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Riconoscersi a pelle
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Riconoscersi a pelle
E-book194 pagine2 ore

Riconoscersi a pelle

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Info su questo ebook

L'uomo giusto è entrato dalla sua porta...

Theresa Jacobs sa quello che vuole e quello che vuole è il sexy sconosciuto che è appena entrato nel suo negozio di tatuaggi. Kyle Cameron è il sogno di ogni donna che diventa realtà: alto, fisico da urlo, sorriso accattivante. E, cosa più importante, allergia a ogni legame.

... e nel suo letto.

Brividi e scintille. Ecco com'è il primo contatto tra Theresa e Kyle. E la cosa non fa che migliorare. Il sesso tra loro è incredibile e appagante. Non potrebbero chiedere di più. O no?

Ora deve solo impedirgli di uscire.

LinguaItaliano
Data di uscita9 ott 2015
ISBN9788858941034
Riconoscersi a pelle
Autore

Cindi Myers

Vive sulle Montagne Rocciose, in Colorado. Ha conosciuto suo marito a un appuntamento al buio; sei settimane dopo hanno fissato la data delle nozze!

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    Anteprima del libro

    Riconoscersi a pelle - Cindi Myers

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Do Me Right

    Harlequin Blaze

    © 2005 Cynthia Myers

    Traduzione di Giorgia Maria Lucchi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-103-4

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Ah! Non c’era niente di meglio di un bel litigio per cominciare nel migliore dei modi quella splendida mattinata di aprile. A un isolato di distanza dal suo negozio, l’Austin Body Art, Theresa Jacobs rallentò e squadrò rabbuiata il gruppetto di dimostranti fermo di fronte al suo studio di tatuaggi.

    Austin pulita, diceva uno dei loro cartelli; Riprendiamoci Sixth Street, proclamava un altro. Theresa doveva ammetterlo, quei rompiscatole non si arrendevano facilmente: erano due settimane che piantonavano la zona.

    Due uomini del gruppo ostentavano magliette bianche con la scritta Votate per Darryl Carter come sindaco di Austin. Carter, il protettore della morale e dei valori delle famiglie della città. Apparentemente l’uomo aveva deciso che mandare in fallimento Theresa, e altri esercenti come lei, sarebbe stato il metodo ideale per vincere la campagna elettorale.

    Ma il signor Carter non sapeva quanto potessero essere caparbi i piccoli commercianti come Theresa. Si sistemò la borsa sulla spalla e abbassò un poco il top di pelle. Scollatura, a posto. Anello all’ombelico, a posto. Stivali con tacco di dieci centimetri, minigonna di pelle, a posto. Labbra rosse, rossissime, a posto. Se gli accoliti di Carter si aspettavano sesso, peccato e scalpore, tanto valeva accontentarli.

    Si avviò verso il negozio con un sorriso seducente, ancheggiando in modo esagerato.

    I dimostranti la guardarono avvicinarsi. «Buongiorno a tutti» li salutò, mentre inseriva la chiave nella porta d’ingresso.

    «Buongio...» esordì uno dei dimostranti, un ometto calvo e grassoccio, ma fu interrotto dalla gomitata nelle costole di una donna dall’espressione severa.

    «Oggi i piercing sono in offerta speciale. Non perdete quest’occasione» dichiarò Theresa.

    «Dovrebbe vergognarsi» tuonò una donna con i capelli color albicocca. «Cosa direbbe se sua figlia si vestisse e si comportasse come lei?»

    Theresa squadrò la donna dalla testa ai piedi. «Direi che si diverte molto di più di una persona che si veste e si comporta come lei.»

    Dopo quelle parole entrò nel negozio. Un altro giorno di pazzo divertimento all’Austin Body Art... Se solo i moralisti che la tormentavano avessero saputo quanto fosse ordinaria la sua vita e quella della maggior parte dei suoi clienti. Theresa poteva sembrare una donna spregiudicata, ma ultimamente le sue serate più eccitanti consistevano in un film in televisione e cibo precotto.

    Fece uscire dal retro i gatti, Mike e Delilah. Le bestiole le si strofinarono sulle caviglie finché lei ebbe riempito le loro ciotole di croccantini. Poi accese la luce, avviò il computer e si preparò a cominciare la giornata.

    Dieci minuti dopo, la porta d’ingresso si spalancò. «Anch’io ti amo, tesoro!» Il suo collaboratore, Scott, entrò mandando baci ai dimostranti, gesto in netto contrasto con il saluto che rivolse loro con l’altra mano. Sbatté la porta e si voltò verso Theresa. «Ma quelli non si arrendono mai?»

    Lei scosse il capo. «Che Carter vinca o perda, se ne andranno dopo le elezioni.»

    «Sì, ma non si può restare aperti a lungo senza clienti» ribatté Scott, abbattendosi sullo sgabello dietro il bancone.

    Lei ignorò il brivido di paura che quelle parole le trasmisero. «È ovvio che avremo dei clienti. Perché non dovremmo?»

    Lui scosse il capo. «Non saprei... Tutta questa storia di ripulire Austin sta avendo effetti disastrosi per gli esercizi commerciali come il nostro.»

    «Gli affari vanno più lentamente del solito, ma ci sono sempre momenti di stanca. Presto torneremo a lavorare come prima, non è il caso di preoccuparsi.»

    «Al Hot Tamale stanno riducendo il personale» ribatté Scott, appoggiando i gomiti al bancone. «Ieri sera mi hanno licenziato.»

    «Oh, Scott! Mi dispiace!» esclamò Theresa, avvicinandosi a lui.

    «Proprio quando mi ero appena trasferito nell’appartamento nuovo.»

    «Se vuoi puoi lavorare qui full-time. Con Zach a Chicago, un aiuto extra mi servirebbe.» Guardò il dipinto a olio dietro la cassa, l’ultimo lavoro di Zach. Suo fratello stava studiando nella città del vento mentre lei cercava di restare a galla.

    «Ma non avevi già assunto qualcun altro?»

    «Sì, una ragazza part-time. Comincerà la settimana prossima. Ma tu mi saresti molto utile.»

    Scott guardò fuori della vetrina. «Non saprei...»

    «Provaci almeno.»

    «Okay, ti ringrazio.»

    La notizia che l’Hot Tamale, uno dei locali più noti della zona, stesse riducendo il personale, aveva colpito Theresa. La stampa stava dando grande rilievo alla campagna di Carter, ma lei aveva sperato che la maggior parte della gente non l’avrebbe preso sul serio. Dopotutto Austin era nota per la scena musicale e la vita notturna di Sixth Street. Perché qualcuno avrebbe dovuto voler cancellare proprio ciò che rendeva la città del tutto unica?

    «Zach ha scelto il momento giusto per tagliare la corda, vero?» commentò Scott. «Pensi che tornerà?»

    Lei si strinse nelle spalle. «Gli manca ancora un anno e mezzo prima di finire gli studi.»

    «Vedo che il pensiero ti rallegra.» Scott si alzò. «Vado a preparare un caffè.»

    Appena Scott scomparve nel retro, il campanello dell’ingresso suonò. Theresa si voltò a salutare i due uomini che stavano entrando.

    Forse sarebbe stato meglio dire i due uomini che fecero il loro ingresso. Uno era alto e snello, con stivali scrostati, jeans slavati, camicia denim e un cappello calato sugli occhi. Entrò nello studio con l’andatura degna di uno sceriffo di un vecchio film western. Le spalle larghe, la vita sottile, il mento forte e il naso irregolare, sarebbe potuto essere un attore. Lei sbatté le palpebre un paio di volte per assicurarsi che fosse vero, sperando che si togliesse il cappello per vedergli gli occhi. «Cosa posso fare per voi, signori?» domandò.

    L’altro, un uomo con le gambe curve, si tolse il cappello e fissò a bocca aperta la scollatura del top di Theresa.

    Quello più alto colpì il compagno sulla nuca. «Rimettiti gli occhi nella scatola cranica e rispondi.»

    Quelle parole ruppero l’incantesimo che il suo ingresso aveva gettato su Theresa e, per la prima volta, lei notò l’ingessatura sull’avambraccio sinistro, in forte contrasto con la pelle abbronzata.

    Lui spinse indietro il cappello quel tanto che bastò perché Theresa vedesse i suoi occhi color whisky.

    Con grande sorpresa e un po’ di mortificazione, lei sentì il cuore sobbalzare. Si costrinse a trattenere un sorriso che, ne era certa, sarebbe parso goffo e impacciato. Un uomo tanto affascinante doveva essere abituato a vedere le donne sciogliersi ai propri piedi e Theresa non intendeva essere una di loro.

    «Mi scuso per il mio amico, le uniche femmine con cui è abituato a interagire sono puledre e mucche» continuò il cowboy che le aveva alterato il respiro.

    «Dacci un taglio, Kyle.» L’amico si massaggiò la nuca e concentrò lo sguardo su un punto indefinito oltre la spalla sinistra di Theresa. «Mi interesserebbe un tatuaggio.»

    «Allora sei nel posto giusto» ribatté lei, porgendogli un modulo. «Compila questo, poi si comincia.»

    Mentre l’uomo compilava questionario e liberatoria, Theresa si rivolse all’amico, Kyle, che la stava osservando con interesse. L’intensità del suo sguardo la turbò. «Vuoi anche tu un tatuaggio?»

    Il sorriso che apparve lentamente sulle labbra di lui avrebbe steso una donna meno ostinata di lei.

    «Sto bene così, quelli come me non hanno bisogno di decorazioni aggiuntive» rispose mentre il suo sguardo passava dalla tigre tatuata sulla spalla di lei al nodo celtico tra i seni. Il suo sorriso si allargò. «Anche se devo ammettere che vederti mi fa apprezzare maggiormente la tua... arte.»

    Lei rise. «Sono certa che sei un vero appassionato di arte.» Indicò l’ingessatura con un cenno del capo. «Cosa ti è successo?»

    Lui si guardò l’avambraccio. «Un piccolo problema con un bovino riottoso.»

    «Kyle non ha fortuna con il bestiame e le donne» intervenne l’altro, che si chiamava George, come Theresa scoprì appena le porse il modulo.

    «Cavalchi tori?» chiese lei mentre controllava la liberatoria. Sembrava tutto a posto.

    «Sissignora» confermò George, gonfiando il petto. «Sono tra i primi quindici nella classifica attuale.»

    Theresa guardò Kyle. «Cavalchi tori anche tu?»

    Lui scosse il capo. «Non sono così pazzo.»

    «Kyle è troppo alto per cavalcare tori» spiegò l’altro. «Lui prende i vitelli al lazo. O almeno, così faceva prima dell’incidente.»

    Qualcosa le disse che era meglio concentrarsi sul lavoro. «Che genere di tatuaggio vorresti, George?»

    «Una grossa lucertola» rispose il cowboy, indicandosi l’avambraccio. «Proprio qui.»

    «Una lucertola?»

    Lui annuì. «Sì, perché nel circuito dei rodei sono conosciuto come George Lizard Lizardi.»

    «Okay.» Lei si avvicinò al bancone e aprì un voluminoso raccoglitore. «Qui dovresti trovare qualche idea che potrebbe piacerti.»

    Scott uscì dal retro con due tazze di caffè. «Caffè per tutti?» propose.

    «Volentieri» rispose Kyle.

    «Per me no» rispose George.

    «Gli aghi lo innervosiscono» spiegò Kyle.

    Theresa annuì. «Starà meglio appena avremo cominciato.»

    «Come ti chiami?»

    La domanda era del tutto lecita, ma la colse lo stesso di sorpresa. «Theresa Jacobs» rispose, dopo un momento di esitazione. «E tu sei Kyle, giusto?»

    «Kyle Cameron» confermò lui, porgendole la destra. «Piacere di conoscerti, Theresa.»

    La sua mano era calda, la presa decisa, ma non dolorosa, il palmo duro contro quello soffice di lei. Una mano mascolina che trasmetteva immediatamente forza e sicurezza. Il cuore di Theresa sobbalzò di nuovo e lei indietreggiò con la scusa di sistemare gli strumenti sul tavolo da lavoro. Sentiva la pelle formicolare da quel contatto.

    Scott tornò con un’altra tazza di caffè, seguito da Mike e Delilah. La gatta si diresse immediatamente verso l’attraente cowboy e cominciò a strofinarglisi contro gli stivali, ronfando rumorosamente.

    Kyle la osservò con un mezzo sorriso. «Bel gatto.»

    «Sono entrambi di mio fratello, me li ha lasciati quando si è trasferito a Chicago.»

    «Cosa fa a Chicago?»

    «Studia.»

    «Ho trovato quello che voglio» dichiarò George.

    Theresa gli si avvicinò e studiò il disegno, uno di quelli di Zach. «Bene, accomodati sulla poltrona e cominciamo.»

    Palesemente nervoso, George si sedette. «Vuoi che ti tenga la mano?» si offrì Kyle, beffardo.

    «Solo se vuoi che ti rompa anche l’altro braccio.»

    Mentre Theresa preparava l’avambraccio di George, Kyle si sedette su uno sgabello accanto a loro. «Chi sono i membri del comitato di benvenuto qui fuori?»

    Lei disinfettò il braccio del cowboy. «Non hai mai sentito parlare della campagna per rendere Austin una città più pulita?»

    Lui scosse il capo. «Prima dell’incidente ero occupato a cercare di guadagnare punti per le finali nazionali di rodeo.»

    Theresa cominciò a riempire le boccette di inchiostro. «Darryl Carter è candidato come sindaco. Uno dei punti cardine della sua campagna elettorale è ripulire Austin e in particolare Sixth Street, rendendo tutta la città più adatta alle famiglie. Quindi niente locali di spogliarelli, studi di tatuaggio, sexy shop e pub rumorosi.» Alzò gli occhi al cielo mentre scartava un ago sterile da tatuaggio. «Personalmente lo trovo ridicolo, ma nelle ultime due settimane quei rompiscatole non si sono tolti di torno.» Accese la macchina. «Sei pronto, George?»

    Il cowboy sbiancò. «Certo.»

    George emise un gorgoglio quando l’ago gli toccò la pelle; Theresa gli tenne fermo il braccio e proseguì. «Inspira profondamente e rilassati. Concentrati su qualcos’altro per distrarti.»

    Com’era prevedibile, lo sguardo dell’uomo le si inchiodò di nuovo sul petto. «I... interessante il tuo tatuaggio. Chi te l’ha fatto?»

    «Mio fratello. È lui che mi ha insegnato a tatuare.»

    «Mi stavo proprio domandando come mai una ragazza carina come te facesse un lavoro del genere.»

    «Fingerò di non aver già sentito questa battuta centinaia di volte» ribatté lei mentre seguiva il contorno degli occhi della lucertola.

    «A me sembra un buon lavoro» interloquì Kyle. «Sei il tuo capo, lavori quando vuoi e puoi infliggere tutto il dolore che vuoi ai rompiscatole come George.»

    «Non metterle strane idee in testa» protestò l’altro.

    Mentre lavorava, Theresa sentiva gli occhi di Kyle su di sé; non era uno sguardo sfrontato o maleducato, ma incuriosito.

    «Ti spiace smettere di fissarmi?»

    «Perché dovrei? Tu mi interessi.»

    «Be’, i cowboy non interessano me, quindi non metterti strane idee in testa.»

    «Tesoro, ho cominciato ad averne fin dal primo momento che ti ho vista.»

    La combinazione di tono di voce dolce come melassa e sguardo a centro gradi ebbe un effetto devastante per Theresa. Inchiodò lo sguardo sul tatuaggio. «Tu e le tue idee resterete molto delusi» dichiarò, ignorando il disappunto che quelle parole le trasmisero.

    Kyle rise. «Niente di meglio che una bella

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