduzione, traduzione e note di Salvatore Aliquò, Edizione riveduta e corretta da Sergio Andreoli, Città Nuova Editrice, Roma 2009 (= Il Libro).

    Codice 1741, Biblioteca Universitaria di Bologna (= Bologna).

    Codice CXII, Biblioteca Statale del Monumento Nazionale Monastero Santa Scolastica, Subiaco (Roma) (= Subiaco).

    Il «Liber della Beata Angela da Foligno», a cura di Enrico Menestò, tomo primo, trascrizione del ms. 342 della Biblioteca Comunale di Assisi, a cura di Francesco Verderosa, Fondazione Centro Studi sull’Alto Medioevo, Spoleto 2009 (= Il «Liber»).

    L’autobiografia e gli scritti della Beata Angela da Foligno, pubblicati e annotati da un codice sublacense per cura di Monsignor Michele Faloci Pulignani, tradotti da Maria Castiglione Humani, con prefazione di Giovanni Joergensen, Casa Editrice «Il Solco», Città di Castello MCMXXXII (= Autobiografia).

    Ludger Thier O.F.M. - Abele Calufetti O.F.M., Il Libro della Beata Angela da Foligno, (Edizione critica), Iª edizione riservata alla Cassa di Risparmio di Foligno, Editiones Collegii S. Bonaventurae Ad Claras Aquas, Grottaferrata (Romae) 1985 (= Libro).

    Sergio Andreoli (ed.), Angelae de Fulgineo Liber, in Analecta TOR, 2010, pp. 7-224 (= Liber).

    2. Angela

    Se oggiconosciamo la vicendaspirituale diAngela, canonizzata da Papa Francesco il 9 ottobre 2013, lo si deve al fatto che, un giorno, pellegrina ad Assisi, varcando la soglia dellaBasilica Superiore di San Francesco, si mise a gridare: Amore non conosciuto, perché mi lasci?; in quei momenti si stava concludendoun’intensa esperienza mistica.

    Tra i testimoni di quellegrida, c’era il suo consigliere spirituale, fr. A., il quale successivamente la costrinse a dargli spiegazioni in merito a quel singolare evento; lei lo fece, parlandoglianche del cammino interiore, che da alcuni anni stava compiendo.

    Si è soliti dire chequesto avvenne nel 1291 - Angela eraterziaria francescana-e chetutto era cominciato nellaChiesa Cattedrale di San Feliciano, a Foligno, nel 1285, con una sinceraconfessione sacramentalegenerale.

    Il testo di questaVita, fornirà al lettore i particolaridell’itinerario misticosviluppatosi in quel periodo; gli farà anche comprendere quali mirabili sviluppi ebbe fino al 4 gennaio 1309, giorno della sua morte, equali insegnamenti Angelaimpartì aifigli spirituali,attraverso idiscorsi, idettie lelettere.

    3. Il Codice 1741 di Bologna

    Il Codice 1741, che, secondo Ludger Thier O.F.M. e Abele Calufetti O.F.M., appartiene alla Prima famiglia dei manoscritti angelani, viene da loro così descritto:

    "Pergam.; mis. 245 x 172 mm.; ff 232; rilegato in pergamena, con il dorso talmente danneggiato che del titolo restano soltanto le parole: …Catherine (sic)…. et Angele… ulgineo… secul. XV.

    An. 1485 (riferito nel f. 168v, alla fine della «vita di s. Caterina»: Anno Domini MCCCCLXXXV, ipso die sancti Valentini Martyris).

    Nel primo foglio di guardia una scritta dell’epoca del ms. dice: Vita Katherine de Senis et Angele de Fulgineo.

    Sul ‘recto’ del quarto foglio di guardia una mano, pure del sec. XV, ha notato: Liber domus capelle b.me Viginis juxta Augiam ord. Carth.

    Apparteneva alla Certosa d’Enghien (Belgio), ma nel sec. XVIII sembra fosse in possesso della famiglia bolognese Zambeccari, il cui stemma appare sopra quella «scritta»: armi sormontate dal cappello episcopale.

    Ogni pagina conta regolarmente 31 righe nere, di una scrittura semigotica molto grossa.

    Le rubriche e i paragrafi, come le iniziali, sono in rosso.

    L’ultimo foglio scritto è il 230; i due che seguono sono in bianco.

    La Vita Katherine de Senis è tra i ff. 1r-168r; quella della b. Angela tra il 169r e il 230r.

    Incipit: Incipit prologus in vita beatissime angele de Fulgineo ordinis sancti Francisci. Vere fidelium experientia probat.

    Explicit: Transivit venerabilis sponsa Christi… tempore domini Clemetis pape" (Libro, pp. 53-54).

    In nota, Thier e Calufetti citano: Ed. Ferré, p. XXII-XXIII; Ed. Doncoeur (testo latino), p. XVI; L. Frati, Indice dei Codici conservati nella R. Biblioteca Univ. di Bologna, Firenze 1909, 384 s., nr 893) (Libro, pp. 53-54).

    4. Nota sulla trascrizione

    Avendo come punto di riferimento Angelae de Fulgineo Liber¹ e seguendo i criteri adottati nel redigerlo, ho trascritto la parte relativa ad Angela da Foligno del Codice 1741, del 1485, conservato nella Biblioteca Universitaria di Bologna.

    Spero che questa trascrizione - ordinata secondo i generi letterari dei documenti: memorialia, sermones, dicta, epistulae, laudatio e notitia - torni utile a quanti si interessano di Angela da Foligno².

    5. Avvertenze

    In tondo: citazioni bibliche e parole di Angela.

    In corsivo: parole dei redattori.

    In grassetto: rivelazioni.

    Fra le parentesi [ ]: termini aggiunti o sostituiti.

    Fra le parentesi ( ): parole del codice ritenute superflue o errate.

    Adattamenti: maiuscole e punteggiatura.

    Alcune parole sono state trascritte secondo la forma corrente.

    Fra i segni < >: numero dei fogli del codice.

    In azzurro le citazioni bibliche vere o ritenute tali dalla fidelis Christi,

    in arancione altre citazioni,

    in verde le parole di rivelazioni autentiche di: frater senex, Maria Mater, Jesus Christus, Spiritus Sanctus, Deus, beatus Franciscus e ignotus, come sono riferite direttamente o ricordate dalla fidelis Christi o dai redattori,

    in rosso scurole parole delle rivelazioni false, come sono riferite dai redattori,

    in rosso le parole della fidelis Christi, come sono riferite dai redattori,

    in marronele parole dei contemporanei di Angela, esclusi frater scriptor-frater A. e altri redattori, di personaggi immaginari, della stessa fidelis Christi e dello stesso frater scriptor-frater A., quando, nel contesto delle testimonianze, sono riferite loro espressioni dirette, come sono state fissate dai redattori,

    in blu le parole del frater scriptor-frater A. e di altri redattori anonimi,

    in nero, tutto il resto.

    don Sergio Andreoli

    donsergiose@gmail.com

    ¹ Sergio Andreoli (ed.), Angelae de Fulgineo Liber, in Analecta TOR 183 (2010) 7-224 (= Liber); il testo del Codice di Bologna, come risulterà dai riferimenti riportati nei singoli capitoli e paragrafi, è incompleto, rispetto a quello del Codice CXII di Subiaco, il più esteso di tutti i manoscritti, ma non il più antico, essendo stato redatto nel 1496.

    ² Ringrazio vivamente Biancastella Antonino e Rita De Tata, della Biblioteca Universitaria di Bologna, e i padri Ludger Thier O.F.M. e Abele Calufetti O.F.M., che nel 1985 hanno curato l’edizione critica del dossier angelano (cfr. Libro), che mi è stata utilissima, per risolvere numerosi problemi di trascrizione.

    VITA

    ANGELAE DE FULGINEO

    TYPIS VARIIS EXARATA

    [I. PRIMA PARS]

    [De Angelae experientia decem memorialia]

    [1.]

    [Primum: Fratris A. Memoriale: Incipit prologus]

    [Bologna, ff. 169r/192r; Liber, pp. 11-115; Il «Liber», pp. 5-95; Subiaco, ff. 1r-a/29r-b; Autobiografia, pp. 1-207; Libro, Memoriale, pp. 125-401; Il libro, pp. 35-155; Il Libro, pp. 29-154]

    [A.]

    [Fratris A. declaratio]

    [Liber, p. 11; Il «Liber», p. 5; Subiaco, f. 1r-a; Autobiografia, pp. 2-3; Libro, pp. 126-129, Il libro, p. 37; Il Libro, p. 29]

    [B.]

    [Fratris A. introductio]

    [Bologna, f. 169r; Liber, p. 12; Il «Liber», p. 5; Subiaco, f. 1r-a/1r-b; Autobiografia, pp. 4-7; Libro, pp. 128-131; Il libro, p. 38; Il Libro, pp. 30-31]

    Incipit prologus in vitam beatissimae³ Angelae de Fulgineo Ordinis Sancti Francisci.

    Vere fidelium experientia probat, perspicit et contractat de Verbo vitae (et) Incarnato, quemadmodum ipse in Evangelio dicit:

    «[…] Si quis diligit me, sermonem meum servabit, et Pater meus diliget eum, et ad eum veniemus et mansionem apud eum faciemus»,

    et:

    «Qui […] diligit me […] manifestabo ei meipsum».

    Quam experientiam et ipsius experientiae doctrinam, ipse Deus fideles suos facit probare plenissime.

    Et hoc, etiam nuper, aliquam suarum fidelium, ad devotionem suorum, fecit praedictam experientiam et doctrinam aliqualiter indicare.

    Quae, minus plene et multum [deminute]⁴ et detruncate, in veritate tamen, verbis sequentibus describuntur.

    Qua vero causa et quomodo ego, indignus scriptor, coactus, ut credo, a Deo fuerim ad scribendum, et praedicta Fidelis Christi omnino coacta fuerit ad dicendum, reperietur scriptum infra, ubi ego incepi noscere - vel scribere -, proprio ipso loco.

    [C.]

    [Fratris A. memorialis de Angelae de Fulgineo vita primi undeviginti passus]

    [Bologna, ff. 169r/173v; Liber, pp. 12-22; Il «Liber», pp. 5-14; Subiaco, ff. 1r-b/3v-a; Autobiografia, pp. 6-27; Libro, pp. 132-157; Il libro, pp. 39-50; Il Libro, pp. 31-44]

    [a]

    [Bologna, f. 169r/169v; Liber, pp. 12-13; Il «Liber», pp. 5-6; Subiaco, f. 1r-b/1v-a; Autobiografia, pp. 6-9; Libro, pp. 132-135; Il libro, pp. 39-40; Il Libro, pp. 31-33]

    Dixit quaedam Fidelis Christi quod, colloquendo de Deo cum Socia, assignavit triginta passus, vel mutationes, quas facit anima, quae proficiscitur per viam paenitentiae, quas inveniebat in se.

    Primus passus est cognitio peccati, qua anima valde timet ne damnetur in Inferno; et in isto plangit amare.

    Secundus passus est confessio, ubi adhuc habet verecundiam et amaritudinem et adhuc non sentit amorem, sed dolorem.

    Unde, retulit mihi quod multotiens communicaverat cum peccatis, quae pro verecundia, non plene confitebatur, et de die et nocte reprehendebatur a conscientia.

    Et cum rogasset beatum Franciscum, ut inveniret confessorem ei, qui cognoceret bene peccata, ut ipsa posset bene confiteri ei, (in) ipsa nocte apparuit ei Frater senex et dixit:

    «Soror, si citius rogasses me, citius fecissem tibi, sed quod petisti, est tibi factum».

    Et mane, statim, ivi ad Sanctum Franciscum et redii cito et inveni, in reditu, unum Fratrem praedicantem in Sancto Feliciano et erat, ille Frater, Capellanus Episcopi et statim deliberavi, Domino faciente, confiteri ei plene, si ipse poterat habere auctoritatem Episcopi, vel si ipse acquireret mihi Episcopum, et fui bene confessa.

    Et ille, audita confessione mea, dixit quod, si non eram contenta de eo, ipse diceret omnia peccata coram Episcopo, dicens (quod):

    «Paenitentiam, quam ipse imponet, apportabo tibi, quamvis ego possim te absolvere sine Episcopo».

    Unde, in isto passu, [anima] adhuc habet verecundiam et amaritudinem et non sentit amorem, sed dolorem.

    Tertius passus [est] paenitentia, quam facit, satisfaciendo Deo de peccatis; et adhuc est in dolore.

    Quartus passus est recognitio divinae misericordiae, quae praedictam gratiam et misericordiam concessit ei et extraxit eam Christus de Inferno.

    Et hic incipit illuminari.

    Et tunc plus plangit et dolet, quam prius, et magis affectat facere paenitentiam acutiorem.

    Ego, Frater scriptor, dico quod, in omnibus passibus, non scripsi paenitentiam eius mirabilem, quam ipsa Fidelis Christi faciebat et quam ego didici, postquam scripseram passus praedictos, quia ipsa non manifestavit mihi tunc, nisi quantum oportebat eam dicere, pro passibus distinguendis.

    Et ego nolebam unam dictionem plus ponere, nisi sicut ipsa loquebatur; immo, (et) plura dimittebam, quia non poteram scribere.

    [b]

    [Bologna, ff. 169v/170r; Liber, pp. 14-15; Il «Liber», pp. 6-7; Subiaco, f. 1v-a/1v-b; Autobiografia, pp. 8-11; Libro, pp. 134-137; Il libro, pp. 40-42; Il Libro, pp. 33-34]

    Quintus passus est cognitio sui, quia, iam aliquantulum illuminata, [anima] [nihil]⁵ videt in se, nisi defectus; et tunc condemnat seipsam Deo, quia certissime digna est Inferno et hic recipit adhuc amarum planctum.

    Et intelligas quod in omnibus istis passibus est mora.

    Unde, magna pietas et magnum [cordolium]⁶ est de anima, quae tam graviter potest se movere et cum dolore et magno pondere versus Deum vadit et valde parvum passum facit.

    Et scio de me quod in quolibet passu morabar et plangebam et non dabatur mihi plus simul, quamvis consolatio mihi esset quod poteram plangere in quolibet passu, sed erat una consolatio amara.

    Sextus passus est quaedam illuminatio gratiae, qua profunde dabatur mihi cognitio omnium peccatorum et videbam me offendisse omnes creaturas pro me factas, in illa illuminatione, et profunde reducebantur mihi in memoriam peccata in confessione, quam faciebam de eis coram Deo.

    Et rogabam omnes creaturas, quas videbam me offendisse, ut non accusarent me.

    Et tunc dabatur mihi cum magno igne amoris orare.

    Et invocabam omnes Sanctos et Beatam Virginem, ut intercederent pro me et rogarent Amorem, qui tanta bona praedicta mihi fecerat, ut, quia cognoscebam me mortuam, faceret me vivam.

    Et videbatur mihi quod omnes creaturae haberent de me pietatem et omnes Sancti.

    Septimo: dabatur mihi respicere in crucem, ubi videbam mortuum Christum pro nobis, sed erat adhuc visio insipida, quamvis haberem ibi magnum dolorem.

    Octavo: in aspectu crucis data est maior cognitio, quomodo Filius Dei fuerat mortuus pro peccatis nostris et tunc recognovi omnia peccata mea cum dolore maximo et sentiebam quod ego crucifixeram [eum].

    Sed non cognoscebam adhuc quid esset maius beneficium: an quod me reduxerat de peccatis et de Inferno et [converterat]⁷ me ad paenitentiam, an quia crucifixus fuerat pro me.

    Sed in ista cognitione crucis, dabatur mihi tantus ignis, quod, stando iuxta crucem, expoliavi me omnia vestimenta mea et totam me obtuli ei.

    Et quamvis cum timore, tamen, tunc promisi ei servare perpetuam castitatem et non offendere eum cum aliquo membrorum.

    Et rogabam eum quod ipse me faceret istud praedictum observare, scilicet istam castitatem omnium membrorum et sensuum, quia ex una parte timebam promittere, et ex alia parte ignis praedictus cogebat me promittere praedicta et non poteram facere aliud.

    [c]

    [Bologna, f. 170r/170v; Liber, pp. 15-16; Il «Liber», pp. 8-9; Subiaco, ff. 1v-b/2r-b; Autobiografia, pp. 12-15; Libro, pp. 136-141; Il libro, pp. 42-43; Il Libro, pp. 34-36]

    Nono: dabatur mihi quaerere quae esset via crucis, ut possem stare ad pedem crucis, ubi refugiunt omnes peccatores.

    Et fuit mihi instructa et illuminata et demonstrata via crucis isto modo, scilicet quia inspiratum est mihi quod, si volebam ire ad crucem, expoliarem me, ut essem magis levis, et nuda irem ad crucem, quod parcerem omnibus, qui me offendissent, et expoliarem me de omnibus terrenis et de omnibus hominibus et feminis et de omnibus amicis et parentibus et de omnibus aliis et de possessione mea et de meipsa, et cor meum darem Christo, qui mihi praedicta beneficia fecerat, et irem per viam spinosam, scilicet tribulationis.

    Et tunc coepi dimittere pannos meliores et de cibariis et de pannis capitis, sed erat mihi satis verecundum et poenosum⁸, quia non sentiebam adhuc de amore et eram cum viro meo, unde, et amarum erat mihi, quando dicebatur mihi iniuria, vel quando fiebat mihi iniuria; tamen, sustinebam patienter, sicut poteram.

    Et factum est, Deo volente, quod illo tempore mortua fuit mater mea, quae erat mihi magnum impedimentum, et postea mortuus est vir meus et omnes filii (in) brevi tempore.

    Et quia inceperam viam praedictam et rogaveram Deum quod morerentur, magnam consolationem inde habui, scilicet de morte eorum.

    Et cogitabam quod deinceps, postquam Deus fecerat mihi praedicta, (quod) cor meum semper esset in corde Dei et cor Dei semper esset in corde meo.

    Decimo: cum quaererem a Deo quid possem facere, per quod plus ei placerem, ipse, pro sua pietate, apparuit mihi pluries dormienti et vigilanti in cruce crucifixus et dicebat mihi quod ego respicerem in plagas suas et mirabili modo ostendebat mihi quomodo omnia sustinuerat pro me; et hoc fuit pluries.

    Et cum ostenderet mihi omnia singulariter et singillatim, quae sustinuerat pro me, dicebat mihi:

    «Quid, ergo, potes facere, quod tibi sufficiat?».

    Similiter apparuit mihi multotiens vigilanti, et magis placibiliter quam dormienti, quamvis semper appareret multum poenatus, et dicebat mihi, ut dixerat dormienti, ostendendo a pedibus usque ad caput poenas.

    Etiam ostendebat pilos barbae et superciliorum et capitis sibi evulsos et numerabat omnes flagellationes, scilicet assignando singulas flagellationes, et dicebat:

    «Haec omnia pro te sustinui».

    Et tunc reducebantur mihi in memoriam (meam) mirabiliter omnia peccata mea, quibus ostendebatur mihi quod, cum

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