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Il rischio finale (Jake e Colette): Match Point, #1
Il rischio finale (Jake e Colette): Match Point, #1
Il rischio finale (Jake e Colette): Match Point, #1
E-book490 pagine5 ore

Il rischio finale (Jake e Colette): Match Point, #1

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Info su questo ebook

Colette è stanca di essere la pecora nera della famiglia, ovvero il progetto fallito del prestigioso matrimonio Kessler. Ora, più che mai, è disposta a dimostrare il suo valore professionale come giornalista. Quando le viene offerta un'opportunità lavorativa, accetta di mettersi totalmente in gioco. Ma non mette in conto qualcosa: il nuovo incontro con l'unica persona capace di confonderla, abbastanza da mandare in fumo la sua determinazione di allontanarsi da ciò che tutti chiamano tentazione. Tuttavia, la parte più difficile sarà affrontare un grande segreto che arriverà a sbilanciarla, lasciandola confusa e vulnerabile.

Una carriera promettente bruscamente interrotta, un fisico che lascia le donne a bocca aperta e una determinazione ferrea sono le caratteristiche di Jake Weston, famoso giocatore di tennis californiano. Uno che non prende sul serio alcuna relazione, specialmente da quando la sua ex promessa sposa l'ha tradito. Quando il programma televisivo che conduce viene annullato improvvisamente, la sua vita perde sembra perdere senso. Ma il destino è curioso, e pone sul suo cammino l'unica donna che la sua memoria non è stata in grado di cancellare. C'è solo un piccolo dettaglio: Colette lo odia, mentre lui la vuole. Dopo tutto, sembra che il passato sia venuto a riscuotere i suoi debiti.

LinguaItaliano
Data di uscita12 apr 2019
ISBN9781540112620
Il rischio finale (Jake e Colette): Match Point, #1

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    Anteprima del libro

    Il rischio finale (Jake e Colette) - Kristel Ralston

    Indice

    Indice

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Capitolo 11

    Capitolo 12

    Capitolo 13

    Capitolo 14

    Capitolo 15

    Capitolo 16

    Capitolo 17

    Capitolo 18

    Capitolo 19

    Capitolo 20

    Capitolo 21

    Capitolo 22

    Capitolo 23

    Capitolo 24

    Epilogo

    Sull’autrice

    Punta alla luna. Male che vada, avrai camminato tra le stelle.

    (Autore sconosciuto)

    Capitolo 1

    ––––––––

    —Non puoi parlare seriamente, Theo!— gridò Jake dando un colpo sulla scrivania del produttore della catena sportiva SWC, la più popolare della California. Era arrivato alla stazione televisiva da quindici minuti quando il suo co-conduttore, Patrick Lombardo, lo aveva informato che non sarebbero più andati in onda. —Come puoi cancellare il mio programma? È quello con i maggiori ascolti di tutta la West Coast degli Stati Uniti!

    Il produttore era preparato a quello che sarebbe successo.

    Tutti conoscevano i capricci e il cinismo di Jake Weston. Lui era il beniamino della stampa sportiva da quando aveva iniziato la sua carriera nel tennis in tenera età, vincendo anche sette trofei del Grande Slam e un titolo di Masters. Jake aveva messo fine alla sua carriera per un grave infortunio al braccio sinistro, quattro anni prima.

    —Mi dispiace, ragazzo— Theo si aggiustò un bottone della camicia verde dalla quale traspariva la prova della sua mancanza di esercizio fisico —sono ordini dall’alto. La catena ha problemi di soldi e il tuo stipendio e quello di Lombardo sono i più alti; in più, alcuni sponsor sono riluttanti a investire, visto quanto costa la pubblicità di Stars Match.

    Theodore Artemini era nel settore della produzione televisiva da più di trent’anni. E, a sessant’anni, pensava già di andare in pensione. Anche per lui era doloroso che Jake e il famoso giocatore di calcio Patrick Lombardo uscissero dalla programmazione. Infatti, entrambi attiravano una fetta di pubblico, quello femminile, che altri canali sportivi non avevano. Quando veniva trasmesso il programma c’era una sfilata di donne che aspettavano fuori dalla SWC solo per veder passare Jake e Patrick, o per chiedergli autografi e fotografie.

    —Stronzate!— ruggì. —Hanno intenzione di dare spazio a quell’imbecille di Kruster? Per farlo parlare addirittura di quell’inutile golf! Stars Match ha vinto i premi televisivi della California come miglior programma di sport da quando abbiamo iniziato, cinque edizioni fa.— Curvò le dita, leggermente callose per tutti gli anni trascorsi a impugnare una racchetta da tennis, sul bordo della scrivania del produttore e lo guardò con aria di sfida. —I nostri ascolti ci sostengono. Il pubblico ci adora, maledizione— ringhiò.

    Theo sospirò paziente quando notò che la vena del collo di Jake aveva smesso di pulsare. L’ex giocatore si sedette svogliatamente su una delle costose sedie dell’ufficio.

    —Calmati, Jake. Kruster non lavorerà qui, lo hanno chiamato da Atlanta per un progetto. Ascolta ragazzo, a me l’idea di abbandonare il programma piace meno che a chiunque altro. Pensavo di andare in pensione il prossimo anno, ma se il programma finisce, chiudo anche io— sospirò stancamente. —Voglio trascorrere del tempo con mia moglie e le mie figlie. Il lavoro televisivo costringe a molti sacrifici.— Accese un sigaro. Diede un paio di boccate e si stese all’indietro, più rilassato. —So che Stars Match conta per te, più che per Lombardo. Forse potresti dedicarti a formare dei giovani tennisti. Ci hai pensato?

    Lo sguardo di Jake si accese di rabbia.

    —Sono una maledetta star che si è ritirata dal tennis internazionale, non ho voglia di dare lezioni a dei ragazzi che a malapena sanno cosa siano lo sforzo e il sacrificio per fare carriera.— Si alzò in piedi e iniziò a camminare avanti e indietro sul pavimento in moquette. Dover lasciare il posto che era stato il suo unico punto d’appoggio negli ultimi anni lo faceva arrabbiare. Dopo il suo ritiro, i milioni di dollari che aveva sul conto non gli davano soddisfazione; ad essere sinceri, si sentiva come se la notizia appena ricevuta gli avesse tolto il senso dell’orientamento, e questo lo esasperava. Gli era costato tantissimo riprendersi dal colpo che aveva rappresentato non poter tornare professionalmente sui campi da tennis, e ora succedeva questo. —Non abbiamo bisogno di soldi, né Patrick né io. Forse Fred Dillon vuole tutto gratis, nel suo canale? Possiamo andare in un’altra stazione televisiva!

    Theo scosse la testa e le ciocche dei suoi capelli bianchi si agitarono.

    —Hai trentacinque anni, e decenni davanti a te per costruirti una carriera come commentatore sportivo, o qualunque cosa tu voglia fare. Guarda, Jake, sono periodi, e il nostro è terminato. Non possiamo passare ad un’altra stazione televisiva, lo sai che abbiamo firmato i diritti per la SWC. Quindi il progetto è il loro.— Theo si toccò la barba folta, pensieroso. —Mi hai detto che ti hanno proposto di fare l’attore. Perché non provi a inserirti in questo campo? Le donne muoiono per te e saranno sicuramente contente di vederti seminudo in TV—disse ridendo. —So che alcune attrici sarebbero più che disposte ad essere tue partner in un film.

    Jake disse sottovoce qualcosa sulla mancanza di prospettiva.

    —Fingere non fa per me— disse con riluttanza. —E ho già abbastanza donne che mi lanciano lingerie addosso e mi riempiono l’Aston Martin di numeri di telefono e proposte audaci— rispose acidamente, passandosi stancamente la mano sui folti capelli biondo scuro.

    Il produttore rimase per un po’ a guardarlo prima di continuare.

    —Hai bisogno di riposare— suggerì gentilmente, abbandonando il suo tono scherzoso. — I capi non cambieranno idea sul programma.

    —Posso dire al mio agente di parlare con Dillon. Nonostante a volte sia un po’ imbecille, il proprietario del canale sa quando sta commettendo un errore.

    Theo guardò il volto deciso di Jake. Si fissò sulla mascella forte, sul naso dritto e gli zigomi angolosi. Non a caso lo chiamavano il Gladiatore, quando era attivo sui campi da tennis. Il ragazzo aveva saputo sfruttare il suo fisico e il suo successo. Purtroppo in quest’occasione erano stati ostacolati. In tema di numeri, o di capricci come nel caso del proprietario del canale televisivo, non c’era molto da fare. La cancellazione del programma non aveva la retromarcia.

    —Il tuo agente di solito non è molto amabile.— Jake sorrise al commento. Gordon Rister era tutt’altro che dolce, ma sapeva negoziare molto bene. —Ho parlato con Dillon questa mattina, Jake. Mi sono incontrato con lui e con alcuni nuovi creativi per quattro lunghe ore. Questi ragazzi sempre più pazzi gli hanno messo delle idee in testa, e lo sai com’è Fred Dillon quando si entusiasma per qualcosa. Mi ha detto che pensa di cambiare il formato della programmazione di sport, vuole qualcosa di più leggero— scosse la testa deluso. —Oltre a questo, vuole aggiungere un reality show— disse a Jake con rassegnazione. — So che siamo un buon materiale televisivo, ma Dillon è il proprietario della stazione e dei diritti— concluse con un sorriso stanco.

    —I soldi non sono un problema. Patrick e io possiamo stare senza stipendio, ma detesto vedere la quantità di stupidaggini e incongruenze che i commentatori dicono nelle notizie sportive. I rapporti sono sempre meno supportati, e agli sportivi non viene dato il posto che meritano. Io so cosa vuol dire vivere su un campo da tennis, conosco la concorrenza, l’adrenalina, e so come un commento cattivo può rovinarti la giornata! Anche Patrick lo sa, e abbiamo fatto entrambi un buon lavoro, non solo per noi, ma per i nostri colleghi che soffrono per per la disinformazione dei giornalisti— disse di slancio.

    Theo lo guardò pensieroso.

    —Forse dovresti pensare che quanto è appena successo con il programma è un segno del destino, Jake. Ci sarà qualche altra cosa che tu possa fare, forse è ora di cambiare rotta. So che tolleri poco le persecuzioni della stampa ...

    —Non ho tempo di mettermi a pensare ai maledetti segni del destino— lo interruppe. —È passato il tempo delle celebrazioni, dopo il mio ritiro. Theo, ora la stampa ha altri giovani obiettivi nel mirino. Io uso i mezzi a mia disposizione; dopo tutti i pettegolezzi che hanno inventato su di me, non ho remore a farlo. Quindi non darmi lezioni. Ciò che voglio è lavorare nel campo dello sport; e questo è quello che facevo, fino a venti minuti fa —disse infastidito, guardando il suo orologio Tag Heuer.

    Gli occhi azzurri di Theo brillarono di saggezza e si fissarono nello sguardo grigio del giovane che aveva davanti. Rilasciò lentamente il fumo del sigaro che stava fumando, come se stesse meditando su ciò che avrebbe detto dopo.

    —Sono passati quasi due anni da quando quella ragazza è uscita dalla tua vita, Jake. La stampa ha dimenticato la questione e credo che dovresti averlo fatto anche tu. Volta pagina. Forse è stato meglio così. So che essere occupato ti ha aiutato a distenderti. Ma è ora che tu smetta di spingere così tanto. Non so se hai notato che dal momento della storia con quella ragazza, hai più obblighi di quelli che forse sei capace di sopportare. In un primo momento, Stars Match è stata una terapia, una terapia molto buona; ma adesso, quando riposi o quando ti concedi una pausa? Se non sei sul set dello studio, viaggi per partecipare ad una manifestazione tennistica per beneficenza dall’altro lato del mondo, o curi il business del vino che hai a Napa Valley...

    La bocca sensuale di Jake si arricciò in una smorfia che era l’ombra del sorriso abbagliante che gli aveva procurato alcuni spot televisivi ben pagati. Tollerava che Theo gli parlasse in quel modo perché, bene o male, era una delle poche persone dalle quali accettava dei consigli, e sapeva che era sincero. Tuttavia, il semplice accenno alla sua ex promessa sposa lo irritava.

    Aveva strisciato ai piedi di Lauren Jovinella per un anno, fino a quando finalmente aveva accettato di sposarlo... e poi tutto era andato storto. L’aveva conosciuta ad una cena di beneficenza per bambini disabili con limitate risorse finanziarie, quando Stars Match era in onda già da tre anni. Quello che era successo tra loro ancora lo irritava.

    La stampa aveva creato un circo mediatico intorno alla loro storia. Pure menzogne. E concedeva a Lauren solo il merito di aver mantenuto il silenzio sulle reali ragioni della loro rottura. I media avevano pubblicato la versione che gli conveniva maggiormente, e cioè che lei lo aveva lasciato per un ricco allevatore di purosangue del Kentucky.

    Per Jake questa invenzione era meno dannosa dell’amara verità.

    Si sporse in avanti sulla sedia e appoggiò i gomiti sulle ginocchia. Guardò Theo con cinismo.

    —Lauren è acqua passata. Non sei il mio maledetto psicologo.

    L’amico di Jake sospirò cercando di non perdere la pazienza.

    —E non pretendo di esserlo. Però, figliolo, non hai smesso di lavorare, né di fare campagne pubblicitarie; devi prenderti una pausa. Se consideri l’eccesso di attività professionali un mezzo per rilassarti, bene, lo hai già fatto abbastanza. Perché non ti ritiri in un posto più tranquillo per una stagione? Forse ti farebbe bene cambiare aria, e iniziare a goderti tutti quei milioni che hai accumulato nella tua carriera.

    Jake alzò un sopracciglio, con arroganza.

    —Inizi a parlare come mia madre. Theo, non ficcare il naso nella mia vita personale— gli puntò l’indice contro, —e pensa piuttosto a come faranno a sopportarti i tuoi nipoti, se andrai in pensione . Non credo che possano resistere a lungo a un nonno così prepotente, che il cielo li protegga!

    Theodore rise di cuore. Spense il sigaro nel portacenere. Non avrebbe insistito sulla questione, alla fine sapeva che Jake avrebbe ragionato sull’idea di prendere le cose con più calma.Avrebbe lasciato che la situazione seguisse il suo corso. Lui era una vecchia volpe negli affari, conosceva la psicologia delle star, il loro ego, e, anche se Jake aveva un temperamento da paura, riconosceva che si trattava di un ragazzo che era maturato e ora stava coi piedi per terra. Ma, soprattutto, era una persona integra.

    —Quando vuoi che Patrick e io ci congediamo?— chiese, praticamente sputando fuori le parole.

    Il produttore respirò, sollevato dal fatto che la battaglia fosse finita. Intrecciò le dita grassocce della mano sulla scrivania.

    Guardò Jake, sapendo come sarebbe terminata quella discussione.

    —Oggi.

    —Oggi!?

    Per tutta risposta, Theo si strinse nelle spalle, e Jake uscì sbattendo la porta.

    ***

    Colette stava sbattendo un po’ di panna per metterla sul suo caffè, mentre osservava come svanivano le ultime tracce di luce a Santa Monica. Era grata del fatto che entro due settimane sarebbe arrivata la stagione dell’anno che preferiva, la primavera.

    Dal balcone del suo appartamento vicino alla spiaggia, il vento soffiava dolcemente, ma era ancora freddo. Si sistemò il maglione, e bevve un sorso del liquido caldo che teneva tra le mani. Aggiunse un po’ più di panna e zucchero. Dopo averlo assaggiato sorrise. «Delizioso.»

    —Vieni qui, Colie!— gridò la sua migliore amica dal salone, chiamandola col suo soprannome. —Stanno dando la sintesi degli sport e sullo schermo c’è quella delizia del tennis. Dovrebbero impacchettarlo e portarmelo— disse ridendo.

    Anche Colette si mise a ridere, e si incamminò verso il salone. Non le piaceva il programma Stars Match, presentato da due sportivi che si erano ritirati. Per lei erano due arroganti senza nessuna particolarità speciale che li facesse risaltare durante i quarantacinque minuti del programma. Kate, la sua amica da sempre, sembrava conoscere la biografia di tutti gli uomini famosi in California.

    —Metti il canale delle notizie— mormorò, sorseggiando il liquido aromatizzato all’amaretto. Le avevano sempre detto che l’elisir di lunga vita dei giornalisti era il caffè, e lei non poteva fare a meno di concordare con quel magnifico apprezzamento dell’associazione giornalisti. —Andiamo, Kate.— Si avvicinò e le tirò la coda bionda sorridendole. —Siamo giornaliste e abbiamo bisogno di seguire notizie più interessanti.

    Kate Blansky respinse le parole della sua amica con un gesto della mano. Poi bevve diversi sorsi dal bicchiere pieno di acqua Evian.

    —Gli sportivi sono seri, Colie —disse senza smettere di guardare il televisore al plasma con immagini ad alta risoluzione.— Presta attenzione— indicò enfaticamente con il dito —Quelli sono uomini veri! Stanno solo aspettando che appaia la donna perfetta per sposarsi— commentò, sospirando quando i conduttori apparvero in primo piano sullo schermo.

    Colette si sedette sulla sedia verde. Prese un po’ di chips di mais dalla ciotola di Kate, e fissò lo sguardo sul televisore. Un gran cartello della SWC faceva da sfondo, e i due presentatori, impeccabilmente curati, sorridevano e parlavano con cameratismo delle notizie sportive.

    —Non credo che sposarsi sia ciò che vogliono —mormorò concentrandosi sul presentatore dai capelli biondo scuro. Guardava con orgoglio la telecamera e sembrava molto pieno di sé. Anche se, costretta da Kate, lo aveva visto molte volte nel programma, e anni prima durante le partite televisive di tennis, quel giorno il volto di Jake Weston sembrava irritato. «Sicuramente l’amante del momento lo avrà piantato in asso», pensò con un sorriso cinico, bevendo il caffè. Sapeva meglio di chiunque altro come si comportava Weston con una donna che aveva smesso di essere una novità.

    —Prendo per buono ciò che dici in merito a Jake. Sai che la sua ultima fidanzata, beh, la sua promessa sposa, lo ha lasciato per un allevatore di cavalli del Kentucky?— disse Kate, prima di bere alcuni sorsi d’acqua. Piegò le gambe abbronzate per sistemarsi meglio. —O almeno questo è quello che hanno detto i giornali. È stato il pettegolezzo più interessante degli ultimi due anni, e dicono che da allora Jake non prende più sul serio nessuna donna.

    Colette alzò gli occhi al cielo.

    —Sicuramente viene lasciato perché è un donnaiolo.

    Kate le tirò un cuscino, che Colette prese al volo prima che le arrivasse in faccia.

    —Andiamo, Colie, se si era impegnato non è... Aspetta!— Le prese la mano, spingendola a guardare quello che succedeva sullo schermo. I presentatori si erano appena alzati in piedi, una cosa insolita, almeno per Kate che seguiva il programma ogni giorno. —Patrick dice che devono fare un annuncio importante.— Afferrò il telecomando e alzò il volume. —Ascoltiamo.

    —...quindi vogliamo ringraziare tutto il nostro pubblico che ci ha accompagnato nel corso degli ultimi cinque anni, per la fedeltà e per il sostegno. Purtroppo tutte le cose belle hanno una fine, non è così, Jake?

    Con il suo sguardo grigio e i lineamenti scolpiti alla perfezione, Jake sembrava trasmettere un messaggio intimo e personale. Qualcosa si mosse, in lei, nell’ascoltare la voce roca e profonda, qualcosa che le guastò l’umore. Era difficile fingere che la delusione per Jake fosse del tutto scomparsa, ma con Kate a caccia di informazioni, e che in più era pazza di quei presentatori, avrebbe fatto meglio a continuare con il suo finto disinteresse. La sua migliore amica era furba e se avesse avuto qualche indizio sul fatto che lei e Jake si conoscevano, non l’avrebbe lasciata in pace fino a quando non avesse ottenuto tutte le informazioni.

    Colie respinse qualunque emozione, e si concentrò su quello che diceva l’ex tennista.

    Non lo metto in dubbio. È stato un piacere condividere con voi ogni sera dal lunedì al venerdì. Voglio ringraziare i nostri sponsor, che ci hanno sempre spinto a un lavoro responsabile ed esperto. Vi lasciamo ora a Directo 24, il notiziario stellare! A presto, California.

    Buonanotte e nuovamente grazie— disse Patrick in primo piano, e poi si voltò dando una stretta di mano a Jake, mentre la telecamera si allontanava, lasciando come ultima inquadratura i due presentatori che parlavano.

    La trasmissione finì con un video dei migliori momenti degli ultimi cinque anni di Stars Match.

    —Oh, mio Dio! Questa bomba non me l’aspettavo!— esclamò Kate in maniera intensa come faceva sempre con tutto. Si voltò verso Colie che la guardava con un sorriso. —Non puoi sorridere! È una notizia triste.

    —Per il pubblico femminile, o per i fan dello sport?

    Kate la fulminò con lo sguardo, e Colette contenne una risata.

    —Sei un’insensibile. Quello era il miglior programma di tutto lo stato. Due giovani leggende dello sport!— sospirò come se avesse vissuto un’esperienza traumatica. —Non me lo aspettavo.— Si mise due chips in bocca. —Domani saranno al centro dei pettegolezzi, vedrai. Ho l’impressione che Weston si senta ogni volta meno attratto dalla stampa.

    —Dovresti curargli le pubbliche relazioni, se ti preoccupa così tanto la loro immagine— disse Colette dando in una risata, mentre si alzava in piedi evidenziando il suo metro e sessantacinque di altezza, e i capelli neri e lisci che le arrivavano all’altezza delle spalle. Aveva una figura esile con curve adeguate, anche se le sarebbe piaciuto avere un seno meno generoso. Le sue due sorelle, che vivevano con mariti e figli a New York, erano solite dirle che il suo seno superava le misure richieste dalla passerella , e che aver rinunciato a fare la modella le aveva risparmiato molti rifiuti nel settore. Come faceva a dire che in realtà voleva essere una modella solo per loro... per sentirsi meno oscurata dai loro successi? Fortunatamente la sciocchezza di seguire l’esempio professionale delle sue sorelle non era mai andata avanti, e aveva trovato nel giornalismo una fonte inesauribile di possilità per essere sé stessa.

    —Ah ah. Divertente come sempre.

    Colette si strinse nelle spalle senza smettere di sorridere, e poi lasciò la sua tazza di caffè sul tavolino del piccolo salone dell’appartamento che condividevano da diversi anni.

    —È solo uno stupido programma, Kate. Dai, andiamo a fare un po’ di esercizio?— chiese andando nella sua stanza per indossare abbigliamento sportivo.

    —Va bene, io sono già vestita da yoga, va bene anche per correre.— Si avvicinò alla porta della stanza di Colette, mentre lei si aggiustava ìl top e si faceva la coda. —A proposito, so che l’appartamento lo paghiamo a metà, non voglio disturbarti, ma...

    Colie si voltò quando fu pronta.

    —Sai già che puoi chiedermi ciò che vuoi. Viene quel tuo fidanzato a trascorrere qualche giorno e vuoi lo spazio tutto per te?— le chiese iniziando a fare un lieve preriscaldamento.

    —Ehm, non esattamente— disse nervosamente. —È Damon che arriva in città. Ti disturba?

    Colette e il fratello maggiore di Kate avevano avuto una specie di storia anni prima, alcuni mesi prima che i suoi genitori la mandassero in Francia. Lui era più grande di sei anni, e lei non aveva potuto evitare di farsi coinvolgere dal suo ottimismo e dalla sua maturità. A Damon aveva dato il suo primo bacio, ma quando aveva cercato di fare il secondo passo, lei aveva valutato la sua amicizia con Kate, e quello che sarebbe successo se la relazione con Damon fosse andata male. Non avrebbe mai sacrificato il legame con la sua migliore amica. Quando lo aveva detto a Damon, questi le aveva assicurato che capiva. Da quell’episodio erano passati quattro anni, e le poche volte che si incontravano, si comportava come se non fosse successo nulla.

    A volte rimpiangeva di non aver lasciato che Damon fosse la sua prima esperienza sessuale, perché, se lo avesse permesso, non avrebbe dovuto farsi carico di ricordi che preferiva relegare nel profondo della sua memoria.

    —Niente affatto, lo sai che andiamo d’accordo.

    Kate fece un sospiro di sollievo. Le era dispiaciuto che suo fratello e Colie non fossero andati oltre la semplice attrazione estiva. Ma nel suo intimo era molto grata per questo, perché sarebbe stato terribile se la sua migliore amica e suo fratello si fossero odiati, e lei avesse dovuto fare da mediatrice.

    —Grande! Resterà solo per pochi giorni, anche se non c’è ancora una data esatta d’arrivo. Dice che vuole cambiare l’aria di Burbank con quella della spiaggia di Santa Monica— si strinse nelle spalle. —Non gli do torto. Dopo Orange County, e anche dopo aver vissuto qui per un po’, non riesce a concentrarsi.

    —Senza dubbio. È ancora fidanzato con Valerie?— chiese mentre collegava l’Ipod.

    Kate cercò di trovare qualche accenno di interesse da parte di Colie, aldilà della semplice domanda, ma non ne trovò alcuno.

    —Hanno rotto pochi mesi fa. Lei mi piaceva. L’ho conosciuta quando sono stata a Burbank a vedere il nuovo ufficio di mio fratello. Sai che collabora con la Disney?

    —Sì, me lo ha raccontato qualche volta in una di quelle mail che ci scambiamo raramente. Non avrei mai immaginato che l’industria dell’animazione e dei fumetti potesse essere così intensa. Possiamo portarlo in un bar, magari incontra qualcuna e si dimentica di Valerie— sorrise.

    —Lo sai che il ruolo di cupido è mio e non tuo— rispose scherzosamente, —e per ora non voglio vedere mio fratello che vive una delusione.— Colette sapeva che Kate, pur negandolo, era molto gelosa di suo fratello. —Quindi abbandoniamo l’idea di una serata passata a bere ricordando i vecchi tempi.

    —Parli come una vecchia, e abbiamo venticinque anni— scherzò Colette. —Ora vai a prendere il tuo Ipod, che poi inizi a fare conversazione e non mi permetti di completare la mia routine.

    —Sì, mio comandante!

    Con una risata, Colette sistemò la playlist del suo Ipod prima di uscire con la sua amica verso il porto di Santa Monica.

    ***

    Dopo aver fatto l’annuncio in trasmissione, Jake si congedò dal team della produzione. Theodore gli chiese di tentare di vedere l’aspetto positivo della situazione, e ottenne un grugnito in risposta.

    Nell’aprire la porta sul retro dello studio, l’aria fresca della notte colpì Jake, così come i flash delle macchine fotografiche dei paparazzi che erano a caccia di dichiarazioni sulla cancellazione improvvisa di Stars Match. Lui non aveva voglia di parlare con la stampa, lottava coi giornalisti da quando aveva memoria, ed era stanco di gossip e interviste. Si sentì improvvisamente stanco di quel mondo di attenzione mediatica.

    Iniziò a camminare velocemente verso la sua automobile, facendosi spazio nel gruppo di giornalisti che potevano essere tanto dei parassiti quanto delle persone ben intenzionate. Odiava la stampa, specialmente dal momento dell’incidente che aveva causato la morte di suo padre, sua sorella e suo cognato. I media non avevano rispettato la sua necessità di privacy, e lui era quasi impazzito nel vedere come il suo nome e le fotografie dell’incidente d’auto apparivano ogni giorno sulla stampa con nuove versioni, testimoni usciti dal nulla e mille persone che facevano congetture. Aveva odiato quel periodo della sua vita più di qualunque altro.

    Jake, come ti senti a dover lasciare il programma?— gridò una giornalista. —È vero che stai uscendo con la protagonista di Peccato Ardente, Deanna Jonas?

    Jake un messaggio, per le tue fan!— chiese un altro. —Dicci se è vero che hai proposto una notte di passione alla modella Olga Kaster a Dubai.

    Posa per The Meridian, Jake!— quasi pregò un fotografo.

    Un sorriso per le tue fans The Eye of Surf— chiese un altro professionista con la testa rasata, e diversi orecchini all’orecchio.

    Quale sarà ora il passo successivo nella tua vita, Jake?

    Davanti all’ultima domanda, Jake si fermò bruscamente. Si voltò. Intorno tutti sembrarono calmarsi. Temevano che il carattere del Gladiatore si facesse sentire. Non successe, e Jake ebbe quasi voglia di ridere nel vedere le facce sollevate.

    Il giornalista tese il microfono, cosciente di essere l’unico ad aver ottenuto l’attenzione dell’ex ragazzo d’oro del tennis. I flash delle macchine fotografiche iniziarono a balenare velocemente. In lontananza, Jake sentì i passi affrettati delle sue fans che gridavano frasi incomprensibili nel tentativo di avvicinarsi a lui. Se non fosse andato via subito sarebbe rimasto intrappolato, ma sentiva la necessità di rispondere alla domanda.

    —Di quale giornale sei?

    —Amazing Chronicles, sono Frank Timbrell.

    —Bene, Frank. Cambiare rotta. Questo è il passo successivo.— E, dicendolo, comprese che era ciò che Theodore gli aveva suggerito, e il vecchio aveva ragione. Era il momento di cercare un po’ di tranquillità, e un approccio diverso. L’unica cosa che sapeva, era che non sarebbe tornato sul set televisivo. —Lascerò la televisione.

    Le esclamazioni dei giornalisti riempirono il cerchio intorno a Jake.

    —Sei arrabbiato con Fred Dillon per la cancellazione del tuo programma?— chiese una giornalista magra che riuscì a farsi spazio nel tumulto dei colleghi fino ad arrivare a Jake. Lavorava al Los Angeles Times da venticinque anni, e curava il settore degli spettacoli.

    —Assolutamente, Katty.— La donna era stata di grande aiuto nel consigliarlo sul modo di gestire i giornalisti. Se poteva dare un’esclusiva a qualcuno e assicurarsi che tutto venisse scritto in modo fedele alla verità, questa era Katty Williams. —Credo che nella vita tutto debba essere rinnovato. Cercherò una nuova direzione per la mia carriera, e in merito alla SWC posso assicurarti che ci mancherà.— Lasciò che il suo famoso sorriso affascinasse i giornalisti.

    Tutti risero al commento, e i flash si accesero in sequenza.

    —Jake, pensi di restare a Beverly Hills?— chiese lei.

    Lui negò.

    —Allora, lascerai la California?

    —La California è la mia casa, non potrei vivere in nessun’altro stato. Voglio solo riposare lontano dalle telecamere. È tutto.

    —È una decisione definitiva?

    —Katty— disse col suo tono scherzoso, —sei più curiosa che mai. Ma siccome oggi ti sei comportata bene e non mi hai colpito col tuo microfono— i giornalisti risero, —ti dirò che il mio ritiro dalla televisione non prevede ripensamenti, e quando saprò qualcosa sui miei piani, Gordon vi invierà sicuramente un comunicato stampa.— Non voleva dire nulla sulla sua vita a partire da quella sera, a meno che i suoi piani non coincidessero con la necessità di utilizzare i media a suo favore.

    —Dove andrai?— interruppe un altro giornalista spingendo gli altri fino a raggiungere Jake, e facendo restare indietro Katty. Così andava la caccia di notizie a Los Angeles. —Venderai la tua casa?

    —Ancora non lo so.— Si che lo sapeva. Avrebbe lasciato per un periodo la sua casa nel lussuoso quartiere residenziale di Bel Air. Infatti, gli era appena venuto in mente il luogo perfetto per vivere, e non sapeva perché gli ci fosse voluto tanto tempo per capire che aveva bisogno di più natura intorno a sé. —E, se lo sapessi, sicuramente non te lo direi, non ti venisse in mente di seguirmi per ottenere un’intervista.

    Tutti risero. Uno dei motivi per cui lo adoravano era il suo modo di rispondere alle domande senza sembrare rude, e inoltre riusciva a stupire i giornalisti con le sue battute, o con il suo favoloso affascinante sorriso. Ad eccezione di quando lo facevano arrabbiare, in quel caso diventava veramente irraggiungibile.

    Le urla delle fan erano sempre più vicine.

    —Una domanda ancora...— iniziarono a gridare alcuni, quando notarono che aveva intenzione di allontanarsi.

    —Ci vediamo, ragazzi— si congedò cercando di aprirsi un varco. Secondi dopo, c’erano le guardie che gli toglievano di dosso alcune ragazze che cercavano di toccarlo, mentre lui entrava nella sua Aston Martin azzurra, e guidava verso la sua residenza da sette milioni di dollari.

    Capitolo 2

    ––––––––

    Jake parcheggiò nel garage per otto vetture della sua residenza di Bel Air, tra la Porsche e la Jaguar. Durante il tragitto verso casa gli era venuta voglia di accettare l’invito ad andare in un famoso ed esclusivo club di striptease, insieme ad un gruppo di amici. Poi aveva immaginato la quantità di titoli che la stampa avrebbe tirato fuori, e le fotografie recuperate da qualche sconosciuto che cercava di ottenere cinque minuti di celebrità a sue spese, e aveva scartato quella possibilità.

    Ricordava chiaramente come, nei primi mesi dopo aver annunciato il suo ritiro dallo sport, si fosse guadagnato il titolo di  allegro playboy, e fosse in cima ai titoli delle riviste settimanali di gossip. Poteva dire di conoscere tutte le migliori discoteche di Hollywood. Era stato Stars Match il progetto che lo aveva aiutato a riportare la sua immagine professionale a com’era nei suoi momenti di gloria sportiva: impeccabile, sana e positiva. Il programma televisivo era stato la sua terapia emozionale, una terapia alla quale si era dedicato completamente, non solo quando aveva annunciato il suo ritiro, ma quando i suoi familiari erano morti in quel grave incidente, e quando tutto era finito con Lauren. Per lui, Stars Match era più di un programma; per questo il fatto che il proprietario della stazione televisiva lo avesse sospeso lo aveva fatto tanto arrabbiare. Ma si considerava un combattente, e avrebbe nuovamente trovato la sua direzione. Ne era certo.

    Non sarebbe tornato ad essere il Jake Weston che godeva della fama e delle donne facili quando era il numero uno della classifica ATP; quando era uno dei migliori giovani giocatori del Nord America. Disconosceva quel Jake che amava spendere soldi a fiumi, fare feste selvagge quando non si allenava e sfuggire al suo allenatore, perché si considerava troppo brillante per fallire in campo, e che era disposto a mangiarsi il mondo senza preoccuparsi di niente. Quel ragazzo era lontano cento anni luce dall’uomo che era adesso.

    Inoltre, sapeva che non si sarebbe mai ripreso del tutto dall’impatto emotivo che gli aveva causato l’incidente d’auto in cui erano morti suo padre, sua sorella Carole e Orson, suo cognato. Era una situazione che l’aveva segnato; lo aveva svegliato brutalmente da quella vita spensierata, dopo il suo ritiro. Una vita che molti consideravano invidiabile, e forse lo era, ma, dal giorno in cui erano morti i suoi cari, tutto si era trasformato in un inferno.

    Ricordava la fatidica notte dell’incidente. Pioveva moltissimo, e lui stava facendo visita a sua madre che era rimasta a prendersi cura di suo nipote Brad, che in quel periodo aveva un anno. Era appena tornato da un torneo in Europa, e aveva portato dei regalini per il piccolo. Era molto felice per il risultato che aveva ottenuto nel Masters di Montecarlo, quando sua madre aveva ricevuto la terribile notizia per telefono.

    Le autorità avevano sollecitato la necessità del riconoscimento dei corpi da parte di qualche parente stretto. Con il cuore carico di dolore, si era offerto di farlo lui. Non poteva accettare l’idea che sua madre dovesse sopportare altro dolore, vedendo quei corpi martoriati. Sua madre avrebbe sofferto molto nel vedere suo marito praticamente bruciato. Avevano avuto un matrimonio felice, e Jake aveva preferito che lei ricordasse suo padre, sua sorella e suo cognato senza i segni provocati dal grave incidente.

    Il processo fu un incubo, e tutto intorno a lui sembrava uno scherzo di cattivo gusto. Dopo il funerale ci fu un’udienza per stabilire chi avrebbe avuto la custodia del piccolo Brad. Lui e sua madre accettarono di condividerla. Jake era consapevole del fatto che prima o poi si sarebbe fatto carico dell’educazione e della cura di suo nipote. Era un’idea che lo rendeva felice, ma temeva anche di non essere in grado di farlo bene.

    Brad gli aveva cambiato la vita proprio quando in cui il suo mondo era stato capovolto. Era cosciente del fatto che quel bambino aveva bisogno di un’immagine maschile di cui essere orgoglioso, quindi non c’era spazio per i comportamenti sbagliati.

    Prima che potesse dedicare un pensiero in più alla questione di Stars Match, apparve suo nipote a riceverlo sulla porta di casa.

    —Zio Jake!— Brad corse ad abbracciargli le gambe. Lui si chinò per sollevarlo, mentre il bambino gli si aggrappava al collo. —La nonna mi ha portato oggi perché ha detto che avevi bisogno di un abbraccio!— Jake fissò lo sguardo oltre le spalle del piccolo, che era l’immagine identica di sua sorella, e vide apparire sua madre con i capelli bianchi perfettamente pettinati e un elegante vestito a fiori.  

    Page Weston aveva settant’anni, ma si manteneva abbastanza bene. Madre e figlio avevano in comune gli occhi grigi e il sorriso affascinante.

    —Naturalmente, campione, ho sempre bisogno di un tuo abbraccio— rispose stringendolo con affetto.

    —Scusa se siamo venuti senza avvisare— disse Page avvicinandosi a suo figlio.

    —Nessun problema, sono felice che siate venuti.— Abbracciò sua madre, e tenne in braccio Brad che iniziò a raccontargli che aveva imparato a mescolare gli acquerelli, e a contare fino a cinquanta. —Hai visto le notizi — affermò notando il volto inquieto di sua madre.

    —Si, siamo venuti per questo— gli accarezzò dolcemente la spalla. Brad lasciò il collo di suo zio e corse a cercare la Play Station, che Jake teneva nella sala giochi che aveva costruito per il piccolo. —Lasciare la televisione è un passo importante. Sei sicuro di non voler cercare altre possibilità sul piccolo schermo?

    Entrarono in casa, e si accomodarono in una delle sedie di vimini che si affacciavano sulla piscina e sull’enorme patio. Il vento fischiava attraverso il portone e lui ringraziò di poter contare sul suo riparo.

    —Sì, lo sono. Prima dell’annuncio ho avuto una conversazione agrodolce con Theodore. Mi ha fatto pensare che è il momento di concedermi una vacanza. E ha ragione. Sono stati cinque anni di lavoro incessante...— sospirò. —Ho bisogno di una motivazione diversa.

    Sua madre lo guardò, comprensiva.

    —Avere una compagna stabile sarebbe un bel passo, per iniziare— suggerì con cautela, mentre beveva un sorso di tè freddo alla pesca che le aveva portato la governante. Page sapeva che quella era una questione spinosa. Ma lei era sua madre, quindi non le interessava più di tanto che lui si arrabbiasse.

    —In questo momento non ho tempo da perdere giocando ad essere il compagno di nessuna, mamma. E credo che a nessuna donna piaccia un uomo che nel pacchetto delle responsabilità ha anche un bambino— rispose pensieroso.

    Page stese la mano libera e strinse fermamente quella di suo figlio.

    —Questo lo pensano solo le donne egoiste e senza cuore.— Jake sapeva che sua madre si riferiva a una, nello specifico. —Togliti quella maschera di cinismo che allontana tutte.

    «Non le allontano dal mio letto», ma non poteva rispondere questo a sua madre.

    —Vuoi prendere il posto di Gordon?

    Page si mise a ridere. Era solita pensare che l’agente di suo figlio fosse troppo duro, anche se in realtà gli era molto grata per i buoni contratti che aveva fatto ottenere a Jake durante la sua carriera professionale.

    —Voglio altri nipoti.— Jake si irrigidì. Quell’argomento gli riportava alla mente dei tristi ricordi, di cui aveva parlato solo con i suoi due migliori amici, e non aveva intenzione di farlo con nessun’altro. Faceva molto affidamento su Rexford e Cesare. —Brad ha bisogno di un compagno di giochi, o di una compagna a cui fare i dispetti e voglio anche una nuora da poter chiamare figlia.— Entrambi rimasero in silenzio. Lui era consapevole del dolore che sua madre avrebbe sempre portato nel cuore per la perdita di Carole. —Abbiamo sofferto troppo, Jake, e io più di chiunque altro voglio vederti felice. Dopo l’esperienza con quella ragazza, Lauren, non sei più lo stesso— sussurrò mestamente.

    —Mamma...— disse con calma.

    —Va bene— sussurrò. —Non parlerò di questo.

    Page sapeva che quella parte emotiva era terreno vietato alle madri, ma odiava vedere suo figlio così scontroso. C’era bisogno di una donna che restituisse a lui la speranza, e a lei il figlio scherzoso e giocherellone che era stato prima che le loro vite cambiassero. Se Jake avesse ascoltato i suoi

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