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Saggio sulla Libertà
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E-book35 pagine22 minuti

Saggio sulla Libertà

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Info su questo ebook

«C’era una volta un paese strano. Non strano perché l’acqua dei fiumi corresse a ritroso o perché le montagne fossero capovolte o perché vi splendesse di notte il sole e di giorno la luna o perché le persone ragionassero con i piedi e camminassero sulla testa; no. L’ordine, o, se vi piace, il disordine della Natura era tal quale in tutti gli altri paesi del mondo. La stranezza di quel paese era nel fatto che tutti gli uomini e tutte le donne lavoravano, tutti i bimbi giocavano, tutti i vecchi riposavano e non c’era neppure un povero a volerlo pagare a peso d’oro». (G.T.)
LinguaItaliano
Data di uscita29 mag 2019
ISBN9788834125502
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    Anteprima del libro

    Saggio sulla Libertà - Giuseppe Thòlozan

    Intro

    «C’era una volta un paese strano. Non strano perché l’acqua dei fiumi corresse a ritroso o perché le montagne fossero capovolte o perché vi splendesse di notte il sole e di giorno la luna o perché le persone ragionassero con i piedi e camminassero sulla testa; no. L’ordine, o, se vi piace, il disordine della Natura era tal quale in tutti gli altri paesi del mondo. La stranezza di quel paese era nel fatto che tutti gli uomini e tutte le donne lavoravano, tutti i bimbi giocavano, tutti i vecchi riposavano e non c’era neppure un povero a volerlo pagare a peso d’oro». (G.T.)

    SAGGIO SULLA LIBERTÀ

    Io parlo ai semplici

    con semplici parole.

    UNO STRANO PAESE

    C’era una volta un paese strano. Non strano perché l’acqua dei fiumi corresse a ritroso o perché le montagne fossero capovolte o perché vi splendesse di notte il sole e di giorno la luna o perché le persone ragionassero con i piedi e camminassero sulla testa; no. L’ordine, o, se vi piace, il disordine della Natura era tal quale in tutti gli altri paesi del mondo. Anche in quel paese gli uomini entravano in casa dalla porta e non ne uscivano dalla finestra; i gatti non abbaiavano e non belavano i lupi.

    La stranezza di quel paese era nel fatto che tutti gli uomini e tutte le donne lavoravano, tutti i bimbi giocavano, tutti i vecchi riposavano e non c’era neppure un povero a volerlo pagare a peso d’oro.

    Ciascun lavoratore faceva il suo lavoro preferito e nessun lavoro rimaneva da fare. C’erano scienziati di tutte le scienze, architetti, ingegneri, artisti di tutte le arti, educatori e insegnanti, artigiani di tutti i mestieri, massaie, sarte e sarti, stiratrici, fioraie e perfino giocolieri e saltimbanchi. Ma ciò che rendeva quel paese addirittura stranissimo era l’assenza assoluta di proprietari privati, di preti, di militari, di

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